I giochi realizzati su licenza di cartoon satirici sono sempre una faccenda complicata, come dimostrato dalla lunga trafila di tie-in dedicati ai Simpson e dagli stessi predecessori di South Park: The Stick of Truth, timidi tentativi di riproporre le atmosfere amate dai milioni di fan dello show. Questa volta tuttavia la vicenda è ben diversa:
Parker e Stone, creatori, disegnatori e doppiatori del cartone, hanno lavorato a fianco di Obsidian per creare il GDR più dissacrante, umoristico e divertente possibile, e, da quanto ci è stato possibile vedere recentemente durante un evento milanese targato THQ, sono apparentemente vicini al successo. Dopo aver parlato diffusamente del setting nella nostra precedente anteprima, approfondiamo il discorso del combat system e della personalizzazione, grazie alla presentazione di un'estesa sequenza di gameplay tratta dall'incipit.
Farsi nuovi amici
I primi minuti di South Park: The Stick of Truth rappresentano un delicato gioco di equilibri, sospeso tra la satira dissacrante tipica del cartone, la necessità di introdurre il giocatore alle meccaniche di gioco e la curiosa forma narrativa, che introduce i temi e le classi tipiche dei GDR dissimulandole con il gioco immaginario organizzato da Cartman, Kyle e soci. Così, la satira procede su un doppio binario, da una parte diretta agli stessi temi e tormentoni del cartone, dall'altra al GDR classico, di cui Obsidian rappresenta uno degli sviluppatori tra i più prolifici.
Già solo nei primi dieci minuti di gioco c'è ben più di un momento destinato a strappare una risata al pubblico, fan dello show o meno. Di certo, i primi saranno maggiormente inclini a cogliere le decine di citazioni sparse in ogni ambientazione (come l'altarino dedicato a Diane Choksondik) e in generale a godere dell'offerta ludica, chiaramente costruita attorno al fan medio della serie. Quest'ultima si sviluppa a partire dalla necessità per il protagonista, noto solo come The New Guy, di farsi degli amici a South Park, Colorado, dove si è appena trasferito con la famiglia. Come intimatogli dal padre, intento a "testare la nuova casa" insieme alla mamma, al ragazzo non resta che fare un giro per le vie del suburb in cerca di qualcosa con cui occupare il tempo. Sebbene i primi approcci non siano dei migliori, il protagonista si imbatte inevitabilmente nella ben nota cricca di South Park, capitanata da un Cartman vestito da stregone. Quest'ultimo sembra aver organizzato un gioco di ruolo destinato a coinvolgere tutta la città, con il giardino dietro casa trasformato in una fortezza degna del miglior castello fantasy... perlomeno nell'immaginario dei bambini. La pozza d'acqua destinata alle profezie è in realtà una piscina gonfiabile, le stalle una piccola scatola di sabbia, e così via.
Armati di fantasia e per nulla scoraggiati dallo scenario francamente desolante, i ragazzi sembrano intenzionati a fare sul serio, tanto da chiedere al nuovo arrivato di scegliere in quale ruolo giocare, ossia Guerriero, Chierico, Mago o Ladro. Durante la demo abbiamo visto in azione solo la prima classe, con un sistema di combattimento che ricorda da vicino quello dei GDR a turni, senza la possibilità di muoversi liberamente sul campo di battaglia. Durante il combat, l'inquadratura è fissa, e vede la parte sinistra dedicata ai personaggi controllati dal giocatore, mentre in quella destra sono schierati i nemici. Da qui, tutto procede come da manuale, con la possibilità di selezionare di volta in volta un attacco base o uno speciale. Questi ultimi rappresentano il vero tratto distintivo, in quanto personalizzati per ogni differente ragazzo della città. Sebbene inizialmente i duelli si svolgano in maniera molto semplice, uno sguardo ad una schermaglia più avanzata ci ha permesso di intuire la necessità di un approccio strategico, dato che le abilità speciali sono disponibili in numero limitato per ogni sessione di combattimento. Fondamentale per il successo è inoltre la contromossa, da attivare premendo con tempismo un tasto del pad non appena uno dei nemici si avvicina per mettere a segno un colpo standard. Questa rappresenta l'unico elemento in tempo reale del sistema di combattimento e, se eseguita correttamente, permette di annullare il danno proveniente dal fendente bloccato e contrattaccare immediatamente con un'abilità a piacere.
Chiaramente, data la staticità di fondo, la buona riuscita di questo sistema di combattimento a turni dipende soprattutto dalla disponibilità di abilità speciali e dalla rilevanza della componente tattica, che dovrà essere bilanciata a dovere per sostenere adeguatamente un certo numero di ore di gioco.
Look e personalizzazione
C'era una sola clausola posta da Parker e Stone per la loro collaborazione al progetto targato Obsidian: per garantirsi il loro aiuto, gli sviluppatori avrebbero dovuto mettere insieme un comparto tecnico in grado di riprodurre alla perfezione il look tipico di South Park, tanto nel design delle ambientazioni, quanto nelle movenze dei personaggi. Da questo punto di vista, The Stick of Truth è già un trionfo. Non c'è un singolo dettaglio che permetta di distinguere il videogame da una puntata del cartone, e questo rappresenta senza dubbio un traguardo fondamentale per ottenere l'approvazione dei fan dello show. A questo si aggiunge la possibilità di modificare il proprio personaggio, attingendo da un editor spassosissimo e molto completo, che permette di personalizzare le diverse parti del corpo combinandole a piacere, aggiungendovi vestiti e accessori. Ancora non ci è chiaro se tali modifiche siano possibili in ogni momento della partita (la demo sembrava suggerire questo, ma potrebbe trattarsi di una funzione aggiunta solo a fini dimostrativi), oppure se richiederanno la spesa di una valuta di gioco. Questo, e molti altri aspetti, potremo approfondirli solo in seguito a una prova approfondita e diretta del gameplay.
Molto interessante si è rivelata la personalizzazione delle diverse armi a disposizione del giocatore, tutte riprodotte con un pizzico di umorismo. Così, una gigantesca ventosa da lavandini otturati diventa il "Rod of Waste", le stellette da samurai "Fucking Ninja Stars" e via discorrendo, a confermare un lavoro di concettualizzazione svolto con grande attenzione. Questo secondo incontro con South Park: The Stick of Truth ha confermato le positive impressioni risalenti all'E3 2012. Per quanto la nostra esperienza diretta si sia limitata all'incipit, il gioco sembra avere tutte le carte in regola per tenere i fan dello show incollati alla sedia, con tutte le caratteristiche che hanno fatto la fortuna del cartoon fedelmente riprodotte a schermo. Gli unici dubbi, al momento, sono relativi alla profondità del gameplay sulla lunga distanza, la quale potrà essere verificata solo in futuro, e alla capacità del titolo di attirare anche coloro che non hanno familiarità con il South Park televisivo. Rimane inoltre qualche perplessità sul livello di controllo dei contenuti operato dal publisher, soprattutto per quanto riguarda la discussa classe dell'Ebreo e il linguaggio utilizzato dai personaggi, che per il momento ci è parso piuttosto edulcorato rispetto ai ben noti eccessi del cartoon. Con l'uscita fissata a marzo 2013, gli sviluppatori hanno a disposizione ancora diverso tempo per l'ottimizzazione dei contenuti, e noi avremo sicuramente modo di mettere le mani sul prodotto per pareri più approfonditi. Rimanete con noi per tutte le novità, a presto su queste pagine.
Un secondo press tour
In occasione di un press tour organizzato da THQ a Dublino per mostrare la line-up invernale, abbiamo potuto assistere nuovamente alla rapida presentazione di South Park: The Stick of Truth. Essendo il gameplay mostrato il medesimo dello showcase milanese, abbiamo chiesto allo sviluppatore di focalizzarsi sulla seconda parte della demo ambientata in un cimitero abitato da giovani vampiri emo. Il totale cambio di ambientazione, cupa e gotica faceva da sfondo a un gameplay decisamente più avanzato che ci ha permesso da un lato di osservare il potenziamento di alcune armi su cui veniva versato il contenuto di un'ampolla piena di veleno così da infliggere danni aggiuntivi e persistenti ai nemici colpiti, e dall'altro di assistere ad una manciata di mosse speciali inedite. Nello scontro il protagonista ai nostri comandi accendeva un piccolo fuoco d'artificio per bruciare tutti i nemici di fronte a lui con un vero e proprio cono d'azione mentre Cartman, componente per l'occasione del nostro party, prima incendiava un nutrito numero di avversari emettendo aria dal suo posteriore prontamente fatta deflagrare con un accendino e poi chiamava sulla scena un omaccione mezzo nudo pronto a seviziare un nemico a scelta. La totale naturalezza con cui scene così irriverenti venivano mostrate sullo schermo senza alcun tipo di censura ci ha in parte tranquillizzato su quell'eventuale rischio di eccessivi tagli a cui facciamo riferimento nel resto dell'articolo. È stato interessante notare anche un minimo di interazione con l'ambiente circostante durante le fasi di esplorazione. Era possibile ad esempio distruggere piccole suppellettili per racimolare un po' di oggetti di equipaggiamento mentre con un microscopico puzzle ambientale abbiamo dovuto lanciare alcuni fuochi d'artificio, con tanto di mirino liberamente controllabile, contro la vetrata di una cripta per poter aprire il portone d'ingresso. Se ancora non si fosse capito sembra proprio che la componente RPG diSouth Park: The Stick of Truth sia assolutamente in linea con i canoni del genere. E questo non può essere che un bene.
di Pierpaolo Greco
CERTEZZE
- Il feeling di South Park c'è tutto
- Graficamente perfetto rispetto al cartoon
- Personalizzazione molto approfondita
DUBBI
- Il controllo dei contenuti sarà eccessivo?
- Rischia di attirare solo i fan dello show