Solus, l'ultima stella che ancora brucia nell'universo: un astro attorno a cui infuria una guerra tra fazioni molto diverse fra loro ma egualmente determinate. Il loro obiettivo è quello di controllare l'unico sistema solare sopravvissuto all'abbraccio oscuro di Varelsi, una forza misteriosa i cui guerrieri-ombra incombono, rappresentando una costante minaccia.
L'universo di Battleborn, il nuovo progetto targato Gearbox Software, è indubbiamente particolare. Gli sviluppatori hanno preso la coraggiosa decisione di dedicarsi alla realizzazione di una proprietà intellettuale inedita anziché proseguire il lavoro su di una serie che già gode di grande successo, Borderlands, e hanno preso molto sul serio questa loro sfida alle convenzioni dell'industria videoludica. La campagna del gioco, che può essere giocata in modalità cooperativa per un massimo di cinque partecipanti, prende infatti spunto dall'interpretazione dell'opera letteraria più celebre di George R.R. Martin, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, da cui è stato tratto il format televisivo Il Trono di Spade. Il punto è stato caratterizzare i protagonisti del gioco come i personaggi de Il Trono di Spade, ovvero conferirgli un'attitudine che non sia collocabile in modo definito nel campo del "bene" o del "male", ma che piuttosto includa varie sfumature e possibilità. Senza facili estremizzazioni, senza bianco e nero, e dunque con una naturale predisposizione a stupire chi vorrà seguire le loro avventure, che si intrecceranno nel corso di una campagna che si preannuncia epica e spettacolare.
Peacekeeper e Last Light Consortium
Uno dei punti di forza di Battleborn è la presenza di personaggi molto diversi fra loro per aspetto, abilità e approccio al combattimento. Ce ne saranno almeno venti nel gioco, ma non mancheranno i DLC come già accaduto con Borderlands. Prendiamo la fazione dei Peacekeeper, ad esempio: si tratta di soldati fedeli e determinati, che fanno parte di un esercito spesso coinvolto in missioni di pace (appunto), la cui ambizione è quella di controllare l'ultimo sistema solare rimasto integro.
Sono due i personaggi che nel gioco fanno parte dei Peacekeeper: Oscar Mike e Montana. Il primo è l'archetipo del guerriero perfetto, concentrato sulla propria missione, dotato di un fucile d'assalto e di una varietà di granate che lo rendono la scelta ideale per chi apprezza gli sparatutto alla Call of Duty, nonché capace di scatenare un devastante attacco laser quando raggiunge il massimo grado di potenziamento. Montana è invece un energumeno grosso e lento ma piuttosto resistente al fuoco nemico, che imbraccia una minigun in grado di spazzare via orde di avversari e di utilizzare munizioni "fredde" o "calde" a seconda della direzione che daremo al suo percorso di upgrade. La mole di Montana gli permette anche di effettuare una carica dirompente sul nemico, nonché di ricoprirsi di metallo e diventare una vera e propria palla demolitrice nel momento in cui si raggiunge l'ultimo stadio di abilità. C'è poi il Last Light Consortium, abbreviato in LLC, un impero tecnocratico e dallo stile vittoriano, di cui fanno parte Phoebe e il suo ex maggiordomo androide, Marquis. Quest'ultimo può trasformare il proprio bastone da passeggio in un fucile da cecchino, rilasciare dei droni letali ed emettere con la sua supermossa un raggio mortale che attraversa la mappa e danneggia i nemici nelle vicinanze con scariche elettriche, mentre Phoebe è capace di controllare con la telecinesi una serie di spade che fluttuano attorno al suo corpo e attaccano gli avversari senza pietà durante la special.
Anziché dedicarsi a Borderlands 3, Gearbox Software lancia la sfida scegliendo una strada differente
Eldrid, Jennerit e Rogue
L'Impero di Jennerit somiglia molto a quello di Star Wars, con Rath e Caldarius a rappresentarlo nel roster di Battleborn. Rath è un guerriero formidabile, capace di brandire tre spade laser contemporaneamente e di utilizzarle con maestria, dando ai suoi nemici ben poche possibilità di sopravvivere.
La sua mossa finale lo vede trasformarsi in un vero e proprio tornado tagliente, a cui è davvero pericoloso avvicinarsi. A differenza di Rath, Caldarius non proviene dalla nobiltà dell'Impero, bensì si pone come una sorta di letale gladiatore corazzato, dall'approccio sorprendentemente silenzioso: i suoi attacchi possono essere mortali ma non lasciare traccia, grazie al jetpack che gli dona una mobilità assoluta. Lo stesso dispositivo viene utilizzato per la mossa finale, una sorta di attacco a cometa verso il terreno che coinvolge chiunque si trovi nella zona colpita. La fazione degli Eldrid è probabilmente quella più vicina alla tradizionale idea di fantasy, visto che si tratta di creature dai tratti elfici, molto vicine alla natura, alle foreste e alla magia che circonda questi luoghi. La scaltra Thorn, ad esempio, imbraccia un letale arco e può caricarlo di incantesimi per massimizzarne l'efficacia, richiamando un grosso lupo famelico per aizzarlo contro il nemico nella sua manovra finale, mentre Miko si pone come un "fungo senziente", mosso da una sorta di coscienza collettiva, dotato di varie abilità di supporto (la capacità di guarire se stesso e i suoi compagni) ma anche di manovre d'attacco insidiose, come il rilascio di spore velenose e una supermossa in grado di infliggere danno a chiunque si trovi a breve distanza. La fazione dei Rogue viene rappresentata nel gioco, per il momento, dalla sola Reyna: una guerriera scaltra e agile, con un revolver in una mano e un guanto speciale nell'altra, in grado di sparare laser che fiaccano le difese avversarie prima di sferrare un colpo risolutivo. La sua special consiste nel teletrasporto, utilizzabile sia a fini offensivi che difensivi.
Sangue e arena
Come detto, la campagna di Battleborn promette un'azione solida e spettacolare, interessanti risvolti narrativi e qualche bel colpo di scena. Tuttavia il titolo di Gearbox Software potrebbe stupire anche e soprattutto nelle pieghe delle sue modalità multiplayer, una delle quali viene descritta da Game Informer come una affascinante rivisitazione della filosofia MOBA.
All'interno di vari scenari più o meno complessi e più o meno sfaccettati, due squadre composte da cinque giocatori si troveranno infatti a combattere con l'obiettivo di distruggere la rispettiva base, cercando di farsi largo non solo fra gli avversari ma anche fra schiere di minion che renderanno più corposo e frenetico il gameplay. L'idea degli sviluppatori era quella di consentire a chiunque di potersi cimentare con questa specifica modalità, intitolata "Incursion", senza dover fare i conti con evidenti differenze in termini di esperienza e livellamento rispetto a utenti più esperti. Dunque anche qui si è attinto alla tradizione dei multiplayer online battle arena, introducendo un sistema di potenziamento "monouso", che attiva le proprie funzioni molto rapidamente nel corso della partita e ci permette di plasmare le abilità del nostro personaggio in una direzione piuttosto che in un altra, migliorandone il piglio offensivo oppure quello difensivo, per poi resettarsi al termine del match. Inutile dire che una soluzione del genere risulta inedita in un contesto in stile sparatutto (seppure ci fosse qualcosa di simile in Nether, pur con le differenze del caso) e apre a tutta una serie di substrati strategici che sarà un piacere approfondire non appena il gioco sarà disponibile.
CERTEZZE
- Personaggi intriganti e ben differenziati
- Approccio originale al multiplayer in stile MOBA
- L'esperienza di Gearbox Software non si discute
DUBBI
- Si sa ancora pochissimo sulla campagna...
- ...e sul gioco in generale