Da El Dorado al Far West
Avevamo abbandonato i conquistadores spagnoli qualche anno fa con l’espansione per AoE2, pochi all’epoca potevano immaginare che quella espansione avrebbe fornito il pretesto per fondare le basi del terzo capitolo della saga. Chi aveva immaginato di poter giocare ad un titolo incentrato sull’epoca immediatamente successiva agli avvenimenti narrati nel secondo capitolo non sbagliava di certo, ma pochi potevano immaginare che la scelta dello scenario sarebbe ricaduta proprio su quel nuovo mondo che già era stato visitato dall’ultimo expansion pack. Del resto, per il periodo storico (che va dalla fine del medioevo alla rivoluzione industriale) quale continente, più del del Nuovo Mondo, poteva prestarsi meglio alla narrazione di bellicosi avvenimenti e di scontri in campo aperto? In questo scenario vario e ampio, capace di abbracciare territori di ogni tipo, il giocatore è chiamato a controllare una delle potenze europee impegnate in quei tempi nella conquista del nuovo continente (eccezione fatta per i Russi, che, a quanto pare non misero mai piede nelle Americhe nelle vesti di conquistatori, ma che, per ragioni spiegabili solo con la volontà di introdurre una potenza di importanza pari alle altre, sono stati inseriti ugualmente nel gioco).
Una robusta campagna
Uno dei punti di forza del titolo è senza ombra di dubbio la complessa campagna divisa in 24 missioni, che porta il giocatore a prendere parte ad avvenimenti legati alla conquista del continente, senza toccare però gli scontri epici ed epocali che resero famoso quel particolare periodo storico. La sceneggiatura che lega le missioni è ben strutturata in maniera sottile ed intelligente, proponendo intrecci insoliti e divertenti che permettono di risalire lungo le spirali della storia e attraversare epoche di profondi cambiamenti politici e tecnologici. Le missioni appaiono eterogenee e presentano un buon climax per quanto riguarda complessità e graduale introduzione di novità a livello di gioco, anche se ogni missione dispone di chiari obiettivi primari vi sono una lunga serie di sottomissioni molto divertenti e non sempre ovvie come il recupero di tesori, disseminati per le mappe e sempre tenuti a bada da guardie agguerrite che possono variare da feroci fiere assetate di sangue a manipoli di uomini messi a bada di qualche importante oggetto.
Le missioni appaiono eterogenee e presentano un buon climax per quanto riguarda complessità e graduale introduzione di novità a livello di gioco
Una robusta campagna
La tradizionale gamma di modalità per il single player è stata mantenuta; ritroveremo dunque la modalità schermaglia, la preferita da tutti quei giocatori che non vogliono seguire una storia strutturata preferendo ad essa un approccio più veloce ed immediato con il quale confrontarsi in battaglie libere attraversando, in un’unica sessione di gioco, le varie epoche storiche. Per quanto riguarda il fronte del multiplayer AoE3 offre la possibilità di giocare partite in rete LAN o attraverso ESO, che sta per Ensemble Studios Ondine, ovvero server proprietari su cui poter giocare in rete su larga scala.
Gameplay: tradizione e innovazione
Il gameplay di Age of Empires rimane pressoché invariato, pur presentando qualche miglioria che rende il titolo capace di mantenersi al passo coi tempi. La struttura di gioco si basa sull’oramai vetusto sistema di raccolta delle risorse necessarie per costruire edifici, reclutare unità e sviluppare la ricerca di upgrade. Abbandonati i numerosi tipi di risorse conosciuti in passato, ora AoE si concentra solo su tre: cibo per il mantenimento della popolazione, legname per la costruzione di edifici, navi e macchine da guerra, oro per l’acquisto di bene specifici e lo sviluppo avanzato di unità ed edifici. I lavoratori addetti alla raccolta delle risorse non sono più costretti al consueto tragitto per il trasporto dei materiali, ma sono in grado di far crescere le riserve mantenendosi sul posto di lavoro. Le unità addestrate al combattimento presentano armamenti basati soprattutto sull’attacco a distanza, adeguandosi, lentamente, all’abbandono delle armi bianche in favore delle più moderne e micidiali armi da fuoco. Per questo, fin dalle prime battute, sarà più facile trovare fra le fila dei propri uomini balestrieri al posto di guerrieri armati di sciabola e spada. Una delle novità assolute di AoE3, che non può essere assolutamente trascurata è senza ombra di dubbio l’introduzione delle città madri. Vediamo di cogliere il concetto che sta alla base di questa innovazione: dato che la trama del gioco si dipana nelle terre del Nuovo Mondo non poteva essere trascurata la Vecchia Europa, infatti dobbiamo ricordare che gli eserciti, dislocati in quel particolare periodo storico sui nuovi territori americani, erano lì dislocati per rendere onore e gloria alle potenze europee. Per dare l’idea del rapporto distante, ma onnipresente, dei grandi imperi gli sviluppatori hanno pensato di introdurre, appunto, il concetto di città madre. All’inizio di ogni partita il giocatore infatti è chiamato a passare per una videata che rappresenta, appunto, la città madre. In questa fase preliminare del gioco il giocatore ha la possibilità di interagire con un elemento passivo capace di agire in parallelo col gioco vero e proprio.
Gameplay: tradizione e innovazione
La città madre ha l’aspetto di una grande città europea dell’epoca, alcuni degli edifici presenti rappresentano particolari aspetti della gestione dei propri domini. Ogni giocatore ha a disposizione una serie di upgrade e bonus, detti “carte”, l’insieme delle carte forma il “mazzo”. Il giocatore può acquistare nuove carte a seconda dei progressi fatti nel gioco. Nel gioco il giocatore dispone di punti di raccolta in cui ricevere i bonus spediti dalla città madre, in ogni momento è possibile recarsi nella schermata della capitale ed attivare la richiesta di invio di tali bonus o rinforzi; concluso il tempo relativo all’invio nei pressi del punto di raccolta compariranno gli aiuti richiesti. Questo genere di aiuti inviati dalla città madre rappresentano veri e propri assi nella manica a cui il giocatore può attingere per mutare le sorti della partita. Dal punto di vista strategico e del gameplay questo aspetto aggiunge un elemento di imprevedibilità alle proprie mosse, capace di rendere il gioco ancora più interessante.
Dal punto di vista strategico e del gameplay la "Città madre" aggiunge un elemento di imprevedibilità alle proprie mosse, capace di rendere il gioco ancora più interessante.
Gameplay: tradizione e innovazione
La presenza dei nativi americani costituisce un’ulteriore sorpresa nell’economia generale del gioco. Gli indigeni, raggruppati per nazioni di appartenenza, pur non prendendo parte alle vicende principali del gioco, possono interagire con le fazioni prestando i propri servizi o condividendo upgrade e nuove tecnologie. Questo elemento costituisce in certe fasi del gioco la chiave di volta per conseguire la vittoria.
Nuove strategie
Il titolo introduce nuovi approcci strategici che toccano diversi aspetti gestionali. AoE3 guadagna una sfumatura più profonda con la gestione delle alleanze ed i relativi rapporti commerciali. L’alleato può infatti richiedere aiuto militare ed economico inviando messaggi. Per mantenere i rapporti commerciali è necessario guadagnare punti di controllo sulle vie commerciali disseminate sulla mappa. Costruito un punto di controllo è possibile inviare aiuti o vendere le proprie risorse attraverso un vero e proprio mercato che prevede anche l’oscillazione del valore delle materie prime a seconda della domanda. Per rendere il titolo più interessante e appetibile Ensemble ha ben pensato di potenziare l’aspetto bellico, fornendo un elevato numero di unità ed upgrade. Purtroppo però non troviamo strumenti per la gestione avanzata degli schieramenti, o meglio, non è possibile scegliere il tipo di formazione, ma le truppe sono in grado di organizzarsi scegliendo la migliore per ogni occasione, una scelta che ammicca al giocatore medio, ma che potrebbe far storcere il naso ai puristi della strategia. Nonostante AoE3 appaia come un prodotto maturo e siano evidenti i segni di una produzione che bada poco alle spese, rimane la meraviglia per alcune clamorose lacune. Uno dei primi pasticci che abbiamo notato è l’impossibilità di occupare gli edifici con le unità.
Per rendere il titolo più interessante e appetibile Ensemble ha ben pensato di potenziare l’aspetto bellico, fornendo un elevato numero di unità ed upgrade.
Nuove strategie
Nella prima missione della campagna proposta il giocatore è chiamato a difendere le mura della città dagli attacchi nemici; avendo a disposizione un plotone di balestrieri, e notando delle scale di pioli appoggiate alle mura di cinta, viene da pensare che il modo migliore per respingere un attacco con unità capaci di efficaci colpi a distanza sia quella di far salire le unità sulle mura e tentare la difesa come in ogni assedio che si rispetti. La delusione arriva quando si intuisce che scale a pioli e torri di guardia, così come mura munite di parapetti, hanno solo una funzione coreografica e non sono in alcun modo utilizzabili. Cosa strana e avvilente se si pensa che simili implementazioni sono presenti da anni nel concept moderno di RTS. Ciò nonostante AoE3 è capace di affiancare a simili mancanze un impiego massiccio del motore fisico Havoc (che fece grande Max Payne 2) donando al gioco un appeal aggressivo, con effetti grafici mozzafiato. Un colpo di mortaio produce danni inimmaginabili sulle unità, spazzandole letteralmente via e sconvolgendo le linee nemiche. Stessa sorte tocca agli elementi del paesaggio e agli edifici, in grado di incassare i colpi in maniera sempre differente, creando dunque situazioni sempre nuove. Ancora una volta ci si scontra con le aspettative forse troppo alte, e si rimane un poco delusi nel notare che esplosioni di edifici e cedimenti strutturali assortiti non sortiscono alcun effetto sulle unità dislocate nelle vicinanze che sembrano poter sopravvivere all’implosione di una roccaforte senza subire un solo graffio.
Apparato tecnico
Il fronte dell'intelligenza artificiale apre una breccia nel cuore del gioco, poichè se ci si meraviglia per la risposta intelligente delle unità a determinati stimoli, si finisce per rimanere a bocca aperta di fronte a comportamenti poco consoni delle unità lasciate sole. La gestione della "fog of war" poi potrebbe non esaltare i puristi della strategia dato che le unità sembrano essere dotate di una sorta di "vista comune". In pratica la gestione della visuale non è relativa alle singole unità, ma alla visuale totale del giocatore, cosicchè è possibile trovarsi di fronte ad unità che attaccano bersagli coperti da barriere o nascosti dietro alberi.
La gestione delle ombre è davvero ben realizzata e nelle missioni ambientate in località boschive è possibile coglierne la massima espressione.
Apparato tecnico
La realizzazione grafica appare di alto livello, pur volendo mantenere un certo legame con il passato, riproponendo una versione potenziata e riveduta dei modelli conosciuti nel capitolo precedente. Le ambientazioni proposte sono eterogenee e molto ricche, le mappe ben realizzate e curate; si spazia dalla giungla sud americana alle desolate praterie del west toccando scenari molto suggestivi con elementi naturali di tutto rilievo, come canyon e grandi corsi d’acqua. Acqua che per altro costituisce uno dei punti di forza del titolo essendo stata realizzata con estrema cura nei suoi effetti di trasparenza e nei giochi di luce. La gestione delle ombre è davvero ben realizzata e nelle missioni ambientate in località boschive è possibile coglierne la massima espressione. Una nota di merito va anche al tentativo di rendere la città madre un ambiente totalmente personalizzato e gratificante anche dal punto estetico, infatti è possibile posizionare elementi scenici a proprio piacimento per creare una città a misura di giocatore: caratteristica davvero gradevole, anche se assolutamente priva di riscontro sul piano di gioco. La traduzione totale in italiano completa il quadro estetico fornendo un buon impianto sonoro totalmente ridoppiato di spessore, capace di sostenere con facilità la trama avvincente della campagna single player. Per quanto riguarda le richieste hardware AoE3 dimostra una certa flessibilità adattandosi a macchine non particolarmente spinte; il gioco, che installato occupa circa 3 Gb, è stato testato su una configurazione di livello medio-basso (1,4 GHz, 512 MB Ram, con scheda video ATI Radeon 9700), ma non è stato riscontrato nessun tipo di rallentamento, pur avendo dovuto rinunciare a qualche fronzolo grafico.
Commento finale
Nel complesso Age of Empires 3 appare come un titolo solido che può tranquillamente poggiare le basi su una delle saghe RTS più amate degli ultimi tempi. Realizzato con cura, presenta alcuni aspetti innovativi interessanti, come l’introduzione delle Città Madre, ma risente di alcune mancanze strutturali che ne minano il primato in ambito RTS. Ci sentiamo comunque di consigliare questo titolo a tutti quei giocatori che abbiano seguito la serie fin dagli albori, poiché nel complesso AoE3 dimostra di essere un buon RTS. Rimane solo l’amaro in bocca per non aver potuto gridare al miracolo, ma si sa, queste non sono cose che accadono tutti i giorni.
Pro
- Gameplay consolidato ma non privo di sorprese
- Campagna in single player avvincente e ricca di spunti
- Completamente in italiano
- Impiego del motore fisico quasi esclusivamente relegato ad effetti scenografici
- Poca libertà nell'impiego delle telecamere
- Intelligenza artificiale non sempre brillante
Microsoft cavalca ancora una volta Ensemble portando al pubblico un nuovo capitolo della saga strategica fiore all’occhiello delle produzioni videoludiche per PC della monolitica software house di Redmond. Dopo aver stregato la folla per anni con giochi strategici incentrati sulla storia dei popoli antichi, creando una sorta di continuità fra un titolo ed il successivo, Microsoft sembrava avere abbandonato l’idea originale quando, con l’uscita di Age of Mithology, aveva dirottato il carrozzone verso lidi mitologici che consentirono al titolo di usufruire, senza tanti complimenti, di elementi fantasy altrimenti improponibili in un RTS puramente storico. Spin-off a parte, l’attesa per il sequel già annunciato si era fatta pesante nel corso degli ultimi tempi e così Microsoft ha potuto sedare i riottosi moti popolari fornendo ai maniaci della saga un nuovo tassello di questo gigantesco puzzle.