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Rise of the Tomb Raider - Cosa vorremmo in...

La nuova avventura di Lara Croft segnerà un ulteriore step evolutivo per la serie? Proviamo a immaginare come potrebbe essere

RUBRICA di Massimo Reina   —   19/11/2014

Cosa vorremmo in... è una rubrica a cadenza mensile dedicata ai giochi più attesi dal pubblico. Ma rispetto alle tradizionali anteprime, tratta l'argomento in maniera più diffusa, immaginando come potrebbe essere un titolo, o come si vorrebbe che fosse, piuttosto di come sarà.

Dopo il successo ottenuto con il primo capitolo del nuovo corso, era inevitabile che a un certo punto il publisher, Square Enix, decidesse di ordinare un sequel per il reboot di Tomb Raider. D'altronde, dopo qualche tentennamento iniziale del pubblico, la nuova Lara Croft, giovane e inesperta archeologa che naufragava su un'isola misteriosa e inospitale dove doveva imparare sulla propria pelle a sopravvivere, diversissima quindi dal personaggio stereotipato di un tempo tutta seno e salti spettacolari, si è rivelata una scelta coraggiosa ma vincente. E il secondo episodio, annunciato nel corso dell'E3 del 2014 come esclusiva temporale di Xbox 360 e Xbox One, si prospetta davvero interessante, alla luce almeno delle potenzialità espresse in parte nel predecessore. Di Rise of the Tomb Raider, in lavorazione presso gli studi di Crystal Dynamics, non si hanno ancora informazioni dettagliate, ma noi, come di consueto in questa rubrica, abbiamo provato a stilare un elenco di idee che ci piacerebbe poter rivedere nel gioco. Vediamole insieme.

Salti e acrobazie come gli originali o il nuovo corso del reboot: come vorremmo Rise of the Tomb Raider?

Una Lara più dura, ma non invincibile

La trasformazione della protagonista si è ripercossa parallelamente sull'impostazione di gioco, che ha perso parecchia della componente puzzle/esplorativa dei precedenti capitoli, in favore di una maggiore "credibilità" e di una struttura narrativa più cinematografica e probabilmente coinvolgente, sulla moda lanciata dalla serie Uncharted di Naughty Dog. Quindi queste basi sono per noi un punto imprescindibile da cui ripartire per il secondo episodio del "nuovo" Tomb Raider. Pertanto anche se vogliamo rivedere alcune delle sequenze spettacolari del predecessore, non desideriamo un ritorno alle origini di Lara Croft per quanto concerne certe sue abilità. Per intenderci, niente mirabolanti salti acrobatici con doppio avvitamento, niente capacità di sparare come un espertissimo pistolero, anche se verranno probabilmente reintrodotte le sue due proverbiali pistole, né mosse e azioni da perfetto maestro di arti marziali. Lara, noi, vorremmo che mantenesse una certa credibilità di fondo, come nella sua ultima incarnazione, fermo restando il contesto ludico che consente a lei e agli altri eroi dei videogiochi di eseguire azioni umanamente spesso impossibili. Semplicemente, anche se la Croft di questo secondo episodio del nuovo corso non sarà la giovane spaurita che imparava a sopravvivere nel riavvio della serie, ma sarà una donna temprata dai traumi e dall'esperienza acquisita sull'isola di Yamatai, nel Triangolo del Drago, vorremmo che il focus dell'avventura fosse concentrato, dal punto di vista del gameplay, di nuovo sul concetto di sopravvivenza, e quindi si desse molto spazio all'esplorazione (con l'implementazione di un maggior numero di tombe o resti di civiltà antiche da scoprire e visitare), agli enigmi (ma ne vorremmo qualcuno più impegnativo), alla necessità di dover cacciare, di acquisire esperienza per sbloccare nuove mosse di combattimento e nuove abilità nell'uso di particolari oggetti e armi, per personalizzare alcune delle quali si potrebbero sfruttare solo gli utensili offerti dall'ambiente.

Rise of the Tomb Raider - Cosa vorremmo in...

Il tutto ancora una volta in maniera progressiva, con una struttura di gioco che alterni sequenze di combattimento, esplorazione libera e arrampicate dinamiche in ambientazioni sia all'aperto che al chiuso, e con l'aggiunta di una manciata di missioni secondarie, che assieme alla ricerca di reliquie e delle già citate tombe potrebbero costituire una buona variante alla linearità dell'avventura base. Allo stesso modo, l'evoluzione caratteriale del personaggio di Lara vorremmo che fosse naturale e graduale. Come abbiamo scritto qualche riga sopra, in Rise of the Tomb Raider la Croft non sarà la spaurita studentessa dell'inizio del primo episodio, ma una donna diversa, tormentata dal dolore e dai ricordi di quanto ha vissuto sull'isola. Noi la vorremmo quindi un po' più forte, certo, ma al contempo senza per questo vederle perdere quella fragilità di fondo in alcuni suoi aspetti che la manterrebbe umana, e desse un senso al discorso di crescita "naturale" della sua personalità. Non vogliamo una Rambo in gonnella o un super eroe, insomma, ma una persona "normale" che sa lottare e soffrire quando serve, ma con le sue semplici forze.

A tal proposito vorremmo che venisse dato maggior risalto a un uso più ampio delle fasi stealth. Intendiamoci, non vogliamo che le sparatorie vengano eliminate del tutto, anzi. Ma che queste non fossero preponderanti sulle altre opzioni. Ci piacerebbe infatti che tra le possibilità offerte nell'affrontare uno scontro ci fosse il giusto spazio per l'azione furtiva, tattica, che comprenda pure l'ideazione e l'uso di trappole per eliminare i nemici, o di vere e proprie imboscate, dopo aver attirato i malcapitati con qualche esca.

Rise of the Tomb Raider - Cosa vorremmo in...

Sappiamo per certo che Lara tossirà e potrà togliersi di dosso lo sporco accumulato magari strisciando per terra per evitare delle sentinelle appostate lungo un sentiero boscoso, oppure dopo essere uscita da un violento corpo a corpo con un orso o un nemico umano. Ebbene, questi aspetti apparentemente secondari, di contorno, a nostro parere potrebbero essere sfruttati proprio nelle fasi stealth dell'avventura, contribuendo a dare un maggior senso di coinvolgimento agli utenti. Un esempio? Pensate alla possibilità di sgattaiolare nel buio per cercare di aggirare due o tre avversari seduti attorno a un falò, ma di dover fare attenzione, oltre a non fare rumore toccando qualcosa dello scenario, come un ramo spezzato o una pietra sul terreno, anche a non tossire per aver inalato il fumo sprigionato dal fuoco del bivacco, rivelando la propria posizione. Oppure, di contro, di usare del fango per tingersi il volto, e camuffarsi quindi nell'oscurità. Se Lara potrà togliersi di dosso lo sporco, potrebbe allora anche decidere di fare l'opposto, e insudiciarsi di proposito. Un ruolo importante legato agli elementi appena descritti lo dovrà avere l'intelligenza artificiale dei nemici, che speriamo sia superiore alla media, per offrire un maggior livello di sfida ai videogiocatori, e per spingere questi ultimi proprio a usare il cervello e le strategie sopra indicate per sbarazzarsene.

Il Canada, le montagne del Montana o l’isola di Roanoke?

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Per quanto concerne la trama, che verrà curata ancora una volta dalla scrittrice Rhianna Pratchett, vorremmo che fosse ricca di contenuti e di tematiche mature, con una certa attenzione nell'analisi introspettiva della psiche di Lara, il cui sviluppo della personalità dovrà essere naturale e graduale. Senza dimenticare la giusta dose di mistero: una nota di arcano in Tomb Raider è necessaria, ci piace sempre, purché non si esageri. In quest'ottica ci siamo comunque sbizzarriti nel fantasticare sui possibili misteri che potrebbero fare da sfondo alle vicende della Croft, immaginando tre locazioni e altrettante tematiche differenti. Per esempio, basandoci sul trailer di lancio del gioco dell'E3 di quest'anno, che sembra prefigurare una collocazione nordica dell'ambientazione, abbiamo pensato a uno scenario canadese, con la leggenda del Wendigo, oppure a un contesto americano, nel Montana. In particolare sulle Pryor Mountains, luogo sacro per gli indiani Crow, e sede, secondo le leggende dei nativi locali, di misteriose creature chiamate Nirumbee o Piccolo Popolo. Di questi enigmatici esseri in realtà ne parlano molte altre tribù di indiani d'america, e perfino i membri della spedizione di Lewis e Clark, la prima statunitense a raggiungere la costa pacifica via terra. Nel 1804 Meriwether Lewis scriveva infatti nel suo diario di viaggio che questi esseri erano dei diavoli, alti poco più di 46 centimetri e con delle grosse teste. Pare che alcune guide Sioux gli avessero raccontato che i Nirumbee erano molto aggressivi con gli estranei, e che erano pronti a uccidere chiunque osasse addentrarsi nel loro territorio con frecce acuminate che potevano colpire a grande distanza. Secondo una leggenda Lakota, 350 guerrieri che avevano sconfinato nell'area popolata da queste creature, vennero attaccati durante la notte e quasi del tutto sterminati. I pochi sopravvissuti rimasero poi in uno stato catatonico, come paralizzati, per tutta la vita. La terza idea c'è venuta invece ripensando al finale del primo Tomb Raider del nuovo corso. Come ricorderete, a un certo punto Lara ha in mano una mappa, e su questa, fra annotazioni in cirillico sulla sinistra e altri appunti incomprensibili, compreso un "3, III", si può leggere la parola "Croatoan", la stessa lasciata sul tronco di un albero alla fine del 1500 da un centinaio di coloni inglesi scomparsi apparentemente nel nulla. Quella della Colonia perduta di Roanoke nella Carolina del Nord

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è uno dei misteri americani più intriganti per gli appassionati del fantastico, e tra l'altro è un argomento trattato nel numero nove del fumetto sulla popolare esploratrice pubblicato quest'anno da Dark Horse Comics. E chissà se proprio come avviene nel fumetto, in Rise of the Tomb Raider Crystal Dynamics non ci permetta di esplorare vari luoghi del mondo, sfruttando magari l'incontro tra Lara e lo psicologo visto nel trailer d'annuncio, come espediente per farci rivivere attraverso dei flashback giocabili gli eventi successivi alla partenza dall'isola. Questi potrebbero poi risultare molto utili anche per approfondire determinati aspetti relativi ai rapporti con i superstiti della Endurance e sui tormenti interiori della Croft per gli eventi legati alla regina Himika. Dopo ci potrebbe essere una seconda fase dell'avventura che si svolgerebbe nel presente, e che vedrebbe la bella archeologa impegnata in uno degli scenari principali sopra elencati. Per il resto preferiamo fermarci qui, perché altrimenti rischiamo di dilungarci eccessivamente, mentre preferiamo invece lasciare spazio a voi e ai vostri commenti sul forum su quelle caratteristiche che vorreste ritrovare nel prossimo Tomb Raider.