Per la serie "A volte ritornano", questa settimana è stata segnata dall'uscita di un nuovo benchmark grafico per PC. Catzilla di Allbenchmark riporta in auge una tipologia di software vecchia quanto le schede grafiche e oramai un po' in disuso, ma lo fa con uno stile da anime giapponese e un soggetto talmente fuori di testa, che potrebbe in effetti aprirsi un varco tra i programmi utilizzati in sede di recensioni hardware. Per i più pigri il video si trova a fine introduzione mentre dal sito ufficiale è scaricabile sia la versione a pagamento, sia quella gratuita che limita la risoluzione a 720p. Da un cavallo di ritorno ad una tendenza di mercato viva, vegeta e scalciante: il gioco in movimento è stato negli ultimi anni uno dei refrain più discussi e l'ultimo CES di Las Vega ha mostrato come anche diversi produttori di hardware solitamente impegnati su PC, si stiano guardando attorno in quella direzione. Un articolo di Patrick Miller analizza i possibili scenari del 2013 tra cloud gaming, una crescente disponibilità di potenza di calcolo e (ancora) qualche inevitabile compromesso. A proposito di produttori, The Economist ha indagato in un lungo articolo sull'ascesa di Lenovo, azienda cinese che negli ultimi anni ha fatto acquisti negli States ed è diventata una potenza mondiale. Insomma, un pezzo non sul videoludo ma consigliato all'amante della tecnologia doc. Tornando ad argomenti più vicini alla nostra quotidianità, vi segnaliamo la disponibilità online di GLHF, rivista pubblicata in pdf interamente dedicata alla scena competitiva di StarCraft II. E poi della lunga intervista in due parti - una e due - di RockPaperShotgun a Jack Solomon di Firaxis: a qualche mese dall'uscita vengono ripercorse le tante gioie ma anche alcune delusioni di quello che, bene o male, è stato uno dei titoli più interessanti dell'anno passato, XCOM: Enemy Unknown. Per concludere torniamo a parlare del parco a gioco tematico che in Cina è stato realizzato ispirandosi alle proprietà intellettuali Blizzard. Peccato che sia privo di qualsivoglia licenza. Bene, su Reddit un utente ha pubblicato una lunga galleria di immagini che testimonia la quotidianità di questo costosissimo (sono serviti 50 milioni di dollari per corstruirlo, parrebbe) tributo non autorizzato.
Componente |
Caratteristiche |
Prezzo |
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Processore | Intel Core i5 3450 | € 160.00 |
Scheda madre | ASRock P67 Pro3 | € 65.00 |
Scheda Video | AMD Radeon HD 7850 | € 150.00 |
RAM | CORSAIR XMS3 8Gb (2x4Gb) ddr3 1600 MHz | € 35.00 |
Alimentatore | CORSAIR cx500 v2 500 Watt | € 50.00 |
Hard Disk | Hard Disk Seagate - Barracuda 500 GB SATA-II 3.5LP 12.4MS 7200RP | € 45.00 |
Lettore-Masterizzatore Ottico | Masterizzatore Samsung SH-S223Q | € 25.00 |
Case | Cooler Master Elite 360 | € 40.00 |
Configurazione Computer Entry Level |
€ 570.00 |
Gennaio è probabilmente il mese più spento in ambito videoludico, almeno a livello di uscite di rilievo. Steam, le periferiche mobile e altri fattori hanno un po' alterato la situazione negli ultimi anni, ma le novità sono comunque ridotte al lumicino. Anche la scena indie appare molto più rilassata del normale. Tutto questo preambolo serve per dirvi che nell'ultima settimana non è successo granché e potete anche andarvi a scaricare lanciando palle di neve al pupazzo a forma di Rubbini che abbiamo costruito sotto la redazione... meglio sarebbe lanciarle contro il Rubbini in persona, ma non si può avere tutto dalla vita.
Comunque come al solito, scavando e corrompendo, qualcosa da proporvi l'abbiamo trovato. Cominciamo senza indugi parlando di Spire, il nuovo gioco di Hitbox, quelli del platform Dustforce. Sarà un FPS con grafica stile cartoon che tenterà di replicare in 3D la libertà di movimento del noto platform indie 2D. Quello che si sa del gioco finora è che gli sviluppatori vogliono creare qualcosa che risulti diverso da quanto i giocatori sono abituati a trovarsi davanti avviando un qualsiasi videogioco fantasy. Quindi si stanno adoperando per creare nemici originali e oggetti mai visti per creare qualcosa di completamente diverso dal solito, anche a livello meramente visivo. Data la qualità del loro prodotto precedente, c'è da credere che Spire possa diventare una grande opera.
La seconda segnalazione riguarda l'arrivo del gioco di ruolo 10,000,000 su Steam. Si tratta di una specie di Puzzle Quest incentrato su meccaniche semplificate che richiede di combattere i nemici tramite le classiche gemme e tessere da combinare su una scacchiera. Il gameplay è davvero acchiappante, anche se secondo noi la versione originale, uscita su sistemi iOS, rimane migliore, data la chiara concezione dell'interfaccia per periferiche touch (non che il mouse renda male, sia chiaro). Se vi interessa dategli uno sguardo, tanto costa come un paio di cappuccini e inoltre rischia di tenervi incollati al monitor per diverse ore.
Parliamo quindi del pezzo forte della settimana, ossia il brawler nipponico Croixleur, di cui trovate un filmato appiccicato da qualche parte nell'articolo. Si tratta di un picchiaduro 3D basato su skill e tecniche speciali con personaggi, mosse e nemici in perfetto stile giappo. Sarà acquistabile dal 24 Gennaio sui vari Desura e Gamersgate (volendo è possibile votarlo anche su Greenlight) al prezzo irrisorio di 4,99€, ma intanto potete provare la Demo scaricabile dal sito ufficiale.
Veniamo infine a due segnalazioni rapide. La prima riguarda il rilascio del trailer di Backspace, sparatutto davvero particolare entrato in fase alpha. Lo trovate da qualche parte in giro per l'articolo (siamo sempre precisissimi con le indicazioni). Pensate che lo sviluppatore ha impiegato circa sei anni per realizzarlo. Comunque ha promesso una demo per la primavera, cui seguirà il rilascio del gioco completo qualche mese dopo.
La seconda riguarda il rilascio della beta di Futuridium, un remake 3D del classico Uridium. Molti giocatori attempati ricorderanno quello sparatutto per C64 e altri sistemi a 8 Bit dalla difficoltà folle e dal gameplay veloce ed esplosivo in cui bisognava atterrare su dei grossi incrociatori spaziali per distruggerli. Ecco, se fate parte del club dei nostalgici, oppure se volete provare qualcosa di diverso, ora sapete dove cliccare. Non è affatto male nemmeno dal punto di vista visivo.
Indie della settimana
Mettiamola così, ci sono esperimenti che riescono ed altri no. Ci sono provocazioni fastidiose e irritanti quanto opportune, e ce ne sono altre scontate quanto inutili. Ci sono idee belle a prescindere dal risultato e ce ne sono di brutte a prescindere dal risultato. Insert Title Here è un piccolissimo gioco realizzato con Unity che pretende di essere sperimentale e provocatorio, ma che non riesce in nessuno dei suoi propositi. L'idea di fondo è quella di giocare con il giocatore tramite cartelli appesi alle pareti di stanze chiuse in cui non si può fare nulla, alla ricerca di un'espressività artistica che in realtà latita nelle fondamenta.
Il problema non è l'ermetismo che lo caratterizza, perché la difficoltà di ricezione di un'opera non è un male a prescindere, né la pochezza del gameplay, che richiede di fare assolutamente nulla se non camminare. Nemmeno la durata è un grosso danno, intanto perché è un titolo freeware e in secondo luogo perché allungandolo troppo avrebbe perso per strada i giocatori, che sarebbero fuggiti prima del finale. Il dramma di Insert Title Here è la scrittura, mediocre al punto da cancellare ogni interesse nel concept di fondo. Di base l'autore ha provato a infilare in 10 minuti di gioco veramente troppe cose, con il risultato che si perde presto il filo e ci si trova a percorrere le stanze chiedendosi non tanto cosa vogliano rappresentare, quanto perché chi le ha concepite sentisse il bisogno di infilare una citazione dietro l'altra ammorbandoci irrimediabilmente. Ogni stanza ha i suoi cartelli da leggere che ci guidano nell'avventura, prendendoci in giro e spingendoci a continuare. Probabilmente si è voluto imitare l'effetto Portal, ma lì la scrittura era sublime, qui sembra roba scritta da un adolescente che ha letto un libro e pensa di avere la rivelazione a portata di cervello. Insomma tra battute insulse, scherzi poco riusciti, stanze mal concepite, si arriva alla fine un po' spossati, nonostante sia passato il tempo di un cortometraggio, e quella che voleva essere una provocazione si rivela soltanto essere un grosso fallimento.
di Simone Tagliaferri
Titolo: Insert Title Here
Sviluppatore: Anothink
Distribuzione: Freeware
Sito di riferimento: Link
Download: Link
Da sapere per giocare al meglio: Niente di rilevante da segnalare.
Diablo III
La notizia della settimana riguarda senza dubbio il terzo Diablo di Blizzard, da pochi giorni orfano del suo direttore Jay Wilson. Il post con cui Wilson ha informato la community di questo colpo di scena è giunto un po' come un fulmine a ciel sereno, ma sono ormai mesi che le polemiche infuriano sulla gestione di Diablo III. A essere del tutto sinceri, non si sono mai sedate dal lancio dello scorso maggio, e soltanto poche settimane fa sono riprese in pompa magna quando gli sviluppatori hanno ammesso di aver ricominciato a progettare il tanto atteso PvP praticamente da capo.
Jay Wilson ha diretto il progetto per sette anni, e per molti è la causa principale dei problemi che hanno funestato Diablo III. "È stato uno dei periodi più impegnativi e gratificanti della mia vita", dice Wilson, "ma sono arrivato al punto in cui ho bisogno di lavorare a qualcosa di nuovo e la direzione di Blizzard mi ha concesso questa opportunità". Insomma, Wilson non è stato licenziato, ma inserito in un nuovo progetto, forse il famigerato Titan. Il posto di direttore di Diablo III resta al momento vacante, ma Wilson assicura che lo sviluppo del gioco proseguirà come al solito. In effetti, il test della patch 1.0.7 procede a gonfie vele: la principale caratteristica del nuovo aggiornamento sarà la zona appositamente dedicata ai duelli tra i giocatori che dovrebbe in qualche modo compensare la lunga attesa del PvP vero e proprio, benché non ci siano ricompense o punteggi da acquisire. Non è l'unica modifica che sta per arrivare, comunque: oltre a dei miglioramenti per quanto riguarda Mago e Monaco, i giocatori potranno fabbricare nuove gemme ancora più potenti, ci saranno nuove ricette e un nuovo reagente e sul versante pratico Blizzard ha deciso di aumentare i punti esperienza guadagnati dopo aver impostato la potenza dei mostri e di rimuovere la penalità sul tempo da attendere dopo essere morti più volte. Ci sono altre modifiche interessanti, oltre a queste, ma vi suggeriamo di leggere le approfondite patch notes.
World of Warcraft
Restiamo a casa Blizzard, perché c'è qualche novità anche sulla patch in dirittura di arrivo per Mists of Pandaria. Oltre al nuovo raid l'aggiornamento integrerà anche una nuova isoletta in cui svolgere varie missioni giornaliere per aumentare le nuove reputazioni: a quanto pare, però, in questa isoletta girovagano degli enormi dinosauri che una volta sconfitti ricompensano il giocatore con una speciale valuta da scambiare per nuovi oggetti, tra i quali una cavalcatura e una mascotte.
Oltre al PvE, come al solito corposo, la patch 5.2 prevede anche dei bilanciamenti di tipo tecnico a svariati oggetti. Una delle modifiche che ha sollevato un gran polverone è la rimozione dell'NPC che permette di potenziare l'equipaggiamento spendendo i punti Valore, Onore o Giustizia. L'NPC tornerà nella patch 5.3, e questo stratagemma impedirà ai giocatori di ignorare i nuovi bottini, concentrandosi sul potenziamento dei vecchi. È una mossa un po' subdola, che ha suscitato non poche lamentele. Blizzard ha anche deciso di ritoccare le ricompense pensate per il PvP, ma almeno in questo caso parliamo di una modifica sensata: è un discorso un po' complicato, e se conoscete i meccanismi di World of Warcraft vi suggeriamo di leggere l'esauriente spiegazione ufficiale, ma in sostanza per chi si avvicina al PvP a metà della nuova stagione ci saranno dei bonus al totale di punti Onore o Conquista accumulabili che permetteranno di mettersi in pari con chi gioca PvP da più tempo.
Guild Wars 2
L'ultima bloggata di ArenaNet è stata una delle più interessanti degli ultimi tempi, sopratutto perché si è ampiamente dilungata su cosa dovremmo aspettarci nei prossimi mesi su Tyria. Grazie al direttore Colin Johanson, sappiamo adesso che Guild Wars 2 ha venduto più di tre milioni di copie, confermando l'enorme successo del gioco. La filosofia del team è adesso migliorare ulteriormente le caratteristiche più apprezzate del gioco, ma anche mettere in pratica le lezioni imparate con i contenuti che hanno funzionato meno. Nei prossimi mesi ArenaNet conta innanzitutto di implementare nuovi eventi dinamici per rendere meno ripetitivi i cicli attuali, ma anche nuove missioni e, in generale, ulteriori motivi per invogliare i giocatori di ogni livello a rivisitare le zone già esplorate.
Tra le altre cose, completando gli achievement si otterranno degli oggetti con cui acquistare equipaggiamento di tipo Ascendend e Infusion, e ci sarà una maggior varietà per quanto riguarda gli achievement giornaliere da svolgere. Il team è anche al lavoro sulle gilde, in particolare su speciali missioni che coinvolgano i vari membri che vedremo già all'inizio dell'anno: l'intenzione è quella di dare molta più importanza al concetto di gilda nel gioco. Ce n'è anche per il player-versus-player: il WvWvW sarà riveduto e corretto per offrire ai giocatori un senso di progressione e ricompense tangibili per i loro sforzi. Per quanto riguarda il PvP strutturato, ArenaNet intende rivedere il sistema di ricompense e implementare un codice di matchmaking basato sulle performance dei giocatori. Ci sono piani anche per la famigerata modalità "spettacolo" che permette di osservare passivamente le partite. Infine, nella prima metà dell'anno vedremo anche un ampliamento del sistema per la ricerca dei gruppi. La più imminente delle novità elencate da Johanson è però il sistema "guest" che permette di spostarsi temporaneamente di server. La feature arriverà il 28 gennaio, e permetterà ai giocatori di unirsi agli amici di altri server per partecipare a qualunque contenuto, eccetto il WvWvW. Contemporaneamente, ArenaNet renderà a pagamento il sistema di trasferimento tra server che per ora è gratuito: costerà gemme, naturalmente, e si potrà usare una volta ogni sette giorni.
Star Wars: The Old Republic
In attesa dell'espansione Rise of the Hutt Cartel, BioWare ha deciso di cominciare il 2013 con l'aggiornamento 1.7 del client. Le aggiunte, in questo caso, sono decisamente interessanti. Come promesso tempo addietro, comincia il "revamp" del pianeta Ilum:
Relics of the Gree è un evento che si svolgerà sporadicamente sul pianeta, facendo comparire un'astronave dei Gree che i giocatori dovranno trovare ed esplorare. Sconfiggendo il boss di turno, sarà possibile mettere le mani su equipaggiamenti nuovi di zecca. A questa novità si collega anche l'inedito sistema di Reputazione Galattica: si potranno infatti accumulare punti con fazioni come i Gree, i Voss e altri gruppi tra le fila di Impero e Repubblica. I giocatori potranno quindi aumentare di rango, partendo da "Estraneo" per raggiungere il sesto, "Leggenda", e aggiudicarsi quindi oggetti e titoli esclusivi. Il livello di reputazione, peraltro, sarà condiviso da tutti i personaggi della stessa Legacy, facilitando la progressione.
di Christian La Via Colli
Non ci sono grosse novità nell'ambiente del crowd funding, almeno per quanto riguarda i videogiochi, ma i pochi titoli presentati in queste settimane dovrebbero bastare a stuzzicare il vostro palato di raffinati possessori di PC.
Spesso i videogiochi indipendenti, a sentire i loro sviluppatori, sono una tale miscela di generi, fonti di ispirazioni e geniali intuizioni che ci vogliono quattro righe per descriverli. Nella realtà dei fatti, quelli che più si sono sgolati per dire quanto fossero originali i loro prodotti spesso hanno prodotto giochi come tanti altri. Sarà questo il caso di (un)Lucky7, gioco di ruolo in stile giapponese con tematiche horror e fantascientifiche, incentrato sulla narrazione, realizzato in pixel art e con tanto di puzzle? Lo vedremo. Intanto apprezziamo la correttezza dei suoi sviluppatori che, pur sapendo che IndieGoGo dà loro tutti i soldi raccolti, indipendentemente dal fatto che abbiano raggiunto o meno il tetto fissato, hanno sentito il dovere di specificare che anche solo con il 25% della somma realizzeranno il gioco così come lo hanno pensato. I personaggi antropomorfi che si vedono nelle immagini ricordano quelli di Sine Mora e sono sette condannati che devono sperimentare una nuova tecnologia in cambio della libertà. Gli sviluppatori insistono sul fatto che, nonostante la grafica piacevole e colorata, (un)Lucky7 riuscirà a spaventare i giocatori, grazie a musiche di atmosfera e trovate narrative inquietanti. Che dire, ci hanno fatto venire voglia di giocarci.
Forse avete notato in alto a sinistra nel primo paragrafo di PC Magazine il badge della pagina Kickstarter di Wildman, la novità più interessante della settimana. Cerchiamo perciò di capire meglio cosa rappresenta quel cavernicolo che brandisce una rozza arma da taglio con la bava alla bocca. Di certo non è un gioco per intellettuali: Wildman ci mette nei panni di un rozzo individuo che percorre lunghi livelli sbloccando un'infinità di armi e armature, massacrando e distruggendo quello che gli capita a tiro. Questo almeno per quanto riguarda l'anima da gioco di ruolo d'azione di Wildman. C'è infatti anche una componente di strategia in tempo reale tutta da scoprire. Il dubbio che ci rimane dopo aver visto il video è cosa ci sia di così tanto innovativo. L'art direction fino ad ora non è certo delle più ispirate e tutto sa di già visto. L'idea di vagare per il mondo in cerca di avventura e bottino è sempre stimolante e poter imbastire un esercito per delle pause strategiche nelle War Zone previste dal gioco potrebbe spezzare la monotonia dell'azione, ma Wildman dovrà comunque essere capace di rinnovare il suo gameplay mano a mano che raccogliamo nuove armi e armature, se non vuole rischiare di annoiare. Per ora la raccolta fondi procede a rilento, ma è presto per tirare le somme, perciò facciamo un bel grugnito e incrociamo le asce.
DIGITILUS aveva già tentato la via di Kickstarter con Skyjacker, ma l'iniziativa si rivelò un fallimento. Nonostante questo i lavori proseguirono, e ora gli sviluppatori sono pronti a donare il gioco finito a chi sosterrà con almeno venticinque dollari il loro nuovo progetto, Skyjacker: Starhip Constructor, che potrebbe riuscire dove il genitore ha fallito. Per capire di cosa stiamo parlando dobbiamo fare un passo indietro e tornare a Skyjacker. Questo gioco, del quale al momento è disponibile una demo, è un gioco di combattimenti spaziali in un mondo aperto e ricco di atmosfera. Inoltre pare ci sia un background di criminalità tale da spingere gli sviluppatori a paragonarlo a Grand Theft Auto, come gusto narrativo. E insomma, questo è il progetto originale, presto disponibile sul mercato. La nuova raccolta fondi invece è per un'applicazione fruibile anche su iOS che ci permette di visualizzare e smontare nelle sue componenti ciascuna delle centinaia di navi spaziali presenti nel gioco finale. Una chicca per gli appassionati e un tassello del progetto più grande. Decisamente una bella pensata, speriamo perciò solo vada a buon fine.
di Andrea Rubbini
Guarda papà, senza tasti!
Come abbiamo detto più volte il PC si trova nel bel mezzo di una rivoluzione che, nonostante le nefaste previsioni sulla sopravvivenza del desktop, potrebbe anche portare a una convivenza tra computer da scrivania e dispositivi mobile. A cavallo tra il 2012 e il 2013 abbiamo parlato di PC fissi come centri neurali di una possibile rete casalinga, cervelloni sfruttati per inviare film e giochi a qualsiasi dispositivo capace di connettersi e tra cui spiccano ovviamente i tablet. E questi ultimi sono già capaci, per l' appunto, di sfruttare, attraverso lo streaming dei dati, la potenza del PC consentendoci di lavorare in remoto e di giocare a Skyrim sul divano mentre la tv trasmette altro. In questi giorni un panorama di questo tipo è stato anticipato da numerose figure del settore solleticate dalle tecnologie di streaming mostrate al CES e sollecitate dal rapporto di Gartner che prevede il sorpasso dei tablet sui portatili entro la fine del 2013 invece che, come previsto inizialmente, nel corso del 2016. Il succitato panorama, come abbiamo anticipato, prevede però una vittima illustre e si tratta, appunto, del portatile che ha ancora due sole carte da giocare e queste sono la dimensione dello schermo e la tastiera.
Ma la distanza ridotta di utilizzo dei un tablet e la possibilità di collegare il dispositivo a televisori e monitor annichilisce il primo vantaggio consentendo di usare, tra l'altro, pannelli molto più grossi di un 17 pollici. Per quanto riguarda il secondo punto, invece, abbiamo già detto, parlando delle tecnologie mostrate durante il CES 2013, che agganciare una tastiera a un tablet è cosa facile, tanto che durante la manifestazione dedicata alla tecnologia sono apparsi nuovi ultrabook, che si affiancano a quelli già presentati e in procinto di uscire, capaci di cambiare la loro forma da portatile in quella di un dispositivo esclusivamente touch. Ma, aspettando che le suddette previsioni prendano forma è comunque possibile tenere una tastiera a casa e una sul luogo di lavoro in modo da avere un tablet puro da usare, all'occorrenza, come un ultrabook. D'altronde stanno arrivando tablet dotati di Windows 8, capaci anche di allacciarsi a Xbox 360, e la differenza in termini di potenza, grazie ai system on a chip e alla crescente miniaturizzazione, si è già ridotta sensibilmente. Inoltre con i tablet, che sono sempre più sottili, la portabilità, garantita anche dal miglioramento delle batterie, è finalmente una questione reale e non è solo legata al nome come nel caso dei portatili vecchio stile. Quest'ultimo, tra l'altro, è senza dubbio l'elemento più rilevante, nella lotta tra i due dispositivi, visto che il cosiddetto laptop è stato, almeno fino all'arrivo degli Eee PC, quasi esclusivamente un PC da camper, da università o da bar, inutilizzabile lontano da una presa elettrica e scarsamente comodo in treno o in aereo. Dunque cosa resta da valutare? Resta, e anche in questo caso il tablet primeggia impietosamente, solamente l'appeal, come sottolinea un intervento apparso su TechReport che, oltre a parlare della bellezza dell'iPad, sottolinea come i tablet non si sporchino al contrario delle tastiere dei laptop le quali, essendo vincolate all'oggetto in questione, lo rendono un potenziale covo di detriti misti e di resti variegati di scorie umane. Quest'ultimo punto di vantaggio, però, pur essendo interessante risulta più debole degli altri a causa della velocità incredibile con cui i tablet diventano vetusti. Persino Apple, pur garantendo un supporto superiore alla concorrenza, ha accelerato la produzione di nuovi modelli e lo ha fatto proprio con l'iPad tirando fuori due nuovi tablet a distanza di pochi mesi dall'uscita della terza generazione. Certo, c'è ancora chi tiene lo stesso oggetto anche per 4 anni, ma chi procede secondo i propri ritmi, senza inseguire le novità, non fa ovviamente parte dell'utenza che influenza il mercato. In ogni caso i vantaggi del tablet sono lampanti e, nonostante la necessità di una tastiera per lavorare a pieno ritmo, ci sono tecnologie in sviluppo che potrebbero ovviare a questa mancanza senza bisogno di ricorrere all'ibrido tablet/portatile.
Quest'ultimo, d'altronde, non può essere sottile quanto un tablet autentico, ma con la proiezione di una tastiera luminosa, combinata con una tecnologia di rilevazione finalmente precisa, il problema potrebbere risolto. In questo caso resterebbe però l'inconveniente del feedback tattile dei tasti che, come molti sanno bene, è importante per chi scrive a una certa velocità e ha bisogno di ridurre gli errori avvertendo fisicamente la disposizione dei tasti. Ed ecco che ci ritroviamo a parlare di schermi capaci di riprodurre sulla superficie del pannello sensazioni tattili sfruttando il differenziale elettromagnetico. In questo caso un proiettore nel tablet potrebbe spedire l'immagine dello schermo su una superficie e trasformarsi in una tastiera touch da sogno. La tecnologia, della quale abbiamo parlato l'anno scorso, sta facendo passi in avanti e lo sta facendo lungo diverse strade. La stessa Apple nel 2012 ha registrato un brevetto legato al feedback tattile tramite "piezoelectric actuators" e con la diffusione di schermi Oled sempre più flessibili potrebbe addirittura esserci la possibilità di combinare la percezione tattile del tasto con un'effettivo movimento della superficie toccata. Ovviamente è difficile predire quale sarà la forma definitiva di questa evoluzione, tanto più che in un mercato in continuo movimento sono possibili sorprese incredibili e frenate istantanee a seconda di costi, effettiva possibilità e penetrazione di mercato prevista. Ma vista la mole di ricerche orientate nella direzione mobile è chiaro che lo spostamento verso tablet, minitablet e super smartphone è un fenomeno che pochi considerano transitorio. La stessa Intel, pur essendo in piena forma, ha registrato, nel 2012, un calo del 3 percento, rispetto all'anno precedente, delle vendite legate al settore PC. La compagnia risulta comunque sulla cresta dell'onda con 11 miliardi di dollari di guadagni e 53,3 miliardi di dollari di entrate complessive. I meriti delle entrate elevate, secondo quanto dichiarato dalla stessa Intel, vanno attribuiti anche all'entrata della compagnia nel mondo dei tablet e degli smartphone.
di Mattia Armani