Pranzo al sacco nell'inverno russo
Non so se Hitler commise lo stesso errore un secolo più tardi, ma è sicuro che Napoleone dimenticò la giacca a vento quando si mosse verso Mosca. Con il freddo si sa viene fame e in generale il grosso di Crown of Glory ruota intorno alla capacità di gestire la catena dei rifornimenti in rapporto alla vostra armata. In realtà questa è la punta di un iceberg molto complicato e inizialmente sconfortante, soprattutto per il redattore, dal momento che il gioco non fornisce nessuna descrizione in-game per aiutare il giocatore a distinguere le icone, ma si vocifera che la versione in vendita nei negozi sia accompagnata da un succoso manuale. Tanto per fare un esempio sarà vostro dovere controllare i canali commerciali con le province, regolando il volume delle vendite e il tipo di prodotti che volete una determinata regione produca in maggiore quantità. Benchè le voci relative allo sviluppo siano generiche e non comprensive di specifici edifici, le statistiche risultanti da gestire sono varie e interrelate tra di loro, purtroppo senza una chiara visione d'insieme, così che comprendere come stiano realmente andando le cose richiede una perdita di tempo e di nervi eccessiva. Pensate a cosa vuol dire passare in rassegna ogni maledetto territorio e controllare tutte le voci inerenti allo sviluppo del regno, appesantite da un'interfaccia essenziale ma poco flessibile, sempre orientata al dettaglio anziché al riassunto.
con grande classe i programmatori hanno poi aggiunto un "tavolo delle trattative" per le nazioni perdenti
Pranzo al sacco nell'inverno russo
Torniamo comunque ai rifornimenti, che devono essere accumulati in depositi essenziali per lo stoccaggio, senza che questo cordone ombelicale tra l'impero pagante e l'esercito combattente venga mai meno, altrimenti addio sogni di gloria, perché spesso dovrete muovere armate talmente numerose che il rischio di una precipitosa ritirata sarebbe quanto meno disastroso. Ricordiamoci che a quell'epoca i soldati ci mettevano poco a fare i bagagli e voltare le spalle al nemico, un motivo in più per tenere sotto controllo il morale delle truppe oltre a quello delle popolazioni locali, che possono provvedere a sfamare i soldati se decidete di pesare sulle osterie anziché sul fondo fiduciario imperiale. Benché il livello di coesione tra i diversi aspetti sia intrigante, vi troverete davanti solo numeri e statistiche, ma di concreto sulla mappa di gioco non otterrete grandi soddisfazioni. Le voci da gestire rivestono per lo più un ruolo simbolico mentre sarebbe stato più interessante poter interagire sulla scelta di quali edifici erigere nello specifico, magari potendo caratterizzare storicamente le diverse città.
Pranzo al sacco nell'inverno russo
Nonostante questo Crown of Glory deve ancora giocare le sue carte migliori, una delle quali è la fine arte della diplomazia, forse il quadro manageriale più divertente tra tutti. Non solo gli ambasciatori possono andarsene in giro per la mappa a stringere alleanze basate su espliciti accordi da negoziare tra le nazioni interessate, ma possono anche influenzare il corso stesso dei conflitti, ottenendo ad esempio un ripensamento da parte di una provincia ostile. Con grande classe i programmatori hanno poi aggiunto un "tavolo delle trattative" per le nazioni perdenti, che possono così negoziare i termini della resa, una casistica che comprende molte situazioni particolari che scoprirete addentrandovi nel folto sottobosco dei salotti diplomatici. Va da sé che non si può stringere la mano a tutti quanti e mentre si fa credere alla Svezia che deve mandare le sue truppe contro la Gran Bretagna, noi con calma veleggiamo carichi di cannoni verso i lidi di Stoccolma. Sì, avete capito bene, finalmente andiamo in guerra, solo che lo facciamo nel prossimo paragrafo.
lo sviluppo delle battaglie vale il tempo che ognuna di esse richiede
Alla base c'è sempre un esagono
La componente di Crown of Glory più piacevole è sicuramente quella balistica, ma diciamo pure che non offre niente di nuovo rispetto a quello che trovereste in un buon gioco da tavolo su base esagonale. Intendiamoci, è molto dettagliata e ricca di elementi che influiscono direttamente sullo svolgimento dello scontro ma non aspettatevi nessuna trovata di particolare rilievo. Tutto avviene come già anticipato su di un griglia a base esagonale, tenendo conto dei fattori atmosferici e dell'ora solare. Combattere di notte o in presenza di forti piogge limita ad esempio la portata del tiro, mentre un terreno scosceso o un fiume da guadare sono un serio impedimento per gli spostamenti delle truppe. Sebbene la presenza di personalità carismatiche determini la possibilità di ottenere bonus specifici, il tutto risiede, come sempre avveniva a quei tempi, nel riuscire a fornire adeguati rifornimenti alle proprie truppe senza disperdere le formazioni; le armi non erano infatti adeguate per ottenere spargimenti di sangue in tempi brevi, perciò molti conflitti si vincono spezzando il morale dell'avversario.
Alla base c'è sempre un esagono
Dal momento che gli scontri sono lenti e possono durare a lungo, non è da sottovalutare l'opzione che vi consente di risolvere l'alterco in modo molto più sbrigativo, disponendo i vostri pezzi su tre linee e lasciando al computer il compito di determinare il risultato degli scontri, calcolando rapidamente le sequenze dei turni. Sebbene in certi casi questa possibilità sia caldamente consigliata, lo sviluppo delle battaglie vale il tempo che ognuna di esse richiede (una volta iniziato uno scontro sarete obbligati a concluderlo), soprattutto grazie alle tante scelte tattiche disponibili. Ogni regno infatti dispone di truppe d'elite dotate di caratteristiche uniche e il terreno di gioco è molto dettagliato per quanto riguarda gli elementi del paesaggio e gli effetti di fumo, seppure nei limiti di un'impostazione spartana che vive di sprite bidimensionali animati in modo sbrigativo.
Non è dunque la forma a brillare in Crown of Glory, che anzi si riduce al minimo indispensabile concedendosi qualche frivolezza solamente sui campi di battaglia, e dominare gli aspetti menageriali del gioco richiede uno sforzo che esaurirà senza dubbio la grande maggioranza dei giocatori. Il fatto è che non ci sono modalità di gioco alternative o particolari colpi di classe nel gameplay. Senza dubbio come strategico a turni raggiunge elevati livelli di complessità e anche se potete affidare i quadri del comando economico al computer, perdereste così il senso di questo gioco. E' difficile muovergli delle critiche sostanziali, fatta eccezione per l'assenza di qualche feature per una più comoda supervisione del gioco, ma al di là di questo, Crown of Glory centra il bersaglio e non ha grossi rivali alle porte. Se solo avesse osato qualcosa di nuovo sarebbe una spanna sopra, mentre così resta un ottimo wargame indirizzato ad un ristretto pubblico di fini appassionati, con un debole per l'epoca napoleonica e che ha trovato senza dubbio pane per i propri denti.
Commento finale
Crown of Glory è un concentrato di complessità, un fiume di voci gestionali seccamente rappresentate in quattro schermate di comando da farvi venire un forte mal di testa. Allo stesso tempo però è anche un grande strategico a turni, dove ogni piccola variazione sul piano gestionale influenza tutta la catena dell'economia, fortemente sorretta da un rapporto causa-effetto che lega tra loro lo sviluppo culturale della Provenza con l'apertura di un canale commerciale tra noi e l'Olanda. Gli scontri sono lunghe successioni di turni, machiavellici come solo i conflitti del settecento erano in grado di essere, logoranti e testardi. Più che uccidere sfinivano il nemico e anche questo è stato fedelmente simulato. Resta comunque una povera impostazione grafica per un succo molto denso, impossibile da digerire ai più, ma perfetto per i più famelici maniaci del wargame. Il prezzo poi stimola facilmente l'appetito.
Pro
- Quadro gestionale immenso
- Battaglie strategicamente complesse e stimolanti
- Dettaglio storico molto elevato
- Manca la possibilità di avere una visione d'insieme
- La presentazione generale è ridotta al minimo
- Fondamentalmente non è nulla che non sia già stato pensato prima
L'Italia s'è desta, un secolo dopo
Il sipario si apre sull'epoca napoleonica intorno al 1799 per poi calare sulla sua malinconica figura verso il 1820. Inutile dire che in quegli anni l'Europa attraversava un momento cruciale per il suo sviluppo socio-culturale ma siamo lontani da un simulatore di concause storiche. Noi vogliamo il sangue e tanti soldatini da mandare al fronte, perciò rallegriamoci all'idea che Crown of Glory, vincitore nel 2005 di numerosi award come migliore "mattonata" strategica, è pronto a rubarvi le ore di sonno, sicuro della sua ampia selezione di regni giocabili. I vessilli di guerra sono infatti otto (e vai con l'elenco): Francia, Gran Bretagna, Austria, Prussia (sù, rispolverate i libri di scuola), Russia, Turchia, Svezia e Spagna. Naturalmente decine di piccoli staterelli morti di fame attendono solo di essere annichiliti, ma il compito di controllarli spetterà comunque al computer.
Quando parliamo di strategia per una volta non ci riferiamo al genere ever green degli RTS, ma bensì al glorioso strategico a turni, che rispettoso della tradizione offre bidimensionali mappe esagonali, fatta eccezione per la carta storica dell'Europa, sulla quale vi muoverete da una provincia all'altra nello stile della serie Total War. Che fare dunque? Il titolo fornisce la risposta all'annoso dilemma, poichè il vostro ego espansionistico avrà pace solo in seguito all'ottenimento di un cospicuo numero di Punti Gloria, accumulabili per lo più tornando vittoriosi dai campi di battaglia. Qui arriva però il meglio, perché per sedere sicuri sul trono, almeno per una ventina d'anni, che per l'epoca sono indice di grande lungimiranza, dovrete dialogare con dotte figure rappresentate mediante icone pittoriche, che se stimolate con il mouse vi daranno libero accesso agli almancchi contabili del regno, per impartire ogni genere di ordine.
Il vostro dispotismo dovrà fare i conti con le infrastrutture dell'impero nascente, lo sviluppo della popolazione e la gestione dei rifornimenti (nodo cruciale del gioco), anche se si tratta solo di un assaggio rispetto alle quattro schermate piene di voci da manipolare in attesa che con il passare dei mesi (tempo standard di gioco), la vostra tattica si dimostri produttiva. Orsù, popolo degli strategici esagonali, sempre che esistiate per davvero, è giunto il momento di dare uno sguardo approfondito a Crown of Glory. Andiamo pure.