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EA torna sul parquet

Nuova incarnazione per il titolo di basket firmato EA. Basteranno le novità introdotte per farlo svettare sopra i concorrenti? Scopritelo nella nostra recensione.

RECENSIONE di La Redazione   —   17/11/2008

Gli NBA Playoffs sono stati particolarmente eccitanti quest'anno: rivedere i Celtics contro i Lakers al meglio delle sette, ventuno anni dopo l'ultima volta che si incontrarono in finale ha immediatamente richiamato alla memoria epiche sfide, facendole rinascere in una sequenza di sei gare mai scontate nel risultato. Sono stati i Celtics a conquistare la vetta della federazione: che abbiate voglia di confermare la storia o di riscriverla sta a voi, ma gli strumenti offerti quest'anno dalla simulazione cestistica NBA Live 09 sono davvero quelli giusti per farlo?

Tiro istintivo

Per la serie NBA Live il vero passaggio di generazione è avvenuto con la versione 08, nonostante tuttavia, per quanto finalmente avesse segnato rispetto ai precedenti un concreto passo in avanti, il risultato era ancora lungi dall'essere soddisfacente. Nell'edizione per il 2009, un altro anno si è aggiunto allo sviluppo: possiamo dunque solo sperare che le preannunciate nuove feature segnino una concreta differenza nelle dinamiche di gioco sul campo. Parliamo innanzitutto del DNA Dinamico, un sistema di gestione delle statistiche e abilità delle squadre e dei giocatori che si propone modestamente di ridefinire le modalità di caratterizzazione utilizzate fino a oggi. Oltre ad assegnare a un atleta virtuale statistiche e valori che corrispondano alle peculiarità della sua controparte reale, l'idea alla base del DNA Dinamico sta nel caratterizzarne oltre alle specifiche tecniche anche il comportamento, segnando una differenza sostanziale nella qualità dell'intelligenza artificiale. Il principio è semplice: Dave Allen ha nel suo DNA la tendenza a effettuare tiri da tre punti dal lato sinistro del campo? Sarà così che lo vedremo comportarsi in-game. Se l'inclinazione del vero Chris Paul è quella di fare rapide accelerazioni per poi tagliare diagonalmente l'area con un inaspettato assist, altrettanto vedremo fare al suo equivalente virtuale. Il sistema è appunto dinamico, ovvero aggiorna costantemente le caratteristiche dal servizio online LIVE 365 (in sostanza, un equivalente del Live di NBA 2K9 di 2K Games) a seconda di come team e giocatori reali si stanno comportando durante la stagione in corso.
Nonostante solo con un utilizzo a lungo termine potremo realmente scoprire quanto ben implementata sia questa innovazione, fa piacere sapere che il nostro titolo sportivo annuale, così di per sé suscettibile a un rapido invecchiamento, rimanga fresco e costantemente aggiornato. Per adesso, comunque, ci sembra di notare qualche ingenuità di troppo: le caratteristiche sono costantemente esplicitate in una striscia anteriore al punteggio ed essere sempre a conoscenza delle tendenze caratteriali di un giocatore, vista la prevedibilità del suo comportamento, lo renderà fin troppo vulnerabile. Inoltre, di rado durante le partite si spende il tempo a disposizione per leggere e ragionare su tutte quelle statistiche. Di fatto, piuttosto che staccare gli occhi dal parquet e dedicarci a esagerati tatticismi, ci ritroviamo a preferire manovre veloci e istintive, in linea con la natura così rapida di questo sport e che restituiscano la sensazione di costruire l'azione da dentro al campo, non fuori. Per quanto ancora da perfezionare e limitato, e comunque già godibile dagli appassionati di tattica, il DNA Dinamico svela la direzione scelta da parte del team di sviluppo: sul parquet virtuale, come sul reale, una squadra è più della somma dei suoi valori statistici. Tra le modalità di gioco presenti quest'anno, alcune, già incontrate precedentemente, sono state in parte rivedute e ampliate, altre sono completamente nuove. La fase di allenamento si trasforma in NBA Academy, una vera e propria palestra da utilizzare per testare la nostra capacità di tiro e schiacciata e richiamare, tramite i coach sparsi sul campo, diverse sessioni di preparazione. La maggior parte hanno la forma di piccole sfide a tempo limitato e, se completate con successo, ci permetteranno di migliorare le caratteristiche dei giocatori.

EA torna sul parquet

Torna la modalità Dinasty, in pratica la solita modalità stagionale a moderata componente gestionale: gli allenamenti saranno allora fondamentali per migliorare il team e a seconda del cast tecnico che deciderete di assumere verrà condizionata la qualità della preparazione che riuscirete a garantire ai vostri giocatori. Divertenti intramezzi sono le gare di schiacciata e di tiro da tre, mentre appena accennata risulta la modalità Be a Pro, in cui impersonerete un singolo giocatore: non aspettatevi una solida modalità carriera però, purtroppo è possibile farlo solo per un singolo match e qualcosa ci dice che lo ritroveremo in forma di superstar mode fra i motivi per comprare la prossima uscita. Per quello che riguarda il riscrivere la storia su cui vi provocavamo qualche riga addietro, questo potrete farlo col Live Rewind: rigiocatevi una partita della lega reale in corso prendendola dal servizio live e cercate di modificarne o confermarne l'esito. Infine, da notare è l'ottenimento esclusivo dei diritti ufficiali della FIBA e l'aumento dei team nazionali disponibili, che diventano ventiquattro. Diverse introduzioni e modifiche riguardano anche le meccaniche di gioco, che vale la pena discutere più approfonditamente.

Attack and Release

La prima innovazione introdotta per le fasi offensive del match è la meccanica del Pick and Roll. Mentre impostiamo un'azione, sarà possibile creare un gioco a due basato sulla possibilità di poter controllare in contemporanea oltre al nostro giocatore anche un secondo compagno di squadra, semplicemente premendo L2. A seconda di quanto si continua a tenerlo premuto e di come ci si sposta, varia il comportamento del nostro compagno: può metterci in condizione di sfilare con rapidità per effettuargli un assist non appena si è a sua volta liberato per un tiro dalla media distanza, bloccarci un avversario, e così via.

EA torna sul parquet

Il Pick and Roll è la quintessenza dell'anima spettacolare del gioco e funziona in maniera davvero efficiente: regalandoci la soddisfazione di aver partecipato attivamente nella costruzione di una perfetta sintonia tra due giocatori, si afferma come il primo vero passo in avanti per la serie rispetto alla traduzione tra partita reale e simulazione. Subirete di meno le incomprensioni e le attese che si moltiplicherebbero nel lasciare i compagni completamente al controllo dell'IA e la sensazione di far girare la squadra al ritmo giusto non vi farà mai sentire privati sia della responsabilità della sconfitta, sia del merito della vittoria, poichè un buon movimento in attacco di tutta la squadra dipende soprattutto da voi. Superata la linea dei tre punti e tenuti sotto scacco dalla difesa avversaria, se vogliamo assicurarci i preziosi due punti dobbiamo affidarci a una molteplicità di movimenti da eseguire nella distanza ravvicinata. Le finte e i cambi di posizione, da effettuare con rapidità per non farci soffiare improvvisamente la palla, risultano efficaci per disorientare chi ci si oppone e se ben eseguite sotto canestro, spesso si concludono con successo. Diversi movimenti eseguiti con l'analogico destro risultano in altrettante manovre, come il girare su noi stessi, accennare finte o il fare perno sul piede di appoggio cambiando continuamente posizione. L'esecuzione è estremamente intuitiva: basta immaginarsi che la leva analogica con cui vengono eseguite sia il nostro giocatore visto dall'alto e a seconda di come la faremo girare, così il giocatore si comporterà. Un problema però c'è, ed è grave: una sorta di compensazione automatica riporta il difensore avversario spesso di nuovo davanti a noi, nonostante lo avessimo abilmente lasciato sul posto e superato in velocità. Ad aggiungersi a questo, anche se le azioni rapide e spettacolari risultano le più soddisfacenti, ben presto ci accorgiamo di quanto sia fin troppo semplice entrare a canestro senza fare troppo uso di quei virtuosismi.
I falli in attacco sembrano non esistere, cosa che ci porta spesso a forzare la propria corsa attraverso la difesa senza un'effettiva e più complessa impostazione del tiro e il tasto X - per schiacciare quando utilizzato nell'area piccola - serve a eseguire un'animazione che assicura una facile e spesso conveniente incursione a canestro. Le probabilità di riuscire a segnare con queste semplici scelte sono così alte da portarci a preferire una concreta opportunità di fare punti piuttosto che cercare il tiro dopo una più elaborata sequenza di comandi. Certo, forse addirittura troppo concreta, quasi da rovinare la qualità dell'esperienza.

EA torna sul parquet

E' ancora difficile arrivare al canestro avversario partendo da sotto al proprio con un solo giocatore, ma purtroppo la sensazione che il compromesso tra realismo e spettacolarità sia ancora mal bilanciato è molto forte. Perfino la possibilità di chiamare tramite il tasto L1 una giocata che rispecchi il DNA del team (il Signature Playcalling) è talmente impostata da arrivare quasi a escluderci dall'azione, e potrebbe finire per essere solo raramente utilizzata da chi non se la sente di sacrificare la propria volontà di iniziativa allo spettacolo. Sul parquet infatti, appaiono delle icone colorate che letteralmente ci guidano nell'esecuzione dello schema, quasi fosse un tutorial. Nonostante il buon funzionamento e la qualità delle azioni che ne derivano, l'eccessiva riuscita dello schema rovina la sensazione di guadagnarsi il punto e spesso la nostra scelta di gioco finisce a favore di una più eccitante e realistica improvvisazione in tempo reale, magari legata alla semplice attesa che l'avversario si scopra da solo con un raddoppiamento di troppo. I tiri liberi rimangono affidati alla classica barra a riempimento che, se fermata al punto giusto, ci assicura il punto.

I Campionati si vincono in difesa

Quando il playmaker avversario entra nella nostra metà campo, buone possibilità ci sono che vi tufferete verso di lui con il vostro giocatore corrispondente per boicottare la sua iniziativa. Avvicinandovi e spingendovi contro di lui, avrete la sensazione di "poggiare" il vostro corpo al suo, aderendovi: questa meccanica, chiamata Lockdown Defense, è decisamente utile sotto canestro e semplice da utilizzare, ma principalmente fuori della linea dei tre punti troppo spesso capita di non riuscire ad applicarla, ritrovandosi a scivolare via (a volte pare perfino di attraversare l'avversario) mentre impotenti osserviamo il nostro rivale conquistare preziosi metri.

EA torna sul parquet

Il tentativo di rubare palla, che avviene con il tasto quadrato, porta frequentemente al fallo, e per quanto questo stimoli la voglia di affidare la propria salvezza più a una corale manovra difensiva che alla nostra isterica pressione ripetuta del tasto, ci lascia come unica alternativa un pressing asfissiante che poco può concretamente se non ritardare il più possibile il tentativo di andare a segno da parte del team avversario. Se però decidiamo di aspettare il loro tiro, dovremo almeno avere la sicurezza di poter contare su una buona implementazione del salto, sia a bloccare il tiro sia a raccogliere il rimbalzo. Invece, il salto è lento ed eccessivo, necessita di una certa pratica prima di poter essere usato con efficacia, e spesso, misteriosamente, non riesce a rimetterci in possesso della palla nemmeno dopo due o tre tentativi consecutivi e ben eseguiti.
Questa serie di difetti collaborano a renderci un po' troppo inermi di fronte alla sospetta eccessiva infallibilità delle giocate di alcuni dei nostri antagonisti, soprattutto le superstar, che quando attaccano finiscono per andare a segno con troppa disinvoltura, lasciandoci l'impressione che qualunque cosa avessimo tentato sarebbe stata inutile. La decisione da parte del team di sviluppo di impostare la difesa su piccole dinamiche punitive risulta frustrante: troppo, troppo spesso se non riusciamo subito a "incastrarlo" fisicamente senza scivolargli addosso, se non riusciamo a indovinare da quale parte eseguirà la sua piroetta d'aggiramento, verremo puniti col punto dell'avversario mentre la nostra difesa ancora si muove troppo lentamente. Purtroppo durante la fase di difesa la qualità dell'esperienza di gioco cala radicalmente, ma nonostante non sia particolarmente entusiasmante, una certa coesione delle parti c'è e il tutto riesce a funzionare senza troppe pretese.
Graficamente non si distanzia molto dal precedente: è più che soddisfacente, ma delude il dettaglio negli spalti e si registra qualche calo di framerate nei replay. Le animazioni dei giocatori sono molto naturali e come sempre alcuni campioni ne hanno di uniche.

EA torna sul parquet

Il comparto sonoro risulta molto curato, con una buona varietà di effetti sonori, un buon commento e una scelta musicale in linea con l'usuale pratica da parte di EA di assicurarsi diversi nomi di artisti apprezzati, da Beck a Busta Rhymes. Del multiplayer non preoccupatevi, è ottimo e vi divertirete a lungo: è qui che il titolo dà il meglio di sé. Soprattutto nella modalità 5 VS 5, in cui possiamo invitare nove amici a controllare ogni singolo giocatore. Funziona a meraviglia, entusiasma anche alla lunga e non si registra lag di sorta.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.5
Lettori (6)
8.4
Il tuo voto

Controlli semplici e intuitivi e alcune novità nelle meccaniche offensive che regalano momenti di grande spettacolarità fanno ben sperare, ma la sensazione di avere implementato troppe caratteristiche senza realmente averne perfezionata nessuna e un sistema di contrasto, difesa e movimento che ancora dimostra di aver bisogno di diversi ritocchi, ridimensionano notevolmente la qualità della simulazione cestistica di EA Sports. NBA Live 09 appare come un promettente rookie al primo tiro in sospensione della stagione - efficace e impostato, ma ancora molto manca nel suo DNA per raggiungere lo stile di un clutch 3-pointer da fuoriclasse di uno Steve Nash.

PRO

  • Controlli intuitivi e facili da utilizzare
  • Il multi online 5 vs 5 assicura divertimento e longevit&agrave
  • Il Pick and Roll e il Signature Playcalling rendono il gioco spettacolare...

CONTRO

  • ...ma poco realistico ed eccessivamente semplice
  • IA da migliorare
  • Spesso delude in fase difensiva