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Giochi con lo stivale

Un viaggio attraverso le produzioni ambientate in Italia!

SPECIALE di Dario Rossi   —   05/03/2016

Anche se non capita spesso, è sempre un piacere trovare produzioni videoludiche ambientate, o ispirate, al nostro amato Bel Paese, ma siete veramente sicuri di ricordarle tutte? Per gli smemorati dedichiamo una carrellata di alcuni dei titoli più o meno famosi, alcuni fortunatamente dimenticati, con ambientazioni italiane. Mettetevi quindi comodi e preparatevi una bella pizza, comincia il nostro tour!

Scopriamo alcuni dei migliori videogiochi ambientati in Italia

Tutta mia la città

Molti di voi rimarranno del tutto impassibili a leggere il nome Italian Night 1999, ma i vecchi possessori di personal computer Commodore non hanno probabilmente ancora dimenticato questa avventura grafica della italianissima Simulmondo, uscita nel 1992 su Amiga. Ambientato a Milano, il gioco era un vero e proprio poliziesco basato su una planimetria reale della zona centrale della città, con visuale in prima persona e un sistema di controllo punta-e-clicca. Altra caratteristica affascinante era il fatto che tutta la vicenda si svolgesse in una notte, aggiungendo così il mistero dell'oscurità abbinato ai giochi di neon della caotica metropoli.

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In realtà il titolo Simulmondo passò alla storia per il fatto di essere sostanzialmente impossibile da completare. O almeno non conosciamo nessuno che sia riuscito ad arrivare ai crediti finali, ammesso che esistano. Si passa al 1997, fortunatamente alzando l'asticella qualitativa, con Tomb Raider II. Il piccolo classico della saga dedicata alla bella archeologa Lara Croft era ancora nelle sapienti mani di Core Design, e i risultati si vedevano. In questa occasione non vogliamo tessere le scontate lodi del titolo, ma enfatizzare il fatto che il secondo livello fosse ambientato nello splendore di Venezia. La scelta di scegliere località europee fu una bella sorpresa per la saga, e Core realizzò quella che è ancora oggi una delle migliori incarnazioni tridimensionali, battuta solo da Assassin's Creed II di Ubisoft, della magica città veneta. Core Design ad ogni modo ha omaggiato nuovamente l'Italia in Tomb Raider: Chronicles, un livello era infatti ambientato a Roma.

La porti un bacione a Firenze

Il capoluogo toscano e culla del Rinascimento è stato più volte protagonista di produzioni videoludiche, spesso in modo decisamente inaspettato. L'incarnazione più maestosa di Firenze è ancora legata ad Assassin's Creed II, che l'ha resa un elemento cardine anche grazie al protagonista Ezio Auditore, uno dei più amati della saga Ubisoft. Nonostante vari errori più o meno perdonabili - considerando il periodo rappresentato - e un'area palesemente ricostruita in scala ridotta, l'impatto generale rimaneva stupefacente e l'effetto del contemplare la città, magari dalle altezze vertiginose del Campanile di Giotto, impagabile.

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La casa francese realizzò anche riproduzioni altrettanto affascinanti di località toscane, come San Gimignano e Monteriggioni, scolpendo nella memoria collettiva uno degli episodi più suggestivi nel franchise a livello di ambientazioni, e ovviamente conquistando un posto nel nostro cuore. Curiosamente, Firenze era apparsa già anni prima grazie a Bizarre Creations e il suo Project Gotham Racing 2, uscito su Xbox nel 2003. La sua inclusione tra i circuiti del racing inglese lasciò tutti di stucco, specie perché si tratta ancora oggi dell'unica riproduzione moderna della città. Bizarre era solita effettuare sopralluoghi prima di iniziare la lavorazione; i risultati di questa cura maniacale portarono a una concitata interpretazione del centro storico, con una lunga serie di particolari che qualcuno ricorda ancora con affetto. Nella fattispecie, era indimenticabile il passaggio in piazza della Repubblica, con tanto di scooter parcheggiati, o attraverso il Ponte Vecchio. Qualsiasi fiorentino o toscano non può non averlo giocato, in caso contrario consigliamo di rimediare il prima possibile.

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Orizzonti mediterranei

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Turn 10 e Playground decisero di andare oltre con Forza Horizon 2, rendendo l'Italia e il sud della Francia protagonisti assoluti di un titolo di corse. C'è ancora la mano inglese (il team integra anche elementi di Bizzarre) e siamo di fronte probabilmente a una delle trasposizioni più belle a memoria videoludica della nostra gloriosa penisola: era impossibile non riconoscere la costa ligure e in generale l'area nordica, ovviamente approssimativa per ragioni anche pratiche, ma correre a tutta velocità in territori istantaneamente familiari ha dato una marcia in più a un titolo già stellare di suo. Milano tornò invece a fare capolino in Race Driver: GRID nel 2008, che presentava tra i circuiti proprio una trasposizione un po' maldestra della metropoli lombarda. Moltissimi gli errori e altrettanti gli asset totalmente fuori luogo, che alternavano il centro storico alla periferia, ma il passaggio dentro la galleria Vittorio Emanuele II non si scordava facilmente, così come altri stuzzicanti particolari. Sceglie il Mediterraneo anche Just Cause 3, la "caciarona" avventura di Avalanche Studios che, anche senza riferimenti diretti, porta molto del nostro tricolore nel cuore del protagonista Rico Rodriguez. Non è un caso d'altronde se l'antagonista principale è l'immancabile dittatore di turno chiamato Sebastiano di Ravello, la località si chiama Medici e uno degli aiutanti di Rico è Mario Frigo.

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Orrore italiano

L'Italia è protagonista anche di altre produzioni nostrane recenti ad alta tensione, tra cui è obbligatorio menzionare Anna, sviluppato nel 2012 da Dreampainters. In questo caso ci troviamo in Valle d'Aosta e la vicenda si svolge in una segheria in disuso situata tra Champoluc e Périasc. Un'ambientazione molto suggestiva che fa da teatro a una vicenda torbida e dalle tinte horror. Anna è un'avventura grafica in prima persona e interfaccia punta e clicca, dotata di atmosfere inquietanti e pervase di suggestioni ancestrali. Il nostro Andrea Rubbini la descrive come: "Una lunga deriva nella follia di un uomo alle prese con i suoi ricordi peggiori.

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Ma anche un'avventura che non dà tregua al giocatore, tormentato dai suoni, dalle voci e dai cambiamenti sinistri che avvengono nella segheria. Dove gli enigmi proteggono segreti che richiedono anche un tributo di sangue". Terminiamo la nostra carrellata non proprio all'insegna dell'horror ma della disperazione con una delle incarnazioni più recenti, a opera di LKA.it: The Town of Light. Una storia matura che non teme di affrontare tematiche difficili, descritta a tinte forti e con un finale che non si dimentica, così come il manicomio protagonista della storia. Lo studio fiorentino l'ha ricreato con una cura certosina, ispirandosi a uno dei più grandi ospedali psichiatrici in Volterra. The Town of Light è molto più di un videogioco, ma un vero documentario storico con dinamiche ludiche. Una delle rappresentazioni più memorabili della pazzia.