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Until Then, la recensione di un gioco sulla vita nelle Filippine con un tocco paranormale

La recensione di Until Then, tra Donnie Darko e To the Moon, uno slice of life interessante che non sempre gestisce bene i tempi.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   20/07/2024
I due personaggi di Until Then

Sdraiato sul letto di casa sua con lo sguardo incollato allo schermo dello smartphone, Mark aspetta la risposta di Nicole con lo stomaco attorcigliato. Fa avanti e indietro, aprendo e chiudendo le chat con i suoi amici, ma sta attento a non perdere di vista le notifiche in arrivo, perché lo scambio di messaggi con la ragazza che gli piace è la cosa più eccitante che gli sia successa negli ultimi mesi. Nell'altra chat la sua migliore amica, Cathy, lo prende in giro, e nel gruppo della classe si discute della lezione di quel giorno e delle stranezze della professoressa.

Mentre Mark si torce le budella per l'ansia, uno degli aspetti meglio riusciti di Until Then è la sua magia: ci si sente talmente calati nei panni del ragazzo che è come se quel messaggio dovessimo riceverlo noi, tornati adolescenti, con il cuore a mille e la speranza di far colpo. Questi sono i momenti in cui Until Then dà il suo meglio. Ma sono anche quelli in cui dà il suo peggio.

Uno slice of life post catastrofico

Until Then è una visual novel realizzata da Polychroma Games, studio di sviluppo filippino, che con intelligenza ha inserito nel videogioco parte della cultura del suo paese. È una storia adolescenziale di cotte, di amicizia, di sogni per il futuro, ma calata in un contesto post catastrofico.

Lo smartphone è l'oggetto essenziale attraverso cui passano molti dialoghi con gli altri personaggi
Lo smartphone è l'oggetto essenziale attraverso cui passano molti dialoghi con gli altri personaggi

Sullo sfondo della vicenda principale, infatti, si parla spesso del grande cataclisma che ha cambiato la storia delle Filippine, al punto da diventare un vero e proprio spartiacque per i destini dei personaggi del gioco. Il titolo è ambientato nel 2014 e, nonostante non venga mai fatto esplicitamente cenno ai veri disastri naturali che hanno colpito le isole in quegli anni, è facile pensare al tifone Haiyan che ha devastato il paese nel 2013, ed è considerato uno dei più potenti mai registrati nella storia. Una calamità che ha coinvolto più di 16 milioni di persone e ne ha uccise oltre 6000. Nel titolo si affronta spesso la questione dei superstiti e di coloro che non ce l'hanno fatta: il lutto e la sindrome del sopravvissuto, sono due tematiche centrali dell'opera.

Mark e i suoi amici sembrano i classici studenti delle scuole superiori: fanno i compiti quando si ricordano, inseguono le ragazze e i ragazzi che gli piacciono, si dedicano essenzialmente a bighellonare nel tempo libero, raccontandosi sogni e sperando nel grande amore. È bello vedere come certe tematiche e certe sensibilità siano universali, anche dall'altra parte del mondo.

È bello vedere luoghi di una quotidianità lontana
È bello vedere luoghi di una quotidianità lontana

Il contesto però è molto diverso e, a volte, ben più tragico: Mark vive da solo, perché i suoi genitori sono dovuti espatriare per cercare lavori con stipendi migliori. I suoi amici, Cathy, Ryan e Ridel, sono la sua famiglia. Vive una routine fatta di espedienti, di noia e di solitudine, ma anche di momenti felici. La sua normalità viene sconvolta da due eventi altrettanto turbolenti: l'arrivo di Nicole, di cui Mark si innamora in fretta, e il verificarsi di strani fenomeni paranormali che portano alla sparizione di alcuni compagni di classe.

Attraverso gli occhi di un ragazzo di quindici anni

In realtà la vena soprannaturale resta perlopiù vaga, quasi un MacGuffin, per buona parte dell'avventura. Until Then si concentra molto di più nel mettere in scena la quotidianità dei suoi protagonisti. Per la maggior parte del tempo si segue Mark nelle lunghe camminate fino a scuola, nei pomeriggi silenziosi in casa, nei momenti di apatia.

Cathy, la migliore amica di Mark, è uno dei personaggi chiave del racconto
Cathy, la migliore amica di Mark, è uno dei personaggi chiave del racconto

Tale capacità di mettere in scena la routine è essenziale, perché è solo attraverso queste parentesi apparentemente vuote, e in realtà ricche di sfumature, che impariamo a conoscere i pensieri più intimi del ragazzo. Ma questi momenti rappresentano anche una debolezza, perché spesso Until Then si culla nella sua fiacca, trascinandosi in digressioni infruttuose, come quando Mark si mette a fare zapping in TV e assistiamo a frammenti delle trasmissioni che incontra, o quando siamo costretti a rivivere ricordi e pensieri che ha già esplorato in passato.

Anche le sessioni di chat, che riescono a dare l'illusione di essere credibili, a volte si dilungano, così come lo scrolling dei social network. È una tendenza che viene fuori sempre più spesso nel titolo, e diventa più difficile da tollerare dal momento che l'intera avventura, qualora si voglia accedere al true ending, dura oltre venti ore. La qualità di scrittura è comunque sempre buona, capace di variare il registro dall'umorismo al drammatico, ma a volte sembra innamorarsi troppo di sé.

A questo proposito c'è anche un altro aspetto in cui Until Then eccelle e allo stesso tempo deficita, ed è nel raccontare gli stati d'animo dei suoi giovani protagonisti. Come si diceva in apertura, quando i ragazzi fanno i ragazzi le cose filano che è una meraviglia. La sensazione di estraneità al mondo degli adulti, la barriera emotiva che si alza in difesa del proprio sé più vulnerabile, il modo in cui ci si scioglie periodicamente davanti alla parola giusta detta dall'amico o dall'amica di turno.

A volte le chat sono talmente tante che si intrecciano tra loro
A volte le chat sono talmente tante che si intrecciano tra loro

Tutto è scritto in maniera squisita. D'altro canto, funziona molto meno quando questi adolescenti sembrano afflitti da una malinconia e da una nostalgia che li fa sembrare troppo adulti per la loro età. C'è un momento in cui Mark e Nicole parlano dei loro amici, e il ragazzo si lascia andare a una confessione molto toccante, nella quale ammette di avere nostalgia del periodo in cui riusciva a uscire spesso con i suoi amici. L'ho trovato un pensiero condivisibile: avendo superato i trenta è effettivamente difficile conciliare gli impegni di tutti. Ma Mark e Nicole hanno quindici anni. E non è l'unico esempio in cui i personaggi tornano a canzoni, momenti e aneddoti con un rimpianto che risulta un po' forzato per degli adolescenti.

Tra Donnie Darko e To the Moon

Se c'è una componente che non presenta incertezze di sorta è l'aspetto visivo. Meraviglioso dall'inizio alla fine. Sbirciare la quotidianità di una città filippina attraverso i suoi sfondi e le insegne dei negozi, le ambientazioni urbane e i luoghi di ritrovo è un piacere inedito. I personaggi sono animati in modo semplice ma efficace, e la regia è sempre ingegnosa, capace di variare inquadrature e angolazioni, così da rendere dinamico il racconto che gode di un'ottima traduzione in italiano.

I personaggi di Until Then si troveranno in diversi momenti di deliziosa quotidianità
I personaggi di Until Then si troveranno in diversi momenti di deliziosa quotidianità

Anche seguire la storia è tutto sommato piacevole, ed è facile cogliere assonanze con film come Donnie Darko o videogiochi come To the Moon, nonostante per la prima - lunga - run, l'elemento paranormale non emerga mai del tutto.

D'altro canto, gli interventi del giocatore sono pochi e quasi sempre senza conseguenze. Oltre a leggere i dialoghi, ogni tanto si viene coinvolti in piccoli minigiochi che ci vedono impegnati a infilzare polpette di pesce in stile takoyaki, o a spaventare i bambini nella casa degli orrori del luna park. Sono parentesi brevi ma utili a spezzare il ritmo delle conversazioni.

A volte al giocatore viene lasciata l'occasione di scegliere le battute di Mark, ma non si ha mai l'impressione di avere un impatto su ciò che accade quanto piuttosto di gestirne le sfumature. Si assiste, insomma, al disvelarsi di una storia che è già decisa e che per giunta va affrontata diverse volte per arrivare a una chiusura definitiva.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Multiplayer.it
7.0
Lettori (7)
7.3
Il tuo voto

Until Then affronta i temi dell'amicizia, della perdita e della solitudine rappresentando una realtà, quella filippina, che non capita spesso di vedere nel mondo dei videogiochi. Il ritmo, però, non è sempre quello giusto. Il suo pregio e il suo difetto più grande sono simili: la capacità di immergerti nella vita di un quindicenne al punto da farti provare tutte le sue sensazioni, quelle luminose come l'amore, e quelle oscure come la noia e l'apatia. Una visual novel che non è sempre all'altezza del suo grande cuore.

PRO

  • Graficamente delizioso
  • Riesce a calarti nei panni del suo protagonista
  • Interessante e inedita l'ambientazione

CONTRO

  • Alcune sezioni sono inutilmente lunghe
  • Il giocatore ha poca possibilità di intervenire nella storia
  • Qualche ingenuità di scrittura