Spesso i dispositivi ibridi sono buoni a regalare molte promesse, poi disilluse alla prova dei fatti a causa di una resa non eccellente in nessun campo di applicazione. Uno smartphone che è anche un tablet appare di per sé un'idea bizzarra, e la cosa diventa quasi folle quando all'equazione si aggiunge un pennino. Il grande sconfitto dall'arrivo degli schermi capacitivi. Eppure Samsung con il suo Galaxy Note ha creato esattamente questo: un telefono da 5.3 pollici di diagonale che supera per dimensione qualsiasi concorrente portandosi pericolosamente vicino ai tablet più piccoli, e in più ha nascosto dentro la scocca uno stilo che può essere sfoderato alla bisogna. Come alternativa all'uso delle dita. Il risultato, per quanto abbiamo potuto verificare, è sorprendentemente valido (o forse no, visto che Samsung di dispositivi azzeccati ne ha rilasciati parecchi) seppur molto marginale come possibile fetta d'utenza. Una nicchia di mercato comunque abbastanza grande, almeno stando ai dati rilasciati, da decretarlo fin da subito un successo. Lo abbiamo avuto in prova quindici giorni: di seguito un po' di dati e le nostre impressioni d'uso.
Di tutto, di più
Come detto uno è l'aspetto che su tutti spicca prendendo in mano il Samsung Galaxy Note: la scocca misura 146.8x83x9.65mm, tantissimi se si pensa che il già abbondante Galaxy S II si ferma a 125.3x66.1x8.49. Nemmeno troppi considerando che, posto il display Super AMOLED da 5.3", non resta poi tanto spazio per la cornice, dal design sobrio e per nulla invasivo. Il peso di 180 grammi è elevato ma riporta il dispositivo nella sfera degli smartphone, rispetto a quella dei tablet. Le finiture sono simili ancora una volta a quelle dell'S II, con il quale condivide dettagli estetici e tecnici, ad esempio la fotocamera da 8 Megapixel posteriore con flash led. Pur distinguendosi per una manciata di aspetti che ne rendono migliore l'estetica: viene in mente in particolare il profilo tondeggiante cromato, meno "plasticoso" di quello del fratello minore. Nel complesso, comunque, si tratta di motivi distintivi minori e chiunque abbia avuto modo di avere tra le mani un altro terminale di fascia alta prodotto da Samsung, sa già di trovarsi davanti un prodotto costruito con cura. A muovere il Note ci pensa una versione clockata a 1.4Ghz del processore dual core Samsung Exynos, basato sull'architettura ARM Cortex A9 e accompagnato da 1GB di Ram: un prodotto non nuovo a cui è stata aumentata la frequenza per venire incontro alla risoluzione dello schermo che, a 1280x800, necessitava evidentemente un po' di spinta in più. Diciamo subito che, quando ad esempio si lanciano a lungo applicazioni 3D, il dispositivo scalda un po' nella parte posteriore alta, dietro alla fotocamera per intenderci, pur senza raggiungere temperature troppo elevate.
E che la batteria da 2500mAh, in teoria molto generosa, permette di arrivare a sera pur facendone un uso intenso - web, qualche gioco e video - ma non stupisce di certo e nelle giornate peggiori potrebbe essere necessario metterlo in carica anzitempo. Comunque abbiamo consultato qualche test più rigoroso e, all'atto pratico, la batteria del Samsung Galaxy Note si posiziona nella media degli smartphone Android appartenenti alla fascia di prezzo più alta. La dotazione che completa l'hardware è, in breve, ottima. La già citata fotocamera posteriore registra video a 1080p e 30 immagini al secondo con supporto a MPEG-4, H.263 e H.264, mentre quella anteriore si ferma a 2 Megapixel ma è più che sufficiente per videochiamare (sempre che qualcuno al mondo videochiami davvero, ovvio). E poi wi-fi 802.11n, Bluetooth 3.0+ e 16 GB di memoria interna espandibile tramite Micro SD. Supporta 21Mbps HSPA (850, 900, 1900, 2100Mhz), LTE, EDGE, GPRS (850, 900, 1800, 1900Mhz). Dispone infine di accelerometro, bussola e barometro (ad uso GPS), oltre che sensore di prossimità e luminosità. I due ingressi, ciascuno su uno dei due bordi esterni corti, sono l'entrata per la Mini USB e il jack 3.5mm delle cuffie.
Lo schermo merita un discorso a parte. Il pannello da 5.3" presenta come detto una risoluzione di 1280x800 per una densità di 285ppi. Siamo quindi vicini a quella soglia di 300ppi necessaria a definire uno schermo Retina, giusto? No, perché a differenza del Galaxy S II e come il nuovo Nexus, il Samsung Galaxy Note monta un Super AMOLED, senza la dicitura Plus. Ciò implica una struttura sub pixel così detta PenTile, che per farla molto breve comporta una definizione minore e alcune imperfezioni cromatiche.
In realtà, mettendo Note ed S II uno accanto all'altro è difficile vedere un grosso salto qualitativo del secondo rispetto al primo, e anzi lo schermo dell'oggetto di questo articolo ci ha lasciato ben impressionati. Insomma se da un punto di vista tecnologico lo schermo del Galaxy S II resta imbattuto anche dai modelli che lo hanno seguito, è difficile dirsi delusi dal risultato qui ottenuto. L'hardware conclude la sua offerta con uno speaker, come sempre abbastanza inadatto a qualsiasi cosa non sia l'uso della funzione viva voce, e poi la radio FM che rappresenta un'aggiunta tanto banale quanto non scontata a guardare una fetta di concorrenzA. Durante le chiamate auricolare e microfono ci hanno convinto, anche se per motivi di dimensioni e quindi maneggevolezza, l'uso di un dispositivo bluetooth rappresenta una soluzione di gran lunga preferibile.
Il pennino che mancava
Abbiamo tenuto per la seconda parte l'elaborazione di quanto emerso dall'uso dello stilo S Pen - questo il nome che Samsung gli ha dato. Il motivo è semplice: a renderne convincente l'implementazione non è il pennino in sé, quanto piuttosto l'uso che se ne può fare attraverso il software sviluppato. A seconda del programma ci sono funzioni diverse - scrittura, scrolling delle pagine e così via - e sono sempre disponibili alcune gesture attraverso le quali tornare avanti e indietro tra le finestre e richiamare i menù. In più, grazie al pulsante presente sull'S Pen - che a dire il vero è un po' poco raggiungibile e avrebbe meritato quantomeno una colorazione diversa per distinguersi - si ha accesso a una serie di funzioni extra. Premendo due volte sullo schermo si richiama S Memo, la app attraverso cui gestire appunti, schizzi e così via. Mentre tenendo premuto per un paio di secondi si scatta uno screenshot che poi può essere modificato a piacimento, come nell'immagine qui accanto. Si tratta di funzioni utilissime se si sfrutta il telefono per lavorare, e in fondo il target del Note è esplicitamente quello business. Il risultato è che siamo partiti utilizzando lo smartphone quasi unicamente con le dita, per poi diventare via via sempre più dipendenti dall'uso della piccola periferica. Oltre a S Memo ci sono una serie di altre app studiate per essere gestite attraverso questa modalità di interazione o convertite così da rendersi compatibili, come l'ottimo Catch, Zen Brush e ComicBook.
Togliendo dall'equazione il pennino, il Galaxy Note offre prestazioni e margini di personalizzazione, pro e contro di altri dispositivi con installato Android 2.3 e in particolare con l'interfaccia TouchWiz di Samsung, che qui scorre fluida come non mai. Insomma si presenta bene e con una buona usabilità, anche se probabilmente l'utente più smaliziato, pur magari senza ricorrere a rom che richiedono il root del terminale, preferirà sfruttante i vari ADW Launcher, GO Launcher e simili. C'è da dire che il Note dovrebbe essere tra i primissimi a ricevere Ice Cream Sandwich, quindi tutto quanto scritto sinora andrebbe rivisto da qui a qualche settimana o mese, dopo l'aggiornamento. Il pacchetto di app installate è buono e ovviamente l'offerta dell'Android Market può estendere questa dotazione all'infinito, con in più la possibilità di passare da Samsung Apps per sconti e offerte. Abbiamo provato una manciata di giochi come Trial X, Samurai II: Vengeance e Riptide GP: tutti scorrevano fluidamente ma, inutile girarci attorno, non è questo un device che si compra con il gioco in testa. E in generale l'offerta su Android è ancora tutto fuorché competitiva rispetta ad Apple.
In conclusione
Il Samsung Galaxy Note è un terminale non per tutti, e ci riferiamo sia al prezzo di listino elevato di 699 euro, che scende notevolmente scandagliando gli aggregatori di prezzi online, sia alle scelte radicali fatte in sede di progettazione. Non tutti vorranno mettersi in tasca uno smartphone gigantesco e dotato di un pennino, elementi che lo rendono di certo meno portabile ed ergonomico di altre soluzioni. Abbandonando però valutazioni che sono in fin dei conti soggettive, ci si trova tra le mani un prodotto costruito bene, molto solido e soprattutto capace di implementare le sue peculiarità in modo eccellente. L'S Pen è una trovata ottima così come lo schermo da 5.3", nonostante non sia l'ultima evoluzione del Super AMOLED a disposizione di Samsung, è un piacere da utilizzare se ci si deve concentrare sulla scrittura, l'elaborazione di documenti e la navigazione web. Tra l'altro l'aggiornamento ad Ice Cream Sandwich porterà nuove funzioni e un ambiente più evoluto, in attesa di vedere i risultati ottenuti in Nord America e quindi quali ulteriori evoluzioni cavalcheranno il medesimo concept.