I ragazzi di Image & Form si sono distinti negli anni per la scelta precisa di non marciare sul successo del gioco che li ha resi famosi, SteamWorld Dig, e di continuare invece a sperimentare, tentando nuove strade com'è successo con lo strategico SteamWorld Heist e il qui presente SteamWorld Quest, di cui state leggendo la recensione. A prima vista, il nuovo titolo dello sviluppatore svedese ricorda i card game come Hearthstone o Gwent, ma è un'illusione: SteamWorld Quest si ispira più che altro a giochi di ruolo meno conosciuti come Slay the Spire o il vecchissimo Baten Kaitos. Nella nostra recensione vi spiegheremo come funziona questo piccolo gioiellino e perché dovreste assolutamente giocarlo se possedete uno Switch e vi piacciono i combattimenti a turni o lo strampalato universo di SteamWorld.
Una storia di coraggio e bulloni
Ambientato nel remoto passato di SteamWorld Dig, SteamWorld Quest ci racconta le disavventure di un terzetto di amici, rigorosamente meccanici, che si ritrova ad affrontare una missione che potrebbe decidere le sorti del mondo. Diciamo che la protagonista Armilly se l'è anche un po' andata a cercare: lei è una vera nerd che sogna di entrare nella Gilda dei guerrieri più forti del regno, anche se nessuno se la fila a causa delle sue umili origini. A sostenerla ci sono sempre la razionale maga Copernica e il massiccio e ingenuo Galleo. Pur contando su un cast abbastanza stereotipato, i ragazzi di Image & Form riescono a raccontarci una storia genuina e per nulla scontata che parla di coraggio, altruismo e crescita personale: lo fanno tramite dialoghi frizzanti e briosi, impregnati di quell'umorismo sottile ma intelligente che contraddistingue la serie SteamWorld fin dalla prima uscita.
La trama si dipana attraverso scenette e dialoghi completamente in italiano che interrompono l'esplorazione delle varie location in modo organico, senza risultare troppo pesanti o frequenti. La struttura di SteamWorld Quest è estremamente lineare: anche se è possibile rigiocare i capitoli già completati per guadagnare punti esperienza in più o trovare tutti i forzieri nascosti, la struttura resta essenzialmente la medesima atto dopo atto, anche quando si reclutano nel party gli altri personaggi che compongono il variegato cast dei protagonisti. È infatti possibile cambiare il personaggio che controlliamo e che rappresenta la banda durante le esplorazioni, ma questo non influenza in alcun modo il gameplay: al massimo possiamo sferrare un attacco, uguale per tutti e cinque gli eroi, che ci garantisce un piccolo vantaggio all'inizio dei combattimenti. Le zone si dividono perciò in stanze con una o più uscite che conducono ad altre camere, qualche volta così ben nascoste che sarà necessario ricominciare gli atti da capo per scovarle tutte.
Fortunatamente, SteamWorld Quest garantisce la possibilità di saltare gli intermezzi narrativi e di accelerare la velocità delle animazioni durante i combattimenti, nel caso in cui si voglia "grindare" denaro o punti esperienza. Non che sia necessario, attenzione: giocando al livello di difficoltà predefinito, non abbiamo mai sentito il bisogno di trovare ogni forziere, accumulare livelli prima di un boss o racimolare denaro in più. Quest'ultimo è effettivamente elargito col contagocce, anche se esiste una carta in grado di derubare i nemici, e spesso ci siamo ritrovati al verde davanti a una copiosa quantità di armi, accessori o carte troppo costosi. Il titolo Image & Form è tuttavia bilanciato così bene, sotto questo punto di vista, che davvero non serve sforzarsi eccessivamente per portarlo a termine in una quindicina di ore o giù di lì, a meno che non si giochi al livello di difficoltà più alto che, in effetti, dà non poco filo da torcere soprattutto ai boss. E anche in questo caso, è possibile cambiare il livello di difficoltà in qualsiasi momento o abusare delle statue di salvataggio che ripristinano la salute dei nostri eroi e rigenerano i nemici in zona.
Combattimenti con le carte
Come dicevamo, SteamWorld Quest impiega un sistema a carte durante i combattimenti, ma in realtà è molto diverso da titoli come Hearthstone. Le meccaniche di base sono estremamente semplici: il giocatore schiera fino a tre personaggi e ciascuno di essi ha accesso a una sorta di mazzo personale, composto da un massimo di otto carte che determinano, in sostanza, le abilità cui avrà accesso durante lo scontro. Questo significa che il giocatore affronta ogni battaglia con un mazzo complessivo di ventiquattro carte, solo che in mano può tenerne al massimo sei per turno, dopo averle pescate casualmente. È possibile cambiarne almeno due, ma in generale bisogna arrangiarsi con quello che si ha in mano. Il problema è che le carte si dividono essenzialmente in due categorie: una genera vapore, indicato dagli ingranaggi sul versante superiore dello schermo, e l'altra categoria, invece, lo consuma.
Va da sé che le carte che consumano vapore sono quelle più potenti o utili, dunque diventa fondamentale barcamenarsi con un po' di strategia tra la generazione e il consumo del vapore, tenendo sempre a mente che si possono sfruttare massimo tre carte a turno. Se si giocano le carte dello stesso personaggio, allora quest'ultimo avrà diritto a una quarta carta speciale, determinata dall'arma che impugna e che non consuma né genera vapore. Alcune carte, inoltre, premiano le azioni miste e, se giocate dopo quelle di un altro personaggio specifico, infliggono danni o condizioni aggiuntive. Non esistono bustine o altri fattori casuali che intervengono sulla costruzione dei mazzi: le carte si trovano nei forzieri, si comprano - e si potenziano - dal venditore che compare in ogni atto, si ottengono automaticamente alla fine di alcuni intermezzi narrativi contestuali.
SteamWorld Quest ci inonda di carte fin dalle prime battute, ma lo fa gradualmente e senza mai sopraffarci: complice il fatto che ogni personaggio può portarne in battaglia massimo otto, gestire i singoli mazzi resta facile e intuitivo per tutta la durata dell'avventura. Nonostante ciò, il titolo Image & Form riesce nella difficile impresa di garantire un'enorme varietà di situazioni, sinergie e strategie a prescindere dai personaggi schierati. Se è vero che alcuni di essi rispettano alcuni archetipi predeterminati - Galleo, per esempio, è principalmente un guaritore, mentre Copernica è una maga d'attacco - è altrettanto vero che alcune carte possono cambiare sensibilmente il loro ruolo in battaglia, e così si possono comporre mazzi che trasformano Galleo in un vero e proprio tank, per esempio, oppure orientare Tarah e Thayne (che in realtà sono un unico personaggio) più verso l'attacco magico che quello fisico e viceversa. Le possibilità sono innumerevoli e questo rende ogni combattimento imprevedibile, ma mai frustrante.
Il giocatore è anzi spinto a elaborare nuove combinazioni e strategie per sgominare i nemici e i boss, cambiando continuamente non solo la formazione degli eroi, ma anche i loro stessi mazzi. In questo senso, è un peccato che SteamWorld Quest non offra la stessa varietà anche in termini di bestiario. Si combatte, e tanto, ma spesso contro gli stessi nemici, contraddistinti al massimo da colorazioni diverse e nuove carte nel loro armamentario. Nonostante questa sensibile ripetitività, che rende le sessioni prolungate un po' stancanti (anche a causa di una colonna sonora non proprio memorabile) SteamWorld Quest è un coloratissimo affresco che ricorda le illustrazioni dei libri di fiabe: il character design è ispirato e originale, gli scenari curati, le animazioni fluide, e giocando in modalità portatile non si perde assolutamente nessun dettaglio. Sotto un certo punto di vista, SteamWorld Quest è un titolo particolarmente adatto all'esperienza mordi e fuggi che solo un handheld può concedere, ma giocato sullo schermo della TV rimane comunque un piccolo gioiellino.
Conclusioni
Image & Form ce l'ha fatta un'altra volta: SteamWorld Quest è un esperimento che funziona magnificamente e che ci ha divertito per tutta la sua durata, spronandoci a tentare nuove strategie e soluzioni con carte e combinazioni sempre nuove. È un gioco di ruolo a carte adatto anche a chi non apprezza particolarmente i giochi a carte: può sembrare un controsenso, ma l'esperienza è strutturata così bene che non si sente minimamente il peso di quel particolare aspetto. Il titolo dello sviluppatore svedese rientra nella sempre più rara categoria dei videogiochi "un'altra partita e smetto", ma quando sono passate altre due ore dall'ultima volta che lo avete pensato può significare solo che state giocando a qualcosa di speciale.
PRO
- Il sistema di combattimento è ricco di possibilità e strategie
- I protagonisti sono divertenti e coinvolgenti
- Visivamente molto bello
CONTRO
- Poca varietà di nemici e boss
- Per comprare ogni oggetto o carta bisogna grindare denaro: non è necessario, ma ci sarebbe piaciuto provare più facilmente ogni opportunità