Sound BlasterX G6, la recensione

Sound BlasterX G6, oggetto di questa recensione, è il nuovo DAC prodotto da Creative: un dispositivo che si occupa di convertire il segnale audio da digitale ad analogico, e che può migliorare in modo sostanziale la qualità sonora del vostro sistema da gioco. Il G6 è un apparecchio multipiattaforma, dunque supporta PC, PlayStation 4, Xbox One o Nintendo Switch: è possibile collegarlo tramite cavo micro USB (incluso nella confezione) oppure cavo ottico (anch'esso incluso), a seconda dei casi. Fa davvero ciò che promette? Si rivolge unicamente a chi possiede un setup high end? Vale i soldi che costa, nello specifico 149,99 euro? Scopriamolo insieme.

Estetica

Il primo impatto con il device è estremamente positivo: la confezione è piccola ed elegante, con evidenti richiami alle tonalità di colore che caratterizzano la linea Sound BlasterX, nero e rosso. Una volta aperta la scatola, le sensazioni sono ancor più buone: la "scatoletta" ha dimensioni molto contenute, è compatta, pesa circa 140 grammi e trasmette un'impressione di discreta solidità grazie alle plastiche di qualità utilizzate, inclusa quella gommata e antiscivolo nella parte inferiore. Visto dall'alto, il dispositivo presenta nella parte sinistra gli accessi ottici di entrata e uscita, nonché il connettore micro USB; nella parte destra le entrate jack da 3,5 millimetri per cuffie e microfono, nonché una rotella per la regolazione del volume in grado di restituire una buona sensazione di consistenza. Sul lato lungo trovano invece posto gli interruttori per l'attivazione delle modalità Scout e SBX, nonché quello per l'amplificazione del gain su due livelli. Quando viene collegato, il Sound BlasterX G6 vede elegantemente illuminarsi la X presente sulla scocca con un LED RGB personalizzabile, la rotella con una luce bianca e le piccole spie che segnalano la presenza di periferiche. È insomma un oggettino molto bello da vedere, e la possibilità di poterlo alimentare via USB anche su Xbox One (pur dovendo ricorrere al cavo ottico per la trasmissione dell'audio) rappresenta un extra non di poco conto: meno fili ci sono in giro e meglio è.

Specifiche

La caratteristica principale del Sound BlasterX G6 è rappresentata dal doppio amplificatore Xamp, presente per la prima volta in un dispositivo della serie. Rispetto alla maggior parte dei DAC, il sistema si occupa di amplificare i due canali audio singolarmente, per una resa senz'altro migliore. Le specifiche, del resto, parlano chiaro: 130 dB con riduzione del rumore, impedenza di uscita da 1 ohm (fino a 600 ohm per le cuffie), engine a 32 bit / 384 kHz, decodifica Dolby Digital e presenza dello Scout Mode. Di che si tratta? Di una soluzione che enfatizza in modo specifico determinati suoni nei giochi al fine di conferirci un vantaggio nell'ambito delle esperienze competitive. Pensate ai passi del personaggio controllato da un altro giocatore, oppure a un'arma che fa fuoco in vicinanza: individuarne la posizione nello spazio può essere di grande aiuto, ed è proprio questo l'obiettivo di tale modalità. Allo stesso modo, il virtual surround 5.1 o 7.1 consente di godere al meglio di giochi in cui l'ampiezza e la ricchezza dello scenario fanno la differenza: ad esempio l'appena uscito Shadow of the Tomb Raider, con le sue giungle peruviane piene di possibili insidie, ma anche i villaggi ricchi di vita e NPC dedicati ognuno alle proprie attività; oppure l'imminente Assassin's Creed Odyssey, che ci porterà in un'avventura di grande respiro ambientata ai tempi dell'antica Grecia, nel mezzo di battaglie spettacolari che si svolgono anche a bordo di navi in mare aperto.

Prova su strada

Abbiamo provato il Sound BlasterX G6 con alcuni titoli su PC e Xbox One, ottenendo ottimi risultati ma qualche importante differenza in termini di setup. Come talvolta accade, infatti, il dispositivo può essere personalizzato e sfruttato al massimo solo utilizzando il software Sound Blaster Connect su piattaforma Wndows: in tal modo è possibile regolare di fino le varie impostazioni, richiamare diversi preset molto validi e crearne di nuovi, disegnando dunque l'esperienza sonora attorno alle proprie esigenze e ai propri gusti. Su console tutto ciò non è possibile e bisogna accontentarsi delle opzioni limitate ai pulsanti fisici: un peccato. Detto questo, appare evidente la differenza nella qualità e nella definizione dell'audio che si ottiene utilizzando questo DAC, specie in presenza di un impianto o di un headset di fascia alta.

Nel già citato Shadow of the Tomb Raider ci siamo trovati a "sentire" lo scenario in maniera inedita, a percepire suoni solitamente appena accennati, a tutto vantaggio del coinvolgimento. In modo del tutto simile, ci siamo tuffati nuovamente nell'antico Egitto di Assassin's Creed Origins e nelle sue città vaste, piene di vita, trovandole ancora più affascinanti. La tensione? Le atmosfere? DOOM garantisce entrambe le cose con le sue ambientazioni variabili, passando da corridoi bui ad ampi spazi in cui combattere sfruttando la grande mobilità del personaggio e il suo devastante arsenale. C'è ovviamente un motivo dietro queste rinnovate sensazioni: l'audio non compresso che gli sviluppatori si affannano a inserire nei propri giochi vanta un potenziale che raramente sfruttiamo, un po' come giocare a 4K HDR su di un televisore a tubo catodico. Ci sembra dunque inutile specificarlo: il G6 può esservi utile solo se avete modo di sfruttarne le potenzialità.