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Starlancer

RECENSIONE di La Redazione   —   30/04/2001
Starlancer
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Anno 2160

Nel 2160 la conquista spaziale è in piena espansione e vicino agli anelli di Saturno si svolge una tremenda battaglia per il controllo del settore.
Niente di strano, dirà qualcuno, gli anelli di Saturno sono teatro abituale di scontri spaziali. No?
Già, ma la cosa stupefacente e che i nostri avversari sono i Sovietici.
Ma come? Niente alieni sanguinari o altre mostruosità siderali, ma i vecchi e cari Russi!
Il tutto inizia quando la flotta Italiana e quella Francese vengono attaccate di sorpresa vicino Marte (una specie di Pearl Harbour del XXII° secolo).
I sopravvissuti, insieme ad alcuni volontari si uniscono al resto della Flotta che compone la Western Alliance (Giapponesi, Spagnoli, Inglesi, Tedeschi ed ovviamente Americani) in orbita vicino Titano. E qui entriamo in scena noi che facciamo parte di uno squadrone composto di volontari e chiamato 45th Volunteers.
Se ci fate caso non è la prima volta che un videogame disegna uno scenario del genere (Battlezone e Tiberian Sun su tutti), ma che la cosa venga da Roberts mi ha un po' impressionato.
Quello che si deve capire e come mai si è optato per una scelta del genere, anziché ricalcare i vecchi e fruttuosi argomenti del passato.

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Anno 2160

Voglia di novità? Io credo che sia una scelta dettata dal gameplay e vediamo subito il perché.
In StarLancer si è voluto ricreare lo stesso feeling di un simulatore di volo della II° guerra mondiale.
Difatti i veicoli che possiamo utilizzare (sono in tutto 12) sono la trasposizione dei più noti aerei protagonisti dell'ultimo conflitto.
Ad esempio il Grendel assomiglia in modo stupefacente al ME 110 e il Naginata allo Zero giapponese.
Lo stesso feeling è riportato sulle Capital Ship e didatti la nostra nave di bandiera è la Yamato (per chi non lo sapesse era una super- corazzata Nipponica).
Ovviamente anche il combattimento ricalca questa filosofia e gli scontri sono molto più simili a quelli che si svolsero nei cieli dell'Europa negli anni '40, che a quelli visti nei simulatori spaziali dell'ultima generazione.
Volete sapere se il risultato mi è piaciuto? Arrivate fino alla fine e lo scoprirete.

Grafica e suono

I giochi di ultima generazione sono tutti molto convincenti, quindi non deve destare meraviglia sapere che siamo di fronte ad uno spettacolo di altissimo livello con le texture che fanno la parte del leone. Ad ogni modo il motore Direct 3D fa egregiamente il suo dovere, soprattutto per quello che riguarda la fluidità di gioco, che nella macchina di prova non ha mai dato segni di stanchezza. Ad essere proprio pignoli si nota la mancanza della grafica a 32 bit e le Capital Ship non sono proprio eccezionali, come ad esempio quelle di FreeSpace 2.

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Grafica e suono

Poi vi è una cura del particolare veramente notevole. Ad esempio quando il Grendel usa i suoi cannoni, si vede chiaramente l'espulsione dei bossoli oltre al girare vorticoso delle canne multiple.
Bellissimi i siluri che sono molto grandi e visibili grazie, anche, alla bellissima scia che lasciano dietro di se.
Meritevole di citazioni le esplosioni delle Capital Ship che avvengono in maniera sequenziale.
Il sonoro non è da meno. Le musiche sono a tema e le comunicazioni tra i vari piloti sono chiare ed efficaci. Purtroppo il gioco non è stato localizzato in Italiano, e questo è un difetto per chi non mastica completamente la lingua Inglese (non vi sono neanche i sottotitoli). Viceversa per chi ha anche un minimo di dimestichezza posso assicurare che i dialoghi, anche in mezzo agli scontri più cruenti, sono molto comprensibili. Da sottolineare che i personaggi parlano con l'accento del proprio paese di provenienza.
Mancano i kilometrici filmati di intermezzo che da sempre hanno contraddistinto i giochi di Roberts. Capiamoci, ci sono, ma non al livello delle produzioni precedenti, ed a dimostrazione di ciò vi sono solo due CD nella confezione.

Interfaccia e controllo

Prendete la classica interfaccia di Wing Commander e riaggiornatela nella grafica ed ecco quello che vi troverete d'avanti ai vostri occhi in questo StarLancer.
Niente novità, quindi.
Molto belle le cut-scenes anche se si possono disabilitare vista la loro ripetitività.
Merita una nota d'attenzione la schermata di armamento e selezione del veicolo, di semplice realizzazione ma di ottima comprensibilità. A proposito di armamenti e veicoli, voglio aprire una rapida parentesi. Come vi ho già detto Roberts ha cercato di ricreare gli scontri tra i veicoli della II° Guerra Mondiale nello spazio, quindi sono stati privilegiati gli scontri ravvicinati a quelli a lungo e medio raggio. Questo implica anche un diverso tipo di armamento, ad esempio nei giochi concorrenti i famosi razzi dummy non venivano quasi mai usati, visto che si toglieva prezioso spazio alle armi intelligenti (come i missile Fire and Forget) molto più performanti. Qui è tutto il contrario e devo anche dire che è estremamente piacevole.
Vi troverete a caricare molti razzi anziché pochi missili (che tra l'altro sono adatti per i bersagli più lenti). Anche per la scelta del caccia bisogna intraprendere scelte ponderate e non dettata dalla famosa legge "Più grande è, meglio è". Molte volte conviene puntare su caccia più piccoli e maneggevoli rispetto a quelli più grandi e potenti.
Insomma l'equilibrio è uno dei punti di forza di questo gioco.
Inoltre devo dire che con il MS Sidewinder Force Feedback il gioco acquista uno spessore notevole.

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Single e Multi Player

Le missioni sono in tutto 25 e sono molto lineari, come nelle migliori tradizioni del genere. Al solito ci sono missioni di caccia, scorta, pattugliamento e tutto il resto del repertorio. Ovviamente capita (quasi sempre) il classico colpo di scena che ci costringere a rivedere i piani missione.
Alcune volte, il non raggiungimento di una missione, ci espone a critiche ma è possibile continuare il gioco, altre volte no.

Apro una piccola parentesi sindacale.
Uno è un poveraccio sopravissuto a 1000 vicissitudini, si arruola per disperato presso la Flotta Spaziale senza che ne abbia l'esperienza, ma vista la situazione d'emergenza non si va per il sottile. Ora io non mi aspetterei niente da un pilota del genere! Mica mi aspetto che faccia miracoli; ma invece nei video-game invece questa è la norma.
E se per caso non si riesce a distruggere 30 Caccia comandati da satanassi ed intercettare 30 siluri che puntano sulla propria Capital Ship (ovviamente da soli) ti mandano alla corte Marziale.
Bah credo che instaurerò il primo Sindacato dei Piloti di Video-game.

Tornando a cose più serie, bisogna dire che la trama ha il giusto spessore e può essere gustata appieno. Ad essere proprio sincero sembra di partecipare ad una campagna navale della II° Guerra Mondiale. A me è piaciuta.

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Single e Multi Player

Il Multiplayer ha due grandi modalità. Una eccezionale, l'altra rientra nella normalità. La prima è quella Cooperative che consente di giocare alle missioni del SP in più di uno e devo ammettere che questo tipo di modalità mi hanno sempre affascinato.
La seconda è il classico deathmatch (anche in team). C'è da dire che di quest'ultima modalità vi sono ben sei varianti tutte molto piacevoli ed interessanti.
Ovviamente si può giocare tramite il classico The Zone, come ogni buon gioco edito da Microsoft.

Conclusioni

StarLancer appartiene a quei titoli che si lasciano giocare piacevolmente per la loro immediatezza e soprattutto per un riuscitissimo gameplay.
Personalmente mi è piaciuto, soprattutto per la bellezza degli scontri, che poi è quello che si chiede ad un gioco del genere. Certo esistono titoli più complessi ed elaborati (come il già citato FreeSpace 2), ma che non danno lo stesso feeling del titolo di Roberts. E poi qui ci sente veramente protagonisti dell'azione.

Introduzione

Erin e Chris Roberts vi dicono qualcosa?
Nooo? Vergogna!
Comunque, per i pochi che non lo sapessero, sono i creatori di una delle più note saghe di videogame nota con il titolo di Wing Commander.
Bene se stiamo parlando di loro in questa sede vuol dire che hanno realizzato un nuovo videogame. Dopo i non troppo brillanti risultati ottenuti al cinema (con la non riuscita trasposizione cinematografica di Wing Commander n.d.Pucci) sono tornati al vecchio amore, solo che stavolta la produzione non è della Orgin ma di "mamma" Microprose sotto il marchio di Digital Anvil. Bene. Che gioco è StarLancer? Vi seccate se vi dico che è il solito simulatore spaziale? Comunque Roberts merita piena fiducia ed andiamo ad analizzare questo titolo con molta curiosità.