La recensione del Ryzen 5 5600X ci da modo di valutare quello che al momento è il processore più conveniente della nuova serie di CPU AMD. Anche in questo caso c'è di mezzo un rincaro, ma i 259 euro più IVA ci riportano nel mondo delle configurazioni gaming, seppur con un prodotto tutt'altro che economico. Di mezzo, però, c'è la promessa di un salto prestazionale importante, con un 19% di incremento delle istruzioni per clock, frequenze più alte e prestazioni nel gaming in 1080p rivoluzionate, il tutto senza dover cambiare scheda madre se si possiedono già i modelli compatibili della serie 400 o una della serie 500.
Un'architettura familiare, rivista dalle basi
Dell'architettura Zen 3, come la precedente basata su processo produttivo a 7 nanometri, abbiamo già parlato nella recensione del Ryzen 9 5900X, ma vale la pena ribadire che il passaggio da CCX da 4 core a CCX da 8 core permette all'intero Ryzen 5 5600X di stare in un solo CCD, con tutti i vantaggi del caso in termini di latenze interne, raddoppio della cache condivisa di livello 3 ed efficienza. Abbastanza, secondo AMD, da consentire a un processore da 6 core e 12 thread di avvicinarsi al 3700X per prestazioni complessive e dare battaglia al top di gamma della concorrenza in parecchi videogiochi. Questo grazie al già menzionato salto del 19% nelle istruzioni per clock che, amplificato dall'aumento delle frequenze, dovrebbe eliminare il freno delle CPU Ryzen in alcuni giochi, togliendo di mezzo uno degli ultimi punti deboli dei processori Zen.
Inoltre si parla di vantaggi legati all'interconnessione Infinity Fabric con le schede Radeon 6000, con la possibilità di sfruttare a pieno GPU dotate di una notevole potenza bruta. Ed è una prospettiva a dir poco allettante per un processore che si pone come opzione da gaming, anche se è probabilmente destinato a essere affiancato da un più economico Ryzen 5 5600 che, si presume a inizio 2021, è senza dubbio l'opzione più attesa da chi punta al rapporto tra prezzo e prestazioni migliore.
Il Ryzen 5 5600X, comunque, sarà a lungo un'opzione ottima per chi non ha voglia di mettere mano alle frequenze, potendo subito contare su frequenze elevate che dovrebbero risultare più costanti grazie all'evoluzione del Precision Boost 2. Inoltre, a differenza dei modelli superiori, il più abbordabile di questa prima mandata di CPU Ryzen 5000 include un dissipatore Wraith Stealth, modesto ma presumibilmente sufficiente per sfruttare la CPU con le frequenze stock e con un pizzico di overclock. D'altronde si tratta dello stesso dissipatore capace di tenere a bada il Ryzen 5 3600X, più lento in boost, con 4400MHz contro 4600MHz, ma più veloce in quato a clock base, con 3800MHz contro 3700MHz.
Per il resto, tolti ovviamente gli importanti cambiamenti dell'architettura, la dotazione del nuovo modello è pressoché identica con 6 core, 12 thread, 32MB di cache L3 complessiva, l'ovvia interfaccia PCIe 4.0 e un TDP di 65W. Dovrebbe quindi abbinarsi perfettamente a una B450 compatibile oppure a una B550, volendo sfruttare il PCI Express per montare una SSD Gen 4. D'altronde sia con le nuove Radeon, sia con le GeForce, si parla di caricamenti istantanei, piuttosto comodi in una configurazione da gaming, grazie a DirectStorage nel primo caso e RTX IO nel secondo caso. In ogni caso il protagonista in questo caso è il Ryzen 5 5600X che abbiamo ovviamente provato con benchmark sintetici e videogiochi.
Benchmark sintetici
Prima di passare ai benchmark abbiamo fatto una prova con la scheda madre MSI MPG B550I Gaming Edge Wi-Fi, già aggiornata alla seconda versione del BIOS AGESA con supporto per il Ryzen 5000. La cosa interessante è che si tratta di una scheda madre Mini ITX che gode però comunque di raffreddamento attivo e di alimentazione a 8 fasi da 60 ampere candidandosi come scelta piuttosto interessante, almeno nell'ottica di una configurazione di piccola taglia, per i processori di nuova generazione AMD. Non a caso ha toccato i 5000 punti in CPU-Z, avvicinandosi a una soluzione ben più costosa come la GIGABYTE X570 AORUS Master che abbiamo preso come punto di riferimento dopo averla già provata con i Ryzen 3000 e con il Ryzen 9 5900X. Questo ovviamente utilizzando anche gli stessi 16 GB di memoria G.Skill Trident Z Royal da 3600MHz con CL16 e la stessa scheda video GIGABYTE GeForce RTX 3070 Gaming OC da tre ventole.
La prima cosa che ci ha colpito è stata la capacità del Ryzen 5 5600X di girare sempre intorno ai 4600MHz con tutti i core, restando comunque intorno ai 76 gradi di temperatura massima anche sotto stress. Non male visto un dissipatore modesto ma sufficiente per tenere al fresco la CPU anche in un test che spinge le temperature ben al di sopra di quelle abituali. Siamo infatti scesi a 69 circa passando al benchmark CPU-Z dove abbiamo ottenuto 5071 punti nel test multi-thread, superando il 2700X e arrivando effettivamente in vista del Ryzen 7 3700X, pur nettamente avvantaggiato con circa 5500 punti. Viene invece sbriciolato passando al test single core, dove ci siamo trovati di fronte a 633 punti che sono sufficienti per battere qualsivoglia CPU consumer escluse quelle della serie Ryzen 5000. Il Ryzen 9 5900X ha fatto di meglio con 664 punti, ma è bene ricordare, in ottica gaming, che il Ryzen 5 5600X ha il vantaggio del singolo CCX.
Dalla teoria alla pratica
Passando a Cinebench abbiamo avuto anche una riprova dello scaling che si è dimostrato eccellente, portandoci dai 602 punti del test single thread, anche qui sufficienti a superare qualsivoglia processore consumer già in circolazione, a 4404 punti in multi-thread. Tra l'altro in questo caso il Ryzen 7 3700X, in media in grado di arrivare a 4700 punti, si è fatto ancora più vicino, nonostante i suoi 8 core e 16 thread. Anzi, viene addirittura superato in CPU Mark con 23605, che sono sufficenti a raggiungere addirittura il Ryzen 7 3800X nel test CPU Mark, e non delude sia in Pov-Ray, con 575 PSS in single thread e 4160 PPS in multi-thread, che nella decodifica, arrivando a 138.6fps convertendo in formato H.264 il nostro abituale video in 1080p da 4 GB. Abbastanza da surclassare il Ryzen 7 3700X che pur restando leggermente avvantaggiato in termini di potenza bruta, alza le mani di fronte a un 6 core che promette grandi cose anche in gaming.
Come al solito ci siamo concentrati sul 1080p, con tutte le impostazioni al massimo, puntando su una risoluzione che risente dell'influenza della CPU ed è ancora molto diffusa, anche con le configurazioni di fascia alta quando utilizzate nell'ottica del gaming competitivo o, in generale, degli sparatutto concitati. Una categoria, questa, che include senza dubbio Wolfenstein: Youngblood, nei nostri test arrivato a toccare 320fps. Siamo quindi arrivati a soli 6 frame per secondo di distanza dal Ryzen 5 5900X in un gioco che guarda alle prestazioni single core, nel caso del 5600X inferiori al modello da 12 core ma aiutate dal singolo CCX. In ogni caso parliamo di 2 punti percentuali di differenza che scendono all'1% nel caso di The Witcher 3. Salgono invece al 9%, in favore del Ryzen 5 5900X, passando a Shadow of the Tomb Raider, ma si tratta di un titolo che sfrutta i core e che proprio per questo abbiamo utilizzato per verificare i vantaggi del portare il clock a 4700MHz su tutti i core. Abbastanza da guadagnare quasi 4 punti percentuali sia nel titolo Eidos, sia in CPU-Z, per spingersi fino al 6% a 4800MHz dove resta al di sotto dei livelli di guardia, nonostante il dissipatore di fascia bassa, confermando la bontà complessiva di un processore che spinge i sei core verso nuove vette, anche nel gaming,
Conclusioni
Multiplayer.it
9.1
Il Ryzen 5 5600X è una promessa mantenuta, con un aumento prestazionale nell'ordine del 20% che scardina diversi ostacoli nel gaming in 1080p. Laddove la conta dei core ha un peso risulta, il più abbordabile dei primi Ryzen 5000 risulta inevitabilmente inferiore al più costoso fratello maggiore, ma negli altri casi si avvicina parecchio, anche grazie al singolo CCX, tanto da battersela spesso anche con il top di gamma della concorrenza. Se a questo ci aggiungiamo prestazioni complessive vicine a un processore a 8 core della scorsa generazione, è chiaro che c'è poco da attaccare della nuova generazione di processori Ryzen, rappresentata egregiamente nel segmento gaming da quello che è un piccolo gigante a 6 core.
PRO
- Netto aumento di potenza
- Una piccola bestia tra punteggi single core, gaming e overclock
- Dissipatore incluso
CONTRO
- Più costoso del predecessore
- Le schede madri della serie 500 restano costose per la fascia media e non saranno retrocompatibili con la prossima generazione di processori