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Un sequel da sogno

Continua la quest di Larian alla ricerca del gioco di ruolo perfetto

ANTEPRIMA di Mattia Armani   —   27/08/2015

Il primo esperimento Kickstarter di Larian si è rivelato un successo sorprendente. Quest dinamiche, sfida elevata, storia non banale, cooperativa intrigante, combattimento rifinito con possibilità di combinare gli elementi e un design di alto livello sono gli innegabili pregi del primo Divinity: Original Sin che si è distinto come uno dei migliori giochi del 2014. Non stupisce quindi che l'aspettativa per questo secondo capitolo sia elevata, tanto che la campagna Kickstarter ha superato il traguardo di 500.000 euro in una manciata di ore. C'è chi si chiede come mai gli sviluppatori abbiano deciso di passare di nuovo da Kickstarter dopo il successo del primo capitolo. La risposta a questa domanda è stata, prevedibilmente, il bisogno di libertà economica e la necessità di spronare lo sviluppo partecipato, che è stato importante per il primo capitolo e sarà importante anche questa volta, senza l'obbligo di sottostare a tempistiche esageratamente strette. Non è un caso che tutti i finanziatori avranno accesso alla alpha e alla beta, cosa possibile anche con il pacchetto minimo a numero limitato da 25 dollari. Pacchetto che tra l'altro è già in esaurimento e quando leggerete questo articolo sarà un ricordo.

Un sequel da sogno
Un sequel da sogno

Ma torniamo a parlare del progetto, il cui finanziamento dipende anche dalla stessa Larian, che ha annunciato il titolo avendo già la versione pre-alpha in mano. Il team di sviluppo, in sostanza, ha piena fiducia in questo sequel e l'obiettivo, si legge, è quello di implementare tutte le feature pianificate e di incrementare ulteriormente profondità e complessità sfruttando ogni dollaro ricevuto. Sono comunque comparsi, a posteriori, diversi stretch goal che arrivano a 1.5 milioni di dollari ed è possibile che, con il probabile superamento di questa soglia, ne compaiano altri. Il tenore della campagna non sembra rendere necessario un espediente del genere ma un inizio incoraggiante come quello che stiamo vedendo, potrebbe indubbiamente dar vita ad ambizioni ancor più elevate. In ogni caso mettiamo da parte le ipotesi per dare un'occhiata al video degli sviluppatori e alle promesse scritte nero su bianco dai ragazzi di Larian che, senza troppe sorprese, hanno deciso di potenziare i pregi del primo Divinity: Original Sin a partire dalle interazioni elementali che già permettevano di fare un sacco di cose sfiziose, come trasportare un barile d'olio per farlo detonare o combinare veleno e fuoco per creare gas venefici. Oltre a nuove dinamiche di questo tipo avremo a disposizione meccaniche che ci consentiranno di spingere o tirare un nemico proprio per proiettarlo nell'area d'effetto di trappole elementali o incantesimi. Inoltre potremo contare su un sistema di coperture e su diverse altre meccaniche, alcune delle quali sono state già svelate. Una di queste è un sistema di crafting più accessibile e utile che dovrebbe migliorare uno degli aspetti meno brillanti del capitolo precedente. La novità più interessante è senza dubbio lo Skill Crafting che, ricalcando la strada già percorsa da Daggerfall, permetterà di combinare abilità e incantesimi per creare nuove devastanti magie. Gli esempi forniti dagli sviluppatori includono il mix degli incantesimi Evoca Ragno e Silenzio, che si combineranno nel sortilegio Evoca Ragno Stealth. Unto e Pioggia invece, ci consentiranno di generare un rovescio d'olio che potremo ovviamente incendiare usando torce, frecce o incantesimi di fuoco. Lacerare e Pioggia genereranno una tempesta di sangue della quale ci sfugge l'utilità, ma che suona abbastanza pulp da essere allettante. Ma torniamo al video che svela parecchie cose interessanti come il ritorno del peculiare stealth con travestimento da sasso o arbusto, l'utilizzo di un'interfaccia pressoché uguale a quella del primo Original Sin e un motore grafico che sembra essere lo stesso, anche se dal video pubblicato il livello di dettaglio appare decisamente aumentato.

La campagna Kickstarter di Divinity: Original Sin 2 è appena partita e ha già centrato il suo obiettivo

Trolling o gioco di ruolo?

Le novità più interessanti includono un nuovo approccio alla componente narrativa che concederà maggiore importanza alla genesi dei personaggi. Il protagonista principale, questa volta uno solo, potrà essere plasmato nell'aspetto fisico ma anche per quanto riguarda razza e background. Possiamo quindi aspettarci un aumento della qualità delle dinamiche RPG non solo nelle meccaniche ma anche nella storia che, ambientata generazioni dopo quella narrata nel primo Divinity: Original Sin, punta a una maggiore drammaticità mantenendo però lo spirito ironico dell'originale. L'antefatto vede il vescovo Alexandar the Innocent dichiarare che la magia Source, i protagonisti del primo capitolo erano due Source Hunter, è una prerogativa dell'Ordine Divino. Dalla dichiarazione in poi gli utilizzatori di questi poteri, detti Sourceror, sono considerati criminali e chi è sospettato di possederli viene cacciato, catturato e privato a forza delle sue abilità, ridotto a un corpo vuoto privo di emozioni e volontà. Questo è il destino che rischia il protagonista costretto a intraprendere un viaggio pericoloso verso le conoscenze necessarie ad assicurarsi la sopravvivenza. Ciò che possiamo aspettarci, in sostanza, è di essere coinvolti da subito nelle dinamiche narrative, cosa che nel primo capitolo accade fin troppo gradualmente. Ma i personaggi secondari, tutti caratterizzati a fondo, saranno comunque ingredienti fondamentali della ricetta. Gli sviluppatori promettono maggiori opzioni per i dialoghi che saranno quasi tutti diversi a seconda del personaggio utilizzato e il playthrough della pre-alpha mostra descrizioni più dettagliate legate al background del nostro eroe.

Un sequel da sogno
Un sequel da sogno

Nello stesso video troviamo inoltre un esempio delle abilità Source, che tra le varie possibilità offrono quella di scatenare una devastante pioggia di meteore. Con le nuove abilità il sistema di magia, in sostanza, raddoppia aumentando le possibilità in combattimento e costringendoci a tenere d'occhio ulteriori risorse. Aumenteranno inoltre i talenti, le scuole di magia e gli incantesimi che andranno a sommarsi a tutte le aggiunte della Enhanced Edition di Divinity: Original Sin. Come risultato la personalizzazione degli eroi dovrebbe arrivare a livelli estremi, con tutto quello che ne consegue in termini di rigiocabilità. L'Enhanced Edition di Divinity: Original Sin, tra l'altro, gode del doppiaggio audio completo ed essendo questa la base del secondo capitolo, possiamo presumere che anche questi godrà, almeno in lingua inglese. Non c'è invece bisogno di presumere nulla per quanto concerne lo split-screen a due giocatori e il supporto per pad e altri controller che, già caratteristiche della Enhanced Edition di Original Sin, risultano tra le funzionalità annunciate per questo seguito. Purtroppo per quanto riguarda i sottotitoli sono attualmente confermati solo il tedesco, il francese e il russo ma gli sviluppatori non escludono l'annuncio di nuove lingue durante lo sviluppo del titolo. Ma torniamo a parlare del gioco in sé. Un'altra peculiarità mostrata dagli sviluppatori riguarda la possibilità di colorare una boccetta di veleno rendendola simile a una pozione di cura, con l'ovvio scopo di ingannare un altro giocatore in modalità multiplayer. Già nel primo capitolo abbiamo visto la possibilità per il secondo giocatore di dire la propria nei dialoghi in modalità cooperativa, ma questa volta i personaggi saranno ben quattro e potranno tutti far sentire la loro voce, muoversi in modo indipendente e agire contro agli altri giocatori in base alle proprie motivazioni personali. Nella demo mostrata dagli sviluppatori è già possibile mettere un compagno nei guai sfruttando proprio la pozione di cui parlavamo poc'anzi. La prima opzione è quella di piazzare il liquido nell'inventario della vittima e allertare le guardie della possibilità di contrabbando illegale. L'altra è quella di attaccare il povero malcapitato per vederlo soccombere una volta bevuta la finta pozione di cura. Un sistema del genere ha il potenziale di avvicinare il classico RPG videoludico al vero gioco di ruolo, anche se resta da vedere la profondità con cui un sistema del genere, che tra i vari pericoli include quello del trolling incontrollato, sarà integrato in un gioco che dipende da storia e da quest che, per quanto dinamiche, devono comunque seguire determinati binari. Comunque, nonostante qualche inevitabile dubbio, il videodiario e le promesse degli sviluppatori dipingono un prodotto da leccarsi le dita, fedele al primo capitolo ma capace di ampliarne e arricchirne le già interessanti meccaniche. Inevitabilmente incuriositi da questa meravigliosa visione non ci resta che aspettare la alpha che non dovrebbe essere troppo lontana, visto che il titolo è già stato mostrato in versione giocabile.

CERTEZZE

  • Più complesso del già sorprendente primo capitolo
  • Meccaniche cooperative che guardano al gioco di ruolo vero e proprio
  • Grafica più dettagliata, split-screen e incantesimi più massicci

DUBBI

  • L'antagonismo tra giocatori implica parecchi rischi in un titolo del genere
  • Puntare troppo in alto potrebbe allungare i tempi di sviluppo