45

Sopravvivere ai survival

Il nuovo fenomeno su Steam è figlio delle ultime tendenze e di un 16enne canadese

PROVATO di Stefano F. Brocchieri   —   22/07/2014
Unturned
Unturned
News Video Immagini

Inutile perdersi in ripassi introduttivi: è già da qualche tempo che i survival, i sandbox e i giochi con una forte componente di crafting spopolano su PC e stanno attecchendo anche su console e altri formati. Il numero di titoli che provano a saltare sul carrozzone, spesso incoraggiati dalla "facilità" della formula dell'Accesso Anticipato (la quale, d'altronde, è stata consacrata da uno dei capostipiti del fenomeno, un certo Minecraft...) ha ormai del parossistico. Come prendere dunque un progetto che si affaccia su questo panorama pescando tanto dal campione di Notch che da DayZ, con una veste estetica che di primo acchito sembra essere uscita da un outlet dell'indie, sviluppato interamente da un adolescente canadese? Resistendo alla tentazione di sottovalutarlo, innanzitutto.

Unturned è il fenomeno sandbox/survival del momento, sviluppato da un sedicenne

Oltre il gossip, oltre le apparenze

In un'epoca in cui la stampa, gli utenti ma spesso anche gli stessi addetti ai lavori sembrano esser diventati più frivoli, riuscendo a vedere "casi" e a creare chiacchiericcio molte volte francamente inutile su qualsiasi cosa, è facile immaginare come Unturned stia venendo preso in simpatia o antipatia perché "il gioco realizzato da un sedicenne".

Sopravvivere ai survival

E il fatto che il primo frutto di quello che l'autore, Nelson Sexton, continua sostanzialmente a considerare un hobby abbia fatto immediatamente il botto su Steam, piazzandosi dietro gli inamovibili Dota 2, Counter-Strike: Global Offensive e Team Fortress 2 nella classifica dei più giocati, occupando in pianta pressoché stabile la quarta posizione, non sta facendo altro che aumentare entrambi i tipi di percezione. Un peccato, perché Unturned è un titolo che meriterebbe di poter parlare per sé, un gioco che si presenta in maniera amichevole, scanzonata e briosa già a partire dal nome (che riflette divertito sulla condizione di sopravvissuto), dai requisiti di sistema (a cui vi invitiamo a dare un occhio, qui sotto) e dalla descrizione delle impostazioni video fino ad arrivare a una grafica che sì, a una prima occhiata sembra una pedissequa contraffazione di quella di Minecraft, ma che grazie alle linee smussate, alle superfici piane e a un impatto in un certo senso più "rilassante" cavalca la corrente stilistica del classico di Mojang riuscendo a stare a galla per merito di una personalità tutto sommato definita. E poi c'è il gioco vero e proprio, costruito da qualcuno che sembra ben conoscere i modelli di riferimento e in grado di mischiarne le caratteristiche con competenza e lo sta supportando in modo appassionato. Per giungere, infine, al modello economico: Unturned è un free to play in cui l'unico tipo di contenuto a pagamento è un upgrade permanente dell'account, acquistabile a una manciata di euro, grazie a cui ottenere più opzioni di personalizzazione estetica e la possibilità di giocare in server speciali dove si accumulano più velocemente esperienza e loot, confinati ai membri paganti, senza vantaggi diretti nei confronti del resto dell'utenza.

Sopravvivi e costruisci, costruisci e sopravvivi

Fame, sete, stato di salute e livello di infezione sono i motori che spingono a esplorare una versione dell'Isola del Principe Edoardo (o in alternativa una più concentrata e generica Arena) dove la civiltà è giunta al capolinea e si soffre di quella forma di discriminazione particolarmente feroce che riguarda tutti i soggetti che in un mondo dominato dagli zombie si ostinano a voler rimanere vivi. Muovendosi per il territorio, tra centri abitati, porti, fattorie, installazioni militari e altro ancora, è possibile rivenire cibo, bevande, medicinali, armi, attrezzi e tantissimi altri tipi di risorse grazie a cui soddisfare una serie di bisogni spesso interconnessi tra loro, nel tentativo di prosperare o guadagnare quantomeno maggiori chance di ritardare l'inevitabile appuntamento con la morte (permanente).

Sopravvivere ai survival

Il sistema di crafting del gioco è semplice ma comprende una robusta lista di materiali, componenti e oggetti da costruire (già ampiamente documentata in varie Wiki redatte dalla comunità, molto attiva). Dall'edificazione di rifugi/roccaforti strutturabili tramite una grossa varietà di elementi architettonici a barriere e trappole di vario tipo, dalla tessitura di indumenti in pelle animale alla coltivazione diretta di cibo sano, passando per la preparazione di curativi d'emergenza, munizioni e strumenti di utilità varia, come casse per stipare le eccedenze, torce, elmetti e sacchi a pelo grazie a cui determinare il prossimo punto di rientro in partita. Con pazienza, sudore della fronte, voglia di sperimentare e assunzione di qualche rischio, si può innalzare drasticamente la propria "qualità della vita" e togliersi belle soddisfazioni. Il tutto sostenuto da un gameplay per diversi aspetti ancora acerbo, ma dotato di una pulizia e una robustezza sovente non pervenuta in titoli dalla struttura di gioco o il modello distributivo analoghi. I movimenti funzionano bene (a parte l'issarsi sulle scale, che può portare a facili "fraintendimenti" tra sguardo e direzione e conseguenti ossa rotte), le collisioni funzionano bene, il combattimento corpo a corpo e quello con le armi da fuoco funzionano bene, la guida funziona bene. Per quanto limitate, talvolta proprio a un passo dall'elementarità più pura, le interazioni di base si presentano solide, precise e spesso caratterizzate da una certa piacevolezza, grazie a feedback audiovisivi semplici ma indovinati, come l'effetto sonoro pieno e deciso di un'arma, il modo con cui un headshot spruzza sangue in giro (sebbene tendenzialmente soggetto a bug dei decal) o la maniera con si percepisce il corpo del proprio avatar durante certi movimenti. Quello creato da Nelson Sexton è insomma un mondo blocchettoso e stilizzato ma che riesce a offrire comunque una gran sensazione di concretezza, a convincere di essere lì. D'accordo che ha da gestire un'ambientazione nettamente più estesa con molte più variabili e "strati" di simulazione e che nel farlo deve necessariamente appoggiarsi a un motore che porta in dote molti problemi, come quello di ArmA II e III, ma DayZ, mod o stand-alone che sia, avrebbe come minimo da farsi fischiare le orecchie e abbassarle un po' per la vergogna.

Sopravvivere ai survival

Specie considerando che qui i morti viventi possono eventualmente dar luogo a trenini un po' ilari, ma nel braccarci dimostrano quantomeno di saper aggirare gli ostacoli, senza passare attraverso staccionate, porte e muri. Zombie che, sebbene sia possibile affrontare sin da subito con qualche possibilità di successo, dando loro botte con la torcia con cui capita di spawnare o anche a mani nude, rappresentano una minaccia che sarebbe meglio evitare, anche nella sicurezza scaturente dall'imbracciare una bella bocca da fuoco: a meno di farlo in aperta campagna, sparare vuol dire ritrovarsene presto addosso più di quanti se ne possano verosimilmente gestire, a meno di poter contare sulla sicurezza extra offerta da una bella riserva di munizioni o dalla predisposizione di trappole. Un discorso che cade totalmente nel momento in cui si rinviene un'arma bianca di particolare efficacia, come il Machete o la Katana: tramite di esse è possibile sbarazzarsi di un morto vivente con un colpo ben assestato e, a meno di manovre avventate o una gestione incosciente della Stamina, si riesce a trucidarne grossi assembramenti con relativa facilità, rendendo il fattore survival legato alla loro presenza poco più che una formalità.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 2500K
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670 OC
  • Memoria: 8 GB DDR3 1600MHz
  • Sistema operativo: Windows 7 64 bit

Requisiti minimi

  • Processore: Buono
  • Scheda Video: Buona
  • Memoria: 512 MB
  • Spazio su disco: 200 MB
  • Sistema operativo: Recente
  • Note aggiuntive: se il vostro computer è un tostapane, assicuratevi che abbia almeno due fessure e sia connesso alla corrente

Requisiti consigliati

  • Processore: Il migliore
  • Scheda Video: La migliore
  • Memoria: 4 GB
  • Spazio su disco: 200 MB
  • Sistema operativo: Il più nuovo
  • Note aggiuntive: Un monitor di dimensioni decenti

Esperimento sociale rimandato a settembre

L'imprescindibile trilogia dei morti di Romero ha insegnato una morale fondamentale: in caso di apocalisse zombie il vero pericolo non sono di certo i morti che camminano, ma gli esseri umani messi alle strette e privi dei freni inibitori imposti dal vivere civile. Un concetto ribadito in tutta la sua forza alla prima vera occasione utile che il mondo dei videogiochi ha avuto per metterlo alla prova (DayZ) e che si conferma valido anche nel caso di Unturned. Pur prevedendo una modalità in singolo di per sé godibile, il titolo di Nelson Sexton tira fuori i risvolti più interessanti quando nell'equazione si inseriscono altri giocatori.

Sopravvivere ai survival

A questo proposito, Unturned offre due possibilità: PvE, dove gli utenti cooperano o semplicemente coesistono in uno stesso server senza possibilità di nuocersi l'un l'altro, e PvP, nel quale è possibile fare del male al prossimo, e dove è dunque libero di prendere vita un piccolo breviario interattivo di fenomenologie sociali in cui si possono manifestare apertura verso gli altri, diffidenza, antagonismo, spirito collaborativo, prevaricazione, propensione a organizzarsi piuttosto che ad agire in solitudine e svariati altri modi di relazionarsi agli altri propri della nostra natura. Una parte del gioco piuttosto importante, che è quella da cui verosimilmente si arriverà a misurare se le gambe di Unturned sono quelle di un centometrista partito a razzo ma destinato a sparire in fretta o di un maratoneta capace di tenere il passo a lungo tra le preferenze dell'utenza PC, ma che purtroppo al momento risulta alquanto indigesta. Aiutato da un programmatore specializzato, Sexton sta difatti lavorando per integrare l'infrastruttura di questa porzione di gioco nel network di Steam. Nel frattempo, non esiste un server browser, per cui, che si voglia giocare in coop piuttosto che in competitiva, per usufruire del multiplayer è necessario arrabattarsi passandosi direttamente IP, porta ed eventuale password dei server tra amici o andare alla ricerca dei dati dei server pubblici riportarti in qualche sede di discussione dedicata. Una trafila che sbatte il gaming online PC violentemente indietro nel tempo, a un'epoca pre-ASE (The All Seeying Eye), senza contare che in determinate condizioni occorre anche passare per programmi terze parti in grado di far da "ponte", come Hamachi e Tunngle, che non è possibile conoscere lo stato del server fin quando non si prova effettivamente a connettersi e che al momento non esiste alcuna protezione nei confronti dei cheater. C'è da sperare che la pezza per sistemare le cose arrivi al più presto, consentendo a Unturned di smettere di zoppicare e iniziare a correre sul serio. E poi via, si può cominciare a pensare ad orizzonti più ampi e a spiccare il volo, con l'introduzione di una mappa più vasta e degli elicotteri, due aggiunte che Nelson ha nella lista delle cose che gli piacerebbe implementare.

Conclusioni

Digital Delivery: Steam, Sito Ufficiale
Prezzo: Free to Play (4,99 € per l'account Gold)
Multiplayer.it

Lettori (57)

7.7

Il tuo voto

PRO

  • Combina con competenza le influenze dei pesi massimi della categoria
  • Già più rifinito e completo di svariati concorrenti
  • È free to play: dargli una chance non costa nulla

CONTRO

  • Gestione delle partite multiplayer attualmente ostica