Scritta da Gerard Way e disegnata da Gabriel Bá, The Umbrella Academy è una serie a fumetti che Dark Horse Comics ha cominciato a pubblicare oltre dieci anni fa e che adesso è diventata una miniserie in dieci puntate targata Netflix. L'etichetta si sta cimentando sempre più spesso in questi esperimenti di nicchia e ora che Marvel si appresta a lasciare i suoi lidi, sta diventando indispensabile trovare nuove serie per colmare il vuoto che si verrà a creare sul fronte supereroistico. The Umbrella Academy potrebbe avere la forza e la stravaganza necessaria a riempire quello spazio vuoto: abbiamo guardato la prima stagione e siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla qualità di una nuova proposta che, siamo sicuri, terrà incollati gli spettatori alle poltrone.
I fantastici sei più uno
Casomai non l'aveste ancora capito, The Umbrella Academy non c'entra assolutamente niente con l'Umbrella di Resident Evil. E sì che in questi giorni il remake di Resident Evil 2 è sulla bocca di tutti. No, The Umbrella Academy inizia con un evento straordinario: all'improvviso, sul finire degli anni '80, alcune donne rimangono incinte e partoriscono nell'arco di pochi minuti. I bambini sono chiaramente speciali e Sir Reginald Hargreeves, un eccentrico miliardario, ne adotta sette e fonda l'Umbrella Academy. I bambini crescono nell'istituto, addestrati dal gelido Hargreeves - che li chiama per numero, in ordine di utilità - a usare i loro poteri: Uno è super forte, Due può curvare qualunque arma da lancio, Tre può cambiare la realtà semplicemente a parole, Quattro parla coi morti, Cinque si teletrasporta, Sei può evocare dei mostri orribili dal suo stesso corpo. E poi c'è Sette, che in realtà non ha nessun potere e cresce isolata e mal vista dal resto della famiglia.
La tragica morte di Sei e la scomparsa di Cinque nelle pieghe del tempo sfaldano il gruppo e i superstiti prendono strade diverse, scegliendo nomi e identità proprie. Anni dopo, la morte del padre adottivo riunisce la famiglia nell'istituto, ma quei ragazzi, ormai diventati adulti, devono fare i conti col passato e con quello che sono diventati nel corso del tempo: sociopatici, drogati, genitori divorziati e così via. Il ritorno improvviso di Cinque, però, li obbligherà a mettere da parte le loro divergenze per scoprire com'è morto veramente Hargreeves e sventare quello che sembrerebbe proprio essere l'inevitabile giorno del giudizio.
Quasi X-Men
È evidente che la mitica scuola per mutanti di Charles Xavier ha influenzato fortemente l'immaginazione di Gerard Way, ma The Umbrella Academy ha qualcosa di speciale nel suo DNA che si ispira soltanto in parte ai famosissimi X-Men di casa Marvel. Mettendo da parte ogni metafora sull'integrazione e sulla diversità, i protagonisti di The Umbrella Academy tutto sommato se ne fregano del modo in cui li vede la gente normale. I problemi sono radicati nelle dinamiche di una famiglia completamente disfunzionale in cui ogni assurdità è perfettamente ordinaria. Le dieci puntate della miniserie Netflix tratteggiano ottimamente questo aspetto della storia, senza risultare mai troppo lunghe, e si concentrano soprattutto sui rapporti tra i protagonisti per caratterizzarli delineando personalità e idiosincrasie.
In questo senso, la regia predilige un taglio moderno e lineare che soltanto in alcuni casi ricorre alla sempreverde meccanica del flashback per raccontarci il passato degli Hargreeves, e lo fa senza incastrarsi in nella struttura tipica e prevedibile di questi format. Nonostante le premesse catastrofiche, The Umbrella Academy non è una serie d'azione. Le scene d'azione ci sono, ma sono diluite in modo saggio nel flusso della storia e seguono il copione con intelligenza, senza risultare forzate oppure obbligatorie. In questi casi, la regia fa un uso cauto degli effetti speciali e della musica per sottolineare l'assurdità delle situazioni, ma se nei primi episodi The Umbrella Academy può assumere un aspetto quasi parodistico, già a metà corso si intuisce la piega drammatica che prenderanno gli eventi.
Più che una serie di azione e fantascienza, The Umbrella Academy è una commedia che smonta lo stereotipo supereroistico e lo scrutina in modo spietato. È come se gli X-Men e i Fantastici Quattro abbiano fatto un figlio e abbiano scelto come padrino qualcuno tipo Grant Morrison. Il casting riflette sapientemente le atmosfere dello show. La sempre brava Ellen Page interpreta Vanya, il Numero Sette che si è sganciata dalla famiglia e si è tuffata nella sua normalità senza mai esserci veramente riuscita. Spicca poi il talentuoso Robert Sheehan, anche se il suo Klaus, il Numero Quattro, ci mette un po' a ingranare. Il giovane attore irlandese lo carica di forte autoironia, trasformandolo in una macchietta un po' patetica che ha bisogno di una svolta a metà serie per conquistare finalmente gli spettatori. Non male gli altri Hargreeves, anche se Aidan Gallagher si distingue per la sua interpretazione da schiaffi di Cinque, la chiave di tutta la vicenda che incarna il paradosso del veterano intrappolato nel corpo di un dodicenne con conseguenze esilaranti.
The Umbrella Academy, insomma, si fa seguire con piacere per tutte le sue dieci puntate. La storia è ricca di colpi di scena e inchioda con alcune trovate che alimentano la curiosità dello spettatore, specialmente grazie al cast variopinto di protagonisti e comprimari. Hazel e Cha Cha, i due sicari che danno la caccia a Cinque, per esempio, riescono a rubare la scena ai protagonisti in più di un'occasione, trascinando interi episodi solo coi loro assurdi dialoghi... e qualche tavoletta di cioccolata a base di stupefacenti. The Umbrella Academy è tutto così: nonostante tutta la buona volontà del Numero Uno, c'è davvero molto poco di super in questa sgangherata famiglia di eroi. E forse ci sono piaciuti soprattutto per questo.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.0
The Umbrella Academy riesce a raccontare una storia di supereroi terra terra senza ricorrere a scene di sesso o di ultraviolenza gratuita, dimostrando che basta una sceneggiatura intelligente, qualche dialogo particolarmente frizzante e una sana dose di introspezione per rovesciare le aspettative degli spettatori nei confronti di questi show televisivi. Lo consigliamo a chi cerca una serie diversa dal solito, ben girata e recitata, che strappa più di un sorriso, fa riflettere e coinvolge profondamente nelle battute finali.
PRO
- Le dinamiche della famiglia Hargreeves
- La colonna sonora
CONTRO
- Qualche colpo di scena prevedibile
- Effetti speciali non sempre convincenti