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Prey - Recensione

Dieci anni dopo, l'attesa è finita: Prey è tra noi con un gameplay al passo con i tempi e con diversi elementi di assoluta originalità. Godetevi la nostra approfondita recensione del gioco.

RECENSIONE di Luca Olivato   —   17/07/2006

Sin dalla trama la prima occasione mancata

Protagonista della vicenda è Tommy, un nativo americano, che viene catturato da un’astronave aliena mentre si trova in un bar assieme al nonno e alla fidanzata Jen. Le premesse per la realizzazione di una trama originale sarebbero ottime ma il giocatore si renderà ben presto conto di avere a che fare col solito canovaccio a-la-Quake: per liberare sé e gli altri esseri viventi dalla prigionia della perfida Regina Madre bisognerà vedersela con orde di nemici e chilometri quadrati di stanze hi-tech prima del classicissimo scontro finale. Fortunatamente per lui, Tommy avrà a disposizione i poteri conferitigli dalla nobile origine Cherokee (che, in buona sostanza, si traducono nell’eliminazione della scritta game over). [C]

Ecco una delle passerelle luminose che permettono di eludere la forza di gravità
Ecco una delle passerelle luminose che permettono di eludere la forza di gravità
All'inizio dell'avventura Tommy scoprirà i poteri della tribù Cherokee
All'inizio dell'avventura Tommy scoprirà i poteri della tribù Cherokee

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Ciò che stupisce di Prey, aldilà della buona realizzazione tecnica che verrà analizzata più avanti nella recensione, è la commistione di influenze di vecchie glorie a cui si sono ispirati i programmatori e che ha generato una serie di livelli sicuramente interessanti e originali. Sebbene concettualmente la struttura del gameplay sia sempre la medesima (si prosegue nell’unica direzione disponibile, attivando di tanto in tanto qualche pulsante ed eliminando qualsiasi cosa si muova), la riproposizione di alcune tecniche già utilizzate in passato, ma decisamente meglio presentate, consentono a Prey di avere una nota di inventiva in più rispetto agli altri FPS.

Prey - Recensione
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PC vs 360

Parlando di confronti tra le due versioni, la prima cosa che è opportuno sottolineare riguarda senz’altro l’aspetto tecnico: e se un paragone tra un Pc di fascia alta ed Xbox360 porta alla vittoria del primo (soprattutto per maggiore risoluzione e qualità di texture ed effetti), allo stesso tempo l’incarnazione console di Prey sembra decisamente più indicata a chiunque non abbia un computer molto potente, vista la buona resa visiva del prodotto accompagnata da un frame rate molto stabile. A ciò va aggiunto il buon lavoro svolto sul sistema di controllo, preciso e reattivo al punto da non far rimpiangere la combo mouse + tastiera. Nessuna grossa differenza, invece, sotto il profilo del multiplayer: modalità e mappe rimangono quindi le stesse, con i soli servizi di Xbox Live a fare da contorno.

La prima cosa che balza agli occhi è il level design: l’uso creativo della fisica ha permesso agli sviluppatori di aggirare ciò che da sempre è visto come un limite per i first-person shooter, ossia la linearità dei livelli. Mediamente si tende a proseguire senza problemi verso la linea immaginaria che porta alla fine della mappa: in Prey invece alcune idee, prese da giochi come American McGee’s Alice, inducono il giocatore a studiare con più attenzione le zone del livello per poter andare avanti: chi impedisce di pensare che dietro ad una scatola si nasconda un portale che conduce ad un piano parallelo? Le innovazioni (sebbene sia un po’ esagerato definirle tali) che meritano di essere menzionate sono tre: la door-walk, ossia la possibilità di scalare i muri utilizzando delle speciali passerelle; i pannelli che permettono di modificare la forza gravitazionale (ribaltando letteralmente il livello) e lo spirit-mode, uno stato metafisico che ricorda moltissimo quello di Soul Reaver e che permette di eludere ostacoli insormontabili nella realtà. In diversi casi bisogna ammettere che queste caratteristiche hanno consentito ai programmatori di creare dei momenti d’avventura interessanti e certamente meno sterili del classico trova-la-chiave-e-apri-la-porta, anche se – in tutta onestà – si sarebbe potuto fare qualcosa di più.

Prey - Recensione
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Sono presenti inoltre diverse sezioni a bordo di astronavi, che si guidano proprio come quelle di Descent – simpatiche e sempre scenografiche alternative che interrompono il tran-tran dell’azione a piedi e rendono il ritmo di gioco più frizzante. Nella modalità multiplayer queste navicelle assurgono ad un ruolo particolarmente importante, perché potranno diventare molto utili specie nel team deathmatch.
Anche l’arsenale a disposizione di Tommy è a suo modo originale e, sebbene non sia affatto vario (appena sei armi), è ben bilanciato e risulta adeguato specialmente nel single player, dove bisogna scegliere con attenzione cosa usare perché alcuni alieni sono immuni a certi tipi di danno e soprattutto le munizioni scarseggiano. Il fucile al plasma è senz’altro quello più riuscito, mentre la tenaglia, arma base che serve a malapena per uccidere i primi due malcapitati, sembra essere stata messa là solo per fare il verso al piede di porco di Half-Life.

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Obiettivi 360

La versione Xbox360 di Prey differisce da quella Pc anche per la presenza degli obiettivi da sbloccare, peculiarità di ogni titolo disponibile per la console Microsoft. Nel caso del prodotto in questione, la lista conta ben 44 unità per 1000 punti, metà dei quali attribuit all’utente per il semplice completamento di un livello. Gran parte delle restanti riguardano invece il multiplayer, e sono ottenibili vincendo un certo numero di partite e accumulando uccisioni in generale o tramite l’utilizzo di una singola arma. In questo quadro piuttosto convenzionale, spiccano una manciata di obiettivi sbloccabili vincendo determinate somme di denaro ai giochi d’azzardo elettronici del bar di Jen, sparsi in giro per la Sfera.

Piattaforme parallele

Il gioco usa una versione modificata dell’engine di DooM 3, e non è particolarmente esigente in termini di risorse hardware. Nonostante non sia all’altezza della controparte id in termini di poligoni ed animazioni, riesce egualmente a dire la sua con le esplosioni ed altri effetti di luce. Basta dare una scorsa agli screenshot a corredo per rendersi conto della bravura dei programmatori di Human Head, che sono riusciti a riprodurre degli scorci realmente splendidi. Nota negativa invece per il character-design: il protagonista non è certo dei più carismatici e i nemici che incontra sono pochi e troppo simili a quelli di Quake e DooM.
Anche il comparto sonoro contribuisce ad acuire questa sensazione: certo non è poi così male, specie se si dispone di un sistema surround, ma altri titoli hanno dimostrato che è possibile raggiungere livelli ben più elevati di quelli toccati da Prey. Sono presenti anche due canzoni, rispettivamente all'inizio e nelle battute conclusive: si tratta dei brani di Heart (Barracuda) e Judas Priest's (You've Got Another Thing Comin'), decisamente energetici e adatti al ritmo dell'azione. Peccato che non si sia deciso di optare per una soundtrack più ricca e presente nel corso del gioco.

Prey - Recensione
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Piattaforme parallele

La limitata longevità del single player (all’incirca una decina d’ore) è dovuta alla bassa difficoltà e alla scarsa intelligenza artificiale dei nemici, pochi e poco furbi. Solamente nel finale le cose migliorano un po’, con alieni che sbucano da ogni dove e particolarmente agili; in realtà avremmo preferito avere degli scontri a fuoco più tattici e meno frenetici.
Le cose non migliorano molto scendendo nelle arene on-line: per stessa ammissione dei programmatori questo aspetto è stato un po’ trascurato nella speranza che le comunità di appassionati diano vita a qualche modalità in più rispetto ai canonici deathmatch e team deathmatch presenti inizialmente. In ogni caso i server ufficiali sono molto veloci (anche perché il numero di utenti attualmente è ristretto) e stabili.

Prey - Recensione
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Commento finale

Prey è un gioco che partiva – sulla carta – con degli ottimi presupposti che sono stati attesi solo parzialmente, sia per quanto riguarda la realizzazione tecnica che per il gameplay. Del primo aspetto abbiamo particolarmente apprezzato alcuni spettacolari livelli impreziositi da fantastici giochi di luce, mentre ci ha lasciato perplessi la realizzazione dei nemici, poco ispirati sia concettualmente che graficamente. Del secondo interessanti idee hanno lasciato intravedere alcune brillanti intuizioni dei programmatori, che però hanno preferito non calcare la mano limitandole ad uno stile di gioco oramai datato. La bassa longevità della campagna per singolo ed un multiplayer poco convinto sono altri due aspetti che non possono essere perdonati ad un gioco atteso così a lungo.
Un titolo adatto alla maggioranza dei giocatori, ma che pecca di alcuni aspetti fondamentali che lo avrebbero elevato ad un must have.

Pro

  • Diversi momenti estremamente scenografici
  • Azione immediata e spensierata
  • Diverse idee interessanti
Contro
  • Scontri a fuoco ripetitivi
  • Animazioni non all'altezza
  • Bassa longevità

La storia di Prey è senz’altro nota ai più: presentato all’E3 del 1997 come secondo progetto di 3D Realms (Duke Nukem Forever avrebbe dovuto essere la prima uscita di lì a poco) e piombato nell’oblio alle soglie del 2000, ha infine trovato nuova vitalità grazie all’azione congiunta della software house originaria (che ha supervisionato il progetto) e di Human Head che si era distinta per Rune (citazione immancabile in un easter egg iniziale).
Dopo la bellezza di dieci anni raggiunge gli scaffali dei negozi in due formati PC: la standard edition, che comprende 3 CD-ROM e la Limited che – a differenza della moda recente – non contiene aggiunte grafiche ma “soltanto” dei sempre graditi gadget ed è proposta in un unico DVD. Presente anche la versione per Xbox 360.