Sin dal momento della sua uscita avvenuta nel 2009, theHunter è stato un gioco che ha inevitabilmente diviso il pubblico di videogiocatori, così come nella realtà la passione per la caccia mette in contrasto chi la pratica e chi invece vorrebbe proteggere gli animali. Al di là delle considerazioni animaliste che in cuor suo ognuno è liberissimo di fare, dal punto di vista videoludico il gioco si è fatto apprezzare soprattutto per l'esperienza realistica offerta dalle sue meccaniche, contraddistinte da lunghe attese in grado di mettere alla prova la propria pazienza di chiunque, per cogliere il momento giusto in cui acciuffare la propria preda.
Il titolo sviluppato da Expansive Worlds era indubbiamente un prodotto di nicchia, che come tanti altri suoi simili sapeva dare grandissime soddisfazioni al proprio pubblico, composto da giocatori intenzionati a diventare cacciatori virtuali. Per chi non dovesse conoscere il nome del team dietro a theHunter, ricordiamo che esso rappresenta la divisione dedicata ai giochi online di Avalanche Studios, studio che abbiamo invece conosciuto alle spalle della serie Just Cause, di tutt'altro genere. A distanza di cinque e passa anni dall'uscita di theHunter, i ragazzi con base a Stoccolma provano a portare l'esperienza del loro vecchio gioco in una dimensione tutta nuova, all'interno della quale a farla da padroni sono i dinosauri. Attualmente disponibile in Early Access su Steam, theHunter: Primal vuole così rendere più appetibile a tutti il franchise al quale esso appartiene, non costringendoci più a dare la caccia a innocenti cervi ma a Tirannosauri pronti a farci la festa. Dopo avere avuto l'occasione di provare il gioco per qualche ora, vi raccontiamo la nostra esperienza all'interno del Jurassic Park messo in piedi da Expansive Worlds, o almeno della parte che ci è concesso di vedere in attesa della sua versione definitiva.
theHunter: Primal ci mostra la caccia ai tempi del Giurassico, con tanto di Tirannosauri!
Benvenuti su Primal Eden
La svolta dinosauresca di theHunter ci porta su un pianeta alieno chiamato Primal Eden, scelto per la colonizzazione da parte della razza umana in base alle sue caratteristiche di abitabilità. L'unico problema, piuttosto di grosse dimensioni, è rappresentato dalla presenza sulla sua superficie di rettili giganti, intenzionati a tenere per loro l'angolo di paradiso che nelle vesti del nostro avatar ci ritroviamo a esplorare: nel gioco siamo infatti tra i primi "fortunati" a essere mandati su un'isola di Primal Eden, al fine di sostenere le attività preparatorie alla colonizzazione del pianeta.
Il compito affidatoci è piuttosto semplice, almeno concettualmente: esplorare l'area e ripulirla dai dinosauri ivi presenti, cercando di non farsi ammazzare nel tentativo, muovendo i nostri passi su un'area che è nominalmente di 24 chilometri quadrati. Come se non bastasse il trovarsi su un pianeta alieno infestato da dinosauri, tutta la dotazione che ci viene offerta inizialmente è rappresentata da un arco e dieci frecce, insieme a un pezzo di mappa da inserire all'interno del nostro Settlermate, un terminale portatile contenente conformazione del territorio e sensore GPS, più informazioni sui punti d'interesse sparsi sull'intera isola, a patto di averle acquisite tramite pezzi aggiuntivi in grado di rimuovere la "nebbia" dal dispositivo. Avrete già capito a questo punto come l'intera esperienza di theHunter: Primal sia a tema survival nel senso stretto del termine, con l'obbligo di reperire sul campo tutti gli elementi in grado di offrirci una migliore protezione mentre esploriamo Primal Eden: oltre al suddetto arco, troviamo infatti anche una serie di armi da fuoco, accompagnate da kit di pronto soccorso, abbigliamento con cui camuffarsi e altro ancora. Fortunatamente, i ragazzi di Expansive Worlds ci concedono la possibilità di conservare il nostro inventario tra una partita e l'altra, mentre in caso di morte si finisce invece per perdere tutto, a meno che non ci si fiondi verso il proprio cadavere per recuperare tutto prima che lo faccia qualcun altro.
Cosa manca?
Visto che si tratta di un gioco in Early Access, diamo uno sguardo anche a ciò che gli sviluppatori intendono aggiungere alla versione attuale di theHunter: Primal, in vista dell'arrivo in veste definitiva programmato attualmente per il mese di marzo 2015. Al di là dell'immancabile lavoro aggiuntivo per ottimizzare, bilanciare e migliorare quanto realizzato finora, da quel di Stoccolma ci arriva anche la promessa di due nuove specie di dinosauri, con le quali il totale arriverebbe dunque a cinque. Non dovrebbero mancare inoltre delle meccaniche PvP più evolute rispetto a quelle attuali, piuttosto primitive, di pari passo con nuovi modi per cooperare con gli altri giocatori nella nostra caccia. Gli altri elementi presenti nel progetto includono anche un sistema di punti esperienza, coi quali acquistare oggetti esclusivi all'interno del negozio virtuale, altra aggiunta della versione finale del gioco che però non si baserà sulle micro-transazioni.
Cacciatore e preda
I tipi di dinosauri presenti in theHunter: Primal sono tre: il primo, con il quale ci si ritrova ad avere a che fare decisamente più di frequente, è lo Utahraptor, carnivoro appartenente alla stessa famiglia del famoso Velociraptor, che si muove in gruppo per cacciare le proprie prede. Pur essendo una creatura alla portata del singolo cacciatore, lo Utahraptor fa del branco la propria forza, riuscendo anche a comunicare coi propri simili per segnalare la presenza della potenziale cena. Di tutt'altro tipo è ovviamente il Tirannosauro, dinosauro più famoso di tutti, con il quale in caso d'incontro ravvicinato è possibile fare solo una cosa: darsela a gambe levate sperando di non essere visti. Ucciderne uno da soli è infatti un'impresa difficilissima, visto che anche in gruppo con armamento di tutto rispetto esso è in grado di dare filo da torcere.
Il terzo e ultimo tipo è invece rappresentato dal più pacifico Triceratopo, non chiamato allo scontro in quanto erbivoro, a meno che egli non debba naturalmente difendere la propria vita. In fase di caccia, è il Settlermate a tornarci in aiuto, permettendoci di raccogliere le tracce lasciate dai dinosauri per individuarne razza, età e perimetro all'interno del quale essi si muovono, anche se una volta arrivati al sodo è fondamentale muoversi con estrema attenzione: il minimo rumore può infatti attirare verso di noi i dinosauri presenti nell'ambiente circostante, trasformandoci in men che non si dica da cacciatori a prede. Dal punto di vista tecnico, theHunter: Primal si presenta già da ora in modo piuttosto pulito, offrendo ottimi colpi d'occhio nei vari luoghi di Primal Eden che traggono ispirazione da tempi geologici della Terra come Giurassico e Cretaceo. Avviandoci verso la conclusione, allo stato in cui si trova attualmente theHunter: Primal, ci sentiamo di consigliarlo soprattutto ai fan del gioco uscito nel 2009, oltre che naturalmente a chiunque sia pronto a divorare qualsiasi cosa riguardi i rettili troppo cresciuti. In entrambi i casi, l'elevato livello di sfida offerto dal gioco non sarà vissuto con frustrazione, così come l'assenza di un obiettivo vero e proprio non farà sentire il proprio peso, facendo anzi divertire nel rimanere per minuti e minuti acquattati nell'erba alta in attesa che il T-Rex si levi di torno. In termini qualitativi, quanto attualmente presente nella versione Early Access è piuttosto godibile, a parte qualche difetto come un'intelligenza artificiale dei dinosauri altalenante. Discorso ben diverso per la gestione delle partite online, afflitta da un fastidiosissimo blocco del gioco nel momento in cui un giocatore si scollega dalla partita: da rilevare è inoltre l'assenza di server dedicati, vero elemento fondamentale che dovrà essere necessariamente incluso in theHunter: Primal al suo arrivo in forma finale, per far sì che esso diventi giocabile come lecito aspettarsi senza host che si disconnettono o ping impazziti.
Conclusioni
PRO
- Dinosauri riprodotti in modo accurato
- Ventiquattro chilometri tutti da esplorare
- Abbattere un T-Rex è ultra appagante...
CONTRO
- ...ma spesso è lui ad abbattere noi
- Assenza di server dedicati
- Pochi contenuti, anche se di buona fattura