153

Ogni maledetto finale

Una saga epica, un finale un po' così, che ha lasciato l'amaro in bocca a tanti appassionati. In attesa del DLC "risolvi tutto" di BioWare analizziamo assieme le conclusioni di Mass Effect 3 e gli umori dei fan

SPECIALE di Massimo Reina   —   03/06/2012
Mass Effect 3
Mass Effect 3
News Video Immagini

ATTENZIONE: l'articolo contiene degli spoiler su tutti i finali dell'avventura e sugli eventi a essi correlati. Pertanto è fortemente sconsigliata la lettura a tutti coloro che non hanno completato il gioco.

Raccontare di una trilogia maestosa com'è stata quella di Mass Effect, così ricca di contenuti in termini di storie, eventi, personaggi e sentimenti, in uno spazio ristretto come può essere talvolta quello disponibile in un articolo, è impresa titanica, e per forza di cose bisogna di conseguenza cercare di sintetizzare il più possibile gli argomenti trattati, tagliarne alcuni, tralasciare volutamente certi elementi. Anche se a dire il vero tanto corto questo pezzo non è. Per queste ragioni siamo certi che i nostri lettori ci scuseranno di qualche eventuale mancanza.

Ogni maledetto finale

Partendo dal presupposto che abbiate giocato e finito l'avventura di Shepard e compagni, con questo editoriale abbiamo come obiettivo quello di focalizzare l'attenzione sui finali di Mass Effect 3 e su null'altro, dandovi uno stimolo ulteriore per discutere e argomentare fra di voi nei commenti, dove confrontarvi ed esporre liberamente le vostre idee. Precisiamo poi da subito, inoltre, che in alcun modo vogliamo schierarci in favore o contro una particolare teoria su questo o quel finale, né propinarvene alcune. Ma adesso bando alle ciance e iniziamo. Mass Effect, come detto in apertura, è stata una trilogia a dir poco epica, e lo è stata perché ha saputo raccontare una storia coinvolgente e curata come poche e, a parte qualche bug di natura tecnica, ha saputo offrire per la prima volta agli utenti una grande libertà di scelta per decidere il corso degli eventi. La trama ci ha narrato le vicende del comandante Shepard e di un gruppo di personaggi appartenenti a vari popoli alieni della galassia alle prese a un certo punto della loro esistenza con il rischio estinzione causato da una razza più potente chiamata Razziatori.

Ogni maledetto finale

Questi esseri per metà organici e per metà sintetici, nonché dalla forma di enormi astronavi, vengono "attivati" da una misteriosa entità quando il tasso di tecnologia di qualche civiltà si evolve fino ad avvicinarsi a un punto di non ritorno che potrebbe portare al collasso dell'ecosistema su cui si regge l'equilibrio dell'universo. In sostanza queste creature distruggono ed eliminano ogni forma di vita per ristabilire ordine e dare origine a un nuovo ciclo esistenziale caratterizzato da una nuova fase evolutiva che riparta da zero e senza tecnologie avanzate. Durante le moltitudini di eventi che hanno caratterizzato i tre titoli che compongono la serie, il videogiocatore poteva compiere delle scelte nei dialoghi o in alcune fasi che potevano cambiare parecchi aspetti della trama e perfino influire sulle esistenze di alcuni dei personaggi incrociati. Tutto bello insomma, tutto fantastico. Eppure quando tutto sembrava avviarsi alla giusta conclusione, la saga si è persa nel classico bicchiere d'acqua, proponendo ai suoi fan dei finali praticamente pilotati, poco chiari e nei quali a conti fatti tutte o quasi le scelte operate nel corso dei vari episodi della serie, sono state in buona parte ininfluenti.

I finali

Da qui sono nate infinite polemiche condite da un certo malcontento generale da parte degli appassionati di Mass Effect che hanno convinto BioWare a progettare un prossimo contenuto scaricabile che, nelle sue intenzioni, dovrebbe porre rimedio e soddisfare almeno in parte, le richieste dei fan. Il DLC annunciato dalla software house, Mass Effect 3: Extended Cut, non includerà difatti dei nuovi finali, ma solo dei filmati extra che dovrebbero tuttavia andarsi a integrare con quelli già esistenti e fornire dei chiarimenti su tutti o quasi i dubbi rimasti insoluti. Almeno questa è la speranza.

Ogni maledetto finale

Ma quali sono questi dubbi? Facciamo un passo alla volta e vediamo prima da dove essi nascono. I finali di Mass Effect 3 sono di base un terzetto, e di questi se ne può selezionare ovviamente solo uno. A determinare quanti di essi saranno disponibili in chiusura d'avventura è la Potenza Militare Effettiva. Da essa dipende anche il tipo di variante (cattiva o buona) disponibile in due dei filmati conclusivi visibili successivamente alla scelta compiuta dal videogiocatore. Tuttavia essendo tali differenze praticamente impercettibili, al punto da risultare quasi assenti, esse risultano ininfluenti su quanto si vede nei titoli di coda. In aggiunta a quanto appena descritto c'è da aggiungere come i sopracitati finali siano poi suddivisi per "colori", nel senso che ognuno di essi è contrassegnato da un particolare elemento cromatico: c'è quindi quello verde, denominato Sintesi, in cui il comandante Shepard si "unisce" energeticamente al Crucibolo, generando una reazione a catena che porterà a una integrazione fra la vita sintetica e quella organica fino alla nascita di una nuova specie con un nuovo DNA. Poi c'è quello blu, chiamato Controllo, dove Shepard si sacrifica e prende il controllo dei Razziatori. Questi ultimi vengono quindi richiamati e prendono il volo, abbandonando contemporaneamente la Terra e interrompendo la loro opera di sterminio. Infine abbiamo quello di colore rosso, chiamato Distruzione, che come suggerisce il termine stesso prevede la distruzione totale dei Razziatori e di ogni forma di vita sintetica, purtroppo anche di quella amica. In tutti i casi i portali galattici vengono distrutti e la vita nello spazio profondo così com'era stata fino ad allora non sarà mai più la stessa.

Cos’è accaduto?

È la domanda che milioni di videogiocatori in tutto il mondo si sono posti durante i titoli di coda di Mass Effect 3, un attimo dopo averlo completato. Perché in effetti, a mente fredda, non è che si capisca molto di quello che accade. Tanti i dubbi, tante le domande senza risposta specie per la mancanza di dettagli sul futuro delle galassie, della sua gente e di molti dei protagonisti. Oltre alle molte incongruenze nei video. La Normandy, ad esempio. In tutti i filmati conclusivi si vede sfrecciare nello spazio cercando di evitare di essere risucchiata in una sorta di buco nero. Come ha fatto in un lampo a decollare dalla terra, dopo aver ripreso a bordo tutti i membri dell'equipaggio impegnati nelle operazioni di attacco contro i Razziatori a Londra e finire poi su un pianeta abitabile? In un paio di finali, le astronavi Alleate vengono abbattute assieme ai Razziatori. E visto che vengono distrutti i portali, come fanno tutti gli alieni intervenuti in soccorso degli umani a tornare nei loro mondi? Chi è lo Starchild? Una rappresentazione della coscienza collettiva dei Reaper? Un Dio? Chi sono davvero in origine i primi Razziatori? I compagni che assaltano con Shepard il portale che conduce alla Cittadella muoiono assieme al resto dei soldati?

Ogni maledetto finale

Aria T'Loak è al comando dei mercenari su qualche navicella al momento dell'assalto della flotta alleata ai Razziatori, o essendo rimasta al Purgatory è una delle vittime di queste creature assieme a Bailey e agli altri abitanti della Cittadella? E nel finale verde, il tipo che racconta di Shepard al bambino, è Joker invecchiato? Se sì, il piccolo è suo figlio? E da chi lo ha avuto, da IDA? Anche se diventati una via di mezzo fra sintetici e organici, come avrebbero potuto concepirlo? Ma le critiche non si fermano qui e anzi tirano in ballo, come accennato a inizio articolo, anche il gameplay. A che cosa è servito viaggiare avanti e indietro nello spazio cercando di fare da paciere fra le varie razze? Perché risolvere i problemi relativi alla genofagia, far riavvicinare Krogan e Salarian, Turian e Asari, Quarian e Geth e perfino umani e Batarian impedendo loro tra l'altro di distruggersi a vicenda in un eventuale futuro, se poi tutto va a farsi benedire? Tra l'altro essere riusciti a riappacificare le varie razze della galassia non ha di fatto annullato lo scopo per cui i Razziatori sono entrati all'opera? Lo stesso risultato sarebbe solo stato raggiunto in maniera diversa, meno invasiva e più diplomatica. Non si poteva quindi magari dare la possibilità ai giocatori di avere un finale o una serie di finali correlati anche al grado di intesa fatto raggiungere ai vari popoli coinvolti nella storia attraverso il lavoro dialettico e militare? Così gli utenti avrebbero avuto un peso vero nella serie di eventi conclusivi, con molteplici opzioni di modifica sugli stessi.

Questione di scelte e gusti personali

BioWare insomma, da un certo punto di vista non ha concesso quella libertà di influenzare gli eventi narrativi del gioco fino in fondo, fermandosi alle fasi pre-finali. In sintesi, in tutta la saga si sono potute fare delle scelte, come quelle morali relative allo status di Eroe o Rinnegato, per cambiare il corso degli eventi, ma solo fino a un attimo prima della conclusione. Nel finale infatti ogni atto o gesto compiuto è stato per certi versi vanificato da una certa tipologia di conclusione pilotata. Molti rimarcano il fatto che in Mass Effect 2, per esempio, le scelte compiute dal giocatore durante il gioco, compresa l'acquisita lealtà o meno di certi personaggi nei confronti di Shepard, determinavano chi viveva e chi moriva nella missione suicida. Anche la tempistica di intervento nella missione di soccorso al personale della Normandy rapito dai Collettori aveva una sua influenza sul numero di membri dell'equipaggio che potevano essere salvati: più tempo si perdeva ad attaccare, meno personale di bordo veniva trovato ancora in vita. Anzi, c'era il rischio addirittura di trovare sana e salva, pare, solo la dottoressa Chakwas.

Ogni maledetto finale

C'è poi chi si lamenta non tanto della libertà di poter scegliere come finire la storia ma quanto piuttosto del fatto che avrebbe voluto una conclusione che desse almeno un senso logico a tutti gli avvenimenti occorsi durante la trilogia. Che ci sarebbe di positivo nel distruggere i portali? Ci si ritrova in un universo in cui tutte le persone sulla Cittadella sono morte, e dove il potere politico è stato completamente annichilito, con la società galattica priva di fondamenta, milioni di esseri bloccati nel sistema solare e altri nei rispettivi pianeti o nella varie colonie ancora popolate, privi di un coordinamento politico centralizzato. Il caos, insomma. Quanto raccontato fino ad ora potrebbe far pensare che non ci sia nessun giocatore soddisfatto di come si siano concluse le vicende di Shepard e soci. Invece non è così, e anzi pur se in numero minore rispetto agli insoddisfatti, ci sono degli utenti che hanno apprezzato il prodotto in toto. Alcuni sono rimasti entusiasti in particolare del finale verde, visto come il simbolo di un nuovo inizio, di un nuovo ciclo, con un nuovo mondo con Joker e IDA novelli Adamo ed Eva di un'epoca in cui sintetici e organici formeranno una nuova razza. Questi utenti sottolineano poi che per certi versi i finali annullerebbero giustamente le condizioni di Eroe o Rinnegato, in quanto il Catalizzatore ammette che la sua soluzione, ossia il suo modo di intendere la giustizia, non esiste più, pertanto ogni cosa deve cambiare e c'è bisogno di una nuova risoluzione che comunque vada non può essere sbagliata.

Teorie del sogno pre morte…

Sempre rimanendo in tema di fan contenti, alcuni di loro hanno perfino sviluppato una serie di teorie personali sui finali del gioco. Teorie tra l'altro affascinanti e in alcuni casi anche plausibili, che non è escluso possano essere utilizzate da BioWare per il suo DLC sul finale "vero" di Mass Effect 3. Di queste, due embrano quelle potenzialmente più interessanti. La prima, fantasticata anche da chi scrive questo articolo, sostiene che la fase conclusiva del gioco possa essere stata influenzata dal famoso racconto Un avvenimento sul ponte di Owl Creek dello scrittore-giornalista Ambrose Bierce, realizzato nel 1891 e pubblicato originariamente nell'antologia Tales of Soldiers and Civilians.

Ogni maledetto finale

Questo piccolo gioiellino della letteratura di genere, fonte tra l'altro di ispirazione di innumerevoli altre storie a fumetti, di episodi di serie televisive (Ai Confini della Realtà) o di pellicole cinematografiche (su tutte segnaliamo l'ottimo Allucinazione Perversa di Adrian Lyne), narra infatti di un uomo, tale Peyton Farquhar, che in procinto di essere impiccato vive una sorta di esperienza particolare. Agiato agricoltore politicante del sud razzista e schiavista del periodo della guerra di secessione americana, Peyton sta per essere giustiziato da un plotone di soldati unionisti che lo ha catturato sopra un ponte. Stordito e confuso, l'uomo si risveglia di soprassalto e faticosamente comprende come la fune si sia spezzata ed egli stia ormai inabissandosi nell'acqua del fiume. Misteriosamente riesce però a liberarsi e a risalire, a schivare i proiettili dei militari e a nuotare fino a riva. In un atmosfera strana e ovattata, Peyton riesce a raggiungere la sua abitazione, ma un attimo prima di riabbracciare la felicissima moglie, il confederato sente una fitta al collo, viene investito da una grande luce e torna lucido per un momento: è morto e penzola col collo spezzato sopra il fiume Owl Creek. Tutto, insomma, si è svolto nella sua mente durante quel breve periodo di agonia. E se fosse così pure per il comandante Shepard?

…e dell’indottrinamento

La seconda teoria non si distacca molto dalla precedente, ma entra forse più nel dettaglio del contesto ambientale del gioco, trovando riferimenti proprio nella trilogia di BioWare. Nata sul forum della citata casa di sviluppo, sostiene che tutto ciò che succede dalla carica finale di Shepard verso il conduit fino alle fasi sulla Cittadella siano in realtà un'illusione generata dai Razziatori grazie all'indottrinamento. I sostenitori di questa spiegazione evidenziano come la prima fase di questa forma di influenzamento forzato sia infatti caratterizzata proprio dall'apparizione di strani sogni, mentre successivamente si riscontrano poi fenomeni come voci nella propria mente e allucinazioni (ricordate la matriarca Benezia?).

Ogni maledetto finale

Questo spiegherebbe, secondo alcuni, il perché dopo l'attacco, se Shepard si volta e si guarda attorno può vedere lo stesso ambiente che c'è nei suoi incubi: stesso paesaggio, alberi al posto delle rovine di Londra, niente corpi di militari o macerie. Perché? Altri indizi citati per sostenere questa teoria sono poi le frasi che James Vega riporta durante un dialogo con il suo comandante, dove sostiene di sentire dei mormorii provenire attraverso le pareti della Normandy (il segnale che i Razziatori stanno iniziando a controllare le menti dell'equipaggio?). A chi obietta che solo le menti deboli cadrebbero vittima dell'indottrinamento, questi fan fanno notare che la già citata matriarca Benezia, molti scienziati e anche Saren, personaggi dunque molto intelligenti, erano indottrinati, seppur lucidi in certi casi. Insomma, non è che lo scontro avviene solo nella mente del protagonista? Chi lo sa. Certo che se fosse così sarebbe un finale agghiacciante ma assolutamente geniale. Questo comunque è quanto: vi abbiamo raccontato quanto più possibile sui finali, sulle teorie a essi correlati e su tutto ciò che ha a che fare con la conclusione di Mass Effect 3. A questo punto non ci resta che lasciare la parola a voi lettori per commentare ancora una volta una saga che è destinata in ogni caso a rimanere nella storia dei videogiochi.

Altri punti di vista

L'opinione di Pierpaolo Greco: Non voglio entrare nel merito dei finali, delle ipotesi di spiegazione dell'intero universo creato da BioWare o del presunto grado di apprezzamento dei giocatori nei confronti degli epiloghi sbloccabili. Come detto anche da Simone poco più sotto, e come mi è capitato di affermare in più di una puntata del podcast, proprio non riesco a digerire la sollevazione popolare che ha richiesto a gran voce un finale "migliore" per Mass Effect 3 non essendo soddisfatto di quello disegnato, scritto e sceneggiato dalla software house canadese. E proprio BioWare invece di dimostrare con forza che l'arte videoludica non può essere discussa ma solo apprezzata o disprezzata in base ai propri gusti, ha pensato bene di tornare sui propri passi annunciando questo DLC "furbetto" spacciandolo per una director's cut in stile cinematografico. Ed è un peccato quando anche uno sviluppatore così imponente non riesce ad essere consapevole del fatto che online si fanno sentire solo quelli che vogliono lamentarsi e questi non rappresentano quindi uno spaccato realistico dell'intero pubblico che fruisce del prodotto videoludico. Spero soltanto che questa pratica di andare incontro al mercato in modo così smaccatamente commerciale non diventi una consuetudine.

Ogni maledetto finale

L'opinione di Simone Tagliaferri: Niente da fare, nulla riuscirà a convincermi della bontà della scelta di BioWare di assecondare quelli che, delusi dal finale di Mass Effect 3, hanno montato una manfrina mica da ridere per vederlo modificato. Questa pretesa sovrapposizione tra fruitori e autori è assurda, quanto deleteria per un discorso meramente qualitativo. Continua a interessarmi poco se sia un bel finale o meno, se chiuda tutto ciò che andava chiuso o se ha lasciato aperte mille porte introducendo altrettanti errori. Il finale è uno dei momenti più importanti di qualsiasi opera narrativa, perché offre la chiave di lettura finale dell'intera esperienza. Cambiare il finale significa alterarne il senso generale, fosse anche completamente sballato. Il problema è dare al destinatario il diritto di modificare un film, un videogioco o qualsiasi altra opera significa attribuirgli un potere che alla lunga può fare solo male. L'arte democratica non esiste. Chi vuole fare arte faccia arte, invece di pretedendere di intervenire sulle opere degli altri.

Ogni maledetto finale

L'opinione di Tommaso Pugliese: Pur non entrando nel merito del finale di Mass Effect 3, visto che non ho ancora avuto modo (ahimé) di giocare con il terzo capitolo della serie BioWare, ricordo che c'è stato un interessante precedente storico in tema di "sollevamento popolare" circa la fine di una serie, ed è stato portato avanti niente popò di meno che dai solitamente miti appassionati di anime giapponesi. Qualcuno si ricorderà del cartone animato "Neon Genesis Evangelion", del resto ha fatto davvero furore in patria, rilanciando e modernizzando il tema dei robot giganti, e ha avuto effetti dirompenti anche in occidente. Nei ventisei episodi che componevano l'unica stagione dell'opera, si narra di un Giappone post-apocalittico che, a un certo punto, deve affrontare l'invasione dei misteriosi "Angeli", esseri di varie forme e dimensioni che sembrano cercare qualcosa nelle profondità della terra e vengono contrastati grazie agli Eva, enormi ibridi meccanici comandati da ragazzini. Ebbene, gli ultimi due episodi dell'anime erano completamente fuori contesto e di fatto non andavano a concludere la storia, rivelando invece che tutto quanto raccontato fino ad allora non era che una metafora dei rapporti sociali e del "muro" che divide le persone. Ecco, pensate a Shepard che sta per lanciarsi verso il confronto finale con gli invasori alieni ma all'improvviso le "luci" si spengono, lo scenario svanisce e il producer del gioco compare in video per spiegarvi che in realtà tutta la storia era un modo per analizzare la paura del diverso. I fan di Evangelion si incazzarono talmente che gli autori della serie dovettero produrre un vero e proprio finale, virando bruscamente da quella che sembrava essere la loro intenzione "artistica" originaria, per quanto degna del miglior troll; BioWare si è invece "semplicemente" limitata ad approfondire il finale, ergo non a modificarlo. Un conto sarebbe stato costringere gli sviluppatori a "cambiare la fine del gioco" (chessò, il protagonista non è davvero morto), eventualità che effettivamente non sta né in cielo né in terra; un altro fargli dedicare magari qualche ora di lavoro in più rispetto a un elemento di così grande importanza e che i fan, alla fine dei conti, si sono "guadagnati". Guardandola da questa prospettiva, tutta la vicenda assume un minimo di senso.