Fire Emblem è quasi pronto a ritornare sulle console portatili dei giocatori occidentali, a poco meno di un anno di distanza dall'arrivo nei negozi della terra dei Sol Levante. La saga strategica targata Intelligent Systems ha raccolto molti proseliti con la sua ultima incarnazione su Nintendo 3DS, Awakening, e c'è grande fermento attorno a questo nuovo capitolo, che per la prima volta va ad abbracciare un tipo di commercializzazione con due versioni che il 20 maggio andranno ad affiancarsi sugli scaffali dei negozi, denominati rispettivamente Fire Emblem Fates: Retaggio e Fire Emblem Fates: Conquista, con in più una campagna addizionale disponibile come contenuto scaricabile alcuni giorni dopo il lancio. A poco meno di un mese dall'uscita, abbiamo finalmente avuto l'occasione di provarlo con mano per farci un'idea più chiara delle implicazioni di questa doppia veste di Fire Emblem Fates, e di tutti i miglioramenti al gameplay e alla formula di gioco a cui hanno lavorato gli sviluppatori per questo nuovo attesissimo capitolo.
Fire Emblem Fates arriva nella doppia veste di Retaggio e Conquista, ma lo spettacolo sembra assicurato
Una scelta difficile
Per poter spiegare al meglio la struttura dei due titoli in cui è diviso Fire Emblem Fates dobbiamo in parte anche raccontarne la storia. Se non volete anticipazioni, passate oltre.
Indipendentemente dal titolo scelto, fino all'inizio del sesto capitolo l'esperienza offerta da Fire Emblem Fates sarà pressoché identica: come nel precedente capitolo, Awakening, al giocatore sarà data la possibilità di creare il proprio alter ego virtuale, personalizzandone l'aspetto e cambiandone il nome. Scegliendo le impostazioni predefinite, ci siamo trovati di fronte a Corrin, un giovane che si ritroverà a dover compiere una scelta molto difficile che coinvolgerà il futuro di due grandi regni sull'orlo del conflitto. All'inizio del gioco il personaggio principale fa parte della famiglia reale del Nohr, uno stato militaresco che sta per scontrarsi con il confinante regno di Hoshido. Quando il conflitto esplode all'inizio del sesto capitolo, saremo costretti a decidere da che parte schierarci dopo essere venuti a conoscenza di tutta la verità sul passato del nostro alter ego virtuale che, nonostante una vita passata con la famiglia reale di Nohr, scopre di essere il figlio naturale dei sovrani di Hoshido.
Rimanere a combattere a fianco della famiglia adottiva o riunirsi ai genitori naturali che appartengono allo schieramento opposto? Il bivio ci impone di fatto due evoluzioni narrative completamente differenti, entrambe molto corpose a livello di contenuti, ma scollegate l'una dall'altra. Fire Emblem Fates: Retaggio seguirà la storia del protagonista qualora decida di ritornare alle sue radici unendosi agli Hoshido, mentre al contrario Fire Emblem Fates: Conquista riguarderà le gesta della famiglia reale dei Nohr. C'è poi una terza via in cui il giocatore decide di mantenersi neutrale rispetto alle due fazioni, prendendo parte alla campagna DLC Rivelazione che sarà disponibile alcune settimane dopo la commercializzazione dei due titoli principali. Le differenze tra Retaggio e Conquista non sono solo narrative, ma vanno a modificare pesantemente l'esperienza di gioco partendo dalla presenza di alcune classi esclusive legate alle due famiglie di appartenenza, fino alla difficoltà di gioco, leggermente più accessibile in Retaggio. Questa è la versione di Fire Emblem Fates più simile ad Awakening e per questo maggiormente indicata ai giocatori meno esperti che magari si avvicinano per la prima volta al franchise: ad esempio, oltre alle missioni principali sono disponibili anche quelle facoltative che consentono di guadagnare punti esperienza e soldi extra, permettendo quindi di crescere i personaggi anche al di fuori della storyline principale. Al contrario, Conquista è maggiormente strutturato e più simile ai vecchi capitoli della saga di Intelligent Systems, con i punti esperienza limitati e le condizioni di vittoria restrittive che aggiungono all'obiettivo primario della missione altri compiti obbligatori da portare a termine. Per quanto riguarda i livelli di difficoltà è stata introdotta la nuova modalità Fenice che va ulteriormente ad agevolare l'avventura rispetto alla modalità Casual: se infatti in quest'ultima esclude la morte permanente dei personaggi, riportandoli tutti tra le nostre fila alla fine di ogni battaglia, la modalità Fenice fa rivivere ogni combattente già al turno successivo, aumentando considerevolmente il vantaggio durante le battaglie. Il consiglio è sempre quello di iniziare con il livello Classico, il più alto disponibile, e poi se necessario abbassarlo progressivamente, ricordandosi che non sarà più possibile ripristinarlo.
Tanta profondità
La schermata di pre battaglia risulterà familiare ai veterani della serie, permettendo di decidere quali truppe schierare in battaglia in base agli slot disponibili, gestire l'equipaggiamento e il supporto tra i vari comprimari attraverso dialoghi che ne migliorano l'intesa fino a portarli al matrimonio, disponibile anche per personaggi dello stesso sesso. Qui sarà anche possibile gestire le abilità dei soldati con ogni unità dotata di un'abilità personale riferita alla classe e sempre attiva, alla quale ne possono essere affiancate un massimo di altre cinque per creare sinergie vantaggiose durante gli scontri, sfruttando abilità affini. Il movimento delle unità in Fates è rimasto pressoché invariato rispetto ad Awakening, ma con l'aggiunta di una novità: sarà possibile spostare e far combattere assieme due unità, con in più la possibilità di scegliere l'approccio del nostro alleato, tra aggressivo e difensivo, lasciando probabilmente un po' meno al caso i suoi interventi.
A farla da padrona nei combattimenti sono le armi, pesantemente riviste e modificate. Innanzitutto non si consumano e non si rompono più e possono essere utilizzate all'infinito; gli unici a fare eccezione sono i bastoni curativi che hanno un numero limitato di utilizzi. Inoltre il triangolo delle armi incentrato su spade, asce e lance è stato ampliato con l'integrazione dei libri magici, dei nuovi shuriken e degli archi che vanno ad aggiungere maggior profondità al sistema di combattimento, soprattutto considerando che non c'è limite di utilizzo per le armi da lancio. Il tutto va ad aumentare la profondità e il tatticismo, aprendo nuovi interessanti scenari sul fronte della personalizzazione e dell'approccio che mai come ora deve essere oculato e ponderato per evitare di perdere per sempre i nostri eroi. L'introduzione più dirompente, per quanto riguarda gli scenari, è l'introduzione delle Vene del Drago che permettono a tutti i membri della famiglia reale, compreso il nostro alter ego virtuale, di interagire con specifici interruttori invisibili alle altre unità per modificare in parte il terreno dello scontro. Ad esempio, in uno scenario acquatico al posto di percorrere completamente la lunga passerella per arrivare all'obiettivo e scontrarci con tutti i nemici, abbiamo potuto congelare l'acqua e dirigerci più velocemente verso l'obiettivo, o in un altro scenario abbiamo sfruttato una colata di lava per far evaporare l'acqua di un fiume e attraversarlo con facilità. Ogni volta le Vene del Drago produrranno effetti specifici legati alla battaglia che stiamo affrontando, ma il fatto che solo i personaggi della famiglia reale possano utilizzarli vuol dire che, se muoiono tutti, diventa molto più difficile sfruttarle. Le classi sono davvero molte e tutte ben caratterizzate, ma la maggior parte saranno disponibili solamente per una delle due fazioni coinvolte, con la scelta dello schieramento che avrà quindi delle ripercussioni pratiche anche sul gameplay con l'impero di Hoshido fortemente legato alle tradizioni nipponiche e il regno di Nohr più medievaleggiante. In sede di recensione ne parleremo approfonditamente, ma per ora ci siamo fatti conquistare dalla bellissima Azura e dai suoi poteri legati al canto.
Un castello da arredare
Quando si scende in battaglia, una delle novità più interessanti è senza dubbio la transizione fluida tra la fase tattica e quella di scontro con gli scenari, che non sono preimpostati in base all'ambientazione ma si adattano dinamicamente alla nostra posizione sulla mappa. La telecamera scorre dalla visuale bidimensionale fino alle spalle delle nostre unità, rivelando un'ottimo comparto tecnico sia per la qualità delle texture e dell'effettistica, sia per l'accuratezza dei modelli poligonali e delle animazioni uniche per ogni personaggio. Il castello è una delle grandi introduzioni di Fates e fungerà un po' da hub di gioco, sarà il luogo dove si ritorna alla fine di ogni missione e presenta al suo interno una serie di attività secondarie che si preannunciano molto sfiziose per riprendere fiato tra una battaglia e quella successiva.
In base alla fatidica scelta tra Retaggio e Conquista, il forte avrà un aspetto differente così come ci saranno personaggi non giocanti unici con cui è possibile interagire, sbloccando dialoghi che migliorano le statistiche dei nostri personaggi. Il maggiordomo Jacob permette di salvare la partita, effettuare alcune modifiche estetiche oppure costruire nuovi edifici spendendo i punti delle Vene del Drago accumulati nelle battaglie. Tra quelli che abbiamo visto nelle due ore di prova ci sono la prigione, che permette di recludere i nemici catturati in battaglia, la mensa per aumentare l'intesa con gli alleati, il fabbro per il crafting e negozi vari per l'acquisto di oggetti. Il castello può inoltre venire invaso dalle truppe nemiche e per questo ci sono numerose strutture di difesa come torri, baliste e statue atte sia ad attaccare direttamente gli ostili sia a curare e migliorare le statistiche dei nostri soldati. Ci sono poi alcuni minigiochi, tra cui l'arena, dov'è possibile scommettere sull'esito di un combattimento tra due personaggi controllati dall'intelligenza artificiale e l'immancabile lotteria. Per le risorse invece abbiamo la miniera, ma anche le piante dalle quali è possibile raccogliere le preziose pesche per nutrire il piccolo draghetto astrale Lilith che scenderà in battaglia solamente quando si tratta di difendere il castello. Il nostro possedimento virtuale sarà anche legato all'interazione tra i giocatori incontrati tramite street pass con cui potremo interagire e visitarne le tenute virtuali dall'apposita piazza, da costruire ed espandere progressivamente. Vi è inoltre piena compatibilità con gli amiibo di Fire Emblem appartenenti alla serie Smash Bros, e cioè Marth, Ike, Lucina e Robin, che appariranno nel castello una volta avvicinata la statuetta alla console. Le prime due volte ci daranno in regalo un'oggetto speciale, mentre la terza appariranno in una battaglia speciale come avversari da sfidare e sconfiggere per averli a disposizione tra le nostre fila. Insomma, ci sono tantissime novità di cui abbiamo solamente scalfito la profondità, ma che promettono di rendere le decine di ore che ci attendono in compagnia di Fire Emblem Fates, Retaggio o Conquista, ancora più interessanti e coinvolgenti, nella speranza che la trama si confermi all'altezza delle nostre aspettative, così come la qualità del cast.
CERTEZZE
- Combattimenti ancora più tattici con il nuovo sistema di armi
- Il castello offre tante attività secondarie
- Artisticamente sempre molto ispirato
- Ci aspettano due campagne più una...
DUBBI
- ...ma questa soluzione multipla continua a non convincerci pienamente