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...e la fantasia.
Sono passati trentasei anni e a Parigi giunge l’ultimo fratello di una famiglia di nobili decaduti, tale Mathieu, in cerca di fortuna. Costretto dalla cattiva sorte al poco nobile mestiere di tagliaborse alle prime armi si trova in breve tempo invischiato in un’avventura più grande di lui: alla ricerca del tesoro dei Templari con mezza Parigi criminale alle calcagna e l’Inquisizione che lo vuole invitare ad una grigliata in cui lui è il piatto forte!
Sarà compito del giocatore salvare la pelle al simpatico ladruncolo e nel frattempo risolvere il mistero dei Templari. Inquisition è un adventure dalle forti componenti stealth: il titolo a cui subito si pensa è di certo Metal Gear Solid. Effettivamente il gioco della Wanadoo deve moltissimo al capolavoro Konami e più volte si avrà l’impressione di avere a che fare con un’originale remake medievale delle avventure di Solid Snake. Momenti di combattimento si alterneranno con altri (più frequenti) in cui sarà necessario nascondersi e non farsi scoprire. Mancando per ovvi anacronismi il radar, il campo visivo dei nemici sarà segnalato direttamente sullo schermo di gioco: un comodo e intuitivo cono verde pronto a divenire rosso quando saremo scoperti.
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Medieval Gear Solid
Guidare Mathieu attraverso prigioni, fognature e palazzi di una Parigi del trecento molto suggestiva e ben ricostruita è estremamente divertente e piacevole, nonostante i comandi necessitino di qualche partita per essere padroneggiati al meglio. I frequenti cambi d’inquadratura, soprattutto entrando e uscendo da una stanza, possono rendere difficoltoso il movimento al giocatore alle prime partite. Ad esempio, se stiamo uscendo da una locazione muovendoci da destra verso sinistra può capitare che l’inquadratura successiva sia speculare per cui entreremo nella nuova stanza da sinistra verso destra: essendo i comandi screen relative se stiamo ancora premendo la freccia sinistra capiterà che il personaggio farà dietro front uscendo immediatamente dalla nuova stanza. Molto fastidioso se non ci si fa l’abitudine e la dovuta attenzione.
Una piccola cosa, certo (solo dopo averci preso la mano però!) ma molto fastidiosa che denota una più trascuratezza a livello di progettazione, soprattutto nel controllo del personaggio e nella sua gestione. Stesso discorso da fare per la netta divisione tra modalità esplorazione e quella combattimento. Durante quest’ultima è possibile solo combattere, se malauguratamente ci fosse la necessità o l’urgenza di aprire una porta, prendere un oggetto, o semplicemente accedere all’inventario per usare un medikit (nella forma di una pagnotta) non sarebbe possibile: bisogna, mooolto lentamente, passare al modo esplorazione mentre le guardie nemiche fanno comodamente a fettine il povero Mathieu.
Inoltre si può combattere solo contro determinati personaggi: nel caso volessi mettere fuori combattimento un monaco, che se mi vedesse potrebbe dare l’allarme, non posso. Nessuna libertà anche nell’interazione con il fondale, assolutamente nulla: se una cassa, poniamo, si può spostare è solo per risolvere il determinato problema del livello (fuggire il più delle volte, o raggiungere un oggetto), altrimenti tutto rimarrà insensibile alle nostre sollecitazioni.
Ugualmente deludente è il sistema di collisione: a tratti imbarazzante. Passino le solite penetrazioni di poligoni e le “fusioni” con le pareti ma spostare un oggetto rimando due o tre metri a distanza è veramente ridicolo: ancora di più quando si tratterà di borseggiare qualche passante: ci basterà rimanere a debita distanza di qualche metro, utilizzare la capacità “ruba” e il gioco e fatto (con tanto di animazione di borseggio nel vuoto).
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Scivolare nell'ombra
Quanto scritto fino ad ora potrebbe far pensare ad una stroncatura senza appello ma non è così. Nonostante questi difetti non si può negare che Inquisition sia un gioco tutto sommato interessante, divertente e appassionante. Durante lo svolgimento dell’intricata vicenda Mathieu acquisterà nuove capacità come scassinare porte e lucchetti, rubare, stordire gli avversari, lanciare sassolini per distrarre gli osservatori, lasciare dietro di sé dei letali chiodi e così via.
Di fatto il giocatore sarà sempre libero di scegliere la propria condotta, ogni passaggio potrà essere affrontato con la forza o con il sotterfugio, sgattaiolando nell’angolo buio lontano dalla vista delle guardie. Alla fine l’azione risulta estremamente varia ed ogni progresso viene ricompensato da qualche nuova abilità od oggetto. Nulla da far gridare al miracolo: si pescherà sempre e comunque dall’archivio dei luoghi comuni dei videogiochi: mai un enigma particolarmente originale o complesso, mai una situazione che non sia già stata affrontata in qualche altra produzione. Il gameplay è estremamente lineare ritmato dalle brevi missioni di cui è composto un livello. Fortunatamente brevi verrebbe da dire dato che è impossibile salvare se non tra una missione e l’altra: se per caso venite scoperti proprio alla fine delle missione, a pochi metri dall’uscita, dopo esser stati dieci minuti col fiato in gola a nascondervi da una miriade di guardie… mettetevi il cuore in pace, dovete ricominciare da capo.
Nonostante tutto la narrazione è avvincente, la storia ben narrata rivelando, questa sì, grande cura a partire dai dialoghi, in italiano, che ricalcano (più o meno: non facciamo i filologi adesso!) la parlata trecentesca contribuendo a immergere il giocatore in un’atmosfera medievale veramente ben ricostruita.
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Scivolare nell'ombra
La realizzazione tecnica è tutt’altro che eclatante mostrandosi estremamente parca nello sfoggio dei poligoni. E se la cosa non si fa particolarmente notare nelle ambientazioni –ben fatte, pulite, architettonicamente convincenti, nonostante la qualità altalenante delle textures –lo stesso non si può dire per i personaggi. Rozzi, squadrati (le orecchie quadrate! Non è un FPS, l’interazione con i personaggi è continua, i dialoghi e i primi piani pure: la cosa si nota!) e ricoperti da textures mediocri.
Ma al di là di ciò l’impatto audiovisivo non è comunque da bocciare risultando nel complesso funzionale e piacevole, pur con numerosi scivoloni e alcuni ambienti particolarmente spogli.
Tornando ai “meno” di un’ipotetica pagella non si può non notare la fastidiosa proliferazione di bugs. Forse quella pubblicata non si considerare una versione definitiva: niente di grave –tranne qualche improvvida uscita dal gioco alla fine di alcuni livelli –ma indice comunque di un eccessiva fretta a uscire per Natale.
Commento
Prestando una maggiore cura alla progettazione e alla realizzazione –eliminando i bugs e i problemi con i controlli e nell’interazione con l’ambiente –avremmo avuto tra le mani un piccolo capolavoro.
Perché di certo -giocando a Inquisition -atmosfera, tensione e divertimento non mancheranno, così come il rimpianto per un’esperienza ludica imperfetta e a tratti irritante. Un titolo dal potenziale enorme ma che rimane tale, potenziale appunto. Ma gli appassionati dei libri di Eco e di Medio Evo in generale dovrebbero comunque tenerlo in considerazione.
Pro:
- Trama avvincente e ben narrata
- Gameplay vario...
Contro
- ...ma scontato
- Realizzazione tecnica limitata e buggata
La Storia…
Il vero mistero dei Templari è come riescano ancora oggi, secoli dopo la loro scomparsa, a destare interesse e curiosità. Nel mondo videoludico sono abbastanza numerosi i titoli che fanno riferimento a questo ordine cavalleresco-religioso e ai misteri che gli gravitano attorno: basti pensare a due storiche avventure grafiche come Broken Sword e Gabriel Knight 3.
L’origine di questo fascino, probabilmente, è da ricondurre al fatto che, secondo le teorie complottiste più fantasiose e incontrollate, dietro ad ogni mistero di questo mondo c’è il loro zampino: dal Tempio di Salomone all’Arca dell’Alleanza, non ultimo lo stesso Graal che secondo alcuni farebbe parte del loro tesoro.
Ecco il tesoro. Questo fu senz’altro reale, benchè privo di Graal o altri oggetti mistici, e fu anche la causa della rovina dell’ordine. Nel 1312 le casse francesi erano decisamente asciutte e il re Filippo il Bello, con l’appoggio della Chiesa e dell’Inquisizione, fece dichiarare i Templari eretici riuscendo così a mettere le mani sul loro cospicuo tesoro.