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Judero, la recensione di un action adventure in stop motion ambientato in un mondo fatto a mano

La recensione di Judero, un action adventure in stop motion che coinvolge tanto più si allontana dagli standard del genere.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   08/01/2025
Un primo piano di Judero, il protagonista

A un certo punto ci siamo chiesti perché continuavamo a giocare a Judero. Più che altro ci chiedevamo perché non riuscivamo a staccarcene, nonostante fosse distante anni luce dal concetto di "rifinito" che è andato formandosi nel corso degli anni. In effetti come clone di Zelda sarebbe vicino al pessimo, considerando la confusione dei feedback in combattimento, l'imprecisione di alcuni attacchi, l'inutilità delle abilità del protagonista e gli schemi d'attacco abbozzati di alcuni boss. Eppure, quando si è ormai dentro all'action adventure di Talha and Jack non se ne riesce a uscire, almeno fino ad averlo finito (ci vogliono circa 5 / 6 ore, per la cronaca). Non è solo una questione di stile visivo in stop motion, che può voler dire tutto e niente, considerando che possono venirne fuori delle ottime esperienze come Harold Halibut, o delle pessime come The Spirit of the Samurai.

Estetica del brutto

Scriveva Bonaventura di Bagnoregio nel Medioevo che anche il diavolo diventa bello se ne viene rappresentata bene la bruttezza, riprendendo in parte il concetto aristotelico, espresso nella Poetica, secondo cui si può realizzare qualcosa di bello imitando con maestria la sua repellenza. Del resto nel corso dei secoli si è spesso ragionato sul concetto di "brutto", non solo in opposizione al bello, ma anche nella sua autonomia espressiva.

Judero è stato modellato su di un action figure
Judero è stato modellato su di un action figure

Ad esempio Karl Rosenkrantz elabora una vera e propria Estetica del brutto nell'arte. Siamo nella metà dell'800 e il filosofo tedesco parla di "assenza di forma", "asimmetria", "disarmonia", "deformità" (fisica o morale) e di varie forme della ripugnanza come elementi fondanti della rappresentazione del brutto nell'arte. Nel '900 l'idea di brutto è stata ampiamente riconcettualizzata e relativizzata, diventando il centro di avanguardie e di poetiche. L'estetica del brutto non è quindi cosa nuova e, a dirla tutta, l'abbiamo ritrovata più volte nei videogiochi. Pensate ad esempio a quanto siamo stati affascinati dalle deformità rappresentate in The Binding of Isaac o a come alcune creature dei giochi horror siano entrate nell'immaginario collettivo (Pyramid Head di Silent Hill 2, tanto per fare un esempio).

Non ci sembra alieno di affermare che il fascino di un gioco come Judero nasca proprio dall'opposizione estetica, intesa nel suo senso più ampio (quindi non parliamo solo di grafica) a quella che possiamo considerare la bellezza standardizzata imposta dall'industria.

Non è solo la sua stranezza o eccentricità a renderlo un'avventura a suo modo meravigliosa, così come il suo essere "fatto a mano" non significa niente se lo consideriamo come un concetto a sé stante (quante cose "fatte a mano" sono semplicemente fatte molto male o non riescono a comunicare niente?). Certo, giocandoci si respira un'aria di bottega artigiana, con un grande odore di Milliput (il materiale con cui sono stati modellati i personaggi) e di cartone tagliato e verniciato a mano per realizzare alcuni scenari. Del resto è stato creato da due persone, che si sono fatte aiutare da amici e familiari, quindi non ci si poteva aspettare altro.

Judero è pieno di personaggi sopra le righe
Judero è pieno di personaggi sopra le righe

A ben vedere non c'è niente di davvero "bello", tra effetti sonori fatti con la bocca, volti appena abbozzati e città costruite in modo surreale. Non c'è nemmeno granché di rifinito. Per dire, a un certo punto abbiamo affrontato un boss che ci ha lanciato contro alcuni dei suoi servitori... che però si sono bloccati. Quindi gli siamo andati alle spalle e lo abbiamo abbattuto a sassate (una delle abilità speciali) senza problemi. Come detto, Judero è uno Zelda terribile, ma un'avventura straordinaria, e non per la simpatia pietosa che a volte si manifesta per i titoli indie più poveri.

Un pessimo Zelda, una grande esperienza

Il protagonista di suo è una specie di monaco guerriero, modellato su di una vecchia action figure, dalla mente decisamente aperta, capace com'è di fare amicizia con streghe e mostri, dimostrandosi sempre empatico anche con i nemici più terribili, di cui in qualche modo sembra sempre comprendere il lato più tragico. Certo, va in giro a menare a bruchi giganti, demoni sputafuoco, corvi e altre creature ispirate al folclore delle Marche scozzesi, ossia il territorio formato dall'unione di Berwickshire, Peeblesshire, Roxburghshire, Midlothian e Selkirkshire, ma è un buono e molti dei personaggi che incontreremo sembrano avere un'ottima considerazione di lui e delle sue imprese.

Ogni casa di Judero contiene una sorpresa
Ogni casa di Judero contiene una sorpresa

I riferimenti alla realtà sono moltissimi, nonostante il mondo di gioco sia chiaramente rappresentato come quello di una fiaba ancestrale, tra giganti che lanciano massi enormi, re pazzi, streghe, gemelli folli e abitanti di Carlisle (la città reale), che continuano a urlare "Carlisle" quando attaccano... chissà come mai. Dal punto di vista del gameplay si va in giro per mappe non troppo grandi, fatte soprattutto di paesaggi naturali, a picchiare mostri e cespugli per ottenere monete e pagine di un libro dedicato alle creature che popolano il gioco. La presenza di monete vi avrà fatto sicuramente capire che ci sono delle abilità extra da acquistare (per lo più inutili, va detto), come il già citato sasso lanciabile, un attacco turbinante o un bastone incantato. Quest'ultimo si ottiene verso la fine del gioco e aiuta non poco negli scontri più concitati, visto il lavoro non proprio egregio del sistema di collisioni nel farci capire che costa sta succedendo.

I boss di Judero vengono introdotti da delle strane scenette
I boss di Judero vengono introdotti da delle strane scenette

Il problema è che Judero non è questo, nel senso che la parte action, per quanto molto presente, sembra quasi un extra rispetto a quella adventure, fatta di semplici puzzle e di dialoghi eccezionali con gli strambi personaggi che popolano il mondo di gioco. Ogni casa o grotta contiene una sorpresa, tra momenti tragici e comici, piccoli racconti fatti da personaggi improbabili e richieste assurde. Inoltre è proprio in questi luoghi chiusi che emerge al meglio l'"arte povera" degli autori, che rende gli incontri a loro modo ancora più evocativi e surreali, tra elementi disegnati a mano con uno stile infantile e personaggi ultrastilizzati. Del resto l'assurdo è la cifra stilistica dell'intera esperienza. Ad esempio nella prima parte del gioco una quest ci chiede di prendere fisicamente un infante per riportarlo alla madre; infante che possiamo usare anche come arma, lanciandolo contro dei ragni giganti, o per accedere a un'area segreta, sfruttandolo per tenere premuta una piastra.

L'immaginario di Judero è molto ricco
L'immaginario di Judero è molto ricco

Capirete quindi che giudicare Judero è davvero difficile, perché si tratta di un'esperienza unica, se considerata dal giusto verso, che non è quello di confrontarlo con Zelda e cloni vari. Farlo sarebbe una specie di allucinazione critica, come quelle contro cui Judero combatte quando sale su di un barca parlando con la sua amica scimmia immaginaria.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 17,49 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (18)
7.9
Il tuo voto

Giocando a Judero ci siamo più volte ritrovati stupiti di come non potessimo farne a meno, pur riconoscendone tutti i limiti. Il titolo di Talha and Jack è fatto di incontri assurdi, dialoghi surreali, di piccole storie dentro a una storia più grande, ma dai confini incerti, di personaggi deformi e di situazioni limite, in cui tutto finisce per servire la visione complessiva di un'esperienza a suo modo profonda e appassionante, in cui la deformità del gameplay stessa diventa una chiave di lettura, se considerata da un certo punto di vista. Non definiremmo mai Judero come essenziale, ma allo stesso tempo fatichiamo a togliercelo dalla mente, il che non ci è capitato spesso negli ultimi anni.

PRO

  • Immaginario originale
  • Di un brutto sublime, grazie alla realizzazione artigianale
  • Tanti momenti intriganti

CONTRO

  • Se lo vedete solo come clone di Zelda, resterete delusi
  • Anche nella sua unicità, poteva fare meglio alcune cose