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Dragon Ball Z: Burst Limit - Recensione

Goku, Vegeta e compagni arrivano anche su PlayStation 3 e Xbox 360, siete pronti a sferrare la vostra onda energetica?

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   26/06/2008

Commento

Burst Limit rappresenta sotto diversi aspetti un'involuzione rispetto ai precedenti capitoli, con un minor numero di personaggi, scenari (peraltro dotati di nessuna interazione) e modalità di gioco. Per il resto abbiamo una storia che ripercorre per l'ennesima volta l'inizio della saga, un titolo che abbraccia nuovamente uno stile più orientato al picchiaduro e che viene arricchito solo da un impatto grafico davvero buono e da una sezione online invero piuttosto scarna. A causa di tutti questi motivi raccomandiamo il gioco unicamente ai fan più accaniti o a chi si avvicina la prima volta (o quasi) alla trasposizione videoludica di questo famoso manga, in attesa di un seguito più completo e appagante per chi è avvezzo al mondo di Son Goku e soci.

Pro

  • Impatto grafico ottimo: sembra un cartone animato
  • Lo stile picchiaduro rende il titolo un po' più profondo
  • Divertente, storia principale rigiocabile
Contro
  • Online al minimo sindacale
  • Pochi personaggi, scenari, modalità
  • Interazione zero con l'ambiente

Burst Limit è il sottotitolo scelto per questa nuova produzione targata Namco Bandai e, lo diciamo subito, il sistema di gioco riprende in gran parte la serie di Budokai, proponendo meccaniche tipiche da picchiaduro ed ereditando buona parte delle mosse dai capitoli apparsi su PlayStation 2. Il tutto, da un punto di vista visivo, portato ai massimi livelli, dove la realizzazione dei personaggi perfetta e priva di sbavature, gli effetti grafici trabordanti delle varie onde e mosse finali, la palette grafica con colori fedeli e sparati, sono aspetti che rendono il gioco spesso e volentieri indistinguibile se non migliore per certi versi ad una qualsivoglia puntata della serie animata. Il tutto finchè ci si concentra sui combattimenti e sulle sezioni in volo, perché di contro fa decisamente storcere il naso l'interazione nulla con l'ambiente, che rende gli scenari scarni e quantomai di contorno. Lo stacco netto si nota, ad esempio, quando un personaggio viene scaraventato sul terreno da una serie di combo o prese, in tal caso infatti rimane statico e vi è unicamente una macchia di fumo, situazione che rende immediatamente visibile la disparità di cura di questa componente dell'aspetto tecnico. Se aggiungiamo che esistono solo cinque differenti ambientazioni, si denota una certa fretta della programmazione del titolo in tal senso.

Dragon Ball Z: Burst Limit - Recensione
Dragon Ball Z: Burst Limit - Recensione
Dragon Ball Z: Burst Limit - Recensione

Come detto il sistema di controllo e combattimento sono orientati verso un sistema di combo riproposto all'ennesima potenza, con il tasto X per la parata, il quadrato e il triangolo per attacchi leggeri e forti, il cerchio per liberare l'aura a propria disposizione. Combinando i vari attacchi tra di loro e con i tasti dorsali, è possibile contrastare i colpi, evitarli e apparire alle spalle dell'avversario, oppure ancora liberare la propria aura per sfoggiare i vari colpi speciali, fino ad arrivare a quelli supremi, che necessitano della propria aurea al massimo livello (indicata in basso sullo schermo) per essere sprigionati, e che comunque possono essere evitati col giusto tempismo. Non mancano le classiche prese e la possibilità di lanciare i nemici lontano per poi inseguirli e cominciare una sorta di minigioco dove il personaggio che attacca, per portare a termine con successo l'offensiva, deve premere più velocemente dell'avversario i quattro tasti frontali del pad. Un'altra situazione dove accade lo stesso procedimento è quando due onde della stessa intensità si incontrano a mezz'aria, e anche in questo caso per prevalere bisogna premere in maniera frenetica tutti i bottoni.
La modalità principale di gioco è denominata "Cronache Z" ed è divisa per saghe, per l'ennesima volta si parte dagli albori della serie, con l'arrivo di Radish, per concludersi con la saga di Cell, dopo vari scontri inframezzati da sequenze non interattive che riprendono alcuni punti del cartone animato. Proprio per questo i personaggi disponibili sono solo 21, ben caratterizzati visivamente tra di loro e nelle mosse, ma che in realtà si eseguono tutte nella stessa maniera e quindi introducono poca varietà nella scelta di un personaggio piuttosto che un altro, se non per motivi estetici. Fortunatamente per ognuno di essi sono presenti anche le prime trasformazioni, come il Super Sayan di Goku piuttosto che la quella di Piccolo, e quindi è possibile modificare la propria potenza durante i match.
Quello che tiene alto l'interesse è proprio la progressione di gioco, dove infatti ogni scenario completato restituisce una votazione (derivata dal numero di mosse e combo eseguite e dalla durata dello scontro) e permette di sbloccare nuovi personaggi, scenari, trasformazioni e mosse speciali, disponibili poi nelle altre modalità. Dulcis in fundo, permette di accedere alle cosiddette "scene animate", sequenze animate automatiche (ma che si generano in particolari punti della propria energia o dopo determinate combo) che fungono da supporto per il proprio personaggio aumentandone la difesa, la barra di energia, la resistenza ai colpi speciali e così via. All'inizio di ogni scontro, quindi, ne possono essere scelte tre insieme al compagno che darà supporto ma, a dire il vero, il più delle volte spezzano solo l'azione e sono poco utili ai fini del combattimento vero e proprio. Se ad ogni modo gli scontri sono discretamente divertenti, sono proprio il contorno e la longevità ad essere molto deficitarie, innanzitutto perché oltre alla modalità storia, che comunque dura appena il giusto, esiste il classico uno contro uno, una modalità survival e alcune dove bisogna sconfiggere gli avversari nel minor tempo possibile, un po' poche soprattutto se confrontate con quelle degli altri capitoli, che tra le tante annoveravano i vari tipi di tornei presenti nel cartone animato piuttosto che la possibilità di importare le caratteristiche dei personaggi precedenti. In Burst Limit invece è tutto ridotto all'osso, e di conseguenza va presto scemando il divertimento regalato dal titolo. A risollevarne le sorti ci sarebbe potuta essere la modalità online presente, ma anche in questo caso è davvero basilare nella sua implementazione, e diverse volte abbiamo riscontrato lag nei combattimenti contro altri avversari in remoto. Chiudiamo il cerchio sul gioco col sonoro, che fa il proprio dovere in maniera onesta, con le classiche sigle della serie, e propone testi in Italiano e doppiaggio a scelta nelle opzioni tra Inglese e Giapponese.

Dragon Ball Z: Burst Limit - Recensione
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