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Hai il ritmo nel sangue?

Nintendo tenta nuovamente la strada dei casual game a sfondo musicale per DS, centrando in pieno l'obiettivo.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   13/05/2009

Per via delle sue peculiari caratteristiche, da tempo il DS si pone come una rappresentazione fisica della filosofia che Nintendo applica all'attuale generazione di console. Se l'obiettivo era tenersi stretti gli appassionati di lunga data ma al contempo pescare a piene mani da un settore ancora tutto da scoprire, quello dei cosiddetti "casual gamer", il DS lo ha raggiunto in pieno. Ciò non significa che sia andato tutto liscio fin dall'inizio, ma a conti fatti le promesse sono state ampiamente mantenute: la console dal doppio schermo garantisce un intrattenimento alternativo ai videogame "classici", con una serie di titoli che sfruttano in modo pressoché perfetto i suoi dispositivi di input. E se finora mancava un gioco a sfondo musicale tanto divertente quanto fuori dai canoni, ecco arrivare Rhythm Paradise a riempire tale vuoto con un carico di stile, humor e idee. Si tratta di una raccolta di cinquanta minigame, tutti basati sul ritmo, che riprende lo stile grafico dei vari Wario Ware e su cui Nintendo punta molto per il 2009. L'avrete visto lo spot pubblicitario con Beyonce, no?

Tappa che ti passa

Fin dalla schermata di avvio, Rhythm Paradise cerca di "educarci" a quelle che sono le azioni di base, ovvero il tap della stilo sul touch screen e la rapida tracciatura di linee. Non serve altro per giocare: questo tipo di input viene utilizzato in varie combinazioni, basandosi però sempre sul ritmo per indicare quando effettuare la pressione. Ognuno dei minigame può essere completato a vari livelli di precisione, ma basta una prestazione sufficiente per sbloccare quello successivo. I giochi sono racchiusi all'interno di una struttura navigabile, composta da file da cinque icone che culminano in un "remix", ovvero in una sfida speciale che "sintetizza" le quattro precedenti. Come accennato in precedenza, Rhythm Paradise ha molto a che spartire con la tradizione dei "casual game" dedicati a Wario per quanto riguarda l'approccio ai minigame. Sono infatti tutti contraddistinti da scelte stilistiche particolari, con personaggi improbabili che si producono in espressioni assurde non appena ci capita di sbagliare qualche mossa. Gli esempi sono molteplici: nel minigame "Glee Club" vestiamo i panni del componente di un trio canoro decisamente fuori dai canoni, che accompagna un sottofondo musicale con la propria voce. Il nostro personaggio "canta" nel momento in cui stacchiamo la stilo dal touch screen, mentre si produce in un "acuto" quando tracciamo una rapida linea verso l'alto. Dobbiamo assecondare gli interventi dei nostri due compagni per sapere quando effettuare i nostri, seguendo il ritmo del brano e cercando di essere il più possibile precisi.

Hai il ritmo nel sangue?

Nel minigame "Fan Club" facciamo invece parte del pubblico che assiste all'esibizione di una giovane popstar, pubblico formato esclusivamente da scimmiette, e dobbiamo accompagnare la canzone battendo le mani e saltando al momento giusto. Tanto il brano quanto le espressioni delle scimmie sono irresistibili. In "Moai Doo-Wop" controlleremo invece una delle statue dell'Isola di Pasqua, nella fattispecie una statua "femminile" che deve riprodurre con precisione i suoni emessi dal suo "fidanzato". Tappare a lungo sul touch screen si traduce nell'emissione di un suono che si smorza quando solleviamo la stilo, mentre un tap rapido aziona un altrettanto rapido "colpo" vocale.

La ricerca della perfezione

Se per sbloccare un nuovo minigame basta completare il precedente con sufficiente precisione, ciò non significa che il gioco ci permetterà di accontentarci di una prestazione mediocre. Di tanto in tanto verremo spinti a ottenere dei "perfect" in determinate sfide per guadagnare gettoni utili a sbloccare degli extra tanto simpatici quanto, francamente, inutili: una tastiera telefonica, il giochetto di un biglietto da visita sbattuto all'interno del suo scatolino, eccetera. Di certo si tratta di supplementi in linea con la filosofia di Rhythm Paradise, che vista la forza dei suoi numeri non ha bisogno di cercare ulteriore longevità al di fuori dei suoi minigame "nominali". E se al loro interno contano i personaggi bizzarri, allo stesso modo rivestono un ruolo di primaria importanza le macchine: in "Built to Scale" controlliamo un dispositivo che spara barrette di metallo per la costruzione di bulloni, e perché l'aggancio vada a buon fine bisogna disegnare delle linee sul touch screen seguendo il ritmo della musica.

Hai il ritmo nel sangue?

Nel minigame "Fillbots", invece, guidiamo la pompa di rifornimento di una fabbrica di robot, che deve agganciare i propri bersagli lungo una catena di montaggio e riempirli fino all'orlo con la massima precisione possibile. In "Shoot-'Em-Up", infine, ci mettiamo al comando di un'astronave che deve eliminare i propri nemici spaziali aprendo il fuoco secondo una sequenza che riproduce la comparsa sullo schermo dei bersagli. I minigame sono davvero tantissimi, è possibile rigiocarli per il semplice gusto di guadagnarsi un "perfect" e la simpatia che sprigionano è prodigiosa. La cosa più interessante, comunque, è che il livello qualitativo di tutte le applicazioni è molto simile, livellato, senza la solita contrapposizione fra alti e bassi che finisce per farci innamorare di determinati giochi ma al contempo ce ne fa odiare altri.

Realizzazione tecnica

Visto l'accostamento con Wario Ware, è chiaro che da Rhythm Paradise non bisogna aspettarsi virtuosismi tecnici, quanto più un esercizio di stile di ineguagliabile efficacia. La particolarità dei personaggi, le loro buffe espressioni, la scelta dei colori e il design remano tutti nella direzione dell'originalità, con risultati straordinari. Dunque se è vero che i grafici Nintendo non hanno passato nottate insonni inseguendo la stabilità del frame rate o la possibilità di aggiungere altri poligoni sullo schermo, è altrettanto vero che il loro talento sopperisce a qualsiasi mancanza: l'impatto visivo del gioco colpisce e stupisce quanto se non più di una dimostrazione di forza basata sulla mera tecnica. Da questo punto di vista non tutti i minigame meritano allo stesso modo, ma la media è decisamente positiva. Il comparto sonoro si rivela fin da subito geniale nella sua semplicità, con brani estremamente efficaci che entrano nella testa dopo pochi secondi. Tutto ciò viene coronato da un sistema di controllo davvero preciso, che raramente delude e che ci mette sempre nella posizione di poter ottenere prestazioni perfette.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (40)
8.5
Il tuo voto

Rhythm Paradise è il titolo che i possessori di Nintendo DS aspettavano da un po' di tempo, un piccolo gioiellino fatto di stile e divertimento. I cinquanta minigame disponibili ci mettono di fronte alle situazioni più paradossali (fantasmi che suonano in una band, monaci shaolin che affinano le proprie tecniche culinarie, papere-soldato che si allenano duramente...) con un'assoluta naturalezza: in pochi secondi ci viene spiegato cosa dobbiamo fare per giocare e quindi si parte a ritmo di musica, tappando sul touch screen e disegnando rapidamente delle linee al momento opportuno. Le prove più complicate (terribile quella che ci impone di cambiare in corsa fra tempo e controtempo) non mancano e risultano essere quelle che ci si accontenta di superare con una prestazione appena sufficiente, ma la maggior parte delle sfide si amano fin dall'inizio e viene quasi naturale riprenderle più volte, memorizzarne ogni singola parte e perseguire il "perfect". Si può forse criticare Rhythm Paradise per la sua natura "chiusa" e per la mancanza di extra di grande valore, ma la verità è che il titolo Nintendo non ha bisogno di nulla oltre a quello che già offre: tanto, tanto divertimento.

PRO

  • Un gran numero di minigame
  • Ha stile da vendere
  • Immediato e divertente come pochi

CONTRO

  • Grafica essenziale
  • Alcune sfide risultano davvero ostiche
  • Gli extra non suscitano grande interesse