Solar Surfin’
Il titolo Bizarre Creations è fondamentalmente un gioco di piattaforme. Nei panni del giovane Jim Hawkins dovremo affrontare una serie di livelli costituiti da cinque obiettivi primari ciascuno; ogni missione completata attiva un “beacon”, la cui collezione è necessaria per il proseguimento nei livelli avanzati. La caratteristica che salta immediatamente all’occhio è la suddivisione in due tipologie di livelli: sessioni platform tradizionali e sessioni a bordo del Solar Surfer, una sorta di windsurf munito di retrorazzi.
Nelle prime guideremo il protagonista attraverso livelli di complessità crescente. In ogni missione vi sono degli obiettivi peculiari, tra i quali percorsi nel più classico stile platform da completare, distruzione di meteoriti e affini grazie ad un cannone, sessioni “stealth” e attivazione di determinati switch mediante dei particolari power-up. Assieme al buon Jim viaggia, infatti, una creaturina fluttuante (simile al Cupil di Skies of Arcadia) capace di trasformarsi, grazie ad appositi altari, in una vasta gamma di potenziamenti dal tempo limitato a poche decine di secondi, tra i quali spiccano delle braccia-cyborg, una mano volante necessaria per attivare particolari leve e un piccolo jetpack per arrivare ad altezze altrimenti irraggiungibili. In ogni missione, inoltre, ci sono dei beacon che, per essere attivati, richiedono la raccolta di un determinato numero di dobloni dorati e di dieci energie verdi, le quali vengono sottratte al giocatore in caso di morte.
Nei livelli a bordo del Solar Surfer, oltre ad obiettivi quali la ricerca dei dobloni e delle energie verdi, vi sono delle gare contro il tempo e una serie di anelli di energia da infilare in successione. Grazie ad il Solar Surfer si riescono a raggiungere velocità ragguardevoli e si possono compiere un buon numero di azioni tra cui il salto, l’abbassamento della vela per evitare ostacoli, la possibilità di grindare delle travi e l’esecuzione di diversi trick aerei.
Una Creazione Bizzarra…
Graficamente Il Pianeta del Tesoro si presenta decisamente bene. Le strutture poligonali sono sufficientemente complesse e rivestite da buone texture, l’ambiente di gioco è piuttosto ampio seppur vi sia un netto contrasto tra la parte “attiva” ed il background. Le ambientazioni sono diversificate ed alcune sono molto ispirate. Il design da Inghilterra del XIX secolo ricalca fedelmente, nel bene e nel male, il film d’animazione ed i personaggi sono ben modellati ed animati. Tra i difetti ravvisabili nel comparto grafico vi sono un leggero draw-in che coinvolge gli oggetti in lontananza, la tendenza a presentare texture dalle tinte troppo scure, a differenza della palette classica dei lungometraggi Disney e, in certe situazioni, una telecamera non troppo stabile che mette in difficoltà il giocatore alle prese con le sezioni a base di salti di precisione; il tasto per riportare la visuale alle spalle di Jim Hawkins risulta inoltre troppo brusco, rischiando di far perdere il senso di orientamento specialmente ai più giovani. C’è però da segnalare il frame rate sempre costante, anche durante le fasi più concitate a bordo del Solar Surfer.
Le musiche sono di buona qualità, specialmente quelle prese direttamente dal film, mentre quelle confezionate ad hoc per il gioco risultano a tratti ripetitive, ma in generale si tratta di una colonna sonora di buona fattura. Gli effetti sonori rientrano nella media, mentre il doppiaggio è piuttosto curato.
La difficoltà è, a mio avviso, molto ben calibrata. Il Pianeta del Tesoro non si presenta mai frustrante ma risulta molto spesso impegnativo, specialmente considerando il target a cui è rivolto. Non sono poche le sessioni di gioco in cui bisogna calibrare ogni singola mossa, specialmente durante le fasi più marcatamente platform ed alcune gare contro il tempo. Il respawn dei nemici, ovvero la rinascita degli stessi in caso di morte del giocatore, e la pur sempre moderata difficoltà di alcune sezioni bilancia la facilità derivante dalla disponibilità di vite infinite. I livelli di gioco sono ben progettati, nonostante una marcata linearità, concedono sempre la libertà di girare in lungo e in largo alla ricerca dell’ultimo doblone d’oro. Proprio le sezioni di ricerca degli oggetti sono quelle che permettono al giocatore di memorizzare la struttura del livello. Non mancano i combattimenti contro i “boss”, costituiti principalmente da enigmi mai troppo complicati e da sequenze da ripetere più volte. In quanto a longevità, il titolo Bizarre Creations può durare tra le 10 e le 15 ore di gioco effettivo.
Commento
In definitiva, Il Pianeta del Tesoro è un platform classico ed onesto, adatto ad un pubblico di adolescenti ma divertente anche per i più smaliziati. Ad un comparto tecnico di tutto rispetto si affianca una difficoltà ben bilanciata e tanto sano gameplay. Consigliato sicuramente a tutti gli appassionati Disney, a chi è rimasto affascinato dal lungometraggio ed agli amanti dei platform dalla struttura semplice; sconsigliato a chi cerca esclusivamente la sfida e l’originalità, specialmente considerando la presenza su Playstation2 di titoli come Ratchet & Clank ed il prossimo Sly Cooper.
Pro
+ Divertente e ben bilanciato
+ Comparto tecnico soddisfacente
+ Sezioni a bordo del SolarSurfer indubbiamente appaganti
Contro
- Non presenta nulla di eccessivamente originale
- Fin troppo semplice per i veterani del genere
- Tinte troppo scure per essere un gioco Disney
L’originalità non è mai stata la caratteristica principale delle trasposizioni videoludiche dei lungometraggi Disney. Platform a scorrimento orizzontale (in epoca 16bit) e avventure tridimensionali (dall’avvento di Playstation) non si sono mai distaccati eccessivamente dalla medesima struttura di gioco. Eppure, in passato, l’immediatezza e la semplicità di fondo del gameplay non hanno impedito di gustare vere e proprie perle di gameplay quali Quackshot e World of Illusion. E proprio sulla semplicità strutturale sembra puntare “Il Pianeta del Tesoro” che, pur non raggiungendo vette di eccellenza, potrebbe rientrare nella medesima categoria.