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Tombi! Special Edition, la recensione del ritorno del classico anni '90

Limited Run Games ha rispolverato l'opera prediletta di Tokuro Fujiwara: nella recensione di Tombi! Special Edition analizziamo tutte le novità di questa operazione nostalgia.

RECENSIONE di Lorenzo Mancosu   —   03/08/2024
La cover art di Tombi! Special Edition
Tombi! Special Edition
Tombi! Special Edition
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C'era una volta Tokuro Fujiwara, storico game designer rimasto nelle file di Capcom per poco meno di quattordici anni, praticamente una carriera intera trascorsa alla supervisione di opere come Ghosts 'n Goblins, diversi capitoli di Mega Man, Commando, Breath of Fire e tantissime altre, fino ad arrivare addirittura alla produzione generale del primo Resident Evil. Poi, una volta raggiunto il ruolo di general manager della divisione console, scelse d'imboccare una strada che oggi è all'ordine del giorno per i veterani del settore, ma che nel 1995 fu percepita come il frutto di pura e semplice follia: presentò le dimissioni a una delle compagnie più in vista dell'industria, lasciandosi alle spalle un'eredità ingombrantissima e un altisonante ruolo dirigenziale, per fondare il suo piccolo studio indipendente, una bottega che rispondeva al nome di Whopee Camp.

La ragione dietro l'abbandono? Semplice: il bruciante desiderio di creare videogiochi freschi e originali, una cosa che riteneva ormai impossibile sul fronte di un colosso istituzionalizzato come la Capcom della seconda era Kenzo Tsujimoto. Fu così che il neonato studio iniziò i lavori su Tomba! - conosciuto come Tombi! nella versione europea - una folle avventura a piattaforme ricamata attorno a idee e concetti di game design che ancora oggi, a ventisette anni di distanza dalla pubblicazione originale, sono rimasti eternamente scolpiti nelle pieghe del tempo in ragione della loro straordinaria unicità.

Lo stato di culto raggiunto dall'opera non è passato inosservato allo sguardo Limited Run Games, che ha voluto scommettere forte sul fattore nostalgia: analizziamo tutte le novità di questa particolare operazione nella recensione di Tombi! Special Edition.

Dove c'è Tombi! c'è casa

Raccontare la struttura di Tombi! a chi non abbia mai avuto occasione di viverla è un compito estremamente difficile: quella progettata da Fujiwara è un'esperienza sospesa a metà strada fra platform e avventura d'azione che srotola un tappeto di meccaniche mai viste prima, intrecciando diverse ispirazioni lungo fondali in 2.5D dotati di un'effettiva profondità tutta da esplorare. Nel calderone ci sono elementi metroidvania, centinaia di "missioni", piccole pennellate da gioco di ruolo, e c'è infine un vastissimo e colorato mondo completamente interconnesso che incarna la più solida visione embrionale della filosofia open-world.

Tombi! è stato un mix esplosivo di meccaniche di vari generi pronte a intersecarsi lungo fondali in 2.5D
Tombi! è stato un mix esplosivo di meccaniche di vari generi pronte a intersecarsi lungo fondali in 2.5D

Il tessuto narrativo della vicenda, di contro, è estremamente semplice: il giovane protagonista con i capelli rosa viene derubato del bracciale d'oro ereditato dal nonno da un gruppo di Maiali Koma, servitori dei sette pericolosissimi Maiali Malvagi che hanno messo a ferro e fuoco il continente scagliando una serie di maledizioni capaci di destabilizzarne ogni singola regione. Il compito del giovane Tombi sarà dunque quello di partire alla ricerca della sua eredità attraverso tantissimi biomi piagati dalla minaccia dei Maiali, stringendo alleanze con i pittoreschi abitanti dei sette principali insediamenti con il fine ultimo di imprigionare, grazie a una serie di sacchi magici, i più pericolosi luogotenenti del nemico.

Se la sinossi, sulla carta, potrebbe far pensare a una struttura lineare e guidata, Tombi è invece divenuto celebre proprio per la marcata non-linearità del sistema di Eventi, ovvero un totale di 130 fra piccole e grandi missioni secondarie che richiedono una conoscenza profondissima delle diverse ambientazioni e dei sentieri nascosti, un elevato grado di comprensione dei lapidari indizi forniti, una mole spaventosa di backtracking, nonché un certo fiuto riguardo quando e dove sia necessario utilizzare determinati oggetti. Una delle peculiarità sta, infatti, nella presenza di un enorme inventario che non accoglie solamente strumenti da utilizzare attivamente, come una nutritissima selezione di armi e di gadget, ma anche decine di oggetti da sfruttare secondo i dettami delle tradizionali avventure grafiche, per interagire con lo scenario e con i personaggi non giocanti.

La straordinaria varietà dell'esperienza è stata un riflesso delle sue unicità nel gameplay
La straordinaria varietà dell'esperienza è stata un riflesso delle sue unicità nel gameplay

Il risultato di questa equazione è un'esperienza totalmente libera, aperta, letteralmente inondata di segreti e di situazioni uniche che continuano a emergere a decenni di distanza dalla pubblicazione originale, regalando un sapore contemporaneo anche a un'operazione nostalgia come quella perseguita da Limited Run Games. Tombi! è riuscito a rimanere attuale in ragione delle sue unicità, quei tratti distintivi che non è mai più capitato di incontrare al di fuori della produzione di Whoopee Camp e che è possibile vivere solamente iniziando una nuova avventura nel Villaggio di Tutti gli Esordi, una fra le tappe più affascinanti lungo i binari del mercato anni '90.

La Special Edition

La nota dolente di quest'edizione speciale sta nel fatto che non è stato attuato alcun tipo d'intervento sulla struttura fondamentale del gioco, sui testi, sulla qualità della vita in senso lato né sul comparto grafico: ciò significa che capita d'imbattersi negli stessi identici bug del 1997, di incontrare in determinate aree le medesime texture ballerine che si possono ricordare dalla gioventù, ma soprattutto di incappare negli storici errori di localizzazione che rischiano di rendere la vita dei neofiti parecchio complessa. Sì, il messaggio "Clear!" che segue il completamento di un evento è ancora tradotto come "CANCELLA!", il che fa sempre sorridere, ma il problema nasce quando termini come "valvola" vengono adattati come "tubo", complicando inutilmente la risoluzione degli Eventi.

La meccanica di rewind sfrutta i 'save state' per integrare un classico riavvolgimento
La meccanica di rewind sfrutta i 'save state' per integrare un classico riavvolgimento

Per il resto, si tratta di un lavoro superiore allo standard - seppur certamente non elevato - di Limited Run Games: la nuova meccanica di riavvolgimento, per esempio, integra nell'interfaccia la possibilità di ricorrere ai classici "save state" tipici del mondo dell'emulazione per riportare indietro le lancette dell'orologio di qualche secondo, ed è una funzionalità che fa tutta la differenza del mondo in un'esperienza come Tombi!, nella quale un piccolo errore nella mappa del Monte della Fenice si traduce nella perdita di diversi minuti di platforming. Allo stesso modo, ora il salvataggio non è più relegato ai cartelli sparsi per il mondo di gioco, ma si può comodamente richiamare con la pressione del grilletto destro.

Fin dal menu principale è invece possibile accedere a una serie di chicche inedite, fra cui spicca senza dubbio il Museo: in questa piccola galleria è possibile visionare diversi materiali relativi alla prima pubblicazione, tra artwork dei protagonisti, bozzetti della costruzione dei livelli, video promozionali e diverse concept art anche di natura tecnica. I contenuti di maggior valore sono certamente le interviste a Tokuro Fujiwara - affiancato da altri sviluppatori come la compositrice Harumi Fujita - dalle quali emergono diversi retroscena volti a spiegare la filosofia di design alle spalle di Tombi!, ma è evidente che si tratta di extra raramente capaci di stuzzicare l'interesse del pubblico di massa. È disponibile, inoltre, anche un Lettore Musicale che aggiunge al pacchetto tutti i brani in versione originale e rimasterizzata, fra l'altro incorniciandoli in una piccola interfaccia dedicata.

Tra le chicche più interessanti spiccano senz'altro le interviste esclusive
Tra le chicche più interessanti spiccano senz'altro le interviste esclusive

Dal canto suo, il nuovo pannello delle opzioni in gioco permette di modificare il rapporto d'aspetto dello schermo aprendo anche a una variante 16:9 in widescreen stirato che non è proprio quella che ci si sarebbe potuti aspettare. Inoltre, se da una parte sono disponibili un filtro CRT piuttosto aggressivo e diverse altre minute impostazioni di personalizzazione, dall'altra sono svaniti settaggi che in passato erano presenti, come per esempio la selezione della velocità dei testi e la gestione disgiunta dei volumi. A proposito di audio, l'intera colonna sonora è stata riscritta da Harumi Fujita: in questo caso la scelta spetta a ciascun giocatore, che può optare per la variante nostalgica oppure affidarsi a una versione fortemente rimaneggiata.

Il valore della nostalgia

Limited Run Games è stata piuttosto furba a non menzionare mai il discusso concetto di rimasterizzazione, perché di fatto questa Special Edition si limita alla riproposizione dell'originale in un calderone semplicemente arricchito con piccole pennellate di colore. Insomma, è la più classica delle operazioni nostalgia volenterosa di schivare anche una banale tirata a lucido delle sequenze FMW, mettendo invece sul piatto diversi contenuti di valore - su tutti le interviste - che, tuttavia, faticano a brillare con la stessa intensità di una nuova passata di vernice grafica o un banale miglioramento delle texture.

Quello che c'è di straordinario in questa edizione era presente anche al momento del day one originale
Quello che c'è di straordinario in questa edizione era presente anche al momento del day one originale

Ciò detto, ci sono anche delle questioni difficili da digerire, come per esempio l'eccessiva durata dei tempi di caricamento, una problematica che sarebbe possibile risolvere senza necessariamente intervenire in maniera invasiva e che finisce per minare un'architettura capace di dimostrarsi immune ai naturali processi d'invecchiamento. Si tratta, in buona sostanza, di un grande atto di preservazione volto a riproporre un grande classico in totale purezza, con tutti i pregi e gli spigoli del caso: la speranza, a questo punto, è che Tokuro Fujiwara abbia anche solamente nell'anticamera del cervello il pensiero di trovare un partner e progettare un grande ritorno per il suo figlio prediletto, riportando nel mondo della veglia una bellissima creatura che riposa da tanto, troppo tempo.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Nintendo eShop
Prezzo 19,50 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (4)
5.2
Il tuo voto

Tomba! Special Edition è una grande operazione di preservazione firmata Limited Run Games che riporta con successo sotto i riflettori il grande assolo di Tokuro Fujiwara, infiocchettando il pacchetto con una serie di piccoli extra per solleticare ulteriormente le corde della nostalgia. L'opera ha mantenuto intatto tutto il suo fascino magnetico, si presenta ancora come un grande unicum e, nell'essenza, resta un videogioco imperdibile per i veterani quanto per i nuovi arrivati: nonostante l'età, è un immenso piacere potersi muovere ancora una volta per i paesaggi in 2.5D. Al tempo stesso, la riedizione presenta qualche spigolo di troppo per l'anno che corre, a partire da una mole di caricamenti indigeribile, passando per qualche problemino nell'audio, per arrivare infine alla carenza di miglioramenti anche basilari alla qualità della vita. Insomma, è sempre il solito Tombi!, e questo è al contempo il più grande pregio e il più grande difetto dell'operazione.

PRO

  • Tombi! è rimasto un videogioco unico nel suo genere
  • Extra interessanti, specialmente le interviste
  • È un tuffo a capofitto negli anni '90

CONTRO

  • Troppi caricamenti e troppo lunghi per un'edizione del 2024
  • Interventi sulla qualità della vita minimi
  • Qualche bug di troppo nell'audio