0

Championship Sprint - Recensione

Championship Sprint torna a rombare su PlayStation 3. Riuscirà a conquistare i videogiocatori odierni?

RECENSIONE di David Falzarano   —   19/06/2007
Championship Sprint - Recensione
Championship Sprint - Recensione

Basilarmente Championship Sprint è un semplice gioco di guida in due dimensioni con quattro vetture simil Formula Uno impegnate a gareggiare su piste di fantasia. Durante le gare, soprattutto nei livelli avanzati, vengono introdotti alcuni ostacoli per rendere ai piloti la vita più difficile: parliamo di macchie d’olio, pozzanghere e addirittura uragani. Andando fuori strada ad alta velocità l’auto esplode, e un elicottero di soccorso la rimpiazza subito con una nuova, facendo però perdere secondi preziosi. Raccogliendo le chiavi inglesi che compaiono casualmente all’inizio di ogni nuovo giro di pista è possibile accedere alla schermata che fra una gara e l’altra permette di aumentare le prestazioni dell’auto, intervenendo su accelerazione, velocità massima e velocità dell’elicottero di soccorso. I comandi del Sixaxis, anche nel caso delle levette analogiche, sono gestiti come digitali, e ciò potrebbe creare qualche problema a quelli dotati di minore sensibilità di controllo, facendo curvare troppo bruscamente le vetture. Dopo un breve periodo di apprendistato la guida diventa decisamente meno ostica, ma la mancanza del volante continua a sentirsi in ogni caso. Il gioco non ha un finale vero e proprio, e continua all’infinito finché il giocatore non viene sconfitto. Il multiplayer online è una buona aggiunta, ma forse non abbastanza per far considerare Championship Sprint un "must-buy".

Championship Sprint - Recensione
Championship Sprint - Recensione

Grafica e sonoro

In casi come questo è quasi imbarazzante dover scrivere il paragrafo dedicato al comparto tecnico, poiché sia la grafica che il sonoro non sono stati affatto “rinfrescati”, e si presentano esattamente come Atari l’ha fatti nel lontano 1986. Gli effetti sonori e soprattutto le musiche, però, hanno il merito di far parte di diritto alla storia dei videogiochi (impossibile dimenticarseli). Va anche detto che nonostante un aggiornamento grafico sarebbe stato più che apprezzato, in casi particolari come queste riedizioni di vecchi classici non ha poi molto senso intestardirsi più di tanto sull’aspetto tecnico.

Championship Sprint - Recensione
Championship Sprint - Recensione

Championship Sprint è un gioco molto distante dai dettami moderni, e di conseguenza potrebbe risultare assolutamente insipido e per nulla interessante agli occhi delle nuove generazioni. Il titolo è penalizzato dal fatto di non poter far conto sul sistema di controllo originale e appositamente studiato, e ciò ne limita le potenzialità. In ogni caso stiamo parlando di un must assoluto per coloro che hanno speso una fortuna nel cabinato in sala giochi, i quali rivivranno almeno in parte le emozioni di metà anni ’80. E non dimentichiamoci che costa meno di 5€.

Pro

  • Multiplayer online
  • Imperdibile per i nostalgici
Contro
  • Niente editor delle piste
  • Senza il sistema di controllo originale perde molto appeal

Championship Sprint fece la sua prima comparsa in bar e sale giochi nel 1986, quando ci furono mondiali in Messico, Spagna e Portogallo entrarono nella Comunità Europea e probabilmente molti dei lettori che stanno leggendo questo articolo non erano ancora nati. Championship Sprint, assieme al suo “gemello” Super Sprint, sempre targato Atari, è stato il predecessore di altri giochi dello stesso genere che hanno avuto ottimo successo, come Ivan Stewart's Super Off Road o Bad Lands. Il cabinato ospitava due volanti (quello di Super Sprint tre) che avevano la particolarità di poter girare all’infinito, senza limitazioni meccaniche e senza alcun force feedback. Ciò si traduceva in sterzate nette e velocissime, con il volante lasciato a girare vorticosamente fino al momento in cui l'auto non avesse puntato nella giusta direzione.