La recensione del Ryzen 9 5900X ha per protagonista un processore di fascia decisamente alta, secondo in comando della nuova serie di CPU Ryzen 5000, altresì conosciute come Vermeer. L'offerta, che parte dei 6 core del 5600X e arriva ai 16 del 5950X, non cambia di molto rispetto al passato, sebbene manchino ancora i modelli budget e la sparizione del Ryzen 7 5700X lasci la fascia degli otto core in mano al solo Ryzen 7 5800X, ma benché la lineup sia simile a quella precedente, tanto da essere abbinata alle stesse schede madri della serie 500 dei Ryzen 3000, cambiano alcune caratteristiche delle CPU che dovrebbero garantire un salto prestazionale importante. Parliamo di un incremento di istruzioni per clock del 19% che promette, assieme a un aumento delle frequenze, prestazioni eccellenti anche nel gaming in 1080p, colmando una delle ultime lacune dei processori Ryzen. Questo oltre a miglioramenti complessivi che poggiano le basi su una tecnologia che migliorando ad ogni passo ha rimesso in piedi AMD, tornata a essere un competitor di punta nel campo dei processori.
L'architettura Zen 3
Per quanto ne sappiamo i Ryzen 5000 sono gli ultimi pensati per funzionare con il socket AMD, ma risultano comunque allettanti grazie alla promessa di prestazioni estremamente elevate, ottenibili senza bisogno di una nuova scheda madre. Il chipset di riferimento resta infatti quello della serie 500, cuore di una serie di schede madri già equipaggiate con interfaccia PCIe 4.0 e già pensate per sostenere processori da 16 core. Non a caso montano dissipatori massicci per i VRM e nella maggiorparte dei casi godono anche della dissipazione attiva del chipset. Non corrono rischi quindi con una serie che mantiene la stessa conta dei core di quella precedente e compensa l'aumento di frequenze con una maggiore ottimizzazione, per il Ryzen 9 5900X quantificabile in un 30% circa. I modelli già in commercio devono però essere aggiornati al BIOS AGESA 1.0.8.0 che in un secondo momento dovrebbe arrivare anche per le schede della serie 400 già compatibili con i Ryzen 3000. Chi vuole qualcosa di nuovo, comunque, potrà contare anche su nuovi modelli della serie 500, orientati al lusso o migliorati nella dissipazione, che speriamo portino un abbassamento di prezzo per i modelli della serie 500.
La retrocompatibilità presuppone delle forti somiglianze tra i processori Zen 2 e Zen 3, ma non ha impedito agli ingegneri AMD di modificare aspetti importanti come la struttura delle CPU e la cache di terzo livello. Questa non aumenta in termini assoluti, ma risulta doppia di fronte ai nuovi CCX che passano da 4 a 8 core. Ne serve solo uno, quindi, nel caso del Ryzen 5 5600X e del Ryzen 7 5800X, con ovvi benefici per le latenze interne del sistema. Ma le cose cambiano anche per i modelli superiori che passano da 4 a 2 CCX, uno per CCD, guadagnando comunque nanosecondi preziosi che, assieme all'ottimizzazione dell'intera pipeline, contribuiscono al salto del 19% di IPC rispetto a Zen 2, con un incremento di 2 punti percentuali rispetto al 17% promesso inizialmente. Aumentano inoltre le frequenze e spuntano novità per l'interfaccia Infinity Fabric che comunicando con le nuove schede video Radeon 6000 garantirà ulteriori benefici in gaming, sfruttando la tecnologia Smart Access Cache anche per introdurre l'overclock dell'intero sistema con un solo click. Di questo, comunque, parleremo quando avremo in mano le nuove schede video Radeon. Per ora ci concentriamo sul Ryzen 9 5900X, a partire dalle specifiche.
Con un prezzo di 469 € + IVA, il Ryzen 9 5900X costa più del suo diretto predecessore che tra l'altro include un dissipatore Wraith Prism. Ma l'impegnativo lavoro di redesign ha permesso agli ingegneri AMD di spingere la CPU fino a 4800MHz in boost mantenendo un TDP di 105W che dovrebbe garantire un funzionamento adeguato anche con dissipatori ad aria economici, seppur di buona qualità. Certo, per riuscirci ha abbassato il clock base da 3800 a 3700MHz, ma il risultato è comunque notevole per un processore da 12 core e 24 thread che AMD ha deciso di confrontare direttamente con il 10900K, limitato a 10 core ma capace di spingersi alla velocità di ben 5300MHz. Da li probabilmente la decisione di adottare un prezzo simile, non solo per incrementare i guadagni ma anche per mettere in mostra la confidenza nei propri prodotti. Inoltre come anticipato non servono una nuova scheda madre e per sfruttare a fondo le nuove CPU non servono nemmeno nuove memorie, con la velocità nativa di quest'ultima che è sempre a 3200MHz e quella consigliata a 3600MHz, anche se questa volta dovrebbe essere possibile ottenere vantaggi tangibili fino a 4000MHz. Noi, comunque, abbiamo seguito i consigli di AMD per valutare le capacità complessive della CPU all'interno di una build di fascia alta ma non eccessiva.
Benchmark sintetici
La configurazione di prova che abbiamo utilizzato per i benchmark conta un dissipatore Scythe Mugen 5 e poggia su una GIGABYTE X570 AORUS Master, un'ottima scheda madre equipaggiata con due banchi di memoria DDR4 G.Skill Trident Z Royal da 3600MHz con CL16. Come scheda video, invece, abbiamo usato una GeForce RTX 3070, sempre GIGABYTE, che risulta più che sufficiente per ottenere framerate consistenti in 1080p, una risoluzione ancora usata e che risente ancora in modo avvertibile dei limiti e della potenza della CPU. Prima di passare ai giochi, però, abbiamo controllato che tutto funzionasse a dovere con una manciata di test sintetici tra i più usati e comprensibili. Il primo è stato l'immediato CPU-Z che ci ha permesso di valutare frequenze e temperature sotto stress verificando l'effettiva capacità della CPU di raggiungere i 4800MHz sul singolo core e di viaggiare con tutti i core spinti a circa 4450MHz, sebbene con qualche scivolone a 4375MHz, senza superare i 76 gradi di temperatura. Certo, abbiamo usato un dissipatore piuttosto efficace, ma parliamo anche di un test sotto stress.
Passando al benchmark vero e proprio ci siamo trovati di fronte a temperature di circa 68 gradi ottenendo 9965 punti nel test multi-core, con un incremento del 20% rispetto al 3900X provato sulla medesima configurazione. Ma il salto più netto lo troviamo in single thread con 664 punti che equivalgono a un vantaggio del 25% sul 3900X. Lo stesso che ritroviamo in Cinebench R20 con 664 punti, anche qui sufficienti per superare ampiamente anche la concorrenza, che diventano 9665 in multithread, con uno scaling eccezionale di 13,20X. Funziona tutto a dovere quindi, con punteggi elevatissimi anche in CPU Mark che considerando svariati parametri si ferma a un 9% di incremento sul 3900X, ma ci premia comunque con 35749 punti che equivalgono alle capacità di calcolo di un Threadripper PRO 3945WX. Torniamo invece a capacità da processore di fascia alta con Handbrake, dove i 161,7fps ottenuti convertendo il nostro file 1080p da 4 GB non sono da record, ma evidenziano comunque un vantaggio sulla CPU di punta della concorrenza, seppur minimo. Ma torna a crescere con Pov-Ray, con 618 PPS in single core e 7286 PSS in multi-core che di danno una conferma del salto di potenza netto del Ryzen 9 5900X. La potenza, però, non si traduce in framerate, anche se AMD ha assicurato che le modifiche alle CPU sono pensate proprio per ridurre al minimo il collo di bottiglia in 1080p, laddove anche processori potenti hanno problemi a sfruttare a fondo schede di ultima generazione.
Benchmark gaming
Lato gaming, portando le impostazioni grafiche al massimo, ci siamo affidati in prima battuta a Wolfenstein: Youngblood, forte di un benchmark che restituisce framerate elevati e costanti, toccando quota 326 frame per secondo. Parliamo di un salto di quasi 21 punti percentuali rispetto al punteggio ottenuto con la stessa scheda video sul Ryzen 7 3700X che ci porta ad altri incrementi che confermano le stime di AMD. In alcuni giochi, va detto, la concorrenza resta in vantaggio, ma il salto netto è in grado di cambiare le carte in tavola in molti altri titoli, con pareggi o vantaggi anche in titoli come The Witcher 3 e Shadow of the Tomb Raider. Inoltre parliamo sempre di passi in avanti netti rispetto ai precedenti Ryzen, anche se in alcuni casi destinati a risultare evidenti, in 1080p, con schede più potenti della RTX 3070. Lo si vede da Control che in 1080p guadagna appena tre di FPS rispetto al Ryzen 7 3700X, ma usando il DLSS, che abbassa la risoluzione, il framerate, prima molto vicino a quello in 1080p, ora schizza da 111 a 157 frame per secondo. Abbastanza per avere ben chiara la portata dei miglioramenti in gaming del Ryzen 5900X. Il tutto senza che i consumi superino il TDP e con margini di overclock. Abbiamo infatti spinto tutti i core a 4600MHz, giusto per provare, ottenendo un incremento di 4.3 punti percentuali in CPU-Z e di quasi 5 punti percentuali in Shadow of the Tomb Raider, più sensibile di altri titoli alle prestazioni all-core, senza incrementi di temperatura.
Il Ryzen 5900X è un processore potente che compie un salto netto sui suoi predecessori imponendosi anche sulla concorrenza, finalmente, almeno con diversi giochi, anche nel gaming. In alcuni casi un piccolo svantaggio resta e in altri si parla di pareggi, ma per quanto abbiamo visto il salto è reale e rende un processore di questo tipo ideale per chi ha bisogno di combinare potenza bruta e gaming ad alto framerate. L'aumento di prezzo, proprio nel momento dell'affondo sulla concorrenza, lascia un po' di amaro in bocca, ma è compensato, almeno in parte, dalla possibilità di usare schede madre già in circolazione, dalla possibilità di sfruttare a fondo un 12 core con un dissipatore tutto sommato economico e dalla prospettiva di poter ottenere benefici con le nuove Radeon grazie all'interconnessione condivisa che apre scenari molto interessanti.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.9
Il Ryzen 9 5900X è un processore potente che compie un salto netto sui suoi predecessori imponendosi anche sulla concorrenza, finalmente, almeno con diversi giochi, anche nel gaming. In alcuni casi un piccolo svantaggio resta e in altri si parla di pareggi, ma per quanto abbiamo visto il salto è reale e rende un processore di questo tipo ideale per chi ha bisogno di combinare potenza bruta e gaming ad alto framerate. L'aumento di prezzo, proprio nel momento dell'affondo sulla concorrenza, lascia un po' di amaro in bocca, ma è compensato, almeno in parte, dalla possibilità di usare schede madre già in circolazione, dalla possibilità di sfruttare a pieno un 12 core con un dissipatore tutto sommato economico e dalla prospettiva di poter ottenere benefici con le nuove Radeon grazie all'interconnessione condivisa che apre scenari molto interessanti.
PRO
- Incremento di potenza netto
- Prestazioni in gioco rivoluzionate
- Temperature tutto sommato contenute
CONTRO
- Prezzo più elevato del predecessore
- Nessun dissipatore incluso