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Al sicuro dietro le sbarre

La vita dei carcerati non era proprio così male...

ANTEPRIMA di Matteo Santicchia   —   08/08/2015

The Escapists è stato un vero e proprio successo inaspettato. Un titolo indie, che più indie non si può, che ha rapito oltre seicentomila giocatori col suo gameplay incredibilmente ricco di possibilità: si trattava di organizzare la fuga perfetta da prigioni di difficoltà crescente, risolvendo piccoli puzzle ambientali mediante un sistema di crafting piuttosto elaborato. Il bello è che la pianificazione era diretta conseguenza del dover vivere, e quindi replicare, pad alla mano, la vita di tutti giorni del carcerato. Giornate tutte uguali fatte di appelli, ore d'aria, risse, docce, contrabbando e qualche lavoretto da non fare alla luce del sole. Un sandbox totale, inventivo, originale, profondo e capace di far spremere le meningi al giocatore e quindi assolutamente gratificante.

The Escapists in salsa zombie, ovvero in fuga con Rick Grimes e soci!

La dura vita del gruppo

Con questa edizione The Walking Dead il sandbox si fa un filo meno "aperto", più lineare visto che c'è una linea narrativa forte alla base che guida la progressione, ma l'impianto di gioco rimane lo stesso. Durante il gioco visiteremo alcune location cardine della storia, si inizia con la fuga dall'ospedale di Rick Grimes per poi arrivare ad Alexandria. Insomma, ci troveremo a giocare diversi archi narrativi del fumetto incontrando tutti i personaggi iconici scritti da Robert Kirkman. Non essendo prigioni singole da cui evadere, ogni fuga avrà conseguenze importanti sugli avvenimenti che affronteremo. Le meccaniche sono le stesse, declinate però in salsa The Walking Dead. Questo significa che indossando i panni di Rick dovremo badare al gruppo, tenerlo unito e in forma, e quindi pensare a tutte le attività giornaliere.

Al sicuro dietro le sbarre

Questo perché un gruppo affiatato ha più probabilità di sopravvivere quando gli zombie penetreranno le nostre difese, o quando semplicemente dovremmo combattere all'aperto sia per passare da una location all'altra, sia per cercare le risorse necessarie per sopravvivere. Più gente vivrà tra una "missione" e l'altra, meglio è. Si capisce quindi come questa versione di The Escapists non voglia stravolgere meccaniche assodate che funzionano e che hanno di fatto creato una forte community online, ma semplicemente voglia solo tradurle all'interno di una storia che si presta assolutamente a questa operazione. Non abbiamo potuto giocare, ma abbiamo solo assistito al primissimo livello. Intanto, a rimarcare la voglia degli sviluppatori di rendere un buon servigio all'opera di Robert Kirkman, ci sono delle simpatiche scene di intermezzo che riprendono esattamente alcune tavole del fumetto. Ovviamente il character design stempera il realismo della storia visto che stiamo parlando di pixel art 8-bit "estrema", decisamente "super deformed" e parodistica, ma è facile riconoscere i tratti salienti degli albi. Fan service allo stato puro insomma. Tornando a bomba sul giocato, abbiamo assistito alle meccaniche base del titolo, ovvero la ricerca di oggetti, per creare poi quegli arnesi utili per superare i puzzle ambientali di cui è punteggiato il titolo. Qui si trattava semplicemente di costruire un paio di cesoie e poco altro, ovviamente utilizzando la risorsa cardine del gioco, il nastro adesivo grazie al quale, in caso di apocalisse zombie possiamo davvero costruire di tutto.

Al sicuro dietro le sbarre

Tanto per dire, nelle primissime battute è possibile realizzare un classico delle "armi" da carcerato, ovvero mettere all'interno di una federa di un cuscino una saponetta modello Marsiglia, quindi bella grande e pesante, per creare una specie di mazza di fortuna. Ovviamente avremo a che fare anche con le armi da fuoco, che come The Walking Dead ci insegna è meglio usarle poco e solo quando non è possibile fare altro. Tutto come da manuale, le munizioni sono scarse e il fragore del colpo attira altri zombie. Quando non possiamo fare altro che mettere mano al ferro, il gioco diventa un blando twin stick shooter, che fa il suo dovere senza ovviamente avvicinare i classici del genere. Graficamente c'è poco da dire, le immagini parlano da se. The Escapists ha uno stile pixel art delizioso, che punta tutto su un aspetto davvero retrò, siamo in piena era 8-bit. Di conseguenza o si ama o si odia. A noi uno stile così piace tantissimo, e nonostante tutte le limitazioni che una scelta stilistica impone in termini di dettaglio, i grafici sono riusciti comunque a mettere in scena in modo "fedele" tutte le ambientazioni del mondo pensato da Kirkman, non senza una certa dose di ironia che non fa mai male. In definitiva questa versione in salsa "non morta" di The Escapists sembra avere tutte le caratteristiche per non essere solo una mera operazione commerciale per sfruttare il brand di The Walking Dead. Visto quando di buono fatto nel titolo originale, siamo sicuri che gli sviluppatori avranno reso tanto vario e ricco di possibilità il mondo di gioco nonostante i legacci imposti dal canovaccio narrativo del fumettista americano. Perdiamo forse un po' di sandbox, ma guadagniamo uno dei migliori universi narrativi degli ultimi anni. Ci sono quindi tutte le caratteristiche che hanno decretato il successo del gioco, ma solo un futuro incontro potrà dirci se la sopravvivenza del gruppo e la fuga da quelli che una volta erano luoghi sicuri sia tanto entusiasmante quanto una rissa in sala mensa o un tunnel scavato con il cucchiaio dietro il letto.

CERTEZZE

  • La forza del brand The Walking Dead
  • Tanta libertà d'azione...

DUBBI

  • ...forse un filo limitata dal dover seguire una linea narrativa