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I dazi affossano le esportazioni cinesi di smartphone verso gli Stati Uniti, ed Apple perde quota

La strategia di Apple e il cambiamento delle catene di fornitura hanno portato l'India a diventare il principale hub di esportazione di smartphone verso gli USA.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   29/07/2025
Trump col tabellone dei dazi

Per la prima volta, l'India è diventata il principale hub produttivo per gli smartphone destinati al mercato statunitense. A confermarlo è l'ultimo rapporto di Canalys, secondo cui la quota dei dispositivi assemblati in Cina e spediti negli Stati Uniti è crollata dal 61% nel secondo trimestre 2024 al 25% nello stesso periodo del 2025. Nello stesso arco di tempo, la quota dei telefoni "Made in India" è passata dal 13% al 44%, registrando una crescita del 240% anno su anno.

Questo cambiamento è stato trainato soprattutto da Apple, che ha intensificato la produzione in India nell'ambito della strategia "China Plus One". La scelta consente di ridurre la dipendenza dagli stabilimenti cinesi in un momento di tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Nel solo aprile, Apple avrebbe spedito dagli impianti indiani circa 600 tonnellate di iPhone verso gli USA per aggirare possibili dazi. Secondo le previsioni, entro la fine del 2026 tutta la produzione di iPhone destinata agli Stati Uniti potrebbe essere trasferita in India.

Il rapporto Canalys

Il rapporto Canalys evidenzia che Apple ha già avviato l'assemblaggio dei modelli Pro della serie iPhone 16 nel Paese asiatico, pur continuando a fare affidamento sugli stabilimenti cinesi per i volumi più elevati. Anche Samsung e Motorola hanno aumentato la quota di dispositivi esportati dall'India, seppur con tempi e dimensioni più contenuti. Motorola mantiene ancora il proprio hub produttivo principale in Cina, mentre Samsung basa gran parte della produzione in Vietnam.

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Guardando ai dati di mercato, nel secondo trimestre 2025 le spedizioni complessive di smartphone verso gli Stati Uniti sono cresciute dell'1% rispetto all'anno precedente, raggiungendo 27,1 milioni di unità. Apple ha registrato un calo dell'11% con 13,3 milioni di iPhone spediti, dopo l'incremento del 25% registrato nel trimestre precedente. Samsung ha visto una crescita del 38%, portandosi a 8,3 milioni di unità grazie soprattutto ai modelli della serie Galaxy A. Motorola ha mantenuto un aumento modesto (+2%), mentre Google ha incrementato del 13% le consegne, toccando 0,8 milioni di unità. TCL ha invece subito un calo del 23%.

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Gli analisti sottolineano che i produttori stanno anticipando le spedizioni per creare scorte in previsione di possibili dazi, mantenendo livelli di inventario elevati. Nonostante questa strategia, la domanda sul mercato rimane debole, complice un contesto economico incerto. Se gli smartphone dovessero restare esclusi dai nuovi dazi, altre categorie di prodotti potrebbero comunque risentire delle politiche commerciali, con effetti indiretti sui consumi.

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Le aziende di dimensioni medio-piccole trovano inoltre poco conveniente investire nel mercato statunitense. La concentrazione nelle mani di tre grandi marchi, che controllano oltre il 90% del settore, lascia poco spazio ai concorrenti minori. Alcuni, come OnePlus e Nothing, stanno puntando su strategie di vendita diretta online e partnership con catene di distribuzione, ma la loro crescita rimane limitata.