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SpyHunter: Nowhere to Run

L'Interceptor ritorna, ma questa volta al volante c'è The Rock!

RECENSIONE di La Redazione   —   01/12/2006
SpyHunter: Nowhere to Run
SpyHunter: Nowhere to Run

The Rock e il suo giocattolino...

Dopo quattro episodi, Il pilota dell’Interceptor (la vettura degli Spy Hunter) ha finalmente acquisito un’identità vera e propria: egli è un agente di nome Alex Decker dei servizi segreti, che dovrà fermare una spietata organizzazione malavitosa, la Nostra, che ha lo scopo di impadronirsi dell’Interceptor per utilizzarlo in loschi affari. La trama è piuttosto banale e priva di colpi di scena degni di nota,essa fa semplicemente da contorno al gameplay, senza approfondire per bene sui personaggi, caratterizzati solo lo stretto necessario per sembrare un minimo interessanti. Spy Hunter quindi, da puro arcade, ha subito una radicale trasformazione, diventando un ibrido arcade-shooter/third-person-shooter. La sezione giocabile è formata da due parti distinte (anche se in alcune missioni sono collegate fra loro): la frenetica e adrenalinica sezione con l’Interceptor, rimasta pressoché invariata come struttura rispetto agli altri episodi, e la nuova sezione a piedi in cui Alex Decker dovrà vedersela con i cattivi della Nostra. Iniziamo parlando di quest’ultima, che in definitiva è la vera novità del gioco, e che purtroppo lascia molto a desiderare. Alex Decker potrà usufruire di un arsenale bellico standard, in cui troviamo alcune tipologie di fucili e di pistole, un immancabile lanciarazzi, e armi da corpo a corpo (tubi e mazze di legno). Nel caso in cui non volessimo sprecare proiettili, potremo sfruttare la possente forza fisica di Alex Decker per picchiare gli avversari: sostanzialmente ci sono due attacchi semplici concatenabili tra loro (uno forte e uno debole), e un comando di presa, che permette di effettuare quattro tipi di mosse di wrestling con le quali spezzare la schiena ai malavitosi della Nostra. Il tutto risulta essere divertente nei primi istanti, ma dopo pochi minuti tutti i problemi e i difetti vengono a galla, coprendo quasi del tutto quel che di interessante sembra esserci nel gioco. Spy Hunter, pur avendo buone idee (anche se non molto originali), è pieno di problemi, e ciò che salta subito all’occhio sono la legnosità dei movimenti di Decker e la macchinosità del sistema di controllo, che si traducono in un’esperienza di gioco tutt’altro che piacevole; Il sistema di mira in terza persona, nonché la maggior parte dei movimenti di Decker, non sono il massimo della precisione, e tendono a portare facilmente alla frustrazione che viene limitata solo dal livello di difficoltà molto basso. Il level design è lineare e poco articolato, non ci sono situazioni di gioco particolarmente avvincenti che tengono vivo l’interesse, l’AI degli avversari è scarsa, la difficoltà è sbilanciata…Insomma, siamo di fronte a una marea di difetti che, uniti al fatto che l’unica strategia da adottare (a parte rari casi) è quella di buttarsi a capofitto nelle stanze e sparare/picchiare all’impazzata senza un minimo di componente stealth, rendono questo gioco piatto e noioso; inoltre le scialbe e brevi cinematiche che ogni tanto spezzano il ritmo del gioco non aiutano certo a ravvivare l’avventura. Lasciando da parte la (pessima) novità, torniamo invece a quella che è la vera essenza di Spy Hunter, ovvero la guida dell’Interceptor. Questa parte del gioco, per chi non conoscesse i vecchi capitoli, è semplicemente un sezione arcade in cui, alla guida di un’autovettura trasformabile, non bisogna far altro che seguire un percorso prestabilito e sparare a destra e a manca per abbattere i nemici che si presentano davanti. L’interceptor può trasformarsi in tre veicoli, una fuoriserie a quattro ruote, un motoscafo supertecnologico, e un’agile motocicletta: la trasformazione dipenderà dal tipo di percorso che affronteremo, ed ognuna delle trasformazioni avrà delle armi adatte alla situazione da gestire, come ad esempio mitragliatrici, olio, mine acquatiche, missili a ricerca, ed altro ancora. Questa fase del gioco è decisamente più immediata e divertente di quella on foot, il veicolo ha un feeling di risposta molto arcade (anche se il mirino non è fluidissimo) ed è piacevole da comandare, anche scaricare il proprio arsenale contro le vetture avversarie è piuttosto appagante. Le uniche pecche riguardano sostanzialmente il level design, che poteva essere più articolato, e il livello di difficoltà, che è sempre troppo basso, infatti qualche nemico in più su schermo per rendere tutto più frenetico non avrebbe guastato di certo. L’ennesimo punto dolente di Spy Hunter è la longevità: basteranno pochissime ore per portare a termine l’avventura principale (circa una decina di missioni), e difficilmente verrà la voglia di giocarlo per la seconda volta…tutto quel che rimarrà da fare sarà soltanto cimentarsi in qualche missione bonus e poi riporlo sullo scaffale.

SpyHunter: Nowhere to Run
SpyHunter: Nowhere to Run

Graphic and Sound

Così come la giocabilità, anche l’aspetto tecnico lascia molto a desiderare, e Spy Hunter non può certo competere con le migliori produzioni PS2 di quest’ultimo periodo. La qualità grafica, pur avendo subito lievi miglioramenti rispetto a quella dei progenitori, rimane comunque di livello medio/basso... è da considerarsi sufficiente solo il modello di The Rock, che per lo meno assomiglia all’originale, e i modelli dei veicoli. Negli stage a piedi i poligoni dei personaggi sono un po’ “spigolosi” a causa della bassa risoluzione, le texture scarseggiano di dettaglio, le animazioni sono legnose, i livelli sono scarni, gli effetti luce delle esplosioni poco realistici, e ci sono imprecisioni qua e la per quel che concerne le collisioni. Al volante dell’Interceptor le cose non cambiano molto, e ritroviamo gli stessi problemi che affliggono l’altra sezione di gioco, ovvero texture e poligoni di scarsa qualità, fondali scarni e poco dettagliati e collisioni un po’ approssimative. A chiudere questo quadro negativo ci sono i filmati in FMV, che essendo stati realizzati con la grafica a bassa risoluzione utilizzata nel gioco, soffrono di una qualità video pessima, esageratamente pixellosa e sfocata. Il sonoro è forse ciò che è riuscito meglio. Gli effetti sonori sono sopra la media, con esplosioni e spari discretamente realistici; le voci (ridoppiate totalmente in italiano) non sono niente male, anche se si poteva fare di più in quanto a espressività; la colonna sonora è anch’essa ben fatta, e pur non spiccando per originalità, riesce a rendere molto bene l’atmosfera nelle varie situazioni di gioco.

SpyHunter: Nowhere to Run
SpyHunter: Nowhere to Run

Spyhunter è un gioco che non pretende di essere troppo impegnativo, vuole invece puntare alla semplicità e immediatezza che solo i giochi arcade sanno regalare. Purtroppo il risultato è di basso profilo, un titolo sotto la media sia dal punto di vista tecnico che da quello della giocabilità...e se pure in un gioco di stampo arcade l'aspetto visivo può facilmente passare in secondo piano, la giocabilità invece no. Il consiglio è quindi quello di puntare ad altro, anche per coloro che hanno amato i due episodi precedenti, poichè potrebbero rimanerne piuttosto delusi.

    Pro:
  • Livelli con l'Interceptor coinvolgenti
  • Effetti sonori da film d'azione
    Contro:
  • Qualità grafica sotto la media
  • Giocabilità delle missioni a piedi di basso profilo
  • Sistema di controllo macchinoso

All’inizio degli anni 80, la Midway creò uno splendido gioco di guida arcade che era destinato a diventare, col passare degli anni, un vero e proprio classico…il suo nome era Spy Hunter. Dopo poco meno di vent’anni dalla sua uscita, ovvero nel 2001, la Midway decise di far risorgere questo cult e adattarlo alle console di nuova generazione, trasformando Spy Hunter in un driving shooter 3d che, pur non eguagliando il suo avo, riusciva comunque ad essere emozionante. A rovinare tutto, fece la sua comparsa Spy Hunter 2, un gioco piatto e senz’anima che, non offrendo le caratteristiche vincenti del prequel, finì inesorabilmente nel dimenticatoio. Spy Hunter Nowhere To Run è il quinto capitolo della serie(c’è da contare anche Super Spy Hunter, uscito nel ’91 per NES), ovvero il terzo se consideriamo solo quelli di nuova generazione, e con esso la Midway ha voluto spingere al massimo questo franchise ingaggiando un personaggio molto famoso come Dwayne "The Rock" Johnson, che non si limiterà solo a impersonare Alex Decker nel videogame, bensì sarà anche il protagonista del film omonimo che uscirà il prossimo anno nelle sale cinematografiche. Le novità non terminano qui, la Midway ha infatti deciso di modificare il format di Spy Hunter aggiungendo delle missioni a piedi in stile third person shooter, in modo da arricchire il gameplay; ma se anche l’idea può risultare ottima, purtroppo la realizzazione non lo è…e l’errore si ripete per la seconda volta.