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Tre storie da paura

Tre personaggi per quello che potrebbe sembrare, il miglior Resident Evil di sempre!

ANTEPRIMA di Matteo Santicchia   —   10/04/2012

Tre personaggi, tre storie, tre approcci all'horror per un sesto capitolo che sembra aver capito le lamentele e i feedback degli utenti, portando sullo schermo quanto di meglio la saga abbia proposto sin dagli albori, il tutto ovviamente declinato all'insegna del "il migliore Resident Evil di sempre" espanso all'ennesima potenza.

Tre storie da paura

Un approccio del genere, omnicomprensivo, totale, filologicamente corretto, ma anche innovativo e "coraggioso" non poteva non trovare applicazione in uno schema che non lasciasse nessuno indietro, ponendo sotto i riflettori due dei personaggi più amati della saga, Leon Kennedy e Chris Redfield, più un terzo, Jake Muller, inedito si, ma pur sempre figlio di Albert Wesker. Tre archi narrativi distinti e separati che andranno però a confluire in un pirotecnico finale in Cina che tirerà le somme sull'intera vicenda. Senza poi nessun vincolo iniziale visto che potremmo decidere liberamente con chi iniziare. Col plus di un'uscita anticipata, prevista per il due ottobre 2012!

Il numero perfetto

Leon Kennedy è a Tall Oaks insieme al Presidente degli Stati Uniti Adam Benford diventato suo amico dopo gli eventi di Resident Evil 4, in occasione di un importante discorso sul bio terrorismo, ormai minaccia globale. Quale vetrina migliore per i terroristi di questa per colpire insomma! Così è, la cittadina diventa presto una nuova Raccon City, e soprattutto a Leon e all'agente dei servizi segreti Helena Harper non resta altro che cercare di capire cosa sia successo e chi si nasconda dietro l'attacco, ma soprattutto prendere la decisione che nessuno vorrebbe mai affrontare, ovvero uccidere il Presidente, trasformatosi in uno zombi affamato di sangue. Da cacciatore Leon diventa una preda, tutti credono che lui abbia ucciso Benford. Vivi, non morti e mutati, tutti vogliono Leon e Helena. Il secondo arco narrativo è quello dedicato a Chris Redfield, agente in Cina nella città di Langshiang focolaio dell'epidemia, per la BSSA, Bioterrorism Security Assessment Alliance, l'organismo internazionale che si batte contro il pericolo biologico. Insieme a lui c'è il cecchino Piers Nivans, per un arco narrativo che ci racconterà eventi iniziati sei mesi prima del finale, ma soprattutto metterà in scena un Chris molto diverso da quello che tutti conosciamo, segnato da eventi che lo hanno indurito e cambiato nel profondo e che serberà numerose sorprese ai fan più affezionati della saga.

Tre storie da paura

Mai rivelato e mostrato per la prima volta al Captivate di Roma è Jake Muller, mercenario per necessità nello stato immaginario di Edonia nell'est europeo sconvolto dalla guerra civile. Con lui c'è l'agente speciale del Governo Sherry Birkin, una donna ormai, diversissima da come l'avevamo lasciata anni fa, l'unica speranza contro il virus. Una sezione di gioco in cui si scappa dall'inizio alla fine, dalla guerra e da chi non vuole che le mutazioni e il contagio si fermi. Due personaggi "non normali", con un corredo genetico e con un sangue particolare e che avranno un ruolo di primo piano nella soluzione finale. Da subito quindi appare chiaro, quale sarà la cifra stilistica del gioco. Il tutto confermato da un trailer inedito e soprattutto da una lunga demo giocata dagli sviluppatori convenuti a Roma che ci ha mostrato l'inizio dell'avventura di Leon.

Sedici anni dopo

Questo bellissimo "inizio"" ci ha letteralmente fatto far pace con la saga, da tutti (e dagli stessi uomini Capcom) definita troppo action. Intendiamoci, non siamo di fronte ad un ritorno totale e senza compromessi al survival horror, ma se più volte gli sviluppatori hanno tenuto a ribadire che questa porzione dell'offerta di gioco è inquadrabile sotto l'etichetta gothic horror vuol dire che la voglia di imprimere una sterzata è palese. Un cambio di rotta che durante la presentazione si è fatto immediatamente visibile quando abbiamo visto i protagonisti muoversi e sparare (e molto altro...).

Tre storie da paura

Benvenuti nella next gen potreste dire, la normalità dopo anni di sparatutto in terza persona, un cambiamento epocale per la saga. Un altro fattore che ci fa ben sperare per l'equilibrio generale del prodotto è la riduzione delle cutscene in favore di gameplay vero e proprio. Non ne abbiamo avuto esempi ecletanti, ma l'idea è quella che i punti più importanti della storia possano essere giocati e non osservati, in modo da rendere realmente partecipe il giocatore. Se quindi con Leon siamo di fronte al gothic horror, con Chris Capcom ha (ri)imboccato la via dell'action based come da trailer di lancio, mentre con Jake sembra ci troveremo di fronte anche a parti cui si combatterà all'arma bianca, melee potremmo dire, come visto nel trailer che trovate in calce e come confermato a mezza bocca dagli sviluppatori durante l'intervista. Un approccio questo che ha permesso quindi a Capcom di inserire nel gioco il meglio della saga di Resident Evil. Inutile dire che quanto visto ha letteralmente mandato in brodo di giuggiole i giornalisti convenuti, con la demo che ci ha riportato idealmente nella Mansion sedici anni dopo. Anche se sono mancati i dobberman, la messa in scena è stata un tuffo al cuore costante, non senza omaggi e rimandi ad alcune iconiche parti del franchise.

Un salto nel buio

Tutto ha inizio nell'università di Tall Oaks a fattaccio ormai compiuto. Leon e Helena devono scappare dopo aver sparato al Presidente ormai zombificato, con l'obiettivo di arrivare alla cattedrale. Benché ci sia un grosso indicatore bianco a indicarci in maniera poco congrua la direzione, camminare e correre nel buio nelle sale e negli uffici dell'enorme struttura universitaria è certamente un'impresa non facile. La rappresentazione dell'oscurità è da fuori classe, la sensazione di paura e terrore è palpabile, complice anche la musica, gli scricchiolii, i tuoni e i lampi si è sempre sul chi vive. E visto che come il cinema insegna fa più paura quello che non si vede piuttosto che quello che effettivamente si affronta, in questa prima parte di zombi non ce n'è nemmeno l'ombra, ma nonostante tutto ogni passo è sempre un'incognita, un salto nel vuoto che si affronta col cuore in gola.

Tre storie da paura

Alcuni momenti rimarranno impressi. L'enorme salone delle feste, sede del banchetto presidenziale, completamente al buio, con le tavole imbandite e i palloncini gonfiati per la festa, tramutato in quello che sembra un'enorme labirinto funerario, dove vediamo scappare un'ombra, che una volta inseguita per le cucine e gli uffici si rivela essere un semplice padre alla ricerca della figlia scomparsa durante l'attacco, inghiottita da quella che lui chiama nebbia. E' così che quindi ci trasciniamo nelle stanze dell'università alla ricerca della ragazza (rendendo chiaro che Leon nonostante sia braccato può e deve aiutare gli altri), facendo cadere le sedie e le suppellettili al nostro passaggio con i lampi che illuminano brevemente la scena, facendoci poi sobbalzare per il potente tuono. La messa in scena è così "gotica" che complice i giganteschi saloni dell'università in stile antico, gli enormi lampadari, i lampi, e le poche note di pianoforte che si diffondono nell'aria non ci stupiremmo se all'improvviso vedessimo passare una donna in sottoveste con un candelabro acceso in mano. Immaginatevi una Hogwarts che si svuotasse all'improvviso durante una festa per cause ignote, questa è l'università di Tall Oaks, questo il genere di ambiente che Leon e Helena si trovano a percorrere.

Calci in faccia al non morto!

Successivamente il gruppo è riuscito a rintracciare la figlia dell'uomo, visibilmente "malata", ma ancora in retti sensi. L'obiettivo è sempre quello, la cattedrale, la via di fuga sono i garage, da raggiungere prendendo l'ascensore. Qui abbiamo assistito ad un'altra scena che ci ha riconciliato con il genere horror. Qualcosa blocca la discesa, nell'ascensore cala il buio. Per alcuni secondi non sentiamo nulla, ma d'improvviso qualcosa si muove, o meglio sta mangiando. La ragazza ormai mutata sta banchettando col padre, c'è poco tempo per reagire, ci assale, si innesca il solito quick time event, per fortuna Helena riesce a sparargli. Siamo finalmente nel parcheggio. E qui l'horror gotico lascia il posto all'action caciarone, dove abbiamo potuto osservare un paio di nuovi attacchi e mosse.

Tre storie da paura

I due si muovono e sparano tra le decine di zombi, ma le loro rinnovate doti atletiche gli permettono anche di tirare calci volanti e gomitate ai nemici che riescono a sorpassare il muro di sbarramento di piombo. Se poi qualcuno, magari un Licker chissà!, ci attacca dall'alto, è possibile addirittura gettarci in terra sulla schiena, colpendo quindi gli avversari dal basso. Ma la cosa che ci ha lasciato più interdetti è che alcuni non morti sembrano capaci di assorbire i colpi in testa. Perdono magari parte del capo, ma l'unico modo per finirli è quello di piantarli il coltello dritto in quello che rimane della cervella. Il gusto per l'headshot non sembra essere quindi contemplato. Uno stacco abissale rispetto alla prima parte d'atmosfera, che rimette quindi il gioco su binari più odierni per la saga. Proprio sul più bello la demo è finita, con la sensazione che Capcom abbia fatta la mossa giusta nel dividere la storia in tre parti. Se l'action/shooter a tutto tondo si affaccerà poi solo sporadicamente nella parte di Leon Capcom avrà fatto centro, accontentando tutti gli utenti, soprattutto quelli storici, tra i quali si nascondono anche i pezzi grossi degli sviluppatori dietro quest Resident Evil 6.

Mutazioni assassine

Ma oltre a Tall Oaks, a Leon e Helena, alle fughe di Jake Muller e all'azione iper pirotecnica di Chris cosa ci ha rivelato questo primo incontro? Molte sono le informazioni rilasciate. Accanto ad un rinnovato metodo di controllo troviamo dei nuovi menù, sempre presenti a schermo con gli oggetti a vista e soprattutto più snelli e di facile utilizzo, segno questo che ci sarà poco tempo nelle fasi più concitate per gestire l'inventario, comunque non illimitato. Per gentile concessione del nuovo virus C, accanto al ritorno degli zombi, che questa volta sono decisamente più "intelligenti" e " umani", brandendo armi, correndo e saltando, troveremo due nuove tipologie di creature, le Crisalidi, ovvero delle mostruosità che nascono da degli enormi bozzoli e soprattutto i temibili J'avo, mostri che oltre alla possibilità di curarsi possono anche sostituire le parti colpite e distrutte con altre in continua mutazione, rendendo quindi impossibile, nelle intenzioni degli sviluppatori, stabilire una strategia unica per essi.

Tre storie da paura

Le novità non finiscono qui però. La cooperativa della storia per due giocatori, offline via split screen e online è finalmente del tutto drop in drop out, niente più check point nel mezzo. Ritorna la modalità Mercenaries, giocabile sin dall'inizio, ma come giusto che sia, è meglio affrontarla a gioco terminato. Quali sono quindi le nostre considerazioni finali dopo questa prima corposa infornata informazioni? Se ormai la svolta action di tutto il genere horror è palese, bisogna dare onore al merito a Capcom che è riuscita, grazie all'escamotage dei tre protagonisti, a farci tornare con Leon ai bei tempi della Mansion. E viste le premesse, le ingessate fasi shooter dei precedenti capitoli sembrano aver giovato di tanti e tali miglioramenti che, sebbene necessitino di una prova sul campo vera, possiamo azzardare un giudizio positivo, in modo da collocarle accanto agli esponenti veri del genere. Insomma Capcom potrebbe aver trovato la quadratura del cerchio questa volta. Se morderà il freno con Leon, e invece spingerà sull'acceleratore con Chris e Jake potremmo a ottobre trovarci per le mani il miglior Resident Evil di sempre, fatto su misura dei fan, vecchi e nuovi.

CERTEZZE

  • 3 personaggi, 3 storie, 3 gameplay
  • Ritorno del survival horror
  • Coop drop in drop out

DUBBI

  • Speriamo che la storia di Leon sia survival horror senza compromessi
  • Dobbiamo conoscere la durata delle singole storie
  • Calci rotanti contro gli zombi?