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Urban Myth Dissolution Center, la recensione dell’avventura che “scoppia” le leggende metropolitane giapponesi

La giovane detective Azami Fukurai lavora per il Centro Dissezione Leggende Metropolitane, un'organizzazione che smonta le leggende metropolitane alla ricerca della verità.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   06/02/2025
Urban Myth Dissolution Center è un'avventura investigativa nella quale si investiga sulle leggende metropolitane

A partire dagli anni '70 e fino agli albori del nuovo millennio, in Giappone si diffuse una vera e propria mania per l'occulto, specialmente quello occidentale. Come e perché è presto detto: una traduzione "fantasiosa" delle profezie di Nostradamus a cura di Tsutomu Goto convinse i giapponesi che il mondo sarebbe finito nel 1999 e li fece appassionare talmente tanto all'argomento da spingerli a importare febbrilmente tutto ciò che aveva a che fare con l'esoterismo occidentale. Questo periodo è comunemente definito boom dell'occulto. Nel fiorire di programmi televisivi, giornali e trasmissioni radio che raccontavano di vampiri, streghe e altre strambe creature, un'altra forma di racconto trovò la sua fortuna, specialmente con l'arrivo della rete internet: le leggende metropolitane.

Quelle giapponesi, in particolare, mescolavano il ricco humus culturale del Sol Levante con le nuove influenze occidentali per creare storie originali che appassionavano di buon grado i ragazzini giapponesi, ma anche gli adulti, crescendo una generazione ossessionata dall'horror. Di questa nutrito gruppo fanno parte per esempio Keiichiro Toyama, il creatore di Silent Hill, e Junji Ito, il mangaka horror più famoso al mondo, nati rispettivamente nel 1970 e nel 1963.

Lo stile grafico delle investigazioni è molto particolare e piacevole
Lo stile grafico delle investigazioni è molto particolare e piacevole

Spesso, però, il confine tra realtà e mito è molto sottile e una leggenda metropolitana potrebbe essere solamente una verità molto colorata, legata magari a un vero fatto di cronaca oppure a una suggestione di qualche tipo. È a questo punto che, in Urban Myth Dissolution Center, interviene il Centro Dissezione Leggende Metropolitane, uno speciale istituto che smaschera le bufale e risolve casi apparentemente legati al soprannaturale.

Una studentessa alla ricerca della verità

Azami Fukurai è una giovane studentessa universitaria preoccupata di essere a un passo dall'uscire di senno: le basta infatti concentrarsi per vedere dei fantasmi irrompere nella sua realtà, abitare il mondo dei vivi, a volte perfino manipolarlo. Spaventata dal suo potere, decide di recarsi al Centro Dissezione Leggende Metropolitane, dove incontra il direttore, Ayumu Meguriya, un uomo in sedia a rotelle con il potere della preveggenza. Il direttore le dice che la sua capacità viene definita psicometria, e i fantasmi che vede rappresentano le tracce che le persone lasciano al loro passaggio. In pratica Azami può vedere il passato. Colpito dal suo talento, l'uomo le offre un posto all'interno del Centro, incoraggiandola a sfruttare la sua capacità per indagare e scoprire la verità in quei casi che vengono erroneamente classificati come leggende metropolitane. Azami dovrà "scoppiare" queste bufale fino a grattare via il paranormale ed esporre la verità nuda e cruda.

Urban Myth Dissolution Center ha una struttura episodica che somiglia a quella di un anime (d'altronde è prodotto da Shueisha, uno dei colossi dell'editoria giapponese dei manga), con ogni puntata che è legata a una leggenda metropolitana. Questo significa che ogni capitolo ha una struttura abbastanza simile che prevede delle fasi ben precise: la presentazione del caso, l'indagine dei social network, l'interrogazione dei testimoni e la ricerca di prove sul luogo dell'evento. Infine l'individuazione della giusta leggenda metropolitana e la risoluzione del caso. Un po' come in alcune avventure di Sherlock Holmes, spesso l'incipit e il finale della storia saranno molto distanti, il primo squisitamente soprannaturale, il secondo totalmente razionale. È proprio questo processo trasformativo che è messo nelle mani di Azami.

Come scritto in precedenza, le fasi di indagini iniziano solitamente dai social network. È un guizzo interessante e in effetti oggi sarebbe inevitabile, negli anni in cui l'identità digitale è diventata più importante di quella reale. In Urban Myth Dissolution Center il social network diventa il luogo dove svolgere le ricerche prima ancora dell'indagine, raccogliendo indizi, parole chiave, indirizzi, nomi e avvenimenti. Il tutto attraverso un sistema che ci vede navigare nei thread dei social definiti da criteri di ricerca ben precisi da scovare all'interno delle conversazioni degli utenti. Si tratta di un sistema intuitivo e divertente che, almeno nelle prime ore, risulta molto piacevole prima di scontrarsi con la sua eccessiva linearità.

Le indagini attraverso i social network sono una trovata interessante e attuale
Le indagini attraverso i social network sono una trovata interessante e attuale

Quello che Azami fa dopo ogni interazione sui social o con i protagonisti dell'episodio, è costruire il classico tabellone d'indagine con tutti i collegamenti. Personaggi, avvenimenti e luoghi vengono interconnessi da fili rossi ed etichette che mettono in chiaro le relazioni e i rapporti. Questo fino al momento in cui non si raccolgono abbastanza elementi per decretare con quale leggenda metropolitana abbiamo a che fare. Tutte le parti deduttive sono basate su un sistema che ci permette di combinare frammenti di frase predeterminati che devono comporre un periodo di senso compiuto. Un po' come accadeva in grandi titoli investigativi come Return of the Obra Dinn e The Case of the Golden Idol. In questo caso, però, qualora non riuscissimo a indovinare la frase corretta, non è prevista nessuna penalità e, anzi, il sistema provvederà a eliminare sempre più opzioni errate. Di nuovo, come nelle sezioni del social network, l'impressione di essere troppo guidati verso la risoluzione diventa evidente in fretta.

Investigare senza rischi

Questa sensazione che non siano mai davvero necessarie doti investigative per portare a termine il caso, ma che piuttosto si possa proseguire a tentoni, è uno dei grandi difetti di Urban Myth Dissolution Center, e uno non da poco. Fa il paio con una struttura degli episodi veramente molto statica, che non si concede mai dei colpi di testa creativi e che, anzi, indugia fin troppo spesso sugli stessi passaggi: a volte personaggi e luoghi tornano e vanno interrogati e ispezionati anche due o tre volte di fila.

Il classico tabellone dell'indagine si riempie man mano che troviamo prove e interroghiamo testimoni
Il classico tabellone dell'indagine si riempie man mano che troviamo prove e interroghiamo testimoni

È un grande peccato, perché nei suoi momenti migliori Urban Myth Dissolution Center sa essere pungente, grazie anche alla sua scrittura dissacrante, allo splendido stile grafico (che ci ha ricordato un mix riuscito tra World of Horror e DanDaDan) e alla scelta di nascondere, dietro al tono leggero e all'aspetto così gradevole, tematiche tutt'altro che frivole. Anche il contesto dei fan dell'occulto, delle community online, dell'ossessione e della morbosità umana davanti all'inspiegabile, alla violenza, all'irrazionale è molto interessante e ben trattato. E il gioco non si risparmia certo di parlare di argomenti scottanti tra prostituzione, suicidio, cyberbullismo. Ma i momenti migliori sono, appunto, pochi e selezionati, nella sua ordinarietà Urban Myth Dissolution Center risulta troppo formulaico per la necessità di esaurire necessariamente tutti i dialoghi con i vari personaggi, o di interagire con tutti gli oggetti per poi dedicarsi a supposizioni che possono comunque essere affrontate per tentativi, senza conseguenze.

Non mancano momenti inquietanti, come questo incontro con un essere che sembra essere uscito da Squid Game
Non mancano momenti inquietanti, come questo incontro con un essere che sembra essere uscito da Squid Game

Questa mancata richiesta di acume fa venir meno ogni anima investigativa, in favore di un'avventura che, a quel punto, diventa puramente narrativa. La splendida sensazione del cervello che fa click e che anima capolavori come Return of the Obra Dinn, purtroppo, in questo caso è sacrificata in nome di una logica comandata.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Nintendo eShop
Prezzo 17,49 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Urban Myth Dissolution Center sacrifica la sua ambizione investigativa in nome di una struttura piuttosto lineare. A fronte di uno stile grafico piacevolissimo, di una scrittura dissacrante e di un certo coraggio nel trattare tematiche tutt'altro che leggere, ciò in cui pecca questa avventura di Shueisha è proprio il cuore della produzione, ovvero l'idea delle indagini. Le meccaniche che propone sono interessanti, ma spesso funzionano solo su carta perché all'atto pratico possono essere risolte semplicemente continuando a sbagliare, senza alcuna conseguenza, e anzi portando il videogioco a spingerti verso l'unica soluzione possibile. L'universo narrativo è splendido, i personaggi interessanti e pieni di spunti e potenziale, ma secondo noi bisognava essere più coraggiosi e mettere veramente il cervello del videogiocatore alla prova.

PRO

  • Stile grafico originale che cattura l'atmosfera dell'occulto
  • Scrittura coraggiosa che tira in ballo temi scottanti
  • Dinamiche investigative interessanti sulla carta

CONTRO

  • Non c'è alcuna penalità nell'errore
  • Troppo lineare e guidato nella risoluzione dei casi
  • Non ci si sente mai davvero parte di un'indagine