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Jagged Alliance 3, la recensione del gioco capace di ridare lustro alla serie

La recensione di Jagged Alliance 3, uno strategico militare capace di ridare lustro a una serie che merita di essere riscoperta.

Jagged Alliance 3, la recensione del gioco capace di ridare lustro alla serie
RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   13/07/2023

La serie Jagged Alliance non meritava di sparire nel dimenticatoio, seppellita dalla mediocrità dei suoi ultimi capitoli, in particolare quel Jagged Alliance: Rage! che ha provato a farle raggiungere sì un pubblico più ampio, ma al prezzo di fare piazza pulita di tutti gli elementi che hanno permesso il formarsi di una comunità appassionata e dedita a farla sopravvivere, in particolare tramite la pubblicazione di patch amatoriali di aggiornamento dei vecchi capitoli. I primi Jagged Alliance erano degli strategici molto rigorosi, in cui il giocatore aveva il controllo su ogni aspetto della sua squadra di mercenari e per questo erano e sono amati. Certo, non erano dei titoli abbordabilissimi, ma lo sforzo per entrarci veniva ripagato da coinvolgenti ore di gioco, in cui il ciclo di pianificazione, esplorazione e combattimento era progettato in modo armonioso e soddisfacente. Quando è stato annunciato un nuovo capitolo abbiamo subito sperato che fosse affidato a un team esperto che riuscisse a riscoprire ciò che rendeva grande la serie ed Haemimont Games non ci ha delusi, come scoprirete leggendo la recensione di Jagged Alliance 3.

Il ritorno di Jagged Alliance 3

Grand Chien ha molti luoghi da esplorare
Grand Chien ha molti luoghi da esplorare

Haemimont Games è uno studio che meriterebbe sicuramente più attenzione, considerando l'alta produttività e la capacità di mettere le mani con successo a tutti i vari sottogeneri degli strategici, come dimostrato con Surviving Mars, Tropico 4 e 5 e il recentissimo Stranded: Alien Dawn. Parliamo di uno studio concretissimo, che è cresciuto molto dai suoi esordi, lasciandosi alle spalle progetti problematici come Omerta - City of Gangsters e The First Templar, comunque dotati anch'essi di qualche qualità. In un certo senso Jagged Alliance 3 trasuda della sicurezza raggiunta dagli sviluppatori nel maneggiare la strategia in tutte le sue sfaccettature, tanto da essere in grado di presentare la serie sotto una vesta nuova, pur mantenendone gli elementi principali, guardando un po' al passato e un po' agli strategici tattici di Firaxis Games come XCOM 2.

Gli scenari in cui si combatte sono molti
Gli scenari in cui si combatte sono molti

Il gioco racconta della nazione di Grand Chien e dei suoi enormi conflitti interni, dovuti a gruppi di potere che lottano per accaparrarsi le risorse naturali del territorio. Il nostro gruppo di mercenari, formato da professionisti da selezionare da un nutrito database in cui vengono classificati per esperienza e costi, viene ingaggiato quando il presidente eletto sparisce nel nulla e "La Legione", una forza paramilitare dai metodi brutali, inizia a prendere il controllo del paese, conquistandolo villaggio dopo villaggio. Il nostro obiettivo è di ritrovare il presidente finanziati dalla sua famiglia e di porre un freno all'avanzata della Legione, addestrando i locali a combattere per difendere le loro case e conquistando i territori che ci possano assicurare risorse extra con cui far crescere il nostro gruppo.

Esplorare Grand Chien

Non aspettatevi chissà che dai dialoghi
Non aspettatevi chissà che dai dialoghi

Come avrete capito, la prima cosa da fare in Jagged Alliance 3 è quella di ingaggiare il nostro starter pack di mercenari, sfruttando il budget a disposizione. Naturalmente più sceglieremo membri di esperienza, più stileremo contratti prolungati, più i costi saliranno, andando a incidere sulle nostre finanze, con anche il rischio di fallire. Ora, Jagged Alliance 3 ha un tutorial, ma non aspettatevi di ottenere tutte le indicazioni che vi servono per giocare al meglio. Volendo si tratta di uno dei problemi principali del gioco perché rende abbastanza ostico l'ingresso completo nello stesso, non tanto per quel che riguarda le operazioni sul campo, che vengono spiegate abbastanza bene , quanto per la gestione complessiva degli aspetti finanziari, che sono fondamentali per avere successo. Presto ci si ritrova nel dubbio su come fare a mantenere il proprio gruppo, perché i primi introiti sono garantiti solo da ritrovamenti, razzie e regali, ma sembrano non bastare mai. Il gioco non spiega, se non quando se ne incontra uno, che esistono anche dei luoghi che forniscono introiti costanti, vitali se si vuole sopravvivere. Questo per dire che si impiegano diverse ore a entrare pienamente nell'azione e a capire come gestire al meglio i contratti dei mercenari, che di loro non sono degli eroi disinteressati e si defilano dal campo di battaglia non appena finisce il periodo dell'ingaggio.

Quando si sono appresi tutti questi concetti, la mappa satellitare diventa improvvisamente più chiara e leggibile e noi come giocatori iniziamo a fare finalmente delle scelte ponderate, che tengono in considerazione tutte le possibilità. Grand Chien viene mostrata divisa in caselle, su ognuna delle quali si possono svolgere delle azioni base, come mandare qualcuno in ricognizione, riposarsi, riparare l'equipaggiamento, curare i feriti, addestrare i mercenari o la popolazione locale e accedere alla mappa tattica, che proietta la squadra selezionata (se ne può avere più di una) sul campo. A seconda delle icone possiamo capire se una casella non presenta difese particolari, oppure se è uno degli avamposti della Legione o di qualche altra famiglia di guerriglieri. In alcuni casi gli avamposti sono molto difesi e per indebolirli è possibile cercare informazioni o distruggere risorse strategiche svolgendo ricerche e missioni in altri luoghi della mappa, compiendo a volte anche delle azioni riprovevoli (non vi diciamo quali).

Tra i luoghi spiccano i villaggi che, quando liberati, permettono il ritorno della popolazione locale, da cui ottenere risorse e missioni secondarie da svolgere, come ad esempio quella di risparmiare un certo personaggio o di salvare un marito traditore. Interessante il fatto che molte delle scelte fatte durante le missioni secondarie si riversano in altri momenti del gioco, permettendo così di seguire delle piccole sottotrame che si dipanano per l'intera campagna (non aspettatevi niente di troppo profondo, dal punto di vista narrativo).

Combattere

La gestione dell'inventario di Jagged Alliance 3 non è molto complessa, i personaggi hanno anche degli alberi delle abilità a cui assegnare punti quando salgono di livello
La gestione dell'inventario di Jagged Alliance 3 non è molto complessa, i personaggi hanno anche degli alberi delle abilità a cui assegnare punti quando salgono di livello

Come accennato, prima o poi bisognerà anche impegnare i mercenari sul campo di battaglia, sia contro la Legione, sia contro altri pericoli. La fase tattica di Jagged Alliance 3, che visualizza dall'altro delle piccole mappe 3D ruotabili e zoomabili, richiama quella dei primi capitoli, con il giocatore che è libero di esplorare in tempo reale finché non incontra dei nemici, ossia finché non inizia il combattimento vero e proprio. In base a quanto ricavato da precedenti azioni, si può accedere a una mappa che mostra informazioni più dettagliate dell'area, svelando ad esempio la natura di certi edifici o la presenza di nascondigli dove sono ammucchiate risorse interessanti. Chiariamo subito che non è possibile non combattere (tranne in casi eccezionali): i nemici vanno eliminati in qualche modo. Il sistema di gioco però consente di avere approcci differenti a seconda delle specializzazioni dei mercenari (tiratori, meccanici, medici, soldati a tutto tondo, esperti di esplosivi, hacker e così via). Così, ad esempio, con un personaggio capace di muoversi furtivamente è possibile arrivare alle spalle di alcuni nemici e piantargli un coltello alla gola prima che possano chiamare rinforzi, oppure si possono piazzare i mercenari in posizioni di vantaggio per iniziare meglio il combattimento vero e proprio. Da questo punto di vista Jagged Alliance 3 è progettato ottimamente, con tutte le mappe, anche quelle secondarie, che sono pensate per garantire una buona libertà di approccio.

Nel gioco si possono usare molte armi
Nel gioco si possono usare molte armi

Il combattimento in sé ricorda moltissimo quello degli XCOM di Firaxis e cloni, con il giocatore che muove il suo gruppo tutto insieme a ogni turno e con ogni personaggio che è dotato di una certa quantità di punti azione per compiere le sue mosse, con i personaggi più agili che possono magari sparare tre volte con una pistola, o spendere più punti azione per mirare con maggiore precisione. Le armi a disposizione sono di diverso tipo e vanno dai semplici coltelli a dei potenti lanciarazzi, passando per delle postazioni fisse che aiutano a controllare ampie aree dando un vantaggio tattico notevole in alcune situazioni. Non mancano granate, coltelli da lancio, fucili di precisione, fucili a pompa e ogni altro gingillo con cui solitamente si trastullano i militari che vi possa venire in mente, protezioni comprese. Il sistema di coperture è simile a quello dei già citati XCOM, con i personaggi che possono essere mandati dietro a una copertura completa o a una copertura di fortuna, dove i valori di difesa vengono influenzati da diversi fattori (esposizione, posizione del nemico, capacità di schivata e così via).

Non ci sono solo i guerriglieri a rappresentare un pericolo
Non ci sono solo i guerriglieri a rappresentare un pericolo

Lo stesso vale ovviamente per gli avversari che, virtuosamente, tenderanno a sfruttare tutte le coperture, rendendo i nostri colpi più difficili. Quando decidiamo che è arrivato il momento di provare, possiamo puntare il bersaglio, decidere la parte del corpo a cui sparare, spendere o meno i punti azione per aumentare la precisione e, infine, colpire sperando che il fato ci assista.

Va detto che in generale il sistema di combattimento funziona più che bene e si integra egregiamente con tutti gli altri sistemi di gioco, fornendo un'esperienza molto convincente e appagante. Peccato per alcune assurdità che il genere non riesce a proprio a risolvere completamente, come i colpi che possono andare a vuoto pur sparando a bruciapelo. Intrigante invece l'insieme di meccaniche che formano l'intero sistema, che prevedono quasi ogni possibile scenario, dal fuoco amico agli attacchi di panico in caso di perdita di un compagno sul campo.

Stile realistico

Jagged Alliance 3 fa il suo dovere dal punto di vista tecnico
Jagged Alliance 3 fa il suo dovere dal punto di vista tecnico

In termini tecnici Jagged Alliance 3 non è affatto male. Non è certo un titolo miracoloso, ma nel suo realismo risulta molto efficace nel rappresentare i diversi luoghi in cui ci troveremo a operare, tra villaggi immersi nella giungla, aree semi desertiche, città distrutte e quant'altro. Non ci sono troppi extra, quindi non aspettatevi decine di ore di filmati o personaggi scansionati in alta definizione, ma quel che c'è è realizzato con una certa intelligenza, per contribuire al quadro generale senza far esplodere i costi. Del resto quando si è ormai presi dell'azione, non si fa nemmeno più caso a certi stratagemmi. L'interfaccia utente è invece definibile funzionale, nel senso che fa quello che deve senza stupire. Purtroppo, per il problema di ingresso in gioco descritto sopra, alcuni menu e pulsanti possono inizialmente risultare poco chiari, considerando anche la grande quantità di elementi cliccabili in alcune schermate. Con la pratica diventa ovviamente tutto lapalissiano, ma la sensazione che non si siano afferrati alcuni concetti fondamentali si può protrarre a lungo, forse troppo per i giocatori meno motivati.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, GoG
Prezzo 44,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (23)
7.9
Il tuo voto

Jagged Alliance 3 è un ottimo gioco, migliore di tutti i capitoli più recenti. Diciamo che era dal 1999, l'anno di Jagged Alliance 2, che non ci divertivamo così con un capitolo della serie. Stiamo quindi parlando di un titolo coinvolgente, con una campagna che può durare decine di ore e con certi aspetti dell'esperienza davvero profondi, che mostra qualche segno di stanchezza solo sulla lunga distanza. Se non fosse per le difficoltà di ingresso in gioco e per qualche assurdità sul campo di battaglia, sarebbe stato un capolavoro. Così com'è è comunque un ottimo gioco, che può regalare davvero tante soddisfazioni.

PRO

  • Campagna non lineare ben strutturata
  • Tanti mercenari differenti con tanto equipaggiamento da usare
  • Profondo e sfaccettato

CONTRO

  • Il tutorial rende difficile l'ingresso in gioco
  • Qualche piccola assurdità sul campo di battaglia