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DeathSprint 66, la recensione del brutale gioco di corse che unisce Ghostrunner e Mario Kart

Si parte da L'uomo in fuga di Stephen King per immaginare questo reality show in cui ci si sfida a spallate attraverso percorsi pieni di trappole.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   17/09/2024
Alcuni dei corridori di DeathSprint 66

Poche cose al mondo ti fanno arrabbiare più di quando sei a un passo dal traguardo in Mario Kart e ti arriva un maledetto guscio blu in testa. Vorresti prendere quel Luigi che ti supera a pochi centimetri dall'arrivo e tirarlo contro un letale fascio di laser. Più o meno è quello che devono aver pensato a Sumo Digital mentre realizzavano DeathSprint 66: un Mario Kart ambientato in un futuro distopico dove, in un violento reality show, si corre per la propria vita. Letteralmente.

L’uomo in fuga

C'è stato almeno un decennio, tra gli anni '80 e '90, nel quale molti scrittori di genere pensavano che la televisione sarebbe andata verso reality show sempre più crudeli, che avrebbero perfino scommesso sulla vita dei partecipanti.

I racconti più famosi in tal senso sono La lunga marcia e L'uomo in fuga, entrambi di Stephen King (che, però, per firmare i suoi libri più violenti usava lo pseudonimo Richard Bachman), da quest'ultimo è stato tratto il film L'implacabile con Arnold Schwarzenegger. È proprio da qui che si è partiti per pensare DeathSprint 66, tanto che Andrew Willans, il director del gioco, lo ha definito "L'uomo in fuga per le nuove generazioni".

Nel 2066 la Bachman Media Group sponsorizza un reality show nel quale una serie di cloni si sfidano attraverso piste piene zeppe di trappole letali: laser, seghe grosse come ruote di camion, rulli tritacarne e tutta una serie di diavolerie da evitare. L'obiettivo è arrivare tutti interi al traguardo, magari assicurarsi l'appoggio di uno sponsor, e regalare al pubblico una performance abbastanza adrenalinica da assurgere a beniamino dei social. Pochi però ci riescono: la maggior parte finisce a pezzi.

Arnold Schwarzenegger ne L'implacabile
Arnold Schwarzenegger ne L'implacabile

Se è vero che la nostra televisione non è andata nella direzione immaginata da King (anche se negli anni ha cercato di toccare punte d'orrore tutte sue), molti videogiochi, invece, hanno abbracciato meccaniche proprie degli show a eliminazione, che ben si sposano con lo spirito competitivo degli scontri online. DeathSprint 66 corre proprio in quella direzione, con una buona dose di cattiveria e un gusto per il sangue che rende esplicito l'incubo distopico in cui è ambientato.

Altro che gusci rossi

Parlare del gioco viene facile se si citano i palesi modelli di riferimento: c'è Mario Kart, ovviamente, ma anche Ghostrunner con le sue adrenaliniche azioni al millimetro, e Trackmania per la grande carica arcade.

Questi gettoni blu possono fare la differenza in una partita a DeathSprint 66: danno accesso a strumenti in grado di mettere i bastoni tra le ruote agli avversari o di migliorare la propria performance
Questi gettoni blu possono fare la differenza in una partita a DeathSprint 66: danno accesso a strumenti in grado di mettere i bastoni tra le ruote agli avversari o di migliorare la propria performance

Anche se gli occhi non riescono a cogliere alcun riferimento al Regno dei Funghi, è chiaro che il modello di guida (o in questo caso di corsa) ricordi in larga parte quello del titolo Nintendo: si sfrutta molto la derapata per attivare il turbo e si raccolgono power up per sbarazzarsi degli avversari con strumenti un po' più crudeli del solito guscio di Koopa: lame, droni militari e un potenziamento che vi catapulta contro gli altri corridoi con una forza tale da farli volare fuori pista.

I tracciati sono stimolanti grazie alla velocità supersonica con cui si affrontano e al tempo di reazione minimo che è concesso al giocatore. Scansare le trappole e imboccare i passaggi secondari che permettono di tagliare i tempi - e di evitare di essere tagliati a metà da quell'enorme lama che vi attende alla fine del tunnel - è una questione perlopiù di riflessi. E lo stesso discorso vale per l'abilità necessaria a individuare le condutture a cui aggrapparsi, così da scivolare rapidi verso i bonus, o i binari su cui surfare.

Il senso di velocità è reso molto bene in DeathSprint 66, al punto che spesso la sensazione di essere ormai lanciati verso il traguardo può far commettere degli errori madornali
Il senso di velocità è reso molto bene in DeathSprint 66, al punto che spesso la sensazione di essere ormai lanciati verso il traguardo può far commettere degli errori madornali

Da questo punto di vista, DeathSprint 66 sfrutta qualsiasi superficie, dando al giocatore la possibilità di camminare sulle pareti, lanciandolo in salti di decine di metri e costringendolo poi ad atterrare su piattaforme strettissime, dove una spallata di troppo può significare un tuffo nell'abisso.

Saranno famosi

Grazie all'ingegneria spregiudicata con cui sono costruiti i suoi tracciati, DeathSprint 66 è un videogioco che fa dell'adrenalina la sua moneta di scambio con cui guadagnare, se non la libertà, almeno la fama.

Gli avversari non ci pensano due volte a tirarti spallate così possenti da farti volare fuori dalla pista
Gli avversari non ci pensano due volte a tirarti spallate così possenti da farti volare fuori dalla pista

Questo si riflette su alcune delle scelte che caratterizzano i passaggi più pericolosi e più veloci del tracciato. Nonostante il gioco vada a una velocità tale che a volte razionalizzare diventa molto difficile, richiede continuamente di scegliere tra bivi più sicuri ma meno rapidi e passaggi pericolosi ma molto più spediti, che permettono di saltare intere sessioni di tracciato e costringono il giocatore a una notevole prova di abilità. È un continuo sistema di rischi e ricompense, che si sposa molto bene con il background narrativo: è facile immaginare il pubblico a casa in estasi e gli sponsor che contano mazzette di banconote, mentre la popolarità del nostro runner schizza alle stelle dopo un'azione particolarmente imprudente.

Funziona, perché in fin dei conti tutto il sistema di ricompense si gioca sui punti fama accumulati durante le corse online. Il punteggio dipende dalle volte in cui si muore, dalla posizione che si raggiunge e dai prodigi acrobatici effettuati durante la corsa.

Attraversare la pista non è solo una questione di corsa: ci si arrampica, ci si aggrappa, si cammina sulle pareti. Ogni scorciatoia è gradita per arrivare in fondo
Attraversare la pista non è solo una questione di corsa: ci si arrampica, ci si aggrappa, si cammina sulle pareti. Ogni scorciatoia è gradita per arrivare in fondo

Le ricompense riguardano l'aspetto del personaggio: dal colore della tuta allo sfondo della piastrina di riconoscimento. A dirla tutta non è che si possa personalizzare poi molto il nostro avatar, le opzioni sono piuttosto essenziali. Questo è uno dei punti dolenti della produzione e dove Sumo Digital dovrà insistere maggiormente per tenere i videogiocatori agganciati al titolo abbastanza a lungo.

Sfida contro se stessi

Oltre alla modalità PvP, che è chiaramente il cuore del gioco, DeathSprint 66 presenta la possibilità di correre con avversari controllati dall'IA e una serie di sfide a obiettivi, tanto divertenti quanto difficili. In queste ultime viene fuori l'anima più arcade del titolo, quella che ci ha ricordato gli infiniti tentativi di Trackmania.

Alcune sezioni delle piste in DeathSprint 66 ricordano le mappe acrobatiche di Ghostrunner e richiedono quasi lo stesso grado di abilità tecnica per essere superate
Alcune sezioni delle piste in DeathSprint 66 ricordano le mappe acrobatiche di Ghostrunner e richiedono quasi lo stesso grado di abilità tecnica per essere superate

Sono presenti tre diverse tipologie di sfida: una corsa in cui cercare di arrivare al checkpoint prima che il tempo scada, una sfida contro l'IA ma con solo poche vite a disposizione e un tracciato da completare battendo il record della pista. In tutti e tre i casi, qualora non si riuscisse a raggiungere l'obiettivo prefissato, assisteremo alla spietata detonazione del nostro clone.

Si tratta di un'aggiunta gradita, utile specialmente per studiare bene i tracciati e i modi in cui possono essere affrontati per limare i tempi. Queste sfide, infatti, richiedono una precisione e una freddezza assolute per cercare di tagliare ogni centesimo di secondo possibile e sono un'ottima preparazione alla sfida con gli altri giocatori.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (2)
7.7
Il tuo voto

DeathSprint 66 è una partita aperta. Il suo destino dipenderà dal supporto di Sumo Digital e dalla risposta dei videogiocatori. Ma è una partita che, un po' come un tamponamento automobilistico al centro della carreggiata, è impossibile non fermarsi a guardare: violento, brutale, adrenalinico, velocissimo, titilla ogni corda primitiva dell'essere umano in uno spettacolo, anzi un reality show, irresistibile. Il più grande timore è che la formula possa esaurirsi in fretta, anche perché, senza una vita online, senza un pubblico, il gioco rischia di fare la fine di tutti i programmi TV poco seguiti.

PRO

  • Divertente e adrenalinico
  • Il sistema di corsa è appagante ed esalta le abilità del giocatore
  • Il setting distopico del reality show è affascinante

CONTRO

  • Le sfide in single player sono estremamente difficili
  • Al lancio i contenuti non sono molti
  • La personalizzazione dell'avatar è piuttosto basica