Con Runemaster Paradox vuole fare qualcosa di sensibilmente diverso dalle sue solite produzioni. La guerra secolare tra Thor e Loki è messa in scena attraverso un mix interessante di generi, imperniato sulla generazione casuale del mondo di gioco e delle quest.
In breve, Runemaster è un action RPG in cui lunghi dialoghi e importanti decisioni formano il progredire della storia, mentre quando si tratta di menare le mani si passa al combattimento a turni con tanto di griglia a terra e punti azione/movimento, da soli o insieme ai nostri alleati. Inizialmente possiamo scegliere tra tre classi, il Berserker, lo Skal (versato in attacchi dalla distanza) e ovviamente il Runemaster, il mago della compagnia. Abbiamo quattro mondi di partenza comuni a tutti e tre, mentre ognuno di essi ne ha un paio dedicato. Da qui, da un possibile inizio comune il gioco inizia a prendere biforcazioni impreviste.
Battaglie a turni e decisioni gravide di conseguenze: questo è Runemaster
Con Loki contro Thor
Di fatto ogni eroe ha quattro tratti personali, che possono identificarlo come cauto, stravagante, attaccabrighe, ciarliero, avventato e via discorrendo. La modifica di questi tratti avviene nel momento in cui si innescano lunghi dialoghi con gli NPC attraverso i quali, risposta multipla dopo risposta multipla, l'oggetto della nostra attenzione potrà premiarci con una quest o un oggetto per il nostro inventario. Al solito, il modo in cui le nostre azioni ci plasmano andrà ad influire sulla decisione successiva, di fatto l'eventuale nostro essere ingannevole potrà porci sotto una cattiva luce con le persone che incontreremo, generando nuove linee di dialogo e nuove quest.
In quest'ottica, anche lo schierarsi con Thor o Loki, scegliendo quindi lo status quo o la distruzione del mondo per costruirne uno nuovo e migliore - il Ragnarok insomma - è fondamentale. Lo scegliere con chi stare è un altro fattore che aumenta a dismisura la rigiocabilità. Siamo fedeli a Loki? I boss che incontreremo (o che non incontreremo, chi lo sa!) non ci attaccheranno, mentre quelli fedeli a Thor ci colpiranno senza pietà. Il combattimento quindi assume una importanza fondamentale, pari a quello che sembra proprio un lore basato sui miti nordici davvero approfondito. Nei villaggi possiamo ingaggiare unità, disponibili in buon numero e diverse tipologie (sei per ogni razza più tutte quelle specializzate) che hanno ovviamente abilità speciali da tipico gioco di ruolo e vanno schierate ed utilizzate in modo intelligente sul campo di battaglia, tenendo ben presente che il terreno e gli ostacoli, variano i valori di attacco (ad esempio gli arcieri vanno posti nelle zone alte per massimizzare i danni). Inoltre anche loro possono aumentare di livello per sbloccare nuove abilità, a patto però di non dimenticarle nelle retrovie visto che l'esperienza premio per la vittoria è tanto maggiore quanto più l'unità è stata utilizzata. Attacchi all'arma bianca, magie e buff curativi, il solito tran tran ruolistico, ma c'è anche un modo più rapido per vincere le battaglie tattiche, instillare il terrore nei nemici per farli fuggire via spezzando la loro disciplina, valore cardine delle statistiche del gruppo. E se una delle unità muore in battaglia?
Addio alla sua eventuale linea di quest successiva. Insomma è facile capire come Runemaster sia un titolo molto complesso e profondo che gioca tutte le sue carte cercando di proporre al giocatore un mondo molto vasto, per un'esperienza di gioco che nelle parole degli sviluppatori può arrivare anche a quaranta ore di gioco. Non un titolo per tutti, un progetto che bussa al cuore degli appassionati dei giochi di ruolo duri e puri, magari poco spettacolare, anche in termini prettamente tecnici, ma capace di immergere il giocatore in un mondo nordico ricco di sfumature, che plasma il nostro alter ego non solo nelle sue abilità ma anche nel suo carattere. In definitiva Runemaster ci ha appassionato. Sulla carta le possibilità offerte da un mondo generato casualmente unito alla profondità data da un sistema di dialoghi/decisione/conseguenze ha tutte le carte in regola per far convivere in se una storia interessante non lineare "costruita" dal giocatore. Ovviamente una impostazione del genere è anche piuttosto rischiosa. Il pericolo di ripetitività è alto, i contenuti sia in termini di loot che di varietà e complessità di quest devono essere davvero tanti, i dialoghi devono essere appassionanti e le scelte gravide di conseguenze. Ma per scoprire questo una prova molto corposa pad alla mano è assolutamente necessaria.
CERTEZZE
- Tanta attenzione alla narrazione
- Promette quaranta ore di gioco
- Decisioni gravide di conseguenze
DUBBI
- Quest e mondo generato casualmente: la varietà deve essere tanta
- Tecnicamente non è proprio uno spettacolo