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PC Magazine #160

Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!

RUBRICA di La Redazione   —   17/05/2014

Il fatto che Counter-Strike: Global Offensive sia molto spesso in cima alla lista dei titoli piu giocati su Steam, subito sotto l'inarrivabile DotA 2, è un piccolo miracolo. L'ultimo capitolo della gloriosa serie di sparatutto in tempo reale competitivi uscì con alcuni problemi e soprattutto dovendo convincere a migrare sui propri server una delle community più severa e appassionata in circolazione. Oggi i molti aggiornamenti, le migliorie, i tornei e una politica di vendita spesso aggressiva attraverso i saldi, sono riusciti a capovolgere la situazione e renderlo popolarissimo. In un lungo e interessante articolo, Kotaku ci spiega come ciò è accaduto. Tristemente opposta, invece, la situazione di Tribes: Ascend, che venne accolto con molto entusiasmo dai fan e forte di un gran numero di promesse, ma nel tempo è stato gestito male e oggi rischia seriamente di veder la propria community sgretolarsi. Questo blog post entra nel dettaglio di quello che Hi-Rez Studios ha sbagliato nel corso di questi anni. Infine Polygon ci accompagna in un viaggio tra le dune e i pozzi petroliferi del Qatar, dove inaspettatamente esiste e cresce una scena di sviluppatori giovani e promettenti.

Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!

PC Magazine #160
COMPONENTECARATTERISTICHEPREZZO
ProcessoreIntel Core i5-4430 € 170.00
Scheda MadreASRock Z87 Pro4 € 85.00
Scheda Video GeForce GTX760 € 200.00
RAM Corsair XMS3 8gb (2x4gb) ddr3 1600 MHz € 75.00
Alimentatore SeaSonic S12II 520 Bronze 520W € 70.00
Hard DiskHard Disk Seagate - Barracuda 500 GB + Samsung 830 128GB € 145.00
Lettore-Masterizzatore Ottico Samsung SH-S223Q SATA € 25.00
CaseCooler Master 690 II Advanced € 85.00
CONFIGURAZIONE COMPUTER DA GIOCO € 855.00
PC Magazine #160

Mentre scriviamo, Perish è impegnato in una modesta campagna su IndieGoGo. La cifra richiesta ammonta a soli 1.500 dollari, ma siamo convinti che chiuderà con ben altri budget, considerando la qualità del progetto.

Si tratta di un gioco di ruolo d'azione con splendidi ambienti generati proceduralmente, un sistema di morte permanente e combattimenti sullo stile di Dark Soul. La morte, comunque, dovrebbe essere qualcosa di più di una semplice meccanica di gioco. Lo sviluppatore Anthony Richard ha intenzione infatti di renderla un elemento essenziale per comprendere il significato del gioco. Cosa voglia dire esattamente non lo sappiamo, ma da come si stanno mettendo le cose è probabile che lo scopriremo molto presto. Perish è infatti a buon punto, con vaste ambientazioni che si possono già considerare concluse. Solo il combattimento ha bisogno di maggiore attenzione nel bilanciamento, ma è qualcosa su cui Richard sta lavorando duramente. Un'ultima nota che si legge sulla pagina della campagna di raccolta fondi riguarda la casualità con cui sono generati i livelli. A dispetto di questa imprevedibilità ci saranno infatti oggetti unici e nemici speciali sempre presenti, indipendentemente dalla forma che assumerà di volta in volta lo scenario. Sembra quindi che Richard abbia le idee chiare su ciò che vuole ottenere con Perish. Vi lasciamo perciò al video per ammirare le immagini e ascoltare l'epica colonna sonora in attesa di altri aggiornamenti.

Che si suonino le trombe e i banditori annuncino a tutto il popolo dei videogiocatori la lieta novella: Quest for Infamy, omaggio di Quest for Glory, uscirà il prossimo 26 giugno. E considerando il successo della campagna su Kickstarter, ci aspettiamo grandi cose. Sessantamila dollari, infatti, non sono certo pochi per un punta e clicca con elementi da gioco di ruolo che nell'aspetto sembra uscito dal passato remoto delle avventure.

Per fortuna da quanto si può vedere nel video di presentazione sembra proprio che gli sviluppatori abbiano fatto un lavoro egregio. L'umorismo originale è intatto, lo stile grafico tocca il cuore e ci sono tutti gli ingredienti necessari per un gioco di successo, o per lo meno in grado di fare innamorare i fan di vecchia data. Combattimenti all'arma bianca e a suon di magie, tre personaggi di una bastardaggine rara e un vasto mondo da esplorare: se questo non basta a farvi cerchiare sul calendario la data di uscita, c'è anche una demo pronta a togliervi ogni dubbio. Aspettatevi comunque una recensione quanto prima.

Si parla sempre troppo poco dei videogiochi musicali ed è un peccato, perché, soprattutto per gli amanti della musica elettronica, ci sono diversi titoli interessanti. Ovviamente potete provarne uno e godervelo anche senza avere chissà quale orecchio musicale, come nel caso di Circuits, un puzzle game musicale da poco uscito su Steam alla modestissima cifra di 2,99 euro. In Circuits dobbiamo collegare tra loro diversi nodi di un circuito in modo tale da riprodurre il brano che abbiamo sentito all'inizio del livello. Ogni nodo produce un suono o un giro melodico. La cosa bella è che arrangiando i nodi in un ordine errato si producono comunque pezzi di musica elettronica armonici, pertanto gli errori non sono mai davvero punitivi. Inoltre, insieme al gioco, è inclusa la colonna sonora con tutti i brani divisi in una cartella e pronti per essere scaricati sul vostro lettore Mp3 preferito.

Battle Brothers punta a diventare la versione fantasy di X-Com. Un obiettivo alquanto ambizioso portato avanti con passione da un gruppo di quattro sviluppatori tedeschi.

La storia narra di un leader e della sua banda di mercenari dediti alla ricerca di fama e fortuna, interrotti nella loro gloriosa ascesa da un misterioso invasore. Non si sa altro per il momento, ma pare che dovremo vedercela con nemici provenienti anche da qualche regno esoterico del genere Mondo dell'Oltretomba. Ci sarà una mappa del territorio e molte funzioni strategiche su scala globale ma fino ad ora questi aspetti sono rimasti in fase embrionale. Quello che invece è già stato sviluppato nelle sue fondamenta è il combattimento, che potete apprezzare di persona nella demo rilasciata. Un aspetto estetico molto interessante riguarda la rappresentazione delle unità sul campo, simili a mezzi busti, tutti molto dettagliati. Inoltre questi busti mostreranno i danni subiti dalle rispettive unità sotto forma di ammaccature alle protezioni e ferite sul volto. Il campo di battaglia è composto da esagoni e gli scontri offrono un'esperienza strategica accessibile ma tutt'altro che banale. Se avete voglia di seguire il blog degli sviluppatori scoprirete che sono costantemente al lavoro per aggiungere nuove caratteristiche al gioco, come le recenti fatality. Dal canto nostro non vediamo l'ora di mettere le mani su una versione di prova perciò aspettatevi un'anteprima non appena gli sviluppatori cominceranno a fare circolare le prime build di Battle Brothers.

Avete presente quei momenti in cui vorreste solo dormire e un vicino comincia a trapanare nonostante sia appena sorto il sole? Ecco, Damned Scouts esplora proprio quel frangente di profondissima furia. Nei panni di uno scheletro che vorrebbe essere lasciato al suo riposo eterno dobbiamo seminare il panico fra un gruppo di ragazzini che hanno pensato bene di accamparsi nel lembo di terra sopra di noi e di cantare odiose canzoncine scout senza tregua. All'occorrenza potremo anche fare fuori alcuni di quegli implacabili rompiballe prendendo possesso della loro anima. Damned Scouts è un browser game gratuito creato in occasione dell'ennesima Ludum Dare, perciò provarlo non costa nulla. L'idea è originale e la realizzazione di tutto rispetto.

di Andrea Rubbini

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Vampire: The Masquerade - Redemption
Quando la scorsa puntata abbiamo parlato di Vampire: The Masquerade - Bloodlines, alcuni di voi ci hanno chiesto di parlare anche dell'unico altro videogioco ufficiale tratto dal gioco di ruolo cartaceo a tema vampiresco della fu White Wolf, al secolo Vampire: The Masquerade - Redemption, che uscì qualche anno prima rispetto al titolo della fu Troika Games.

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Stiamo parlando esattamente dell'anno domini 2000, quello che doveva vedere la fine di questo atomo opaco del male secondo alcune strampalate teorie apocalittiche, che in parte trovavano eco anche nel mondo di tenebra. Redemption narra la storia del cavaliere Christoff che, ferito in combattimento, si ritrova assistito nella ridente Praga dalla bella Anezka, di cui si innamora perdutamente. Siamo in pieno Medievo, periodo in cui la gente lanciava gli escrementi dalla finestra e doveva farsi durare un paio di scarpe tutta la vita (che c'entra con il gioco? NdUmbertosenzaulterioriappellativi). Purtroppo per Christoff il destino è beffardo e il nostro viene abbracciato (trasformato in vampiro) da una simpatica Brujah (nota bene: i vampiri del gioco di ruolo cartaceo sono divisi in clan, e i Brujah sono descrivibili come i vampiri anarchici, i più ribelli). Da questo evento traumatico partirà una storia d'amore e di morte che si concluderà molti secoli dopo, ai giorni nostri. Non vi sveliamo di più perché la trama è la parte migliore dell'opera della fu Nihilistic Software (praticamente è un articolo pieno di realtà fallite) ed è giusto che ve la viviate da soli. Il gioco in sé è una specie di clone sofisticato di Diablo. All'epoca il titolo di Blizzard andava per la maggiore e quasi l'intero genere dei giochi di ruolo su PC si era convertito alla sua formula. Anche Redemption viene instradato nella stessa direzione, pur tentando di marcare le differenze dalla fonte d'ispirazione. Intanto i livelli non erano generati proceduralmente, ma aveva un design fisso. Gli sviluppatori avevano fatto questa scelta per poterli caratterizzare meglio. Inoltre il lato narrativo era molto più curato, grazie anche alla maggiore strutturazione della quest principale e di quelle secondarie rispetto al modello Diablo. Purtroppo, dopo anni e, soprattutto, dopo Bloodlines, è impossibile non notare quanto il genere hack'n'slash si adattasse male allo scenario di Vampiri.

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Non che Redemption fosse brutto, per carità, solo che bastava avere un minimo di cultura del gioco cartaceo per rendersi conto di assurdità come una terribile inflazione di vampiri in giro per le mappe e la difficoltà di adattare i poteri dei clan ai combattimenti continui che il giocatore doveva affrontare. È come se qualcuno avesse usato il Trono di Spade per tirarci fuori un picchiaduro. In sostanza, preso come gioco a sé Redemption era accettabile, ma appena ci si cercavano le sottigliezze del sistema originale, crollava come un castello sabbia. La parte più debole era proprio quella che rendeva la società vampirica del mondo di tenebra affascinante, ossia le relazioni sociali tra i personaggi basate su inganni, accordi sotterranei, lotte intestine per il potere, sfruttamento degli umani ai propri fini e così via. Per i vampiri di White Wolf i combattimenti erano sempre l'ultima possibilità, ma non per quelli di Nihilistic che non avevano altri strumenti per esprimersi. Anche tutto il sistema di raccolta e accumulo del bottino, tipico degli hack'n'slash, mal si adattava al contesto, che ne risultava snaturato. Insomma, fatichiamo a definirlo un classico, anche se qualcuno potrebbe ricordarlo più positivamente di noi per la bella storia che narrava. Ecco, magari prendetelo come un bel racconto pieno di rumore e botte.

di Simone Tagliaferri

Titolo: Vampire: The Masquerade - Redemption
Sviluppatore: Nihilistic Software
Anno di pubblicazione: 2000
Come reperirlo: Potete acquistarlo comodamente da GOG.
Perché giocarlo oggi: Magari perché ha una bella trama, ma sopratutto per nostalgia verso il mondo oscuro di White Wolf.

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Diablo III
Avete letto il nostro speciale sulla nuova patch di Diablo III? Abbiamo sviscerato l'aggiornamento 2.0.5, analizzandone i pro e i contro: per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, vale la pena ricordare che si tratta del primo update importante dopo il lancio di Reaper of Souls, la prima espansione del discusso dungeon crawler targato Blizzard.

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La patch è servita a bilanciare ulteriormente le classi, facendo la gioia soprattutto dei Crociati che si sono trovati delle abilità completamente ridisegnate per venire incontro ai feedback dei giocatori. Sono state apportate delle modifiche più o meno interessanti anche alle altre classi, ragion per cui vi consigliamo di leggere la lunga lista di cambiamenti ufficiale. Oltre a ciò, Blizzard ne ha approfittato per modificare anche alcuni aspetti del gameplay, riducendo il costo della rimozione delle gemme, per esempio, e ampliando il bottino contenuto nei forzieri delle provviste horadriche e nelle tasche di Kadala, la pu... lzella che scambia i nostri frammenti del sangue per oggetti rari e, con un po' di cu... ore, leggendari. E poi sono stati corretti vari bug (i freeze all'apertura dell'inventario, per dire) e sono stati fixati vari exploit. La patch è stata caricata questa settimana anche per festeggiare il primo anniversario di Diablo III: per l'occasione, fino a giovedì 22 maggio i giocatori potranno godere di un incremento del 100% alla possibilità di trovare oggetti leggendari e al numero di chiavi del varco ottenute tramite incarichi e altro. Le altre classi non temano: sono in arrivo dei cambiamenti anche per loro, insieme a nuove opzioni e varianti per l'endgame del gioco.

Wildstar
Settimana intensa per Carbine Studios, che si è trovata a gestire due situazioni "calde" quasi allo stesso tempo. La prima è stata più che altro una piacevole scommessa, a nostro avviso decisamente vinta: il team ha infatti pubblicato uno dei suoi spassosi DevSpeak per mostrare i raid di WildStar, un concentrato di azione frenatica, telegraph assurdi e boss giganteschi. L'obiettivo dei raid endgame di WildStar, a quanto pare decisamente hardcore, sarà quello di sfruttare al massimo il peculiare sistema di combattimento, coinvolgendo venti o quaranta giocatori in battaglie dall'alto tasso adrenalinico.

La composizione del gruppo è coraggiosa di questi tempi, ma il team si considera fiducioso e dichiara di "non volersi arrendere" nel caso i cosiddetti 40man dovessero rivelarsi poco giocati. Ad ogni modo, le gatte da pelare saranno ben altre, e gli sviluppatori stanno monitorando attentamente i dettagli tecnici (la latenza, per dirne uno) mentre già lavorano ai successivi contenuti endgame: pare che il team abbia un nutrito programma di aggiornamenti regolari già fissato ancora prima che esca il gioco. L'altra situazione "calda" è stata un po' meno piacevole, e ha riguardato il programma di registrazione anticipata dei nomi dei personaggi, concesso agli utenti che hanno prenotato WildStar: come era lecito aspettarsi, il sito web del gioco è stato preso d'assalto e mandato in tilt da tutti i fan pronti ad assicurarsi che i loro alter ego possano chiamarsi Cloud, Sephiroth, Naruto, Sasuke e altre banalità. Insomma, a chi mai sarebbe saltato in testa di chiamarsi Aisberk Ryssfarrsyn in, che ne sappiamo, Final Fantasy XIV, per esempio? Ecco quindi che per molti giocatori è stato impossibile registrare il nome tanto desiderato, provocando non poco malcontento che Carbine, dopo essersi scusata e inginocchiata sui ceci, sederà con ben cinque BoomBox, le scatole contenenti goodies a sorpresa (cavalcature e costumi speciali inclusi) che saranno consegnate ai giocatori al day one. La domanda a questo punto è: ma se è successo questo macello per registrare i nomi, al lancio che ci dobbiamo aspettare?

Rift
Come vi avevamo anticipato, l'aggiornamento 2.7 del MMO fantasy di Trion Worlds avrebbe avuto un seguito, anzi più di uno, e il primo è appena arrivato con l'aggiunta del Binding of Laethys, il nuovo raid tier 3. La settimana prossima, invece, tocca al nuovo scontro con Maelforge che farà felici i raider di Rift.

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Non solo: gli sviluppatori ne hanno approfittato per presentare il loro nuovo programma "ascend-a-friend". I giocatori ora riceveranno una speciale valuta ogni volta che uno degli amici "reclutati" acquista qualcosa nel cash shop di Rift, con la quale comprare a loro volta goodies come cavalcature, costumi e altro ancora. Gli amici che cominceranno a giocare Rift, dal canto loro, non solo potranno teletrasportarsi sulla posizione del loro "mentore", ma guadagneranno anche un bonus all'esperienza del 25% quando giocano con lui, oltre a vari oggetti fatti apposta per loro come uno zainetto da sedici spazi, una runa speciale, un mantello e un titolo.

TERA
Al di là della qualità del gioco, che a noi non era dispiaciuto pur avendo avuto parecchie riserve, la gestione del MMORPG coreano non ha mai brillato per chiarezza, semplicità e trasparenza. Oltre ai problemi di comunicazione e sincronia derivati dai suoi quattro diversi publisher internazionali, TERA ha dovuto affrontare anche il passaggio a free to play e varie revisioni che, però, non hanno indebolito il suo zoccolo duro di fan.

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L'ultimo cambiamento previsto per il gioco, tuttavia, ha fatto scoppiare una vera e propria bufera di polemiche. Può sembrare una cretinata, occhio, ma è significativo per un gioco che si appoggia molto allo stile e all'estetica dei suoi personaggi: in pratica, se prima era possibile alterare l'aspetto dei singoli pezzi dell'equipaggiamento, come si può fare ormai in tanti altri MMORPG, adesso si dovrà accumulare (in coreano: farmare) una valuta che permetterà di acquistare dei "completi" interi in cui tramutare le proprie armature. Le proteste dei giocatori, specialmente di quelli più chic e fantasiosi, sono state comprensibilmente feroci e sui forum ufficiali sono cominciati a moltiplicarsi i thread sulla faccenda. Non ha consolato i più scontenti neppure l'annuncio di una nuova classe, il Reaper. Disponibile solo per la razza delle Elin e solo per i giocatori che hanno raggiunto il livello 40 con almeno un personaggio, il Reaper è una classe che indossa armature di pelle e attacca a media distanza con una falce, focalizzandosi sulle combo per infliggere danni ai nemici. I nuovi Reaper cominciano tutti dall'inedita area iniziale Ashen Hope, ma la patch 26.04 introduce anche varie modifiche al crafting, ai glifi e all'interfaccia. Tutto questo, ovviamente, interessa i giocatori americani: gli europei brancolano ancora nel buio, ma le modifiche dovrebbero colpire il loro client molto presto.

di Christian La Via Colli

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L'angolo delle GPU compatte, miniaturizzate e invisibili
Dopo una puntata dedicata al fenomeno della realtà virtuale torniamo a trattare periferiche più classiche come la scheda video MSI Mini-ITX R9 270X che, come suggerisce il nome, è stata pensata per i PC compatti ed è, quindi, più piccola della 270X standard. Le schede Mini-ITX non sono certo una novità ma la maggior parte non sono particolarmente potenti e nel caso delle GPU Radeon la Mini-ITX R9 270 è probabilmente la più potente uscita fino ad ora. Le specifiche, infatti, sono praticamente le medesime della scheda di riferimento, inclusi i 2GB di video RAM, anche se il clock della GPU scende da 1050 a 1030 Mhz (che diventano comunque 1080MHz con l'overclock attivabile con il software MSI).

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Ma si tratta di un sacrificio relativamente piccolo per una scheda che si accorcia di circa 5 centimetri rispetto alla già piuttosto compatta R9 270X di riferimento. Se a questo ci aggiungiamo che la MSI Mini-ITX R9 270X utilizza una ventola Radax piuttosto silenziosa ecco che ci troviamo ad osservare una scheda video piuttosto interessante, soprattutto per chi ha problemi di spazio o preferisce comunque un case poco ingombrante e facilmente trasportabile. Resta da scoprire il prezzo, fattore molto importante per una scheda di fascia media pensata come compromesso tra prestazioni e dimensioni, ma lo scopriremo sicuramente in occasione del lancio che dovrebbe essere imminente. Rimandata, invece, la GeForce GTX Titan Z, la scheda dual GPU da 3000 dollari di Nvidia. Secondo qualcuno il motivo è da imputare all'annuncio della Radeon R9 295X, la scheda con due chip Hawaii XT di AMD che promette 11.5 teraflop di potenza, contro gli 8 della dual GPU nvidia, pur costando, almeno secondo le indiscrezioni, la metà. Il rischio è che la Titan Z non veda mai la luce anche se la scheda potrebbe essere ottimizzata e messa in commercio a un prezzo più abbordabile. Non dovrebbe invece mancare molto alla presentazione di quello che potrebbe essere il nuovo tablet di Nvidia, questa volta presumibilmente equipaggiato con il chipset Tegra K1. Generalmente non ci occupiamo di dispositivi mobile ma la notizia di un Tegra K1 capace di prestazioni straordinarie ci sembra rilevante visto che un chip del genere potrebbe incrementare notevolmente il potenziale, in termini di gaming, dei tablet e delle console Android. L'esistenza del tablet in questione, nome in codice Mocha, è stata rivelata da un benchmark, tempestivamente rimosso dal sito GFXBench, le cui rilevazioni risultano notevolmente superiori a quelle fatte registrare dai chip grafici Apple A7 e Adreno 330 che sono quelli che troviamo, rispettivamente, nell'iPad Air e nel Samsung Galaxy S5. Certo, essendo il K1 un chip nuovo, realizzato da una casa specializzata in GPU, è lecito aspettarsi un incremento di potenza ma parliamo, prendendo in esame il test GFXBench Manhattan Offscreen in risoluzione 1080p, di un balzo olimpionico che porta il frame rate da 13 a 28.7 immagini per secondo. Stiamo parlando, in sostanza, di un raddoppio abbondante delle prestazioni che, se fosse confermato, alzerebbe non di poco l'asticella delle performance grafiche dei dispositivi mobile. Certo, un benchmark apparso nel web e poi rimosso in fretta e furia è un qualcosa da prendere con le pinze e potrebbe anche riferirsi a un prototipo invece che a un prodotto destinato al mercato.

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Ma la presentazione del nuovo Tegra Note, che potrebbe chiamarsi Nvidia Shield Tablet ed essere dedicato al gaming, è attesa da tempo e sappiamo già che il chipset Tegra K1 debutterà a breve all'interno della console portatile Tegra Shield 2. Tra l'altro in questo caso, stando alle presunte specifiche apparse su GFXBench, non dovrebbero esserci schermi in bassa risoluzione a castrare le performance del chip grafico come nel caso del Tegra Shield e del primo Tegra Note. La scheda del misterioso dispositivo Mocha indica, infatti, una risoluzione di 2048x1536 punti per uno schermo da 7.9 pollici e questo si tradurrebbe in una definizione decisamente elevata. Le altre specifiche parlano, inoltre, di una CPU quad core da 2116MHz, di 2GB di RAM e di 16GB di storage. Processore potente, dunque, ma niente di particolarmente lussuoso sul fronte delle memorie e questo potrebbe indicare il desiderio, da parte di Nvidia, di mantenere comunque un prezzo contenuto nonostante il netto balzo tecnologico. Parallelamente, invece, continua la corsa a un diverso tipo di avanzamento tecnologico. Parliamo del gioco in streaming attraverso reti cloud sempre più performanti che si diffondono a velocità incredibile. Sono molti i dubbi relativi all'attuabilità e ai pericoli di questa tecnologia ma è chiaro che piace all'industria visto che persino le console di nuova generazione, e soprattutto Xbox One, sono pensate per combinare potenzialità del cloud e capacità di calcolo interna con il fine di offrire giochi potenziati, retrocompatibilità via streaming e migliori performance relative al gioco online. Ma per ora è impossibile determinare se questa strategia è destinata al successo e probabilmente non avremo un responso definitivo fino l'effettiva diffusione, a livello globale, delle connessioni a fibra. Eppure, almeno secondo alcune indiscrezioni, EA avrebbe deciso di non aspettare, probabilmente preoccupata di rimanere indietro rispetto alla concorrenza, e si preparebbe a lanciare il proprio servizio di gioco in streaming sfruttando le infrastrutture di Comcast. La nostra speranza, in tutto questo, è che la filosofia streaming di Electronic Arts non sia quella di Battlefield 4 dove l'evidente risparmio relativo ai server causa non poche magagne e genera anomalie di ogni tipo. Ma se questo tipo di problemi è comprensibile, seppur non giustificabile, in un massiccio gioco multigiocatore ci sembra inaccettabile la prospettiva di dover subire latenze eccessive e problemi di connettività nel caso di titoli single player.

di Mattia Armani