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Dragon Ball: Origins - Recensione

La prima saga del manga più famoso di tutti i tempi rivive su Nintendo DS e non è un buon gioco: è ottimo.

RECENSIONE di La Redazione   —   03/12/2008
Dragon Ball: Origins - Recensione
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Le Origini del Mito

Come accennato, Dragon Ball Origins ripercorre narrativamente quella che viene considerata la prima parte della serie (in realtà nel fumetto non esiste distinzione, il suffisso Z vale soltanto per la versione animata) dal fatidico incontro di Goku bambino con l'intraprendente Bulma fino al secondo Torneo di Arti Marziali e il relativo scontro con Piccolo. E non è stato tralasciato niente nel percorso, anzi alcuni episodi aggiuntivi nella serie animata trovano collocazione in Dragon Ball Origins sotto forma di stage extra. Eh sì, perchè Dragon Ball Origins non è il solito picchiaduro, bensì un action-adventure che copia clamorosamente The Legend of Zelda: The Phantom Hourglass, tanto che potremmo definirlo un clone dell'eccezionale gioco Nintendo. L'avventura è suddivisa in episodi, introdotti e conclusi da lunghe sequenze tridimensionali non interattive che sostanzialmente riprongono la vicenda come se fosse il cartone animato: il doppiaggio vocale (in inglese) è limitato a pochissime battute, i dialoghi infatti sono interamente testuali (in italiano) e decisamente fedeli all'opera originale.

Dragon Ball: Origins - Recensione
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Le Origini del Mito

Sorprende perfino la mancata censura di alcune delle scene più chiacchierate e spassose della serie: in caso ve lo stiate chiedendo vi confermiamo la leggendaria esibizione delle nudità di Bulma di fronte al Maestro Tartaruga, con successiva scoperta di aver lasciato gli slip a casa. Ebbene, c'è. E c'è anche il pisellino al vento di Goku, se per questo, e i copiosi schizzi di sangue dal naso. L'ironia talvolta grottesca e l'erotismo soft che caratterizzavano alcune delle gag più famose sono perfettamente integri.

Dragon Ball Origins non è il solito picchiaduro, bensì un action-adventure che copia clamorosamente The Legend of Zelda: The Phantom Hourglass

Le Origini del Mito

Il motore poligonale che propone queste sequenze di intermezzo è davvero ottimo: i modelli dei vari personaggi sono somiglianti alle loro controparti originali ed estremamente dettagliati, mantengono la stessa espressività delle scene originali, e godono di ottime animazioni. Lo stesso motore è del resto utilizzato per le sessioni di gioco: a parte sporadici cali di frame-rate nelle sequenze d'azione più concitate, l'engine grafico non mostra incertezze, ed è anzi gradevolissimo, colorato e ricco di dettagli. Forse c'è da fare l'abitudine alla videata a doppio schermo: lo spazio tra display inferiore e superiore in certi casi rende problematica l'individuazione di nemici o ostacoli. Le musiche in background non sono le originali purtroppo, ma melodie inedite che le imitano sapientemente, mantenendo un tono spassoso e spensierato nella maggior parte delle sequenze, anche d'azione: del resto non si può non sorridere quando i danni sugli avversari più coriacei sono visualizzati sotto forma di cerotti e bernoccoli!

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The Legend of Goku

E' l'attenzione ai dettagli che rende Dragon Ball Origins un adattamento particolarmente memorabile, ma anche l'originalità e semplicità del sistema di controllo. Come si era suggerito, Dragon Ball Origins deve molto alla sperimentazione di Nintendo con il suo ultimo The Legend of Zelda portatile, e Goku si controlla esattamente come si controllava Link: è possibile muoverlo con la croce direzionale, è vero, ma il gameplay è pensato sul touch-screen e un controllo tradizionale risulta perfino inadeguato. Toccando lo schermo inferiore con il pennino è semplicemente possibile far camminare o correre il nostro piccolo eroe, un paio di colpetti in una direzione ci permettono di farlo rotolare via (con tempismo lo stesso input permette di teletrasportarlo alle spalle del nemico durante un attacco) e picchiettando ripetutamente su un nemico o un ostacolo è possibile prenderlo a pugni o a bastonate, a seconda della tecnica di combattimento utilizzata, selezionabile al volo tramite un altro colpo di pennino. La varietà delle tecniche di combattimento di Goku è degna di nota fin dalle prime battute, e con il passare degli episodi/livelli si imparano nuove abilità e manovre di combattimento, inclusa la famosissima onda Kamehameha: scegliere con cosa affrontare i nemici è importante, laddove il bastone allungabile di Goku offre attacchi a lungo raggio e una difesa automatica a spese della mobilità, per esempio, il combattimento a mani nude invece permette maggiori capacità evasive. Questa componente strategica, per così dire, diventa fondamentale durante gli scontri con alcuni nemici o con i vari "boss" che caratterizzano la fine di alcuni livelli o episodi interi: queste battaglie, proprio in puro stile Zelda, vanno affrontate seguendo specifiche strategie o risolvendo dei semplici puzzle mentre si evitano gli attacchi. Per questo motivo a volte può risultare fastidiosa una leggera imprecisione nei movimenti registrati dal touch-screen: non è trascendentale, ma si verifica con una certa frequenza nelle situazioni più concitate con numerosi elementi a schermo.

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The Legend of Goku

Gli enigmi sono un'altra componente fondamentale in Dragon Ball Origins: spesso Goku si troverà ad attraversare grotte e foreste, per esempio, che offrono lo spunto per le principali fasi ludiche dell'avventura. Nella maggior parte dei casi Goku sarà accompagnato da Bulma: controllata da una discreta Intelligenza Artificiale, la ragazza cercherà di difendersi da sola dai nemici usando la sua pistola, o raggiungerà il prossimo ostacolo in attesa di essere salvata o che si risolva il puzzle che ostacola il cammino. In genere questi rompicapi richiedono lo spostamento di massi o il recupero di oggetti, e diventano sempre più complessi di stage in stage, offrendo una notevole varietà a un gioco purtroppo non particolarmente longevo: la modalità principale è completabile in una decina di ore, ma la presenza di livelli segreti da sbloccare e numerosi goodies nascosti aumentano la rigiocabilità dei livelli, selezionabili individualmente dopo averli completati.

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Commento

Nessuno probabilmente avrebbe scommesso su questo titolo Atari: le sorprese migliori sono indubbiamente quelle inaspettate. Dragon Ball Origins non è soltanto un gioco imperdibile per i fan di Goku e delle sue avventure originali, ma anche un validissimo action-adventure impreziosito da un comparto tecnico di ottima fattura, da personaggi indimenticabili e una storia spassosissima, peraltro raccontata tramite eccellenti cutscene. Non è un gioco difficile, complice anche la varietà del pubblico a cui mira, ma si lascia rigiocare piacevolmente per scoprire tutti i segreti e sbloccare i vari bonus. Una vera perla nella sconfinata produzione di videogiochi basati sull'universo creato da Akira Toriyama.

    Pro
  • Fedelissimo alla serie originale
  • Tecnicamente ottimo
  • Gameplay molto valido
    Contro
  • Sistema di controllo via pennino a volte impreciso
  • Qualche calo di frame-rate e doppio schermo non sempre funzionale

Dragon Ball Origins è disponibile per Nintendo DS.

All'alba del 2009 è difficile tener conto della strabiliante quantità di videogiochi basati su Dragon Ball Z, distribuiti su tutte le piattaforme, comprese quelle più recenti. E' davvero una lista lunghissima, e neanche la metà purtroppo vale l'acquisto. Molto più facile, invece, elencare i titoli basati sulla ideale prima serie del manga, da molti considerata la più vera e ispirata, quell'irresistibile e goliardica avventura con protagonista Son Goku da bambino, quando la storia non era ancora diventata un intreccio assurdo di invasioni extra-terrestri, trasformazioni e viaggi nel tempo. Forse per la facilità di adattare al concept essenziale del genere picchiaduro, forse per le potenzialità commerciali della serie, il segmento narrativo in cui il protagonista cresce e affronta innumerevoli battaglie per la salvezza del cosmo è sempre stato il centro focale degli adattamenti videoludici del capolavoro di Akira Toriyama. Un timido tentativo di riproporre la serie classica è avvenuto ai tempi del Game Boy Advance, con un platform decisamente simpatico ma non privo di difetti e, per questo, finito nel dimenticatoio delle occasioni mancate. Ironicamente, il Goku bambino rivive oggi su Nintendo DS e per uno strano scherzo del destino non è solo un buon tie-in per i fan...