AAA Aspirante detective cercasi
Al di là delle inquadrature, degli effetti di luce e dei colori lividi, che fondendosi danno vita a un mondo realistico e al tempo stesso inconfondibilmente contaminato dall'immaginario, a creare quest'atmosfera tanto inquietante quanto coinvolgente contribuiscono sicuramente i personaggi singolari e le ambientazioni suggestive.
I parigini che incontriamo e interroghiamo nel corso della nostra indagine sono tutti ben caratterizzati e molto naturali, così come il motore di dialogo che li anima, il Natural Dialogue Engine per l'appunto; sono un ritratto digitale degli attori dei migliori film noir: dalla "femme fatale" che c'ingaggia all'ispettore di polizia ingenuo e arrogante, dal testimone misterioso e insofferente al proprietario di un locale ambiguo e probabilmente immischiato in affari sporchi. Altrettanto interessanti sono le "location" di questo thriller interattivo che, come ho accennato, sono realistiche ma spesso permeate da una vena cupa e opprimente, spaziando da un normalissimo albergo a un improbabile manicomio criminale, costituito da un dedalo inestricabile di tetri corridoi e celle blindate.
Tutte le scene sono rigorosamente notturne e si esplorano in visuale soggettiva con una libertà di movimento a 360°, anche se "libertà" non è forse il termine esatto, visto che gli spostamenti sono precalcolati. Posso comunque garantirvi che questa formula grafica, snobbata spesso e volentieri dai cultori del 3D, produce un ambiente di gioco decisamente immersivo e consente un'esplorazione coinvolgente delle ambientazioni: ammirare e frugare i fondali bidimensionali di Post Mortem è sempre un piacere, la navigazione e l'uso del cursore sensibile al contesto sono assolutamente intuitivi e anche tornare in continuazione sui propri passi per risolvere gli enigmi più tosti non è affatto un peso, grazie agli spostamenti e ai viaggi quasi istantanei che ci permettono i caricamenti indolori e la pratica mappa di Parigi, accessibile con due semplici clic del mouse.
Ogni volta che raggiungiamo una nuova destinazione, possiamo goderci un breve filmato introduttivo, che comunque apparirà solo alla nostra prima visita. Questi e tutti i filmati d'intermezzo del gioco ritraggono il nostro protagonista in terza persona, così come le conversazioni, rese più dinamiche e cinematografiche dalle inquadrature mobili. Sono proprio le conversazioni a svelarci ambientazioni e indizi sempre nuovi: i documenti e gli appunti che possiamo consultare in qualunque fase dell'indagine e l'approccio logico degli enigmi consentono un progresso fluido e intuitivo nell'avventura - sappiamo quasi sempre dove andare e cosa fare.
Dov'è la signora Fletcher quando serve?!
Del Natural Dialogue Engine, la principale innovazione introdotta dagli sviluppatori Microïds cui accennavo sopra, ho già parlato profusamente nell'anteprima, perciò non voglio dilungarmi troppo: in sintesi, ad ogni scambio di battute ci viene offerta l'opportunità di scegliere l'approccio che riteniamo più indicato per la conversazione in corso; per esempio, per convincere i testimoni a darci più informazioni, potremo spacciarci per un agente governativo, un assicuratore o un giornalista, oppure essere completamente sinceri.
Attenzione, però: meglio pensare bene a quello che diciamo e soprattutto a come lo diciamo, perché con quasi tutti gli interlocutori avremo una scelta e una soltanto e difficilmente potremo tornare indietro. Non sembrano esserci opzioni di dialogo assolutamente giuste o sbagliate e ci sono comunque informazioni che dovremo ottenere per forza, ma sarebbe un peccato fare i salti mortali per strapparle di bocca a un testimone poco propenso a collaborare, quando magari un altro ce le avrebbe fornite spontaneamente, con un minimo di tatto da parte nostra! Insomma, a seconda dell'approccio adottato, le informazioni in nostro possesso e l'esito delle conversazioni potrebbero rivelarsi drasticamente diversi.
Inutile dire che un motore di dialogo come questo può contribuire enormemente alla longevità dell'avventura, insieme ai puzzle, che sono un altro punto di forza di Post Mortem: oltre a sondare le ambientazioni alla ricerca d'indizi od oggetti utili e a interagire con gli altri personaggi, MacPherson dovrà infatti risolvere una serie di problemi ed enigmi logici di varia natura, che richiederanno di volta in volta l'uso delle informazioni raccolte, spirito d'osservazione, capacità analitiche e logiche, sperimentazione e intuito... in breve, tutto quello che ogni avventuriero degno di questo nome sogna di mettere alla prova.
Sorprendente è soprattutto la varietà delle possibili soluzioni: per non anticiparvi nulla di preciso sugli enigmi vi dirò solo che, dopo aver completato l'indagine per ben due volte con metodi e risultati diversi, non sono comunque riuscita ad aiutare mia sorella quando si è voluta cimentare nel gioco ed è rimasta bloccata a metà, perché aveva affrontato alcune delle conversazioni e degli enigmi iniziali in modo ancora differente ed era venuta a trovarsi in una situazione a me sconosciuta! I puzzle veri e propri non sono molti, ma sempre sofisticati e magistralmente integrati alla trama dell'avventura. Certi vantano un'originalità e una complessità non indifferenti e vi assicuro che terranno occupati per un po' anche i giocatori più smaliziati! Anzi, uno o due rischiano di portarli sull'orlo della disperazione: tra le altre cose, Gus si ritroverà a scassinare serrature, attraversare una specie di labirinto, interpretare messaggi in codice e giocare al piccolo alchimista.
Gli strumenti del detective virtuale
Il motore grafico di Post Mortem genera una visualizzazione panoramica a 360° di piani bidimensionali ad alta risoluzione, sui quali vengono letteralmente incastonati i modelli 3D dei personaggi principali, renderizzati in tempo reale e animati con una certa naturalezza. I fondali bidimensionali sono ricchi e dettagliati ma decisamente statici, così come i personaggi con cui non si può interagire. Tutto questo crea un effetto singolare, ma non certo sgradevole: una simile soluzione grafica si presta bene al genere dell'avventura e soprattutto alle modalità d'indagine e ricerca d'indizi, oltre a creare un'atmosfera coinvolgente e particolare, sospesa tra l'incubo e la realtà. Certo, ciò non impedisce ai personaggi poligonali di stonare con l'ambiente circostante qualche volta e forse questi "quadri a due dimensioni" avrebbero potuto essere un po' più vivaci. Un discorso a parte meritano i filmati, sempre fluidi e di ottima fattura.
L'interfaccia è discreta e funzionale: il cursore assume la forma d'ingranaggio, mano, lente, megafono o scarpe a seconda delle operazioni eseguibili nelle varie aree dello schermo (azionare, raccogliere, esaminare da vicino, parlare, muoversi) e col tasto sinistro del mouse s'impartiscono i comandi opportuni. L'inventario, che appare nella parte inferiore dello schermo con la pressione del tasto destro, ha un'impostazione tradizionale e basta selezionare un oggetto per utilizzarlo.
La colonna sonora rappresenta un ulteriore contributo all'atmosfera avvolgente del gioco, è sobria e non risulta mai troppo invadente. Il tema musicale principale non ha nulla da invidiare a un thriller cinematografico. Gli effetti audio sono discreti, anche se non indimenticabili. Decisamente buona è invece la localizzazione italiana di questo titolo: la traduzione dei dialoghi e il doppiaggio sono più che soddisfacenti, anche se in certi casi si ha l'impressione che due o tre degli attori non abbiano avuto vita facile!
Elementare, mio caro MacPeherson! ... O no?
Tutto considerato, Post Mortem s'impone come un'ottima avventura grafica che nessun appassionato può permettersi d'ignorare: la realizzazione è molto ben curata, il sistema di dialogo e interazione con i personaggi flessibile e innovativo, l'atmosfera inedita e accattivante. Ciononostante, non è un titolo per tutti: le tematiche affrontate, come si è detto, sono adulte e non mancheranno di conquistare gli amanti del thriller e gli aspiranti detective, ma alcuni degli enigmi sono piuttosto ostici, il che non è sempre considerato un difetto per quanto potrebbe scoraggiare gli utenti meno esperti.
Stiano alla larga soprattutto i giocatori insofferenti dei dialoghi: sono molti, sono lunghi e non si possono saltare! Se state ancora leggendo questo articolo, d'altronde, avrete le idee ben chiare sul fatto che Post Mortem tragga la propria linfa vitale proprio dai dialoghi realistici e appassionanti che ricreano fedelmente il percorso di un'indagine!
Qualcuno avrà da ridire sulla relativa brevità di quest'avventura, ma tutte le cose belle durano poco (Parole sante, quello che dico sempre alla mia ragazza, NdMatt) e la longevità del gioco è comunque riscattata dalla presenza di ben tre finali diversi e da una rigiocabilità più unica che rara per questo genere di titoli. La complessa articolazione dei dialoghi e la varietà dei metodi di risoluzione di certi puzzle creano qualche trascurabile incoerenza nello sviluppo della trama, ma nel complesso l'indagine di Gus MacPherson risulta abbastanza coinvolgente, anche se diversi interrogativi rimangono senza risposta in definitiva.
Potrebbe rimanere deluso anche chi è alla ricerca di un gioco sulla stessa linea d'onda di Syberia: Post Mortem ha ben poco a che spartire con l'ultimo titolo Microïds, se non qualche caratteristica tecnica e parte del team di sviluppo, e si rivolge a un pubblico potenzialmente diverso. L'unico aspetto che li accomuna è il fatto che in entrambi i casi i protagonisti siano americani in visita in Europa, coinvolti loro malgrado in un'insolita avventura in un mondo poco familiare, proprio come il giocatore - un abile espediente per facilitarne l'identificazione col personaggio.
Entrambe le avventure presentano elementi fantastici, ma in Syberia regna il mondo impalpabile e surreale di Benoit Sokal, condito da tecnologie bizzarre e tutte da scoprire, mentre in Post Mortem la dimensione fantastica è senz'altro meno remota: è radicata nel paranormale, nell'esoterismo e nei recessi più bui della mente umana. Magari Post Mortem non sarà prepotentemente rivoluzionario né come avventura grafica né come thriller, ma rappresenta senz'altro un'ottima evoluzione e sintesi di entrambi i generi!
Il delitto è servito...
Prendete una manciata di film noir e detective story degli anni '20 e '30, una punta di Hitchcock e una spolveratina di psycho-thriller più moderni come Seven o Venerdì 13, quindi aggiungete maestri del brivido dello stampo di Lovecraft e Poe, shakerate il tutto e otterrete l'essenza di Post Mortem. Infatti queste, a detta di Stéphane Brochu, sono state le fonti d'ispirazione degli sviluppatori che hanno concepito questa originale avventura grafica o, come preferisce definirla il sopracitato lead designer di Microïds, questo nuovo esempio di "narrativa interattiva".
Il giocatore, in effetti, si trova a interagire con la Parigi degli anni '20 nei panni di Gus MacPherson, ex investigatore newyorchese che si è appena trasferito nella "città degli artisti" per dedicarsi anima e corpo al suo vero interesse, la pittura. Avrà occasione di rivalutare i suoi ambiziosi progetti di pensionamento anticipato, dopo aver fatto la conoscenza di Sophia Blake, una di quelle clienti belle e misteriose che capitano solo nei film (o nei videogiochi), perché è più facile immaginare che la vita professionale dei detective privati sia costellata di mariti gelosi e agenti assicurativi!
In breve, il nostro Gus non riuscirà proprio a resistere al fascino di un caso tanto misterioso e apparentemente inspiegabile: la sorella della nostra cliente e suo marito sono stati decapitati in una camera d'albergo di Parigi, si direbbe secondo uno strano rituale. Cosa ancora più inspiegabile, il nostro protagonista comincia ad avere inquietanti visioni sul delitto in questione e decide di attaccare momentaneamente il pennello al chiodo per andare infondo all'oscura faccenda. La polizia locale non sembra avere la minima idea di dove mettere le mani per avviare l'indagine e neppure noi in principio ma, forti dei nostri poteri psichici e soprattutto della lauta ricompensa che ci è stata promessa, ci mettiamo coraggiosamente sulle tracce dello psicopatico di turno.
Molto probabilmente, oltreoceano le tematiche adulte di Post Mortem varranno alla confezione del gioco il marchio "M" di Mature Audience e forse qualche avviso per i minori e i più impressionabili anche qui da noi: non tanto per la presenza di sangue e scene cruente, che sono relativamente poche, ma perché si tratta pur sempre di una storia di efferati delitti, inquietanti misteri e rituali più o meno esoterici. Uno degli ingredienti vincenti di quest'avventura è proprio l'atmosfera cupa e intrigante: in diversi titoli del genere si è già cercato di giocare la carta dell'ambientazione horror o noir, ma poche volte con toni così azzeccati e con la giusta dose di suggestioni cinematografiche e letterarie, oltre che una certa fedeltà storica.