Quando il New York Times ha comprato il popolarissimo gioco di parole Wordle per una cifra che supera il milione di dollari, il mondo dei word game (quei videogiochi in cui bisogna comporre o indovinare le parole) ha visto un forte incremento di interesse da parte del pubblico. Gubbins, un videogioco irriverente e colorato che appartiene a questa categoria, non solo ha colto il mondo mobile di sorpresa, ma ha anche una storia di sviluppo molto interessante con al centro uno dei creatori di contenuti più popolari di TikTok: Hank Green.
Sviluppato dal piccolo team australiano Studio Folly, Gubbins è un word game in cui le parole, al posto che indovinarle come in Wordle, bisogna costruirle a partire da un gruppo casuale di lettere. Il suo modello di business, poi, è particolarmente interessante: è gratuito e non ha pubblicità ma è possibile giocare solo una partita al giorno, mentre per affrontare livelli illimitati è possibile acquistare il gioco per sette euro. Questa è una delle clausole molto particolari che ha permesso la nascita del gioco grazie a un sostanzioso finanziamento proprio da parte del divulgatore scientifico Hank Green.
In questa recensione di Gubbins: it's a Word Game vi racconteremo del suo curioso rapporto con TikTok, del suo gameplay impertinente e sfidante e del suo principale difetto: è destinato a un pubblico che parla inglese.
Hank Green scopre Gubbins
Gubbins era un progetto di sviluppo indipendente semisconosciuto fino a circa sei mesi fa. Poi, grazie all'algoritmo di TikTok, un trailer è finito nel feed "Per Te" di Green, uno dei divulgatori scientifici più popolari della piattaforma (e di YouTube) che, fin dalle prime settimane dell'esistenza del social network cinese, ha guadagnato la simpatia di milioni di follower con i suoi contenuti educativi. Come hanno detto gli stessi sviluppatori di Studio Folly: "Ci ha mandato un messaggio diretto sull'app, noi gli abbiamo risposto, abbiamo fatto una call e l'idea di finanziare il gioco è sembrata naturale a entrambi". Dopo quella telefonata, infatti, Hank Green ha acquisito il 10% di Gubbins imponendo una condizione molto particolare, che però ha fatto molto contenti gli sviluppatori.
"Gli abbiamo dato una versione preliminare del gioco e lui ci ha giocato per due mesi ininterrottamente. Ci ha chiamato, ci ha dato un paio di consigli e poi ha detto 'facciamolo!'". Così è stato formalizzato l'accordo: in cambio del sostegno economico e pubblicitario di Hank (che ha fatto un paio di video promozionali per il gioco nei giorni precedenti all'uscita), Studio Folly donerà il 10% dei ricavi in beneficenza per i prossimi tre anni. Il gioco non ha pubblicità invasive, come moltissimi altri titoli mobile, e, nei giorni immediatamente successivi all'uscita, ha brevemente superato Wordle per numero di download su App Store. Il creator e divulgatore si è detto molto soddisfatto della partnership perché così è riuscito a finanziare "un bel progetto creativo di uno studio di cui condivido i valori e che aiuterà delle cause benefiche".
Come si gioca a Gubbins
Gubbins è un videogioco semplice e intuitivo. La sua interfaccia è formata da un quadrato 9x9 e da otto file di lettere che possono venire presentate a chi gioca singolarmente, in coppia o in gruppi di tre. L'obiettivo è formare parole quanto più lunghe e complicate possibile con le lettere fornite e accumulare punti. Le parole possono essere composte solo da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso ma questo gioco non è solo un divertimento da settimana enigmistica. Tra una lettera e l'altra appariranno dei Gubbins, delle creature che amano i giochi di parole, che possono essere buoni o cattivi. I buoni potrebbero aiutarvi facendo da jolly in una parola a cui vi manca una lettera o aggiungendo -ing alla fine di un verbo (la forma inglese per l'infinito) per fare più punti, o ancora rimettendo nella zona di pesca alcune lettere posizionate male.
I Gubbins cattivi, invece, aggiungono lettere difficili in punti casuali della plancia o bloccano temporaneamente degli spazi per aumentare il livello di difficoltà. Il flusso di gioco è intuitivo e l'algoritmo che fornisce casualmente le lettere è piuttosto clemente. Non ci sono livelli di difficoltà e una volta esaurite le lettere a disposizione riceverete una cartolina da pubblicare sui social con il vostro punteggio. Giocando si sbloccano nuovi Gubbins e nuovi adesivi per decorare le cartoline in un ecosistema semplice, privo di fronzoli e piacevolmente buffo. Il problema principale di questo gioco è che bisogna conoscere l'inglese e avere un buon vocabolario perché sennò non vi verrà in mente nessuna parola con cui fare punti. Se vi sentite ferrati, invece, Gubbins è una manna non solo per imparare nuove parole (perché tentando di costruirne di nuove potreste incappare in cose di senso compiuto), ma anche per tenere allenati i muscoli celebrali che pensano in inglese e fabbricano i ragionamenti in una lingua straniera.
Conclusioni
Gubbins è un bellissimo gioco di parole in stile Scarabeo dalla grafica non convenzionale con un flusso di gioco semplice, ma che resta sempre in grado di sfidare chi partecipa. La sua genesi e il fatto che il 10% dei suoi proventi vada in beneficenza contribuiscono alla sua buona reputazione, ma il fatto che sia giocabile solo da chi conosce l'inglese a un certo livello ne limita l'impatto che può avere sul mercato italiano. Se amate i giochi di parole e avete bisogno di un modo divertente per tenere allenato il vostro vocabolario inglese, allora Gubbins potrebbe trasformarsi in un gustoso rituale quotidiano per divertirsi con le parole.
PRO
- Gameplay semplice ma che diverte
- Proventi che vanno a una buona causa
- Ottimo per allenare l'inglese
CONTRO
- Barriera linguistica