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Winning Eleven 6 Final Evolution

Finalmente nei negozi la Final Evolution di Winning Eleven 6. Un acquisto come sempre imperdibile per gli appassionati di calcio che non si spaventano di fronte all'import.

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   23/12/2002

And the winner is...

Per chi avesse le idee un po' confuse sulle uscite di Winning Eleven in Giappone facciamo subito un po’ di chiarezza: è pratica già consolidata da parte di Konami proporre un nuovo episodio della serie, sfornarne una riedizione con protagonista il campionato giapponese (ribattezzata J-Legue) e rilasciare per ultima la versione "finale" del suddetto titolo, che diviene di fatto l’edizione con il numero maggiore di aggiunte e migliorie.
WE6 Final Edition segue pedissequamente tale filosofia, rivelandosi un titolo migliorato sotto molti aspetti e che strizza l’occhio alla spettacolarità e alla velocità di gioco.

Winning Eleven 6 Final Evolution
Winning Eleven 6 Final Evolution

We will rock you

Abbandonata la colonna sonora dei Queen la presentazione rimane sempre di ottima fattura, ma forse meno ispirata rispetto a quella del precedente episodio. Il campo opzioni inizialmente sembra immutato ma in realtà propone diverse aggiunte molto gradite, a cominciare dall’editor, che nasconde nei meandri dei caratteri giapponesi la possibilità di editare i giocatori delle nazionali e tutte le bandiere e le maglie delle squadre partecipanti alla Master League, aggiornate a questa stagione ed aumentate in numero. Da segnalare inoltre la possibilità di creare un giocatore ex-novo, dotato (durante la fase di creazione) di moltissime varianti per ogni tratto somatico, che ora potrà essere inserito direttamente in squadra.

Un'altra sezione che ha beneficiato di aggiunte è quella di training, dove ogni prova (per un totale di sei) viene proposta in cinque livelli di difficoltà che andranno a variarne la composizione, come nel caso della corsa tra i birilli, che sarà dotata di cinque diversi percorsi associati al livello di difficoltà.
Segnaliamo infine le statistiche di fine partita, arricchite in numero e dotate della classica pagella per ogni giocatore, nonché di un'analisi minuziosa sulle zone coperte dai propri uomini e di un riepilogo di tutte le azioni salienti avvenute durante la partita.

On the pitch

Anche in questa edizione Konami è rimasta “affezionata” al motore grafico Renderware, che se da un lato è in grado di restituire un’eccezionale riproduzione delle movenze dei calciatori, dall’altro rende il gioco carente per tutto quanto concerne gli effetti grafici di contorno, pubblico ed effetti atmosferici in particolare.
I giocatori che scendono in campo appaiono leggermente più tarchiati rispetto alla precedente edizione, mentre la riproduzione delle maglie è sicuramente più consona ed adeguata di quanto visto in Pes 2, anche se non al livello della versione J-League, profeta in tal senso.

Una volta cominciata la partita l’aspetto che salta maggiormente all’occhio è l’aumento spropositato del numero di animazioni dei giocatori, nonché tutta una serie di chicche che sarebbe troppo lungo elencare. Il portiere che sale in area durante un calcio d’angolo, il proprio compagno che applaude una nostra giocata dopo un’azione pericolosa, i tantissimi nuovi modi di esultare da parte dei giocatori più rappresentativi (un esempio su tutti: Vieri che zittisce il pubblico come nella sfortunata partita giocata contro la Corea ai mondiali) dimostrano la cura riposta dalla software house giapponese in tal senso.
I portieri hanno maggiormente beneficiato degli upgrade in materia di animazioni, spettacolari e al contempo molto efficaci, che di fatto li uniformano all'eccellente qualità generale del resto dei giocatori.
Le rifiniture operate da Konami sugli undici in campo non sono solo scenografiche: i rallentamenti sono spariti, la reattività dei giocatori ha ormai raggiunto vette di eccellenza, i binari sono un lontano ricordo, la possibilità di tirare in corsa o con il pallone a mezz’aria (in seguito ad esempio ad un cross rasoterra dal fondo) aumentano le soluzioni offensive, la varietà e la spettacolarità, aspetto verso il quale tende maggiormente il gioco.
L’accresciuta velocità infatti, unita ad una maggiore inclinazione verso il dribbling, sposta l’ago della bilancia del gioco verso maggiori azioni in solitario e volate offensive, con predilezione soprattutto per i contropiedi. Basterà infatti un rapido passaggio ad un nostro giocatore lanciato su una fascia per permettergli di percorrere un’ampia porzione del campo e convergere verso il centro, trovandosi così solo davanti al portiere.
Anche la fisica della palla è stata ulteriormente perfezionata, con il pallone Fevernova intatto nella sua bellezza e privo finalmente della scia in occasione dei tiri più potenti.

Qualche perplessità sopraggiunge invece in occasione dei tiri da fuori area, che avvengono ad una velocità eccessivamente elevata, e per i valori di alcuni giocatori, forse un po’ troppo alti rispetto ai “comprimari”. Stessa cosa per quanto riguarda alcuni contrasti di gioco, dove talvolta la palla sembra essere troppo leggera.
Come accennato in precedenza il dettaglio grafico non ha subito grossi stravolgimenti, tuttavia la realizzazione delle texture appare più definita e brillante, con un uso dei colori meno slavati e più vivi.
Il commento sonoro è affidato come sempre alla voce di John Kabira, mentre i cori mantengono toni abbastanza dimessi, anche se rimane la possibilità di sbloccare i call name e i cori personalizzati in seguito ad un’affermazione vittoriosa della Konami Cup con le squadre di club.

Winning Eleven 6 Final Evolution
Winning Eleven 6 Final Evolution

Commento

Winning Eleven 6 Final Evolution indica ancora una volta al videoplayer dove bisogna dirigersi quando si vuole dare due calci digitali al pallone. L’ultimo titolo di mamma Konami focalizza maggiormente la propria attenzione sulla varietà e sulla spettacolarità, non rinunciando alla solida base simulativa e realistica di tutta la serie. L’accresciuta velocità e qualche concessione alla fisica del pallone potrebbero non accontentare tutti, ma in questo caso c’è sempre l’alternativa J-League, che ci propone una versione più ragionata e realistica di una partita di calcio.
In definitiva l’ennesimo titolo da non farsi scappare se siete patiti di calcio su console.

    Pro
  • Numero incredibile di animazioni
  • Grande spettacolarità e divertimento
  • Molte opzioni e miglioramenti in generale
  • In due o più è infinito
    Contro
  • Sacrifica un po’ il gioco di squadra in favore di una maggiore spettacolarità.

La Konami segue ultimamente un preciso filo conduttore per quanto riguarda la propria simulazione calcistica: niente stravolgimenti ma un continuo perfezionamento, teso a distanziare ancora maggiormente (come se ce ne fosse bisogno) la concorrenza, oramai incapace di trovare soluzioni alternative o di avvicinarsi minimamente a questo titolo.
Con Final Evolution si chiude il capitolo numero 6 della serie, che approderà per la prima volta anche su GameCube il prossimo 30 Gennaio.