Cosa vorremmo in... è una rubrica a cadenza mensile dedicata ai giochi più attesi dal pubblico. Ma rispetto alle tradizionali anteprime, essa tratta l'argomento in maniera più diffusa, immaginando come potrebbe essere un titolo, o come si vorrebbe che fosse, piuttosto di come sarà.
Per chi ha amato film come Punto di non ritorno, La Cosa o Alien, Dead Space ha costituito una sorta di sogno a occhi aperti. Un lunapark virtuale dove ritrovare le atmosfere e alcune tematiche trattate in queste pellicole, da vivere in prima persona come protagonista assoluto. Il tutto nei panni di un ingegnere di nome Isaac Clarke, che giunto a bordo della nave spaziale mineraria USG Ishimura, in missione nello spazio profondo con 1187 uomini e donne di equipaggio, si ritrovava catapultato in uno scenario da incubo. Al posto di un semplice guasto al sistema di comunicazione, infatti, l'astronave nascondeva ben altro: una terribile infestazione aliena che aveva sterminato metà della sua popolazione e mutato il resto del personale in terrificanti creature necromorfe. La normale realtà sulla nave era stata completamente sconvolta e tra le luci spettrali delle sale e dei corridoi si trascinavano questi mostri aberranti contro i quali si doveva combattere in ogni modo, muovendosi laddove possibile con circospezione fra i vari settori della Ishimura, la cui esplorazione diventava un viaggio allucinante verso il cuore pulsante di un vero e proprio inferno spaziale.
La serie Dead Space è stata congelata, ma non cancellata. Noi abbiamo provato a immaginarne il futuro
Il Marchio è vivo e vegeto
Qualche mese fa i fan della saga horror fantascientifica di Electronic Arts hanno temuto per un attimo il peggio, visto che essa sembrava fosse stata del tutto cancellata dai futuri progetti della compagnia canadese. Ciò a causa di una serie di notizie non confermate che si erano susseguite principalmente sulla rete, e che davano una EA decisamente insoddisfatta dalle scarse vendite di Dead Space 3, al punto da convincerla a porre fine a una serie che, dal loro punto di vista, era forse giunta al capolinea sotto ogni punto di vista.
Addirittura, sempre secondo queste voci di corridoio, la società canadese aveva deciso perfino la chiusura dello stesso team di sviluppo alle spalle del progetto. Fortunatamente la realtà dei fatti era ben diversa da quella prospettata dai rumor, e a fare chiarezza in tal senso sulla vicenda è intervenuto, in primis, Patrick Söderlund di EA Labels. Il dirigente ha infatti spiegato che la sua compagnia non aveva alcuna intenzione di scrivere la parola fine sul franchise di Dead Space, né tanto meno quello di chiudere un team valido sotto ogni punto di vista com'è quello di Visceral Games. "E' vero, un quarto episodio della serie con protagonista Isaac Clarke al momento non è nei nostri piani, ma questo non vuol dire che non verrà mai realizzato. O che abbiamo intenzione di far morire questo marchio, vicino al cuore di Electronic Arts" ha dichiarato Söderlund. Il quale ha poi chiarito anche la posizione del gruppo di sviluppatori della saga: "Visceral Games è vivo e vegeto e gode di ottima salute. Semplicemente sta lavorando su altri progetti. Bisogna pensarla in questa prospettiva: è meglio metterli all'opera su una quarta versione del gioco di cui hanno già realizzato tre capitoli, o è meglio metterli al lavoro su quello che vogliono più profondamente fare, e sfruttare in tal modo tutta la loro passione?"
Come dire "è saggio da parte di una azienda far lavorare i suoi uomini sempre sullo stesso brand, col rischio che la routine e la monotonia di operare continuamente sui soliti scenari li porti a produrre poi titoli tutti uguali fra loro o privi di spunti interessanti, o è meglio concedergli una tregua, dirottando il loro talento altrove in modo da fargli anche ricaricare le batterie?" E in tal senso sembra che Visceral Games stia lavorando su un titolo sempre di fantascienza, ma stavolta dalle ambientazioni diverse, visto che dovrebbe essere incentrato sull'universo di Star Wars. A ulteriore conferma delle parole di Söderlund, nei mesi successivi ci sono state quelle di Frank Gibeau, presidente di EA Labels, il quale ha dichiarato che Dead Space è stata un'ottima trilogia e che ha grande fiducia per il futuro della saga. D'altronde riteniamo che l'idea di una eventuale cancellazione della serie Dead Space sarebbe stato un autentico autogol visto il numero di fan che essa si è saputa conquistare nel tempo, e le potenzialità del prodotto. Anche se a dire il vero, nella ultra decennale storia dei videogiochi, non mancano purtroppo esempi di marchi potenzialmente formidabili finiti per una serie di motivi nel dimenticatoio, come i nostri lettori più attenti sanno amiamo ricordare nella nostra rubrica Che fine hanno fatto. Tuttavia lo ribadiamo, nel nostro caso il marchio, perdonate il riferimento voluto a quello presente nel gioco, è ben lungi dall'essere morto e sepolto.
Morte nello spazio
Chiusa l'ampia parentesi relativa a quelli che sono stati i timori dei fan e le parole rassicuranti sul futuro del franchise da parte dei dirigenti di Electronic Arts, è arrivato il momento per noi di immaginare come potrebbe essere, o come vorremmo che fosse, un eventuale quarto capitolo della serie. La prima cosa che noi desidereremmo in Dead Space 4 è che ci venissero restituite quelle atmosfere e quel gameplay che hanno caratterizzato il primo episodio, prendendo quindi di netto le distanze da quella deriva action che ha contraddistinto invece il terzo episodio.
La tensione di dover attraversare dei corridoi bui con la paura di vedersi spuntare da un momento all'altro qualche orrenda creatura da una parete o dal tetto, accentuata da rumori sinistri in sottofondo e da una musica ad hoc che accompagna ogni passo del protagonista, sono a nostro parere elementi imprescindibili per creare la giusta atmosfera thriller e riportare la serie sui giusti binari. A livello di gameplay il primo capitolo metteva in tal senso assieme l'atmosfera angosciante di Silent Hill, come nel caso dei lunghi corridoi bui e vuoti (in questo caso dell'astronave), i rumori minacciosi spesso dovuti a fattori normali ma che incutevano nel giocatore tensione, e alcune situazioni action-splatter tipiche di Resident Evil, quali per esempio i mostri della Ishimura che dovevano essere letteralmente dissezionati per essere eliminati del tutto, o che sbucavano improvvisamente dal nulla facendo sobbalzare l'utente sulla sedia, in un ottimo mix che è servito a lanciare nell'Olimpo della produzioni di genere la saga. Proprio nella capacità di generare ansia e paura a ogni movimento stava secondo noi la vera forza di Dead Space: più delle creature minacciose in sé, più dei giganteschi mostri o della trama stessa. Quest'ultima, ovviamente, vorremmo che venisse ugualmente più curata e approfondita in taluni suoi aspetti, risparmiandoci magari le questioni di cuore e i triangoli amorosi del protagonista e dei suoi comprimari, in favore di quegli elementi che potrebbero anche servire a calare ulteriormente meglio il giocatore nel mondo del gioco.
Una delle cose che ci erano piaciute di più in Dead Space 3 erano state le missioni facoltative. Almeno concettualmente, perché poi alla fine tendevano a essere abbastanza simili fra di loro come schema: porta bloccata, orda di nemici da eliminare, porta sbloccata. Ebbene, nella speranza che esse vengano riproposte anche in un eventuale quarto episodio della saga, gradiremmo che queste fossero emotivamente più intense, offrendoci attraverso una serie di documenti ritrovati, indizio e quant'altro una prospettiva diversa su quanto accaduto in quella determinata zona che si sta esplorando. Si potrebbe pensare perfino di riprendere da Dead Space Extraction l'idea di utilizzare in questi frangenti un diverso personaggio per volta. Oltre a quanto appena descritto, vorremmo poi che tali missioni fossero interamente disponibili, evitando cioè di legarne alcune solo ed esclusivamente al multiplayer cooperativo. Per quest'ultima modalità, che non riteniamo indispensabile, ci piacerebbe che nel caso venisse implementata in un futuro titolo, si trovasse il modo di renderla almeno fruibile anche offline, in modo da consentire pure a coloro che non hanno la possibilità di accedere alla rete per divertimento, o semplicemente vogliono godere di questa opzione assieme a un amico a casa, di poterlo fare direttamente sulla stessa console.
Armi e munizioni
Quello che invece elimineremmo del tutto sono le microtransazioni e la presenza di nemici umani. Le prime sono sembrate ai più un'aggiunta inutile, e semmai un incentivo agli utenti più pigri, o comunque poco avvezzi al sacrificio, a ottenere armi e accessori potenti senza impegnarsi più di tanto. Mentre nel caso degli scontri coi soldati di Unitology, si è avuta da più parti la sensazione che queste sessioni fossero decisamente sviluppate male e generalmente noiose. Presi come semplici varianti alla normale progressione di gioco, infatti, le sparatorie potrebbero pure essere tollerate e avere un senso, magari in numero ridotto e intendendole come una specie di diversivo psicologico rispetto al confronto stressante con le aberrazioni che infestano gli scenari.
Ma è chiaro che la meccanica sparatutto di Dead Space e le sue ambientazioni male si associano secondo noi con il tipo di scontro a fuoco tra combattenti umani. Meglio quindi pensare in futuro a introdurre nuove tipologie di creature, se proprio si vuole aggiungere qualche nuovo nemico, magari studiando per loro in proposito dei pattern di attacco diversi e meno prevedibili di quelli che già i fan di Dead Space hanno imparato a conoscerne negli anni a proposito dei classici necromorfi. C'è poi la questione legata alle armi e alle munizioni. Con un eventuale ritorno a meccaniche e ad atmosfere simili a quelle del primo Dead Space, pensiamo che vada rivisto la questione crafting presente nel terzo gioco del franchise. Si potrebbe per esempio pensare di rendere disponibili meno armi, ma più funzionali al contesto, vale a dire la nuda e cruda sopravvivenza. Insomma, utensili più grezzi, rozzi, magari meno belli a vedersi ma lo stesso efficaci, e che pertanto richiedano un tempo minore per essere potenziate o modificate. In fondo quando hai alle calcagna decine di orrende creature pronte a farti in mille pezzi, non hai tempo e voglia di passare tanto tempo a un banco modifiche per cercare di trovare la combinazione più utile o cool di un'arma. Tra l'altro pare che in tal senso molti fan della saga hanno trovato un po' noioso tale metodo. Comunque sia, la riduzione delle armi a disposizione del protagonista implicherebbe inoltre il ritorno al sistema dei proiettili separati per ogni tipo di fucile o pistola, anziché mantenere quelli universali introdotti da Dead Space 3. Questo contribuirebbe secondo alcuni a restituire all'avventura anche una certa strategia, visto che bisognerebbe gestire al meglio le munizioni dosando per bene quelle per le armi più rare, che potrebbero tornare utili nelle fasi più calde della storia. Questo è quanto ci è venuto in mente pensando a un eventuale Dead Space 4. Come sempre non pretendiamo di avere ragione sulle proposte che abbiamo formulato, o che le nostre idee soddisfino appieno i desideri di tutti i nostri lettori. E, ancora, che esse collimino con i loro gusti, ma abbiamo solo voluto dare lo spunto a chi ci segue affinché possa esprimere le proprie idee in proposito. Voi, quindi, cosa vorreste vedere nel prossimo capitolo della serie targata Visceral Games?