Tecnica Virtuale
Suffisso, è bene precisarlo fin dall’inizio, inserito stavolta con motivazioni precise. Le innovazioni proposte hanno riguardato soprattutto il gameplay, con evidenti ritocchi alla rara perfezione di Virtua Fighter 4. Com’e noto, il titolo Sega è incentrato sul pensiero tipicamente nipponico degli incontri, ossia un ritmo lento e ragionato, privilegiando la tecnica alla rapidità di esecuzione, al contrario di quanto si potrebbe supporre dal sistema di controllo, basato su tre soli pulsanti. In realtà la varietà di stili e movimenti è notevole, permettendo strategie diverse ad ogni partita, complice anche l’impostazione biunivoca della arene virtuali, divise nei canonici ring dai quali è possibile precipitare nel vuoto e in claustrofobiche ambientazioni limitate da gelido acciaio. Criteri certamente non adatti a tutti, mitigati intelligentemente da un training mode completissimo e aperto ad ogni soluzione, sia per il principiante, che potrà impratichirsi con la meccanica del gioco, che per l’esperto, pronto ad affinare le proprie tattiche e imparare le nuove mosse inserite. Evolution difatti include due personaggi inediti, Burns e Hogh, e nel complesso diverse novità nelle tecniche esistenti,rendendo se possibile ancora più equilibrata l’ampia scelta dei combattenti. Anche l’intelligenza artificiale della CPU è stata rivisitata, modifica resa rilevante soprattutto nella nuova modalità Quest, mutuata dal kumite mode, dove saremo impegnati a trionfare contro più avversari possibile negli Arcade del Giappone, in incontri dalle condizioni più disparate e che ricordano da vicino quelli di soul calibur. E’ interessante notare come queste missioni spesso ci vengano presentate anche nell’Arcade mode. I compensi ricavati dai combattimenti potranno essere utilizzati per sbloccare tutta una serie di gadget per il protagonista dell’avventura, rendendo il titolo AM2 veramente molto longevo anche in singolo. Le ultime considerazioni come di consueto sono rivolte all’edizione nostrana, non localizzata ma in compenso dotata dell’utilissimo selettore 50/60 Hz.
Sensazioni Audiovisive
Come già anticipato nell’introduzione, la realizzazione tecnica di Virtua Fighter 4, per quanto godibile, non era propriamente una conversione identica all’originale, aspetto che ha messo in rilievo l’inesperienza di Sega circa l’architettura del monolite. Evolution rimedia sensibilmente alle ingenuità della prima edizione, realizzando un comparto tecnico valido in tutti i suoi molteplici aspetti. Le prime sensazioni positive riguardano le arene virtuali, ridisegnate in termini di dettaglio e rese particolarmente realistiche da piacevoli elementi animati. Panorami da miniatura giapponese come piattaforme in legno superbamente incise all’ombra dei ciliegi in fiore, caverne sotterranee dove l’acqua pura scorre, desolate spiagge al tramonto appena sfiorate dal vento, coesistono naturalmente con paesaggi moderni ma non meno evocativi come acquari in costruzione, cime di grattacieli illuminati dal potente fascio luminoso di un elicottero e imponenti castelli immersi nella neve eterna. La quiete non è minimamente interrotta dai combattenti, ma anzi sottolineata dai loro movimenti precisi e credibili, solitamente accompagnati nelle loro oscillazioni da sorgenti di luce dinamiche. I volti dei combattenti sono deformati da espressioni di dolore, passione, antico rispetto verso l’avversario. Il taglio cinematografico di certe inquadrature perpetua gli instanti più tecnici dell’incontro, esaltandone la particolarità dello stile, ed evidenziando in negativo texture poco definite e le reduci scalette. La colonna sonora è accettabile, con brani hard-rock piuttosto movimentati, mentre gli effetti sonori sono sui soliti ottimi livelli.
Commento
L’evoluzione di Virtua Fighter 4 dimostra come sia possibile riproporre titoli attuali senza ridurli a semplici update estetici. AM2 non ha solo aggiornato la realizzazione tecnica, limitata in precedenza da tempi di conversione ridotti e ora decisamente più curata in ogni comparto, ma ha altresì ritoccato l’equilibrio del gameplay, con l’introduzione di due nuovi combattenti che, unitamente a diverse modifiche a quelli già disponibili, hanno reso se possibile VF ancora più tecnico e realistico: una struttura tanto complessa da essere naturale prologo per una longevità esaltante, anche in single player, con gli ottimi training e quest mode, non trascurando i diversi extra presenti e l’eccellente modalità multigiocatore. Poco gratificante quindi definirlo il massimo esponente del genere su PlayStation2. Più corretto farlo entrare nell'olimpo dei migliori di tutti i tempi.
- Pro:
- Tecnicamente valido
- Notevole profondità del gameplay
- Quest e Training mode curatissimi
- Contro:
- E' pur sempre una riedizione
- Non adatto a tutti
Una seconda opinione...
Non potevo certo esimermi dal dire la mia sull'ultima iterazione di una delle mie saghe preferite da sempre. Evolution stupisce, e per la realizzazione tecnica finalmente all'altezza e per i notevolissimi aggiornamenti sul fronte del gameplay, portati non solo dall'aggiunta di due nuovi lottatori, caratterizzati da tecniche di combattimento decisamente interessanti e atipiche, ma soprattutto dalla maniacale ricalibrazione degli equilibri tra i lottatori esistenti, con l'aggiunta di nuove mosse e l'eliminazione, o il ridimensionamento, di tecniche altrimenti troppo letali e sbilanciate.
Evolution è quindi l'incarnazione ideale di uno dei picchiaduro più riusciti degli ultimi anni e di uno dei maggiori esponenti del genere, ma non è per tutti. Il ritmo di gioco lento che esplode improvvisamente in attacchi velocissimi, che solitamente pongono fine all'incontro in poche mosse, e la scarsa accessibilità per il neofita ne fanno un titolo per pochi e appassionati giocatori che non si spaventano all'idea di perdere ore ed ore a studiare a 360 gradi punti di forza e debolezze del proprio personaggio per iniziare a cogliere i primi, timidi risultati. I fans della saga comunque lo adoreranno incondizionatamente.
Un'ultimo consiglio: procuratevi un bel joystick stile sala giochi. Qualsiasi pad è semplicemente inadeguato.
Di: Mauro "Skyrise" Fanelli
Virtua Fighter è una delle pietre miliari del videogioco tridimensionale. Sembra un’affermazione altisonante, ma in realtà limita l’interpretazione dell’arcade di Yu Suzuki. La realizzazione di un picchiaduro realistico, antitetico rispetto ai poco seriosi esponenti dell’epoca, si era infatti rivelata un’intuizione ancor più significativa della grafica poligonale, influenzando un’intera generazione e dando vita a numerosi ibridi. Medesimo destino avrebbe atteso le trasposizioni su console, epocali per diversi motivi: Virtua Fighter 2 fu la definitiva consacrazione tecnica del Saturn, insieme a Sega Rally, mentre la pessima conversione del terzo capitolo su Dreamcast diede adito a diversi dubbi sulle sue effettive potenzialità. Tuttavia l’evento più clamoroso della saga rimane la trasposizione su Ps2 di VF4, annunciata in seguito all’inevitabile decisione della storica software house di passare al multipiattaforma. I risultati estetici non furono all’altezza di uno dei più blasonati team Sega, dovuti congiuntamente all’inesperienza di AM2 sulla nuova macchina e al complesso hardware Sony. Evolution, quindi, si pone l’obiettivo di rimediare a questo incidente di percorso, e nel contempo di inserire reali innovazioni per giustificarne l’ambizioso suffisso.