Come ogni anno, quando la stagione sta per entrare nella sua fase cruciale, Codemasters propone la nuova versione del suo Circus, convenientemente chiamato F1 2013. Al netto delle varie migliorie "sotto il cofano", da intendere come una maggiore attenzione alle conseguenze del meteo dinamico, all'usura degli pneumatici (proprio come nella realtà) e più in generale a tutto quello che compone il modello di guida,
la novità più importante e più riconoscibile è certamente l'inclusione delle vetture e dei tracciati classici, ovvero il meglio degli anni '80 e '90. La nostra prova, con un codice ampiamente work in progress e con i valori di intelligenza artificiale e difficoltà tutti da bilanciare, ci ha permesso di provare tanto i bolidi odierni quanto quelli indomabili di trent'anni fa, denunciando il bel lavoro svolto per diversificare in modo netto le vetture targate 2013 con quelle del 1988 (se non addirittura del 1980, come la Williams FW07B). Non ci troviamo di fronte al nuovo Grand Prix Legends, iper rigoroso e simulativo, ma il nervosismo di quelle vetture storiche si sente tutto, impegnandoci di più rispetto a quelle moderne, anche con gli stessi aiuti attivati.
Vecchie glorie e nuovi campioni, questo è F1 2013 di Codemasters
Ritmo indiavolato
L'offerta di gioco è grosso modo simile a quella della scorsa edizione. Assenti la Carriera e il comparto multiplayer nel nostro codice, ci siamo concentrati sui Gran Premi secchi, sulle varie modalità a tempo e sugli Scenari, come al solito complessi e non banali, declinati ovviamente in salsa moderna e classica. Gli Scenari sono una modalità da non sottovalutare, visto che ci impegnano in sfide decisamente interessanti che ci costringono a dare tutto in pochi giri, senza quindi risparmiarci nelle strategie.
Ad esempio, in uno di essi, dopo un'incidente che ci ha costretto al pit stop e alla perdita di numerose posizioni, dobbiamo imprimere un ritmo indiavolato alla nostra gara per riguadagnare quanto perso precedentemente, mentre un altro che ci impone di arrivare davanti al nostro compagno di scuderia dopo una qualifica disastrosa è senza dubbio elettrizzante. Scesi in pista, fermo restando un bilanciamento da finalizzare, abbiamo iniziato a perder tempo con le varie impostazioni degli aiuti e del livello di difficoltà per capire come funzionerà la scalabilità del modello di guida. Come al solito, Codemasters ci dà la possibilità di pasticciare su molte varianti per venire incontro a tutte le tipologie di utenza: disattivando il servofreno (prima cosa da fare a tutti i livelli) e tenendo al massimo ABS e controllo di trazione, le monoposto di oggi sono praticamente su binari, basta solo azzeccare il punto di staccata; si avverte un pizzico di sovrasterzo di potenza solo nelle curve più strette quando di spalanca il gas di botto, e ovviamente sull'erba, ma più in generale anche i cordoli non sembrano essere zona off limits per aperture a tavoletta. Tutto come da tradizione, insomma. Le Formula 1 classiche hanno un comportamento simile, ma i cambi di direzione sono decisamente più violenti, non si sbanda certo, ma si avverte nettamente che la macchina è meno incollata all'asfalto. Con il controllo di trazione a metà, le vetture di oggi si lasciano guidare iniziando a parzializzare il gas, frenando meglio e pennellando di più le curve, mentre quelle "antiche" se non si sta attenti si iniziano a fare da subito bei testacoda. Una bella differenza insomma. Inutile dire che anche l'ABS è importante per trovare il proprio modello di guida, con un impatto notevole a seconda di quanto lo si utilizza. L'intelligenza artificiale e il modello dei danni non hanno dato l'impressione di aver fatto passi da gigante rispetto alla scorsa edizione, ma sarà solo il codice finale a dirci la verità a riguardo. A qualunque livello si giochi quando si è in bagarre chi ci sorpassa tenterà in ogni modo di passarci, anche se non c'è spazio, seguendo la sua traiettoria ideale.
Col risultato che spesso causeremo incolpevolmente un incidente (si legga penalizzazione) per aver distrutto il musetto dell'avversario con le gomme posteriori, o peggio. Impostando la difficoltà al massimo su Leggenda, poi, i piloti guidano più pulito, o meglio danno l'impressione di sbagliare di meno, e come giusto che sia sono più veloci. Di fatto, ogni errore si paga con numerosi secondi di distacco in più. I danni (impostando il livello su "completo") sono sembrati piuttosto casuali; quelli "distruttivi" vengono rilevati correttamente, ma agganci e tamponamenti anche ad alta velocità sembrano esser spesso e volentieri tollerati, salvo quanto scritto precedentemente riguardo l'intelligenza artificiale. Stessa cosa poi per le vetture classiche. Speriamo quindi che, quando il gioco arriverà sugli scaffali, queste problematiche antiche siano state finalmente prese in carico. A livello tecnico la prova della versione PC mette sul piatto un F1 2013 decisamente in forma, fluidissimo ovviamente, con modelli delle macchine e delle vetture di grande impatto, il tutto come da tradizione del motore di Codemasters. Al solito, il punto visivo più alto sono le gare sotto un temporale, in cui vediamo la pioggia che rimbalza sugli pneumatici, con le macchine che scivolano su pozzanghere che riflettono tutto quello che può esser riflesso, senza dimenticare il solito, terrificante accecamento della vista causato dall'acqua alzata dalla vettura che ci precede. In definitiva, questo F1 2013 sembra stia procedendo sulla buona strada. Tanti i contenuti visti sinora (con la Carriera e il multiplayer da scoprire) e con le vetture classiche che sono un bonus da non sottovalutare, non solo per gli aficionados più sfegatati del Circus.
CERTEZZE
- Tanti contenuti
- I bolidi classici hanno un fascino irresistibile
- La diversificazione tra vetture odierne e quelle "vecchie"
DUBBI
- Vecchi problemi da sistemare
- Il bilanciamento finale è un'incognita
- Carriera e multiplayer da scoprire