Come vedremo nel corso della recensione, The Survivalists è l'ennesima rilettura del genere survival, quello fatto di materiali da raccogliere, progetti da costruire e luoghi pericolosissimi da visitare, da soli o in compagnia. Sviluppato da Team 17, software house attivissima dai tempi dell'Amiga 500, ci vede nei panni di un naufrago (di che sesso si può decidere all'inizio dell'avventura) che deve sopravvivere ai perigli di un'isola popolata da ogni genere di creatura ostile. Come ci sia finito non è importante. L'unica certezza è che ormai la nostra imbarcazione è utile soltanto per il fuoco.
Gameplay
I primi momenti di gioco fungono anche da tutorial. Il sistema ci insegna a trovare le materie prime che ci servono per costruire gli strumenti essenziali: una mazza per difenderci, uno strumento multiuso per lavorare, e un sasso affilato per tagliare alberi e spaccare rocce. Con una certa velocità riusciamo anche a costruire i primi oggetti d'arredamento essenziali: un letto in cui dormire e salvare la partita e un falò su cui cucinare manicaretti a base di bacche, petali, carne e ali di pipistrello. Mangiare e dormire sono azioni essenziali da compiere, perché consentono di ricaricare le barre dell'energia. In particolare mangiare serve per recuperare da combattimenti particolarmente difficili o da viaggi estenuanti.
Ma torniamo al nostro accampamento, che va prendendo forma. Costruire è molto semplice: selezionato un progetto, basta possedere i materiali necessari e il gioco è fatto. Dotandoci di mobili da lavoro come fucine o tavoli vari si sbloccano progetti avanzati che consentono di trasformare la nostra abitazione di fortuna in una vera e propria fortezza, dotata di tutti i comfort. Come sempre accade nei survival, sono proprio i progetti a spingerci a esplorare l'isola, perché costruire gli oggetti avanzati richiede spesso materiali reperibili solo addentrandoci in pericolosissimi dungeon o nei luoghi più remoti della mappa. Naturalmente con l'avanzare del gioco avremo a disposizione anche armi più potenti e protezioni più efficaci che ci faciliteranno non poco il lavoro.
Come scimmie
Centrali nell'intera economia di gioco di The Survivalists sono le scimmie, ossia i classici servitori da survival. Convinta una scimmia a unirsi a noi, magari con un regalo, dovremo addestrarla a svolgere un lavoro, sia esso di raccolta delle risorse, di produzione di oggetti o di combattimento vero e proprio.
Il sistema di addestramento delle scimmie è molto semplice: prima bisogna metterle in modalità apprendimento, quindi svolgere il compito che si vuole fargli imitare. Il tutto è facilmente gestibile con mouse e tastiera, ma un po' più macchinoso usando un controller. Quest'ultima affermazione è vera in linea generale: niente di troppo penalizzante, ma provando entrambi i sistemi di controllo fare confronti diventa inevitabile. Del resto lo stesso è comune a praticamente tutti i survival, dove la presenza di inventari molto ampi rallenta un po' certe operazioni se gestite tramite joypad. Anche in questo senso il titolo di Team 17 non si discosta moltissimo dagli altri esponenti del genere, Minecraft in testa. Le scimmie sono complementari alla presenza di altri giocatori con cui condividere l'avventura e rendono vitale l'altrimenti immobile ambiente di gioco. In effetti quando si gioca in quattro e in giro ci sono molte scimmie, sembra di essere in una specie di villaggio.
Grafica
Il mondo di The Survivalists è disegnato in una pixel art piacevole, ben animata e ricca di effetti. La grafica è abbastanza ricercata, pur nel suo seguire lo stile di molte altre produzioni. Se vogliamo è in linea con il resto del gioco: ben fatto, ma senza guizzi particolari.
L'isola in cui è ambientata l'avventura è grossa e ricca di biomi differenti, tra valli rigogliose, zone semi desertiche, grotte di lava e quant'altro, che differenziano le diverse zone che andremo a esplorare. Gli ambienti sono generati proceduralmente, quindi ogni partita sarà leggermente differente, quantomeno nella caccia agli oggetti e alle risorse pregiate. Le creature che popolano l'isola sono molte, tra pipistrelli, cinghiali, cannibali e altri essere non proprio amichevoli, oltre alle già citate scimmie.
La struttura dell'isola riflette moltissimo una delle ossature del gameplay: lasciare il giocatore libero di esplorare come vuole, facendosi la sua avventura... che se vogliamo è l'essenza stessa del genere survival. Un inventario leggermente più capiente avrebbe fatto comodo, ma siamo negli standard dettati dal già citato Minecraft. Quindi si va in giro, si raccolgono materiali, magari ci si infiltra in qualche tempio abbandonato o si litiga con gli indigeni, poi si torna alla base per arredarla sfruttando quanto si è trovato, fino ad avere il risultato desiderato.
Troppo derivativo?
The Survivalists è realizzato complessivamente benissimo e funziona in ogni sua parte... e se vogliamo questo è il suo più grande problema: si tratta di un'interpretazione coerente ma fin troppo manieristica di un genere che ormai conta decine di esponenti.
Dentro ha la summa di tutti gli elementi più amati dai giocatori, ma niente che gli faccia fare anche un solo passo in avanti o che lo differenzi in modo sostanziale dalla concorrenza. È realizzato con grande professionalità, ma, per dirla come una giovane filosofa del mondo dei videogiochi, gli manca un po' di entusiasmo, ossia quel pizzico di alterità e follia che lo avrebbe reso sublime. Precisiamo: non stiamo parlando di un brutto gioco, ma semplicemente di uno che piacerà agli amanti dei survival senza esaltarli, incapace com'è di alterarne la retorica pur nella sua estrema solidità.
Conclusioni
The Survivalists è ben fatto e complessivamente funziona davvero bene. Il suo gameplay stratificato e la solida visione del genere survival che lo muove contribuiscono a un'esperienza di gioco piacevole e duratura, ma non perfetta nel suo essere fortemente derivativa. Se vogliamo il suo grande difetto è quello di essere solo l'ennesimo esponente di un genere ormai inflazionatissimo, che non sembra avere più molto da dire, ripiegato com'è su alcune meccaniche da cui non si riesce a emancipare.
PRO
- Meccaniche survival solido
- Gameplay stratificato
- Tanti progetti da costruire
CONTRO
- Derivativo e incapace di andare oltre gli stilemi del genere
- Con i controller l'interfaccia è un po' più macchinosa