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A volte ritornano

Innovazione e tradizione nel nuovo Action RPG targato Games Farm

PROVATO di Andrea Centini   —   15/07/2014

Uscito esattamente dieci anni fa, Kult: Heretic Kingdoms, conosciuto in America col nome di Heretic Kingdoms: The Inquisition, era un discreto Action RPG perfettamente inquadrato tra gli stilemi di Diablo e quelli più tradizionalisti di Baldur's Gate; un titolo che, pur non avendo riscosso il medesimo successo delle illustri muse ispiratrici, fu particolarmente apprezzato per la trama, piuttosto articolata, e per alcuni elementi caratteristici introdotti da 3D People.

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Tra essi, il peculiare sistema di guarigione - suddiviso in Punti Sangue e Punti Ferita - e la presenza di un mondo parallelo (Dreamworld) esplorabile, sono stati indubbiamente i più interessanti ed originali, tanto che ancora oggi mantengono integra la personalità dell'opera. Sebbene negli ultimi anni vi siano stati diversi tentativi di riportare in auge il brand, anche con impostazione di base differente (si era persino parlato di un RPG in prima persona), solo grazie all'intervento del publisher bitComposer Games e degli sviluppatori slovacchi di Games Farm il progetto è stato trasformato in realtà, sfociato nell'annuncio - avvenuto a febbraio - di Shadows: Heretic Kingdoms. Seguito diretto del capitolo originale, del quale mantiene inalterata la classica visuale isometrica dall'alto, il gioco si trova in piena fase di sviluppo, e pur mantenendo radici ben salde nei classici del genere, punta fortissimo su una propria identità, come del resto fu per lo stesso Kult. Abbiamo messo alla frusta il (limitato) codice attualmente disponibile - lanciato un paio di settimane fa su Steam in accesso anticipato - e queste sono le nostre prime impressioni.

Shadows: Heretic Kingdoms offre idee interessanti ed originali, pur muovendosi in un contesto classico

Mondi paralleli

Per chi non avesse giocato al primo capitolo della saga, nel quale si controllava la protagonista Alita, tutta la trama ruotava attorno alla mitologica spada chiamata Godslayer, un'antica reliquia utilizzata per uccidere il Dio della Terra e divenuta oggetto di contesa tra i cosiddetti Inquisitori ed i fanatici religiosi, questi ultimi desiderosi di resuscitare la divinità sconfitta e di (re)istituire un governo pienamente teocratico.

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Tra tradimenti, rovesciamenti di fronte e formazione di Ordini segreti, si raggiunge una pace precaria tra le varie fazioni in lotta, messa tuttavia costantemente a repentaglio dal vuoto di potere e, soprattutto, dalle forze oscure che hanno trasformato il cosiddetto Dreamworld (dove dimorano sogni ed anime) in un universo di ombra e spettri malvagi. Queste sono le basi da cui prende il via la storia del nuovo capitolo, il cui incipit vede un misterioso mago mascherato chiedere aiuto ad un "Divoratore", demone con poteri spiritici incredibilmente potenti ed alla base dell'intera esperienza di gioco. Il giocatore, infatti, vestendo i panni del Divoratore può sia consumare le anime dei nemici sconfitti che resuscitare quelle di eroi deceduti, controllandoli alla stregua di marionette (senzienti) nel mondo dei vivi, ove egli non può accedere. A differenza di Kult, il passaggio tra i due piani di esistenza paralleli può essere effettuato in qualsiasi momento cambiando tra i membri del proprio party, composto appunto dal Divoratore, utilizzabile nel mondo dell'ombra, e dai vari coprotagonisti riportati in vita procedendo nella storia.

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Nella parte iniziale del gioco viene data la possibilità di resuscitare uno tra tre eroi differenti, ovvero Kalig il guerriero, Jasker il cacciatore ed Evia la maga (non disponibile nella versione Early Access), che rappresentano in realtà le tre classi principali del gioco, ciascuna con le proprie caratteristiche e abilità. Ogni personaggio possiede una propria storia, e, sebbene venga controllato dal Divoratore come un burattino, una volta riportato in vita ha una sua coscienza e soprattutto conti in sospeso con il mondo dei vivi, il punto di partenza per quest dedicate e brillanti dialoghi con l'entità malvagia. Kalig, ad esempio, era il Re della città di Thole, e una volta resuscitato desidera immediatamente saldare i conti col figlio Nemek, che lo uccise un anno addietro per usurpargli il potere. Poiché il codice attuale permette l'accesso al solo primo capitolo e ad una manciata di personaggi, non è possibile cogliere appieno diversi aspetti della trama principale e della sua profondità, ciò nonostante l'approccio adottato da Games Farm dovrebbe garantire quest interessanti valorizzate dalla specificità dei singoli protagonisti, tutti uccisi in passato.

Anime perdute

L'elemento caratterizzante di Shadows: Heretic Kingdoms, come sottolineato, è la possibilità di passare dal mondo dei vivi a quello dell'ombra in qualsivoglia istante, permettendo così l'introduzione di interessanti puzzle ambientali e quest interconnesse tra i due piani di esistenza, che rendono naturalmente l'esperienza più varia ed intrigante.

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In una quest ambientata nella cittadina di Thole, ad esempio, un uomo ci racconta di aver ritrovato a casa il cadavere della propria consorte (dedita alla stregoneria) e ci chiede di liberarcene all'interno di una cesta per il sale. Nel mondo dell'ombra, tuttavia, il fantasma della moglie ci spiega che è stata brutalmente uccisa dal marito. La quest ci pone innanzi ad una classica scelta morale, con la possibilità di consegnare la cesta alla guardia cittadina, facendo arrestare l'uomo, o di sbarazzarci del cadavere nelle catacombe. Ovviamente in base all'importanza delle quest si avranno delle conseguenze e varieranno gli oggetti ed i crediti guadagnati. Da questo ed altri punti di vista il titolo Games Farm è un RPG piuttosto classico, con la tradizionale griglia dell'inventario che si riempie di ingredienti per il crafting (feature attualmente non disponibile) ed oggetti da equipaggiare o rivendere ai mercanti di turno. Ciascun personaggio possiede diversi slot e, soprattutto, un albero delle abilità (sia attive che passive) ramificato da aggiornare quando si sale di livello; è interessante notare che alcune abilità sono relative alle armi in possesso, aumentando di conseguenza la varietà e le possibilità strategiche in battaglia.

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Un altro aspetto caratteristico di Shadows è rappresentato dal recupero dell'energia premendo la barra spaziatrice: non ci sono più i "Punti Ferita" ed i "Punti Sangue" di Kult, ma il Divoratore, assorbendo le anime dei nemici sconfitti, può sfruttare l'apposita barra per ripristinare la propria salute o quella dei membri del party. Attualmente non si riscontra una grande varietà di avversari, composta principalmente da ragni e guardie armate nel mondo dei vivi e da spettri di vario tipo in quello dei morti, mentre sono presenti un paio di mini boss ben caratterizzati ed un boss di fine capitolo che necessita di un approccio più accorto e ragionato. Per quanto concerne il gameplay siamo innanzi ad un action GDR piuttosto classico; col tasto destro del mouse si sposta infatti il personaggio, col sinistro (anche in combinazione con Shift) si attacca e con la rotella centrale si zooma sulla mappa, mentre con la tastiera si eseguono le mosse speciali e si accede rapidamente al diario, alla mappa, all'inventario e via discorrendo.

Looting selvaggio

Nonostante si trovi in piena fase di sviluppo, dal punto vista tecnico Shadows: Heretic Kingdoms si presenta abbastanza solido e gradevole alla vista, pur essendo palese l'assenza di un processo di ottimizzazione. In 1080p ed al massimo livello di dettaglio, impostato attraverso le pochissime opzioni grafiche attualmente disponibili, risulta infatti sin troppo pesante anche su un ottimo PC da gioco, mostrando il fianco ad un frame rate "ballerino" in circostanze facilmente gestibili.

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Le animazioni sono discrete così come lo è la caratterizzazione dei personaggi, non troppo ispirati od originali dal punto di vista artistico ma comunque ben fatti. Il level design si attesta nella media del genere, con ambienti - generalmente labirintici - ben progettati e ricchi di dettagli, sebbene si noti un'eccessiva presenza di casse, vasi, urne e tombe da saccheggiare: in alcune stanze ve ne sono a decine e si perde parecchio tempo per fare piazza pulita, un atto praticamente dovuto in ogni titolo del genere. Sarà ovviamente necessario esplorare gli altri capitoli per verificare la varietà e la profondità generale dell'opera, anche perché le uniche ambientazioni attualmente disponibili sono di tipo desertico o funereo, senza particolari guizzi nell'impostazione o nelle scenografie. Per quanto concerne il comparto audio, i campionamenti e la soundtrack risultano un poco sottotono, mentre spicca il doppiaggio di Tom Baker (attore celebre per aver interpretato il quarto Doctor Who) che aveva già prestato la propria voce in Kult. Nel complesso il titolo offre diverse idee interessanti ed originali, pur muovendosi in un contesto estremamente classico che dovrebbe fare la gioia degli appassionati del genere, anche dal punto di vista della trama, al momento comunque sin troppo nebulosa ed ancorata al vecchio capitolo solo per alcune linee generiche. La strada tracciata sembra quella giusta, non ci resta che continuare a seguirne gli sviluppi.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 27,99 €
Multiplayer.it

Lettori

ND

Il tuo voto

PRO

  • Action RPG di stampo classico con idee interessanti
  • Gestione del party
  • Due mondi paralleli da esplorare
  • Trama potenzialmente brillante e solida

CONTRO

  • Al momento è decisamente pesante
  • Longevità
  • Varietà dei nemici
  • Troppe casse ed urne da distruggere