Che DICE faccia sul serio con i contenuti scaricabili non è cosa nuova, basti pensare all'ottimo Vietnam per Bad Company 2 o all'apprezzatissima operazione nostalgia svolta con Back to Karkand. Anziché continuare a proporsi a colpi di singole iniziative, lo sviluppatore svedese ha in cantiere un trittico di aggiunte tematiche per proseguire il convincente percorso intrapreso:
Close Quarters a giugno con quattro mappe, dieci armi inedite e una modalità aggiuntiva si focalizzerà sugli interni, mentre più avanti in autunno e poi inverno seguiranno Armor King, incentrata sui mezzi, e infine End Game, di cui poco o nulla si conosce. A marzo, nel corso della GDC 2012, Battlefield 3: Close Quarters si era timidamente fatto vedere la prima volta a un evento organizzato da Electronic Arts, e un mese dopo lo abbiamo ritrovato a Londra durante l'EA Showcase, disponibile su PlayStation 3 in una versione apparsa pressoché definitiva. L'ambientazione messaci a disposizione era solo una ma tanto è bastato per farsi un'idea dell'esperienza che aspira a ricreare.
Ambienti esplosivi
Se pensate che Battlefield 3 sia indissolubilmente legato a situazioni ad ampio respiro, Close Quarters cercherà di farvi cambiare idea: ciascuna delle quattro mappe è rigorosamente indoor e, dopo essere stati sulla cima di un palazzo in Ziba Tower, ambientazione mostrata in occasione dell'annuncio, questa volta ci siamo tuffati in Donya Fortress.
Una costruzione dai dettagli arabeggianti su due piani, più uno sotterraneo, che si distingue per un cortile interno da usare come rapido ma rischiosissimo crocevia per raggiungere ogni punto della mappa, in alternativa ai corridoi che si sviluppano lungo il perimetro e ne disegnano la pianta. A un primo sguardo sembra di essere finiti in una partita di Counter Strike, ma non ci vuole molto tempo per notarne le differenze, soprattutto grazie al Frostbite Engine 2. La scala ridotta ha infatti permesso di aumentare il dettaglio di ogni singola stanza con particolari e oggetti in quantità, tutti (o quasi) soggetti all'urto dei proiettili e alle deflagrazioni. Si finisce per correre come pazzi in ambienti che di secondo in secondo appaiono sempre meno integri, perdono pezzi e spesso danno nuove possibilità strategiche. Non è nulla di rivoluzionario rispetto all'esperienza originale, però si tratta quantomeno di una sfumatura differente. La modalità inedita introdotta da Battlefield 3: Close Quarters, Conquest Domination, si inserisce perfettamente nella stessa ottica.
Come in Conquest ci sono punti di controllo inizialmente neutri da conquistare, ma il sistema di respawn, in assenza di basi, prevede di rinascere in un punto random oppure di farlo in prossimità di un compagno. Le dieci nuovi armi comprendono due machine gun, L86LSW e LSAT, due fucili d'assalto, AUG e SCAR, due carabine, ACW-R e MTAR-21, due sniper rifle, M417 e JNG-90, oltre che lo shotgun SPAS-12 e la tactical machine pistol M5K. Verrebbe da pensare che questa espansione sia una sorta di risposta all'esperienza di Call of Duty, e in effetti la velocità con cui si ripetono gli scontri, oltre che il focus univoco sulla fanteria, hanno degli elementi di vicinanza con il multiplayer della serie Activision, ma la base è saldamente ancorata a Battlefield 3 e al suo motore. Più che il tentativo di contrastare la concorrenza sul suo stesso campo, insomma, Close Quarters appare come un naturale nuovo passaggio nel processo di allargamento dell'offerta messa sul piatto dal riuscito e ambizioso shooter.
CERTEZZE
- Nuove mappe con alto livello di dettaglio
- Armi e modalità inedite
DUBBI
- Non tutti potrebbero essere interessati a questa esperienza "ristretta"