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Viking: Battle for Asgard - Recensione

Vichinghi, rune magiche, orchi, battaglie epocali e sangue: da SEGA un hack'n'slash ambientato in un'immaginaria e fredda Scandinavia.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   18/04/2008

Viking: Battle for Asgard - Recensione
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Un macellaio di nome Skarin

Ad un certo punto del gioco, inoltre, previo recupero di 3 amuleti, si potranno reclutare anche dei potenti dragoni, che il buon Skarin sarà in grado di evocare per integrarli nel proprio esercito. Anche se però nè i primi, nè i secondi, i mostri di cui parlavamo, saranno purtroppo controllabili direttamente dal giocatore. Di fatto l'azione prevede che solo il personaggio principale sia utilizzabile in queste fasi (come nel resto dell' avventura). Tuttavia pur non potendo agire sulla propria armata attivamente, non manca il divertimento derivante dal fatto di ritrovarsi comunque nel bel mezzo di epici scontri fra centinaia di soldati e creature come mai si era visto in nessun altro videogame, restandone positivamente coinvolti. E mentre l'adrenalina sale a mille si può utilizzare proprio la potenza di Skarin per gettarsi nella mischia e dare sfogo alla sua forza distruttiva. Gli scontri sono molto divertenti: il nerboruto guerriero può sferrare colpi di spada micidiali con la semplice e ripetuta pressione di un tasto, generando anche combo devastanti (in totale sono una quindicina e comprendono anche azioni di contrattacco) che spesso sfociano in sanguinose uccisioni spettacolari, come la decapitazione dei nemici, oppure scegliere un approccio più calmo, prendendo il nemico di spalle e in maniera silenziosa, alla Solid Snake.

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Tali mosse possono essere ampliate di numero da altre apprese in una delle tre arene presenti su ognuna delle isole in cui è strutturata l’area in cui si svolgono i fatti. Inoltre è possibile utilizzare delle rune magiche per infondere alla spada il potere degli elementi. Da segnalare la presenza degli ormai immancabili Quick Time Events da eseguire in questo caso contro i boss. Ma non è tutto oro quello che luccica. Viking presenta anche delle imperfezioni nel suo gameplay. Ad esempio l'IA dei nemici non appare molto sviluppata. Intendiamoci, i vari abomini non sono stupidi, ma nemmeno delle "arche di scienza". Poi manca a nostro parere un sistema di level-up del personaggio che forse non avrebbe guastato in un prodotto simile. Senza dimenticare che a molti hardcore-gamer il poter eseguire le proprie azioni di attacco semplicemente premendo ripetutamente un tasto alla lunga potrebbe annoiare, poiché priva il titolo per certi versi di quell'aspetto tecnico che magari l'implementazione di buona parte degli altri pulsanti del Pad per determinate mosse avrebbe potuto infondergli, per una maggiore profondità.

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Ambientazioni da fiaba

Per quanto riguarda l'estetica del gioco c'è da dire che Creative Assembly ha svolto un discreto lavoro e francamente non si capiscono certe critiche piovute addosso dagli Stati Uniti sul prodotto. Viking non ha la migliore grafica di tutti i tempi, ma nemmeno è da censurare. Visivamente il titolo offre degli splendidi scorci ed ambientazioni fiabesche che chi ha avuto la fortuna di vedere dal vivo in qualche suo viaggio in quelle terre o simili, come l'Irlanda e la Scozia, non faticherà a riconoscere sulla tv. Gli scenari inoltre spaziano bene da paesaggi all'aperto discretamente dettagliati ad altri più cupi e al chiuso di qualche caverna. I personaggi sono ben curati anche se presentano un design tipicamente da comics americano alla Conan il barbaro piuttosto che reale, così come mostri e creature, ed animazioni "ballerine", nel senso che spaziano da buone a pessime in alcuni frangenti. Il comparto grafico però risente dell'enorme numero di personaggi sullo schermo durante le battaglie, con evidenti cali di frame-rate nelle fasi più concitate. Per quanto riguarda l'audio c'è da segnalare una colonna sonora senza infamia né lode, dei campionamenti "in game" poco ispirati, non tanto per qualità quanto per numero limitato, ed un discreto doppiaggio in italiano che alterna splendide voci come quella di Pietro Ubaldi, visto all'opera in diversi film come ad esempio "I pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma", ad altre comunque sulla sufficienza.

Viking: Battle for Asgard - Recensione
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Commento

Viking: Battle for Asgard è un titolo di quelli particolari, per così dire. Da un lato la splendida ambientazione e parte del gameplay teso a rappresentare scontri all'arma bianca semplici ma molto spettacolari, possono attirare le attenzioni di quella parte di pubblico appassionato del genere e desideroso di cimentarsi in qualcosa di non particolarmente profondo o complesso, votato all'azione nuda e cruda. Dall'altro, invece, una trama scarna, una profondità di gioco in parte limitata, ed una certa monotonia d'insieme possono far storcere il naso di contro a chi vorrebbe qualcosa di più da questa tipologia di giochi. Ma a nostro parere Viking: Battle for Asgard andrebbe preso per quello che è, e cioè un hack'n'slash con elementi epici, quali le battaglie di massa, che non inventa nulla di nuovo, nè vuole farlo, ma che sa divertire senza troppi fronzoli pur nella sua linearità.

    Pro:
  • Splendide le ambientazioni nordiche
  • Divertente nel suo insieme
  • Graficamente discreto
    Contro:
  • Animazioni da rivedere
  • Gameplay ripetitivo
  • Nessuna modalità multiplayer