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L'alba della rivoluzione

A pochi passi dallo splendido castello Sforzesco abbiamo messo le mani su una nuova dimostrazione di Assassin's Creed III che ci ha trascinato nel bel mezzo della nascita dell'America moderna

PROVATO di Mattia Armani   —   24/09/2012

Gli assassini della saga Ubisoft sono da sempre invischiati in rivoluzioni, sovversioni e battaglie per la giustizia. Ma nel nuovo capitolo della serie la figura del rivoluzionario acquista ulteriore spessore visto che per la prima volta la rivolta, contro l'oppressione inglese, è l'essenza stessa della storia. Dalla rivoluzione americana, tra l'altro, è nata quella francese, e questo elemento ha scatenato speculazioni relative al prossimo capitolo della serie. Tutte ipotesi plausibili ma che per ora accantoniamo per concentrarci sul provato di Assassin's Creed III.

L'alba della rivoluzione

La rivoluzione parte da una casa coloniale immersa nei boschi del New England. Dopo una doverosa scena introduttiva ci mettiamo finalmente in marcia per adempiere al nostro nobile compito. Ma ecco che, a pochi metri dall'edificio, una donna in pericolo ci chiede di sistemare alcuni banditi che infestano la zona. Trovare le canaglie è una questione di pochi minuti ma mentre affrontiamo i lestofanti ecco che alla festa si aggiunge un lupo che ci attacca in un mix di movimenti liberi e tasti da premere rapidamente. Purtroppo non siamo stati abbastanza veloci ed ecco che il grande destino si trasforma in un attimo in una sonora figuraccia. Se non altro il primo incontro con la fauna di Assassin's Creed III ci ha reso subito chiaro che gli animali non sono un mero orpello introdotto per mostrare la versatilità dell'AnvilNext engine ma sono parte integrante del gameplay. Indizi sparsi sul terreno ci permettono di trovare gli animali che si trovano nelle vicinanze e questi possono essere abbattuti rapidamente per ottenere pelli da vendere. Lupi e orsi, ovviamente, reagiscono e per evitare di essere sbranati è necessario premere, piuttosto rapidamente, il tasto che viene indicato a schermo durante un attacco. In alcune situazioni, tra l'altro, è possibile trarre vantaggio dalla presenza di bestie feroci che ovviamente non attaccano solo noi ma anche altri umani presenti nella loro zona di caccia. Trascinare un drappello di nemici laddove un orso grigio cerca la pace interiore è una tecnica efficace per liberarsi degli avversari e ottenere una pelle con pochi sforzi. Agli animali selvatici si aggiungono poi i cani che vagano per le strade delle cittadine coloniali americane e quelli addestrati dai soldati che abbaiano per indicare la nostra posizione ai padroni.

Go ahead, jump. Jump!

La sensazione di correre liberamente saltellando gli ostacoli resta uno dei punti forti di Assassin's Creed III ma troppa libertà talvolta significa sbattere il muso contro il pavimento da svariati metri d'altezza. Per questo gli sviluppatori hanno modificato una delle meccaniche di gioco facendo sì che la corsa legata alla pressione del solo tasto dorsale non possa essere più fatale. Certo, è sempre possibile forzare Connor, con la pressione del secondo tasto, ma nelle situazioni meno comprensibili, come lo sono spesso i rami degli alberi, questo accorgimento risulta azzeccato. Sempre in tema corsa c'è da notare che alcuni ostacoli naturali, come una scalata rocciosa e svariati alberi, non sono scalabili. Servono appigli e rami e questi sono distribuiti strategicamente limitando la sensazione di libertà che invece caratterizza il movimento cittadino. La scelta è stata effettuata per evitare che il giocatore si senta smarrito e per indirizzarlo laddove c'è qualcosa da trovare.

L'alba della rivoluzione

Ci sono, comunque, alcuni passaggi, come alberi spezzati, che consentono di raggiungere alture apparentemente fuori portata, e questo elemento costringe il giocatore a osservare attentamente la zona in cui si trova. Nonostante i limiti alla libertà di movimento emerge dunque una certa attenzione anche per il design delle zone rurali. La prova su strada di Assassin's Creed III ci ha poi calato nel cuore della rivoluzione con una missione legata alla distruzione dei depositi di tè ambientata per le strade di una Boston d'epoca decisamente convincente. L'atmosfera coloniale americana, quella della est coast ovviamente, si respira tutta così come si respira una maggiore tensione rispetto ai precedenti titoli della serie, a causa dell'incredibile numero di guardie e di truppe che vagano per la città. La tensione tra le 13 Colonie e l'Inghilterra è infatti alle stelle con la madre patria che favorisce i commercianti esterni demolendo l'economia americana. La situazione, insomma, non è certo rosea, soprattutto se ci si ritrova nei panni di un mezzosangue, assassino e rivoluzionario. Entrati in città non ci stupisce scoprire che il grosso del lavoro di design, come in ogni Assassin's Creed, è ovviamente dedicato all'agglomerato urbano. Come temevano in molti manca, ovviamente, il respiro delle grandi città della storia antica, ma nelle vie di Boston c'è un altro tipo di atmosfera storica ad aspettarci. Lo stupore per le meraviglie costruite dall'uomo si ripresenta nella forma di enormi cantieri, grossi mulini su impervie scogliere, strutture in legno articolate, vie gremite e dense di abitazioni. Il tutto condito con le migliorie concesse dal nuovo motore AnvilNext che, pur non rivoluzionando nulla, risulta evidente nella resa dei materiali e dei modelli. Migliori anche le animazioni, arricchite sia nel combattimento che nel movimento, con Connor che può saltare anche all'interno di una finestra o sgomitare per scivolare contro un ostacolo. Tra l'altro il nuovo engine, che come sappiamo ha permesso agli sviluppatori di introdurre nel gioco anche le battaglie navali, promette di muovere migliaia di soldati contemporaneamente e senza grosse rinunce in termini di dettaglio.

Alla ricerca della varietà perduta

Passiamo al combattimento, croce e delizia della serie Ubisoft. Da un lato la software house ha creato uno dei primi sistemi che considerano impatti, fisica, spintoni, possibilità di disarmare e persino le armi da fuoco. Ma bilanciare questo approccio realistico ha reso necessari alcuni escamotage tra i quali il più famigerato è quello che vede i nemici prendere il numero e mettersi in coda per attaccare l'assassino uno alla volta. In Assassin's Creed III le cose funzionano diversamente anche se l'impostazione del combattimento è la solita e risulta da subito familiare per chi ha giocato almeno uno dei capitoli precedenti della serie. Come al solito i nemici sono differenziati a seconda del tipo di equipaggiamento e del grado. Un capitano con sciabola e un gruppo di alabardieri devono essere affrontati con calma, mentre un fuciliere ingaggiato in corpo a corpo è un'ottima occasione per ammirare, senza troppi sforzi, tutte le nuove seguenze di omicidio acrobatico introdotte dagli sviluppatori in questo capitolo.

L'alba della rivoluzione

Ma questa volta i nemici, soprattutto quelli graduati, hanno qualche possibilità di reazione in più. Ubisoft ha infatti ridisegnato il combattimento consentendo anche ai nemici di effettuare doppie contromosse, di disarmare il giocatore e di buttarsi contro di lui cercando la strada migliore, senza adottare la classica formazione a cerchio a cui siamo abituati. Questo causa un discreto caos, con nemici che si spintonano, altri che vengono falcidiati dai 4 fucilieri che si sono messi in posa per crivellarci, ma nell'insieme i combattimenti risultano più vari e anche un po' più difficili visto che diventa necessario orientarsi in una situazione più caotica che ci chiede anche di reagire ad eventuali sorprese. Dopo aver effettuato una contromossa, infatti, in alcuni casi può essere necessario saltare sulla schiena del nemico per prenderlo rapidamente alle spalle, mentre in altri casi è meglio deflettere l'arma per aprire un varco nella difesa. Il tempo per valutare queste possibilità nel dettaglio, in relazione ai tipi di nemico e alle situazioni, non è stato purtroppo molto. Ma nel complesso l'esperienza sembra un pizzico più vivace che in passato e comunque i limiti dell'intelligenza artificiale sono senza dubbio meno visibili. Come ciliegina sulla torta Connor ha la possibilità di equipaggiare un rampino che tra l'altro può essere usato per appendere i nemici ad alberi e pennoni con un risultato scenico piuttosto cruento. Pensando a quei giocatori che vogliono entrare subito nel vivo dell'azione, senza perdere tempo con orsi e lupi famelici, è stato introdotto il fast travel.

L'alba della rivoluzione

Per sbloccarlo, ci hanno rivelato gli sviluppatori, sarà necessario risolvere alcuni puzzle che consentiranno a Connor di capire quale strada percorrere in un'intricata rete di cunicoli. In sostanza Assassin's Creed III si presenta come il più ricco capitolo della serie con variazioni sul tema, maggior importanza per lo stealth e combattimenti più vari. Il doppiaggio in italiano, già presente nella versione di prova, mantiene gli standard qualitativi a cui ci siamo abituati. Numerose voci impostate bene, anche se non sempre azzeccatissime, incorniciano adeguatamente le scene di intermezzo e ci calano nell'atmosfera dell'epoca. In sostanza, anche se sarà necessario valutare ogni elemento approfonditamente per emettere un verdetto definitivo, il potenziale per un'esperienza finalmente completa e matura c'è tutto. Resta ovviamente da scoprire se nel titolo ci sarà spazio per Desmond che finora si è mantenuto nell'ombra. Prima o poi, comunque, dopo rivoluzioni francesi e guerre mondiali, verrà anche il suo turno di essere il protagonista.

CERTEZZE

  • Un ulteriore passo in avanti dal punto di vista tecnologico
  • Combattimenti più dinamici e meno ripetitivi
  • Un'esperienza finalmente completa e varia

DUBBI

  • La sensazione di libertà è paradossalmente inferiore nelle zone rurali
  • Chi brama le atmosfere della storia antica questa volta resterà deluso
  • Ci sarà spazio per Desmond?